Oggi ho il grande piacere di ospitare la recensione della mia amica Stefania sulla sua vacanza in Norvegia. E' possibile per un vegan uscirne vivo, o meglio, ben pasciuto anche dalla terra dei ghiacci? Leggete e lo scoprirete....
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Nel Paese della caccia alla balena e delle pelli di renna vendute ovunque non aspettatevi il paradiso dei vegan, ma, come sempre accade sia in Italia che all'estero, basta informarsi un po' prima di partire e avere un minimo di spirito di adattamento e non morirete di fame neanche in Norvegia!
Godt Brod |
Ovunque l'ho preso, il cappuccino viene portato in una tazza normale se non si specifica nulla (single cappuccino); se invece lo chiedi doppio, lo servono in una tazzona gigante piena di schiuma, una bontà!
Il latte di soia si trova anche in qualche bar normale ma non così pesso; Starbucks, che a Dublino era stato la mia salvezza anche per i dolcetti vegan, ad Oslo non c'è, per cui per i dolci bisogna necessariamente cercare nei locali veg, di cui ne ho provati tre che mi sono piaciuti davvero molto.
Loving Hut |
Il menù, che mi sono portata a casa, offre 2 tipi di involtini (primavera ed estate), 3 tipi di panini, 2 insalate e altri 3 piatti con riso e verdure miste, olte a una vasta gamma di the, caffè e succhi di frutta. Dopo mezz'ora passata a decidere cosa prendere, ho provato gli involtini primavera e una baguette ripiena di verdure e soia saltata con una salsina dolce che però non mi ha entusiasmato... Più buono il paninazzo con hamburger di soia preso dalla mia amica, che ha fatto pure il bis! Ho concluso con un muffin al cioccolato e una cioccolata calda; credo sia stata la prima volta che l'ho trovata vegan, è stata una bella sensazione. Per chi è attento al portafoglio, la spesa è stata sui 15-18€ a testa.
Vega Fair Food |
The Fragrance of the Heart |
The Fragrance of the Heart |
Per quanto riguarda la scelta vegan in locali non veg, ho provato solamente la pizzeria "Peppes Pizza" (ovunque in città), dove ho preso la Green garden con rucola, peperoni, peperoncini dolci (piccanti!!) e pomodoro e me l'hanno fatta tranquillamente senza formaggio. In una zona più sperduta fuori Oslo ho ripiegato su uno dei milioni di kebabbari presenti in territorio norvegese e mi sono fatta riempire una pita con sole verdure, oltre a sconfanarmi una bella razione di patatine fritte... No, decisamente non sono una che può
morire di fame...
Stefania e una Peppes Pizza |
La città ha un suo fascino ma mi aspettavo più luci e decorazioni natalizie e l'architettura non ha la stessa bellezza mozzafiato di Stoccolma. Forse se visitata quando non è sepolta da una coltre di neve, se ne riescono a cogliere maggiormente la pulizia ed il verde, che in questo periodo ho potuto comunque intuire ed apprezzare. Certo, dovete ignorare tutti i maglioni, guanti e cappelli tipici fatti in lana e le immancabili pelli di renna, ma non viviamo ancora sul pianeta Vegan e i bocconi amari da ingoiare ci sono ovunque...
E' una città che consiglio a chi ama le atmosfere nordiche, la tranquillità, i musei (ce ne sono tantissimi; da non perdere quello dedicato interamente a Munch, che è molto di più rispetto al famoso quadro dell'Urlo) e la gente riservata che non si spende in smancerie (le commesse sono fin troppo serie e brusche, meglio i maschietti...)
Tusen takk ad Ariel per aver realizzato in piccolo il mio sogno di scrittrice di viaggi, quando pubblicherò il mio primo libro lo dedicherò sicuramente a lei!
Indirizzi:
Vega Fair Food (Akersgata 74)
Loving Hut (Parkveien 6a)
The fragrance of the heart (2 sedi: Stortorvet 9 presso i magazzini GlasMagasinet, Fridtjof Nansens pl. 2)
Godt Brod (Thorvald Meyers gate 49)
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Amica mia, una recensione impeccabile! Ci hai fatto venire una gran voglia di farci un giro da quelle parti, perfino ora che siamo in pieno inverno....
Aspettiamo altre tuoi racconti di viaggi, alla scoperta di localini veg, e anche quelli di altri lettori, naturalmente, scriveteci!
Indirizzi:
Vega Fair Food (Akersgata 74)
Loving Hut (Parkveien 6a)
The fragrance of the heart (2 sedi: Stortorvet 9 presso i magazzini GlasMagasinet, Fridtjof Nansens pl. 2)
Godt Brod (Thorvald Meyers gate 49)
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Amica mia, una recensione impeccabile! Ci hai fatto venire una gran voglia di farci un giro da quelle parti, perfino ora che siamo in pieno inverno....
Aspettiamo altre tuoi racconti di viaggi, alla scoperta di localini veg, e anche quelli di altri lettori, naturalmente, scriveteci!
6 commenti:
Grazie Ariel, che bello! (a parte le foto in cui sembro una sconvoltona... ma era il freddo!!)
wow...grazie delle dritte! :-)
Io invece mi sono ulteriormente incazzato pensando a quanto dobbiamo sbatterci tutte le volte per nutrirci in ogni parte del mondo. Nell'era glaciale faticavano di meno per procacciarsi il cibo.
Che umanità de mmerda.
e lo so, Claudio, ma stiamo parlando di posti dove vanno avanti a renne e chissà quali altri animali nei piatti, non hanno certo la nostra cucina tradizionale, dove du' spaghetti aglio e olio o una peperonata la rimedi bene o male
anzi che avevamo trovato posti pure in Islanda dove la vedevo davvero male, a parte patate e licheni...
grande l'ho inoltrato ad una mia amica vegan norvegese che si è divertita molto a leggerlo (l'ha tradotto con google..). ti fa i complimenti per l'articolo e aggiunge che nello squat dove vive fanno cucina vegan aperta tutti i lunedì,il posto si chiama blitz ed è proprio affianco al museo di munch.
un abbraccio
@Andrea: grazie dei complimenti e della dritta, se mai dovessi tornare a Oslo lo terrò presente ;)
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