venerdì 17 maggio 2013

Arrivederci a presto!

I blog hanno un loro tempo di vita. Nascita, sviluppo, massima diffusione e infine... chiusura.  E' fisiologico. Ho deciso di chiudere veganlifestyle perchè i tempi sono cambiati. Quando decisi di iniziare a scrivere in realtà intendevo sviluppare un sito come quello che poi è stato www.stiletico.com ma poi da quasi subito si è trasformato in uno spazio per informazioni, controcultura, riflessioni, dibattito, sensibilizzazione. Ne sentivo il bisogno io e - forse - anche chi mi leggeva. Un percorso da fare insieme.
Questo circa cinque anni fa, un tempo infinito per un blog. Allora eravamo in pochi a parlarne, iniziavano a comparire siti di ricette e man mano blog personali di vegan nati per condividere le proprie riflessioni e le informazioni che si ritenevano utili non solo alla comunità già esistente ma a tutti quelli, soprattutto, che volevano saperne di più per essere davvero motivati a cambiare in meglio la loro vita e quella degli altri esseri viventi.

Ora sento che il panorama mediatico è cambiato e che forse occorre qualcosa di diverso, che forse bisogna esplorare altri spazi e altre modalità. Ci sto ancora pensando e non mancherò di informarvi in tempo reale.

Quindi questo è un arrivederci a presto, in altri luoghi. Chi vuole continuare a rimanere in contatto con me può trovarmi su Facebook e naturalmente su Stiletico, che continueremo a gestire insieme con Raffaella e Paola perchè ancora c'è molto da fare su quel fronte.

Naturalmente il blog rimarrà on line e chiunque abbia qualche commento da fare si vedrà in ogni caso rispondere.
Grazie per avermi seguito fin qui in questi anni e aver partecipato alla conversazione sempre con una grande affluenza di... click :-)  E' stato molto corroborante e incoraggiante. Grazie infinite a tutti.
Non voglio scadere nella retorica che se no poi mi commuovo pure, per cui passo e chiudo

Go Vegan!


mercoledì 20 marzo 2013

Blog chiuso per India

Il blog è temporaneamente sospeso causa viaggio di studio a Varanasi (India). Per gli amici che vogliono seguirmi, l'indirizzo è http://sullerivedelgange.blogspot.in/
A presto!

sabato 9 febbraio 2013

Carrot cake ai pistacchi

Anche in questo caso si tratta di un mix di ricette trovate qua e là e rielaborate a modo mio fino a trovare la soluzione ottimale. Spesso le ricette che si reperiscono in internet o nei libri non sono di mio gusto e l'unico modo per uscirne è tentare delle manipolazioni della ricetta così come l'ho trovata fino a quando il risultato non è di mio (e altrui) gusto.

Ingredienti

200 gr di farina di farro (o altra farina di vostro gusto, io mi trovo bene con quella di farro e di kamut per i dolci, proprio per non usare la comune farina bianca, completamente priva di nutrienti)
50 gr di fecola di patate
un vasetto di yogurt bianco di soia (io uso questo e lo compro alla Coop, da 250 gr.)
250 gr di carote (o zucca)
130 gr di zucchero di canna
125 ml di olio di girasole
una bustina di lievito per dolci (io uso questo)
un cucchiaino scarso di bicarbonato
un cucchiaino di sale
un cucchiaino di cannella in polvere
una manciatona di pistacchi al naturale tritati (oppure noci o mandorle o un mix di noci e mandorle)

Preparazione
Mettete in una ciotola prima tutti gli ingredienti secchi (farina, zucchero, lievito, etc.) e man mano aggiungete quelli liquidi come yogurt e olio. Mischiate per bene con un cucchiaio di legno e aggiungete alla fine le carote grattugiate (io uso il mixer così si tritano in un attimo) e la frutta secca che avete scelto.

Mettete il tutto in una teglia tonda media, rivestita di carta forno, e mettete in forno caldo a 180° per circa 30 minuti. Al solito regolatevi a seconda del vostro tipo di forno. Vale sempre la prova stecchino, anche se potrebbe non uscire del tutto asciutto anche se la torta è cotta perchè le carote rilasciano "umidità".

Una volta cotta, fate raffreddare e servite con una spolverata di zucchero al velo oppure con una crema fatta con panna di soia tipo Soyatoo (la trovate nei negozi bio) messa preventivamente in freezer insieme alla frusta, come si fa di norma per montare bene la panna. Una volta montata e addizionata di un po' di zucchero al velo, ricoprite ogni fetta con panna e altri pistacchi (o altra frutta secca che avete scelto) tritati finemente, per un bel impatto visivo in bianco e verde!

Al posto della panna, va bene anche il tofu vellutato (sempre in vendita nei negozi bio) che non ha alcun retrogusto amarognolo di soia come può a volte avere il tofu normale. Passatelo al minipimer o con una semplice frusta a mano insieme a zucchero a velo finchè non trovate la dolcezza desiderata. Mettete una cucchiaiata su ogni fetta insieme alla frutta secca tritata.

Buon lavoro!




sabato 2 febbraio 2013

Culti alimentari, frange estreme, tinte religiose

Anche quando ne parlano bene, ne parlano male. Del veganismo, intendo.
Leggevo l'altro giorno uno stralcio di giornale pubblicato su Facebook dove si parlava di una serata con cucina vegan a cura della Lav di Trieste e più in generale di cosa mangiano i vegan, non solo insalatine, e compagnia bella. Che bello, direte voi. Si, ma...

Il malcapitato giornalista, probabilmente ignaro fino al momento della compilazione dell'articolo anche della mera esistenza dei vegan, si inerpica sin dall'inizio in una spericolata disquisizione sulla "filosofia" vegan, sottolineando concetti come "astinenza" (se penso a quello che ho ingurgitato oggi, non riesco a far rientrare il termine astinenza in nessuna fase della giornata, casca male, sarà che ho fatto pure 15 km di camminata e non so cosa sono riuscita a divorare, sia prima che dopo), eventuali "tinte religiose", "culto alimentare" e altre castronerie del genere.
Fino al consueto definire i vegan come la "frangia estrema del vegetarianesimo", alè.
Insomma, dei matti. Dei soggetti che io fuggirei come la peste, a fidarmi di questa descrizione a tinte fosche. Gente che veste caffettani e calza cioce primitive, che danza intorno a un fuoco ove bollono cavoli e patate, inneggiando a una qualche deità a forma di melanzana e celebrando rituali degni di Obelix, magari abbracciati a un menir. Con tanto di Assurancetourix  declamante poesie e sonando ballate,mentre gli astanti si apprestano in religiosa contrizione a sbocconcellare pommidori.


Gente che quando piove indossa camicioni bianchi e coroncine di fiori sul capo, possibilmente adorno di riccioli biondi, e danza compulsivamente per le strade con occhi riversi al cielo?
Nessuno dei vegan che conosco assomiglia anche in minima parte a questo genere di soggettoni. Anzi, e non è necessariamente un vanto, la maggior parte dei miei conoscenti è gente dalla spiritualità piuttosto carente, almeno nel senso più comunemente e retoricamente accettato, di appetito vigoroso e "tradizionale", gente che se gli servi lo zucchino bollito  te lo tirano dietro e non a mo' di boomerang, pretendendo ben più vigorosi piatti di pasta e fagioli, fiaschi di vino e ateissime bruschette all'aglio.

Gente che vive nel secolo, impiegati, artigiani, studenti, etero, gay, giovani, adulti, anziani, gente che non distingueresti per strada da un onnivoro se non per un aspetto visibilmente più in salute, difficilmente dall'aspetto  rubizzo, da infartuandi per intenderci, o con pance degne di gravidanze, anche se trattasi di individui di sesso maschile. O, se nel caso fosse mantenuta l'apparenza, dall'odore solforoso della pelle (lo so, nessun onnivoro ci crede, ma sfido un vegano a non sentir puzzo di zolfo accanto a chi ha appena mangiato galline o loro secrezioni).

tipo esponente del culto vegan (peraltro mi è pure simpatico)

Se penso - ad esempio - alla mia amica Francesca, con cui ho la ventura di condividere gran parte della mia giornata, essendo noi colleghe di lavoro, credo che lei sia esattamente l'opposto di quella descrizione esoterica:  sobria, madre di famiglia, dissacrante quanto basta, non saprei come immaginarla parte di una "frangia estrema" di qualunque cosa. 

Non ci siamo proprio. Cosa è estremo e cosa è anomalo? E' dunque" normale" che a qualcuno venga l'acquolina in bocca al cospetto di un cartellone pubblicitario di un supermercato per strada, come quello che ho visto inorridita un paio di ore fa tornando a casa, in cui si mostrano brandelli di carni di un agnello da latte e la promozione in corso per acquistarlo?
Un agnello da latte. Un prezzo. Una promozione.
Per gente "normale". Non per frange estreme.


P.S. Una postilla: tra i miei conoscenti, vegan, e parlo in particolar modo di persone di cui ho grande stima, non ci sono solo atei e agnostici, ma anche cattolici, induisti, islamici (incredibile ma vero), protestanti, hare khrisna, e così via. Questo a dimostrazione della grande eterogeneità della "setta vegana".



domenica 27 gennaio 2013

Sono tutti uguali



AgireOra lancia per il 2013 una nuova campagna informativa sul rispetto per tutti gli animali, per non fare differenze tra animali "da amare" e quelli "da mangiare".
A dicembre è stato pubblicato e diffuso uno spot video intitolato "Gli animali sono tutti uguali", che apparirà per tutto il 2013 in alcune sale cinematografiche e che sarà accompagnato dalla distribuzione di materiali informativi animalisti negli stessi cinema.

Ora si aggiungono altri materiali per diffondere la campagna: un manifesto che verrà affisso in tutta Italia, la corrispondente locandina, e uno spot radio. Tutti col medesimo messaggio e contenuto. Il messaggio è semplice ed essenziale: gli animali sono tutti uguali, quindi come non mangiamo i nostri cani e gatti, e troviamo orribile l'idea di farlo (tant'è vero che è pure illegale), allo stesso modo non è giusto mangiare nessun altro animale, né imprigionarlo per la produzione di uova e latte e poi farlo finire al macello una volta sfruttato (come accade per le galline ovaiole e le mucche utilizzate per la produzione di latte).

Per saperne di più, andate alla pagina informativa di AgireOra.

sabato 19 gennaio 2013

Cioccolata calda e cani e gatti intorno

Qui fa freddo, non so da voi. Invidio chi vive in posti ancora con temperature decenti (il mio sogno? una casa in stile commissariomontalbano nel sud della Sicilia, chiedo troppo?!).
Tant'è che da qualche giorno non posso fare a meno di preparare cioccolate calde, da sorbire preferibilmente scrivendo su questo blog o su Stiletico oppure sul divano circondata dai soliti treccani e duegatti.

Probabilmente la maggior parte di voi saprà preparare una semplice tazza di cioccolata calda. Nel dubbio, vi presento la "ricetta" che uso io, pubblicata anni fa dalla mia adorata StellaVegan, le cui ricette base sono entrate a far parte del mio bagaglio gastronomico quotidiano come se lo fossero da sempre.


Ecco le sue istruzioni per l'uso per una persona:

  • 10 grammi di cacao amaro (io uso quello del commercio equo e solidale che compro alla Coop)
  • 10 grammi di amido di mais (preferite marche sconosciute e non la Maizena, di proprietà della Unilever)
  • 10 grammi di zucchero grezzo di canna o altro dolcificante preferito (Stella usa il fruttosio, io a volte il malto di riso)
  • una tazza di latte vegetale (io utilizzo il solito Soya&riso bio dell'Eurospin)
Mettete tutto in un pentolino e portate a bollore sempre mescolando per circa un minuto. Servire, degustare, leccarsi i baffi.

Facile, no?!

domenica 13 gennaio 2013

Corso di Finger Food vegan a Ostia Antica (Roma)

Eccoci qui di nuovo a grande richiesta con un nuovo corso di cucina vegan a cura dello chef Riccardo Gessa. Molti dei partecipanti al corso precedente, sempre organizzato da AgireOra, hanno espresso il desiderio di rivederci quanto prima in una nuova edizione e AgireOra è riuscita nell'intento.
Come di consueto, non solo ricette, in questo caso allo scopo di allestire un buffet che non farà rimpingiare nulla anche agli onnivori, ma soprattutto tante dritte, tanti consigli e la possibilità di chiedere allo chef quello che non troverete mai in un libro di cucina.
Vista l'affluenza di persone e l'incredibile mole di domande, questa volta abbiamo optato per una sezione apposita alla fine dell'incontro così che non venga interrotto troppo di frequente l'andamento della lezione. Dunque, penna e taccuino e... prendete nota di tutto ciò che man mano vi verrà in mente e poi approfittate dello chef in sala!
Ci sarò anche io ancora una volta per introdurvi alla cucina vegan. Spero anzi che come nell'altra occasione ci siano tante persone onnivore curiose e che... dal giorno dopo sono diventate vegetariane o vegan!


Ecco i dettagli del corso:

Finger Food: ricette e allestimento
data: il 3 febbraio 2013
orario: 15.00
luogo: Ostia Antica (Roma), c/o Roman Country Residence, Largo Pasquale Testini 13


Tante idee per preparare uno gustoso buffet di piatti freddi, tutto 100% vegetale.
Il finger food è, letteralmente, il cibo che "si mangia con le mani". Quindi tramezzini, tartine, ma anche torte salate a fette, involtini, spiedini e molto altro. Tutti piatti comodi da usare per buffet in piedi, feste, ecc.

Idea regalo: puoi effettuare l'iscrizione e il pagamento a tuo nome e poi comunicarci via mail il nome della persona cui intendi regalare il corso. Ti invieremo un "buono regalo" via mail che potrai stampare e offrire come regalo alla persona scelta.

Durante il corso si parlerà di:
Descrizione del concetto di finger food in cucina
Organizzazione di un buffet
Allestimento dei tavoli
Preparazione delle pietanze
Disposizione delle pietanze
Presentazione delle pietanze

I partecipanti assisteranno alla preparazione e spiegazione delle ricette e porre domande e chiedere chiarimenti; durante il corso ci saranno varie pause per gustare i piatti preparati.
L'evento è organizzato da AgireOra Edizioni: tutto il ricavato, al netto del costo di noleggio della sala e degli ingredienti, andrà a sostenere le campagne informative sulla scelta vegan di AgireOra.

PROGRAMMA
15.00 - 15.15 arrivo dei partecipanti
15.15 - 20.15 Dimostrazione pratica delle ricette: verranno mostrati e spiegati tutti i passaggi per preparare i seguenti piatti (gli iscritti potranno vedere da vicino tutte le fasi delle ricette preparate dallo chef e chiedere chiarimenti in ogni momento).

MENU
Tartine al paté vegetale
Barchette di patata con pomodoro
Mini -tramezzini con salsa rosa e battuto di lattuga
Pausa degustazione.
Crostini con maionese e verdure aromatizzate
Funghetti ripieni
Fettine di strudel di verdure
Pausa degustazione.
Bocconcini di cous cous aromatizzato
Sfilacce fritte di carota all’aceto balsamico
Pausa degustazione.

Relatore: Riccardo Gessa, chef vegan 
Riccardo è uno chef professionista vegan che lavora da anni presso ristoranti e come chef a domicilio, sia in Italia che in Francia, oltre che nella ristorazione per convention presso diverse strutture ricettive. Organizza lezioni di cucina vegan nel corso di eventi per la diffusione del veganismo presso associazioni culturali della provincia di Roma. Ha tenuto corsi di cucina vegan a chef e cuochi in varie strutture alberghiere.
Il suo sito di chef a domicilio:
www.vegappetit.it

La partecipazione al corso dà diritto a:
- ricevere il materiale informativo di AgireOra Edizioni;
- ricevere un attestato di partecipazione via mail;
- ricevere le dispense con tutte le ricette spiegate.
Il corso è a numero chiuso: raggiunto il numero massimo di partecipanti verranno chiuse le iscrizioni.

Come arrivare
Tutte le indicazioni sono alla pagina: http://www.romancountry.com/come_trovarci.htm
Costo: 40.00 € per chi si iscrive ed effettua il pagamento entro il 22 gennaio 2013; 45.00 € per chi effettua il pagamento dopo.

venerdì 11 gennaio 2013

Buone e cattive notizie

Ormai la cosa è nota. Frutta e verdura fanno stare in salute, il cibo di derivazione animale fa ammalare. Che piaccia o meno.
Ultimamente è stato pubblicato l'ennesimo studio a conferma di tutto ciò. Una ricerca durata venti anni ci dimostra come uomini che mangiano grandi quantità di frutta e verdura abbiano il 40% in meno di possibilità di ammalarsi di cancro alla prostata di chi consuma molti derivati animali. Ma non basta.
Ecco a voi un video in cui il dott. Barnard, presidente del PCRM  (Physicians Committee for Responsible Medicine), racconta come sia possibile ridurre in maniera decisiva le possibilità di ammalarsi di Alzheimer.
Così è, se vi pare.

giovedì 3 gennaio 2013

Torta al cocco farcita al cioccolato

Mi dispiace non potervi postare la foto della torta in oggetto, non ho pensato a immortalarla e ora è troppo tardi. Vi passo questa ricetta che è un mix di ricette sperimentate e non soddisfacenti che ho "aggiustato" dopo un paio di tentativi. L'ultimo mi è parso riuscito, anche a detta dei miei familiari e delle mie due amiche sottoposte al test.

Ingredienti per la torta:

  • 150 gr di farina di farro (potete usare anche altre farine, io ho usato questa)
  • 50 gr di fecola di patate
  • 200 gr di farina di cocco
  • 100 gr di zucchero grezzo di canna possibilmente chiaro
  • 80 gr di olio di semi di girasole o extravergine di oliva nel caso fosse di sapore delicato
  • 300 ml di latte di riso
  • 1 bustina di lievito vanigliato bio
  • un pizzico di sale


Mettete tutti gli ingredienti in una ciotola, iniziando come di consueto da quelli solidi e aggiungendo man mano quelli liquidi. Il composto dovrà risultare di una consistenza morbida, piuttosto fluida. Versate tutto in una tortiera media rivestita di carta forno e mettete in forno caldo a 180° per 35-40 minuti (vale la solita prova stecchino). 
Una volta cotta fatela raffreddare per bene.
Quindi dividetela in due, facendo attenzione a non romperla, come se fosse un pan di spagna da farcire.

Ingredienti per la crema (la quantità che ne ricaverete è circa il doppio di quanto necessita per la torta, dovrete sacrificarvi e mangiarvi a parte quello che rimane):
  • una confezione di tofu vellutato
  • una tavoletta di cioccolato fondente (70-80% cacao), possibilmente bio e del commercio equo e solidale
  • zucchero al velo


Fate fondere la tavoletta di cioccolato fondente in un pentolino, facendo attenzione a non bruciarla, tenete il fuoco al minimo. Unite quindi il tofu vellutato e mescolate per bene, aggiustando di zucchero al velo in caso ne sentiate la necessità. Spegnete dopo un minutino circa. Fate raffreddare in una coppetta (non nel pentolino) e una volta fredda spalmate la crema sulla metà della torta. La quantità decidetela voi, io ne ho usato circa la metà.
Ricoprite la torta con l'altra metà e spolveratela quindi con farina di cocco e - volendo - dello zucchero al velo.

Tutto qui. E' buona, morbida e fa la sua figura.