sabato 28 marzo 2009

Ma che simpatico

Che simpaticone Morrissey, che proibisce di vendere e far circolare tutto il cibo che "Used To Have A Face" (aveva una faccia) nelle sale da concerto dove si esibisce.

Morrissey (ex-cantante degli Smiths, per quei pochi che non lo sapessero) è veramente rigoroso nel suo stile di vita e non ci pensa neanche a fare spettacolo in un ambiente che non sia meat-free. Beato lui che è una star e se lo può permettere, dico io. Dal momento che di solito un vegan è piuttosto isolato nella vita sociale, o meglio nella vita sociale... a tavola ed è proprio lì che viene visto come una sorta di fenomeno da baraccone, aaaaah che soddisfazione! per una volta la situazione si capovolge, alè! Tutti i corpse-eaters lascino fuori dalla sala la mortadella e si presentino con pane e pomodoro, pane e seitan, pane con quello che ti pare basta che non ci siano i morti dentro. Ma che buontempone, davvero.

Morrissey è sempre stato un fervente vegan. Ricordiamo che il secondo album del gruppo si intitolava ‘Meat Is Murder’ e conteneva la canzone che fece diventare vegetariani molti teen-agers degli anni '80, con tanto di registrazione di grida disperate di animali e rumori di mannaia presi in diretta da un mattatoio. Tant'è! Al suo ultimo concerto alla Webster Hall Morrissey ha chiesto che prima, durante e subito dopo la sua performance non si mangiassero derivati animali nell'area. Così non sono stati venduti in loco ne' sono stati portati da fuori hot-dogs, pepperoni pizza (che non è a base di peperoni, ma di salumi), tramezzini al prosciutto, burgers, sushi, etc. Perfino lo staff addetto alle pulizie si è detto felice di fare la sua parte portandosi dei panini veg per la cena. Good job, Morrissey, good job!

giovedì 26 marzo 2009

Etico, con stile

C’è un momento nella vita di molti di noi in cui iniziamo a pensare che non basta più fare attenzione a quello che mangiamo. Non basta più leggere minuziosamente gli ingredienti dei prodotti negli scaffali dei supermercati o dei piatti che vogliamo ordinare in un menu al ristorante.
C’è un momento in cui iniziamo a porci delle domande anche su cosa indossiamo. E cominciamo a leggere le etichette di quello che vogliamo comprare in negozio di abbigliamento e/o accessori: dal maglione alle scarpe, dal cappotto ai gioielli…e tutto il resto.

Per chi, come noi, non vuole davvero più incidere sul commercio poco etico di materiali di derivazione animale e allo stesso tempo vuole comprare prodotti che non abbiano comportato condizioni inappropriate di lavoro per operai e artigiani, le informazioni non sono mai abbastanza.

Non è facile districarsi nella giungla delle etichette, spesso poco chiare. Non solo. Qui in Italia, a differenza che nel mondo anglosassone (soprattutto Regno Unito e USA), sono ancora davvero in pochi a vendere prodotti cruelty free. Spesso è più semplice comprare on line da negozi reali e/o virtuali a New York che non qui da noi.

In StilEtico vengono raccolte tutte le informazioni utili proprio a questo scopo: le marche, i negozi, le modalità di acquisto, e soprattutto le recensioni delle scarpe acquistate, in Italia e all’estero, proprio per agevolare chi non si fida dello shopping... senza toccare e senza provare. E ancora informazioni e consigli per gli acquisti: come calzano i numeri di certe marche, se il rapporto qualità-prezzo è davvero ok e altro ancora. Ovviamente non solo scarpe acquistate on line ma anche in negozi su strada.

In particolare si parla di calzature, perchè sono l'oggetto del desiderio (soprattutto femminile) più difficile da trovare nella versione "etica", ma ogni tipo di segnalazione inerente l'abbigliamento ecosostenibile e senza crudeltà è benvenuta. E' importante che tutti collaborino inviando segnalazioni, perché condividere questo tipo di informazioni renderà tutto più semplice a chi ha intenzione di fare acquisti.

Last but not least…Proprio perchè comprare on line può comportare inconvenienti come un numero che non calza come vorremmo o una forma di scarpa che non ci sta bene, su StilEtico è possibile anche mettere un annuncio e rivendere le calzature che avete appena comprato, magari a persone nella vostra stessa città o nella stessa zona, in modo che non ci siano problemi al momento della vendita.

lunedì 23 marzo 2009

L'amour, tojours l'amour

Un fantasma si aggira per i forum (vegan). E' il fantasma della B12. Se non prendete gli integratori di vitamina B12 sapete cosa vi succederà?! Dolcemente ma senza scampo svanirete e non si sentirà più parlare di voi, puff! com'era quel film di Hitchcock?! The lady vanishes...
Molti medici e nutrizionisti sostengono che i supplementi di vitamina B12 siano fondamentali per la salute dei vegan. Qualcuno mette in dubbio questa ipotesi.
Nel 1996, Victor Herbert ha determinato che la deficienza da vitamina B12 è molto rara tra i vegan, anche tra quelli che non prendono i supplementi vitaminici specifici. La sua ricerca è stata pubblicata sull'American Journal of Clinical Nutrition, vol.59 (suppl), pp. 1213S-1222S. Insomma, la diatriba continua. Ma siamo sicuri che vale la pena di rischiare, solo per non assumere una semplice pastiglietta settimanale che NON è un farmaco?

Se avete l'impressione che dovreste mangiare più B12 (prodotta dall'azione dei batteri), potreste anche comprare carote da coltivazione biologica e mangiarne le radici senza lavarle. Infatti, lavandole uccidereste i batteri, ricchi di B12. Io il supplemento di B12 lo prendo, voi non so, ma credo dovreste farlo, quanti di noi mangiano ogni giorno radici e tuberi non lavati?

Se non vi piacciono le radici, comunque, potete prendere in considerazione il biblico Cantico di Salomone...

Sorgi, vento del nord, e vieni, vento del sud!
Soffiate sul mio giardino, perché se ne spandano gli aromi!
Venga l'amico mio nel suo giardino e ne mangi i frutti deliziosi!
Io dormivo, ma il mio cuore vegliava.
Sento la voce del mio amico che bussa e dice:
«Aprimi, sorella mia, amica mia,
colomba mia, o mia perfetta!
Poiché il mio capo è coperto di rugiada
e le mie chiome sono piene di gocce della notte».[..]

Le sue gote sono come un'aia d'aromi,
come aiuole di fiori odorosi;
le sue labbra sono gigli,
e stillano mirra liquida. [..]
Il suo palato è tutto dolcezza,
tutta la sua persona è un incanto.
Tal è l'amore mio, tal è l'amico mio,
o figlie di Gerusalemme. [..]
Il mio amico è sceso nel suo giardino,
nelle aie degli aromi,
a pascolare le greggi nei giardini
e cogliere gigli.
Io sono dell'amico mio;
e l'amico mio, che pascola il gregge tra i gigli, è mio.[..]
Io sono discesa nel giardino dei noci
a vedere le piante verdi della valle,
a vedere se le viti mettevano le gemme,
se i melagrani erano in fiore.[..]
Siano le tue mammelle come grappoli di vite,
il profumo del tuo fiato, come quello delle mele,
e la tua bocca come un vino generoso
che cola dolcemente per il mio amico,
e scivola fra le labbra di quelli che dormono.[..]
Vieni, amico mio, usciamo ai campi,
passiamo la notte nei villaggi!
Fin dal mattino andremo nelle vigne;
vedremo se la vite ha sbocciato, se il suo fiore si apre,
se i melagrani fioriscono. Là ti darò le mie carezze.[..]

e io ti darei da bere vino aromatico,
succo del mio melagrano.

Dio perdoni questi saggi profeti che senza microscopi e laboratori chimici furono divinamente ispirati a scrivere versi sulla più sensuale fonte in natura di vitamina B12.
Fuori da ogni imbarazzo, questa è una materia che dovrebbe essere approfondita. Il fatto è che noi necessitiamo di pochi microgrammi di B12 e ne immagazziniamo nel nostro fegato per il fabbisogno di circa 5 anni. E nel sangue dei vegan si trova della B12, così come nello sperma e nelle secrezioni vaginali (sempre di individui vegan), che ne contengono anzi molto molto di più che nel sangue.

La soluzione? Fate l'amore. Fate sesso orale così come la Bibbia suggerisce nel Cantico di Salomone. L'ingestione di secrezioni vi assicurerà un'ottima salute, per di più avvallati dalle Sacre Scritture.
Lo sperma, oltre a enormi quantità di vitamine, enzimi e aminoacidi, contiene infatti circa 20 volte i livelli di B12 del sangue. I fluidi vaginali pressapoco la stessa quantità. Gli scienziati sono consapevoli di questo già da qualche decennio ma evidentemente se ne deduce che non ci sia un modo socialmente accettabile per trasmettere questa informazione (!). Nel 1984, Carmel Bernstein e il suo gruppo di ricercatori pubblicarono una ricerca sull'argomento sul Journal of Clinical Investigations (73;3, Vitamin B-12 in human seminal plasma). Otto anni dopo, lo Scandanavian Journal of Clinical Laboratory Investigations (Hansen, 1992 Nov;52(7):647-52) ha riproposto la ricerca e confermato i risultati.
Che vi devo dire d'altro? Io vi ho dato l'imbeccata, voi approfondite e sperimentate...


fonte: notmilk.com

sabato 21 marzo 2009

Bravi quelli di Report

Il 15 marzo su Rai3 a Report hanno parlato di alimentazione per la prevenzione dei tumori. Sono tutte cose che i vegan sanno già in dettaglio ma che se ne parli in prima serata, beh...suona piuttosto eccentrico.
A parte sgombri e vongole, visto che il ferro noi lo prendiamo volentieri dai nostri alimenti vegetali (in primis i legumi e poi dalla frutta secca) e non ne abbiamo bisogno di mangiar pesci e conchiglie, il resto è perfettamente allineato con le nostre posizioni "alimentari" di sempre. Per chi se lo fosse perso, può guardare lo spezzone di programma qui:


giovedì 19 marzo 2009

Caccia i cacciatori

L'onorevole Maurizio Gasparri durante il suo intervento di martedì 17 marzo alla trasmissione Ballarò, imperniata sul tema del disegno di legge "sparatutto" a favore dei cacciatori in discussione presso la XIII Commissione del Senato, ha affermato che:

è meglio che i sedicenni sparino agli animali piuttosto che spararsi la droga

Questo perchè il disegno di legge prevede, tra le altre cose, anche la diminuzione dell'età da fucile a 16 anni. Dunque, i sedicenni continueranno a non votare e a non portare la macchina, ma potranno imbracciare un'arma da fuoco.

Come se la scelta fosse tra drogarsi e ammazzare animali. Ha le idee parecchio confuse l'onorevole.
Scriviamogli, senza insulti. Lo so che è difficile ma provateci, contate fino a 10 e anche di più, un bel respiro e poi scrivete. Proviamo a spiegargli le ragioni del buon senso.
Questi gli indirizzi:

maurizio.gasparri@senato.it
segreteria.gasparri@senato.it

lunedì 16 marzo 2009

Ma di chi è il miele?

Il miele è un cibo appropriato per i vegan?

E' una domanda che ci si pone, quando si passa a mangiare vegan, perchè il miele è sempre stato considerato un cibo sano, naturale e sembra davvero una forzatura pensare di eliminarlo dalla propria alimentazione. Inoltre si pensa che le api non vengano uccise o maltrattate per fornircelo, per cui l'aspetto etico sembra non venire toccato.
Tutti gli esseri viventi in qualche modo nuociono ad altri esseri viventi, anche ponendo la più grande attenzione nel non farlo deliberatamente. Pensiamo a quando camminiamo, o si costruiscono palazzi, o si guida la macchina, o... Infliggiamo morte o facciamo del male ad altri esseri viventi solo con la nostra mera esistenza e questo è semplicemente un aspetto dell'essere vivi, fa parte dell'ordine delle cose il fatto che succeda in maniera non deliberata.

La differenza tra vegan e non vegan è proprio nell'elemento dell'intenzionalità. I vegan consapevolmente cercano di non procurare danno ad altri esseri senzienti. Questo non vuol dire che non lo facciano per pura casualità, ma il loro intento è proprio quello di evitare di farlo intenzionalmente.
Ma tornando al miele....
Il miele è prodotto dal nettare zuccherino dei fiori raccolto dalle api e poi rigurgitato e passato tra loro finchè non è parzialmente digerito. Dopo l'ultimo rigurgito, le api sventolano quella sostanza con le loro ali finchè diventa fredda e appiccicosa. Questa mistura che noi chiamiamo miele, ed è essenzialmente vomito di api, viene allora immagazzinata nelle cellette dell'alveare e usato come unica fonte di nutrimento durante i mesi freddi o quando altre fonti di cibo non sono disponibili. Quando gli esseri umani prendono il miele dall'alveare, prendono qualcosa che non è stato fatto per loro, ma per le api stesse.

Durante la raccolta del nettare dei fiori, le api impollinano anche le piante, un processo naturale necessario e inevitabile. Anche se gli esseri umani ne beneficiano, le api non impollinano le piante per servire noi, quello è solo un aspetto secondario. L'utilizzo delle api per l'impollinazione delle colture non richiede tra l'altro in alcun modo la distruzione dell'alveare.

Per raccogliere il miele, gli apicultori devono invece rimuovere temporaneamente un certo numero di api dalla loro casa. Anche il più attento di loro non potrà evitare anche solo inavvertitamente di schiacciare o uccidere in altro modo alcune di queste api, sarebbe impossibile fare altrimenti. Questo vale naturalmente per la raccolta non solo del miele ma anche della cera d'api, del polline, della propoli, della pappa reale.

Ci sono molte alternative al miele, e da un punto di vista vegan non c'è ragione di utilizzarlo. Nel 1944 parlò di questo il manifesto della British Vegan Society, poi confermato dall' American Vegan Society nel 1960. I dolcificanti in realtà non sono indispensabili per la salute umana. In essi non ci sono praticamente nutrienti essenziali. Gli esseri umani possono vivere senza zucchero e senza miele e in ogni caso esistono molte alternative completamente vegetali e cruelty-free: zucchero di canna bio, sciroppo d'acero, succo d'agave, malto di riso, sciroppo di sorgo, etc.
Per quanto mi riguarda, non sono molto golosa ma per dolcificare e ogni tanto fare qualche torta o crema utilizzo zucchero di canna integrale di agricoltura biologica, preferibilmente del commercio equo solidale, oppure il succo di agave e il malto di riso, entrambi molto simile al miele come consistenza. Il miele lo lascio alle legittime proprietarie, ne hanno bisogno più di me.


foto di Riccardo Gessa

venerdì 13 marzo 2009

Riflessioni mattutine

Oh, finalmente una buona notizia. Apro stamattina Repubblica on line e trovo la news di un nuovo sito di ricette Food&Wine. La presentazione inizia così:

Lingua, animelle, polmone, rognone, coda. E pesci poveri. Nei menu dei grandi ristoranti si fanno sempre più spazio. E per il consumatore oggi più che mai - un po' la crisi, un po' il bisogno di certezze che si porta dietro - è il tempo di ritorno a prodotti e sapori carichi di memoria. Ricominciando a far bene la spesa.

Già andavo poco al ristorante, adesso mi avvisano che è in corso una (ulteriore) invasione di frattaglie, oltretutto cariche di memoria (!)... Suppongo che ci sia gente cui solo il nominare polmone, coda e rognone provochi salivazione delle fauci, ma, come dire, io non sono quel genere di orco. Sono cose che non ho mai mangiato neanche in tempi non sospetti, un minimo di decenza l'ho sempre sostenuta. L'idea oltretutto che le mischino con salse di pomodoro, ricotte & altro mi pare ancora più sconcertante. Tanto varrebbe mangiarle direttamente dalla carcassa animale, sarebbe più corretto, gastronomicamente parlando.

E poi, ancora, troviamo più in là:

Una fetta di culatello: che la festa abbia inizio! Festa dei sensi. Prima di tutto lo sguardo: colore vivo, a cui le diverse stagionature regalano morbide sfumature di rosso. Intorno, una virgola asimmetrica di grasso bianco candido, indispensabile per bilanciare la sobrietà della carne. A seguire, tatto e olfatto: presa la fetta con le dita - consistenza setosa, tenera, non untuosa - il naso si inebria di un profumo intenso, stuzzicante, aromatico. [..]
Chi ha provato la magia di un culatello fatto a regola d'arte, non lo dimentica più.

Che bello, una festa a base di pezzi di animale in putrefazione. E chi se la dimentica? E chi porta le trombette e i cotillons?

Basta, non vado più oltre a leggere. Mi sta venendo il voltastomaco, poi non mangio più, e non è bello.

Così è, se vi pare.

mercoledì 11 marzo 2009

Ci fu un tempo...

Ci fu un tempo in cui non esisteva una netta divisione tra umani e animali...



*Ragazzi! aspettate vostro fratello!


tratto da: http://bizarrocomic.blogspot.com/

domenica 8 marzo 2009

Black Veg

Ci sono tipi come quelli del duo rap Dead Prez che fanno canzoni che si intitolano "Be healthy", con parole come: I don't eat meat, no dairy, no sweets — only ripe vegetables, fresh fruit and whole wheat. Incredibile, no?

Ultimamente sono parecchi gli artisti hip-hop che hanno iniziato a denunciare pubblicamente la dieta poco salutare che molti della loro cricca hanno abbracciato da tempo. E spingono molto nel pubblicizzare i benefici di una visione olistica della salute nella comunità nera, in cui problemi di ipertensione e colesterolo alto sono diffusissimi.

E così troviamo Erykah Badu, cantante e artista R&B, attivissima promotrice dello stile di vita vegan, e città come Seattle con una comunità hip-hop vegan molto forte. La cosa curiosa è che il movimento hip-hop è composto fondamentalmente da neri e i neri sono raramente vegan. In più non si può dire che non imperi un certo machismo nell'ambiente, figuriamoci se "Save the Animals" possa essere uno slogan popolare in un contesto del genere.

Ma ora molti artisti famosi stanno facendo coming out esercitando così una certa influenza su colleghi e pubblico. Personaggi come Russel Simmons, un vegan rapper attivo nella PETA, stanno facendo rigirare nel letto parecchi altri hip-hoppers...

La consapevolezza dei benefici di uno stile di vita sano e cruelty-free sta mettendo radici nella cultura hip-hop. Recentemente è stato realizzato il dvd "Holistic Wellness for the Hip-Hop Generation" che si rivolge proprio ai giovani parlando di alimentazione e salute. Creato dal filmmaker Supa Nova Slom, il documentario dura 110 minuti e vi appaiono artisti come la Badu, Common e Stic.man dei Dead Prez.

E più in generale si sta diffondendo una cultura vegan nelle comunità black in tutti gli Stati Uniti. Un'indagine sui vegetariani afro-americani è stata realizzata sul sito www.blackvegetarians.org e ha rivelato che tra i neri veg queste sono le ragioni per eliminare la carne dalla propria dieta: salute (34%), motivi etici (14%) e motivi religiosi/spirituali (12%).

D'altronde gli afro-americani sono tra gli individui più colpiti da tutte quelle malattie che hanno sicuramente tra le loro cause quella di una dieta sbagliata come cancro, artrite, asma, obesità, diabete. Inoltre, circa il 75% dei neri è intollerante al lattosio e un terzo di essi soffre di ipertensione. Un cambio di abitudini alimentari e stile di vita non potrebbe che portare dei vantaggi. Quindi bravi Erykah, Common e tutti gli altri.

venerdì 6 marzo 2009

To Kill for Sea Shepherd

Un'amica da Dublino, Glauce, mi segnala questa notizia, che troverete in inglese anche sul suo splendido blog.

Forse qualcuno tra i lettori più giovani già conosce i To Kill, considerata una delle migliori band europee hardcore attualmente in circolazione. Il loro album “When Blood Turns Into Stone” è una delle migliori uscite del genere di quest’anno, caldamente consigliata agli amanti di hardcore e metalcore, ma anche a tutti i sostenitori di straight edge e veganesimo, di cui i To Kill sono fieri paladini.

Aehm, dimenticavo! per gli over 30 e i tipi tranquilli e paciosi: prendetevi una bella camomilla e poi... ascoltateli!

I To Kill hanno deciso di devolvere tutti i ricavi del loro prossimo mcd "Maelstrom" alla Sea Shepherd Conservation Society. Un buon motivo in più per sostenerli ed apprezzarli.
Vi riporto stralci del loro annuncio:

I diritti degli animali e la loro difesa sono sempre stati la linfa vitale nel cuore dei To Kill. Abbiamo sempre provato a diffondere questi ideali il più possibile e con ogni mezzo a nostra disposizione: attraverso le nostre canzoni, parlando ai nostri concerti e nelle interviste che facciamo. Essi, insieme ad alcune altre idee, hanno importanza per il gruppo allo stesso livello della musica che proponiamo.
Dopo parecchi anni nel movimento ambientalista siamo venuti a conoscenza di moltissime organizzazioni e collettivi, e moltissime singole persone la cui vita è mossa da questa stessa nostra passione.

Di tutte queste realtà ce n'è una che è sempre stata un punto di riferimento e che abbiamo sempre supportato singolarmente: Sea Shepherd Conservation Society. Dal 1977 queste persone combattono giorno dopo giorno mettendo in pericolo la loro vita per quello in cui credono, difendendo gli oceani e tutte le forme di vita che li popolano dalla violenza di cui volte (sempre più spesso) l'uomo si fa portatore. Questo gruppo di impavidi, sotto la guida del Capitano Paul Watson, ogni giorno con forza e passione come armi persegue questi obiettivi e merita tutto il nostro supporto e rispetto.
Abbiamo così deciso di far uscire un mcd e devolvere tutte le entrate a questa organizzazione per supportare la loro lotta quotidiana in modo da aiutarli con il miglior mezzo a nostra disposizione: la possibilità di esprimerci tramite la scena hardcore.

Oggi scriviamo a tutti voi per annunciare l'uscita di MAELSTRÖM. Un Ep contenente due canzoni inedite heavy e sincere che a nostro avviso rappresentano i To Kill al 120%.
Siamo felicissimi di condividere con tutti voi così il primo materiale che sta vedendo la luce per il prossimo full length che uscirà in autunno. Questi due pezzi sono, come al solito, il risultato di tutto quello che siamo. Abbiamo provato ad arrivare davvero ai nostri limiti, mettendo le nostre anime ed i nostri sforzi nella nostra musica.

A queste nuove canzoni abbiamo aggiunto un nostro vecchio classico riregistrato e rimodellato : "1001 Days", brano d'apertura del nostro primo disco. [...] Il cd suona potente come mai, entrambi i brani sarebbero un' ottima presentazione dell' iniziativa, ciascuno con caratteristiche differenti, tanto che stiamo avendo problemi nel decidere quale brano andremo a mettere in streaming su myspace.

Maeström sarà totalmente autoprodotto per essere sicuri che più soldi possibile siano devoluti in beneficenza, inoltre ai nostri concerti potrete decidere di fare donazioni extra e noi faremo si che vengano accreditate insieme al resto a Sea Shepherd. Fate in modo di procurarvi la vostra copia, supportateli con tutto l'aiuto che potete dargli e se non conoscete Sea Shepherd Conservation Society per favore visitate il loro sito www.seashepherd.org

Maelström uscirà alla fine di aprile ma rimanete sintonizzati per avere informazioni sul preorder o sulla vendita on line. Chiaramente sarà sempre presente ai nostri concerti.

Per la Terra, per gli Oceani e tutte le forme di vita.

To Kill

giovedì 5 marzo 2009

Si replica: aperitivo vegan a Roma!

Sabato 7 marzo, sempre da Rinascita a Roma, si replica. Per chi ha voglia di un aperitivo tutto vegan e di fare quattro chiacchere in libreria.

mercoledì 4 marzo 2009

Dalla nostra inviata

Avevamo già parlato del ristorante Zenzero di Ostia, vicino Roma. Mangiare vegan in un posto - udite udite - di mare dove è praticamente impossibile trovare ristoranti dove non vengano serviti pesci, crostacei & co. ?! E mangiare pure bene?! Sì.
Un'amica di blog ha festeggiato la sua laurea (congratulazioni, dottoressa!) proprio da Zenzero giovedì scorso e la fama del locale a questo punto è confermata.
Vi trascrivo la descrizione della serata dalla viva penna della nostra amica Sasa, a beneficio di chi volesse organizzare una cena di compleanno, di laurea o una normale serata tra amici.

Giovedì sera c'è stata la mia famosa cena di laurea; voto a Zenzero: 10 e lode! il cibo buonissimo e loro gentilissimi! il piatto che in assoluto mi è piaciuto di più è stato gli "gnocchi notti d'inverno", ossia con tartufo, olive nere e funghi porcini (in teoria ci sarebbe anche il grana, ma io ho chiesto di non farmelo mettere). D I V I N I!!!

Anche il secondo non è stato da meno; io ho mangiato una scaloppina di seitan ai funghi porcini squisita! C'erano anche le alternative ai carciofi o al limone; ho assaggiato anche il seitan preso da mia madre con curry, pinoli e non ricordo bene cos'altro e anche quello era decisamente degno di nota.


Per la torta ho parlato con il cuoco e abbiamo deciso insieme per una millefoglie (penso che è da quando sono diventata vegan che non ne mangiavo una..) con una crema di latte di mandorle, malto, amido d mais. Delicata e al tempo stesso gustosissima. Inutile dire che è stata spazzolata in un lampo e non ne è avanzata neanche una briciola. Inoltre mi hanno fatto anche la scritta sopra con il cioccolato, per non parlare della candelina stile razzo.

Sono rimasti tutti soddisfatti dalla cena e penso che ritornerò presto a mangiare da Zenzero, anche perchè sul menù ci sono troppi piatti che devono essere assolutamente assaggiati..e non mi posso di certo non togliere questo sfizio!
Consiglio per i vegani: chiedete se ci sono altri piatti vegan oltre quelli scritti sul menù, dato che spesso ne hanno altri non sempre a disposizione. Ad esempio, l'altra sera c'erano gli agnolotti senza uova ripieni di carciofi e tofu con salsa di carciofi. La lotta tra questi e gli gnocchi è stata davvero ardua...

Grazie Sasa! Il tuo racconto mi ha fatto venire una gran fame, soprattutto quel millefoglie mi incuriosisce molto. Presto ci dovrò tornare, magari per una cena di ...non compleanno!

martedì 3 marzo 2009

Diverso ma sempre uguale

Chi già conosce questo blog, non si spaventi, sono sempre io, Ariel...
Da oggi, nuova grafica. Quelle bolle colorate mi avevano stancato, avevo voglia di qualcosa di nuovo. Ancora non ci ho fatto davvero l'occhio, ma è questione di abitudine. Ringrazio il generoso creatore del banner del blog, che ha saputo esprimere nel tratto grafico la leggerezza d'animo che dovrebbe, potrebbe, vorrebbe (e vai con i condizionali...) essere quella di chi come noi vuole vivere in un mondo meno sanguinario, meno violento, più compassionevole nei confronti di tutti gli esseri viventi. Non il colore del sangue, dunque, ma il verde dei prati e l'arancione del sole, colori che ben si prestano a rappresentare la speranza che presto si avverino i nostri sogni.

Continuate a seguirmi,
con affetto
Ariel

domenica 1 marzo 2009

Vegan del mese: Gianluca

Il Vegan del Mese di marzo è Gianluca.
Ho conosciuto Gianluca tramite un suo articolo che mi aveva molto colpito, come poi ho raccontato anche in questo blog. Dopo aver letto il suo scritto, l'ho contattato per dirgli che ne avrei parlato perchè era molto bello e meritava delle considerazioni. Così ho scoperto anche il sito della sua associazione, Il Piccolo Popolo, pieno di notizie e articoli interessanti e affini al mio modo di essere.
E' quindi un onore per me ospitarlo su queste pagine. La sua esperienza e il suo percorso sono - come di consueto - per alcuni versi simili a quelli di molti di noi e allo stesso tempo diversi. Perchè si può arrivare a compiere delle scelte etiche secondo un cammino così personale che ogni storia coglie delle sfumature che sono nostre, accanto a percorsi di vita talvolta davvero differenti.

Alla mia richiesta di presentarsi, Gianluca ha risposto così:

Mi riesce sempre molto difficile parlare di me, non perchè non sappia cosa dire o come raccontarmi, ma forse solo perchè non sono mai riuscito a mettere me stesso al centro della mia vita. Io sono un "coso" che si muove curioso nel mondo ed il centro della mia vita non ci sono mai stato io ma semmai le cose che ho fatto e che faccio, le cose in cui credo, i miei ideali, le mie passioni.
E tutte queste sono cose che di solito non mi riguardano se non per il fatto che sono io a viverle. In realtà sono sempre stato molto incuriosito dalle cose degli altri, dalle vite degli altri esseri, altre popolazioni altre storie, diverse dalla mia che giocoforza conosco piuttosto bene, o meglio conosco a sufficienza. Questa mia curiosità mi ha portato a fare le cose piu diverse. Ho fatto davvero di tutto nella vita: dall'artigiano orafo al pony express, inseguendo quello che è sempre stato il mio sogno, la mia piu grande passione, il fotogiornalismo. Forse spinto proprio dalla mia curiosità innata verso tutto ciò che mi circonda, mi piaceva e mi piace non guardare ma osservare, non sentire ma ascoltare...

Quando e perchè sei diventato vegan? Qual è stata l'occasione, lo spunto, per cui hai iniziato a porti delle domande al riguardo?

Non ho mai amato spassionatamente la carne, la mangiavo perchè in casa si mangiava, perchè tutti la mangiavano. Non mi facevo problemi, da adolescente per esempio, sul mangiare un piatto di maccheroni con il ragù o un panino con l'hamburgher. Era tutto cosi... "normale". In fondo per me che ci fosse o non ci fosse la carne nel mio cibo era lo stesso. E poi con il lavoro che facevo ero sempre in giro e la priorità era trovare da mangiare piuù che cosa mangiare. In altre parole ero inserito, inconsapevolmente, in questa società cosi fatta.
Poi un giorno ho scoperto, non mi ricordo nemmeno come, di quanta crudeltà ci fosse dietro la produzione del latte e dei formaggi. E' stato un calcio nello stomaco, un pugno in piena faccia. Ed è stato un bene che l'abbia scoperto partendo dal latte e non dalla carne. E' stato un bene perchè sono diventato di colpo vegano, senza passare dal vegetarianesimo.

E' stato un passaggio difficile? ti è "pesato" rinunciare alle vecchie abitudini?

Non è stato affatto difficile nè complicato. Un po' perchè la mia innata curiosità verso le cose nuove mi spinge sempre a sperimentare, ed un altro grande contributo è stato senz'altro quello di avere al fianco una compagna che ha condiviso con me questa e molte altre scelte. E non è stato assolutamente difficile imparare concetti nuovi, o meglio scoprire concetti che già conoscevamo a applicarli allargando la visuale. Mi spiego meglio: non abbiamo avuto nessuna fatica, da antirazzisti quali siamo sempre stati a divenire antispecisti. Ci siamo anche scoperti molto piu ambientalisti di prima, e quelli che erano i nostri valori hanno acquisito solidità, sono divenuti ancora più intensi.
E' stato come svegliarsi da un brutto sogno. E spesso ne parlavamo. Facevamo fatica a credere che noi, proprio noi potevamo essere responsabili di cosi tanta bruttura. Oggi, a molti anni di distanza mi rendo conto di quanti fossero i malesseri repressi che vivevo e che erano dettati in gran parte a delle abitudini di vita assolutamente "normali" per quella che io allora consideravo normalità.
Oggi so che quella era invece l'aberrazione, non era affatto normale tutto quello che facevo e che tutti facevano. Non era e non è affatto normale che la nostra vita, sin dai piu piccoli gesti, fosse la causa diretta ed indiretta di cosi tanto dolore di cosi tanta sofferenza di cosi tanto sangue.

La vostra associazione nasce dunque in seguito a questo cambiamento?

Sì, il passo, quasi immediatamente successivo, fu una conseguenza tanto spontanea quanto ovvia. Non bastava aver capito, non bastava. Non ci bastava aver cambiato abitudini. Bisognava insegnarlo ad altri, bisognava raccontare che non solo era giusto quel che avevamo fatto, ma che era possibile, facile, necessario. Ed è da queste considerazioni che prende vita "Il Piccolo Popolo", l'associazione che io e Lory, la mia compagna abbiamo fondato.
Abbiamo capito che la "nonviolenza applicata" al quotidiano va non solo praticata ma diffusa, insegnata. E non riguara solo il veganesimo ma anche tutte le altre cose che hanno sempre segnato la nostra sensibilità.


Il fatto di essere di fede buddista ti ha aiutato? Passare a vegan ti è sembrato un ulteriore passo verso una maggiore coerenza anche in quella direzione?

Certamente mi ha aiutato molto anche il mio essere di fede, se si puo' usare questa parola, Buddhista mahayana. E il concetto di azione/reazione, il karma, è una forte spinta a non sbagliare. A chiedersi se quello che fai è giusto e che conseguenze avrà sul tuo proprio karma e su quello degli altri esseri che condividono questo cammino con te. Sì, questo è un forte stimolo ed un forte aiuto.
Non riuscirei più a sopportare l'idea del poter peccare tanto poi c'è il perdono divino. Che basti un atto di pentimento alla domenica per poter ricominciare a compiere ogni possibile atrocità in un ciclo infinito a cadenze settimanali. Non lo sopporrterei io e non lo sopporterebbe la mia coscienza e sopratutto non lo sopporterebbero tutti gli esseri viventi torturati ed uccisi con cosi tanta leggerezza. La vita di tutto il pianeta, degli esseri che lo popolano, la loro vita è nelle mani di ognuno di noi, dobbiamo solo accorgercene, e dobbiamo farcene carico. Non ci sono altre strade, non ci sono soluzioni domenicali di comodo. E da tutti questi pensieri, queste riflessioni che è (ri)nato quello che io sono oggi.


Ho una grandissima stima di Gianluca. Non mi sono sentita davvero di tagliare granchè di questa breve intervista, credo che possa fare piacere a molti di noi leggere la sua storia. E' corroborante, in questo mondo di ladri.