sabato 31 gennaio 2009

Imperdibili

Continuano i saldi da Mooshoes, il mio negozio di scarpe veg preferito.
Ulteriori ribassi su scarpe e sandali. Ad esempio, questi - che esistono in versione argento o nera - sono passati da 75 dollari a 29 e infine da un paio di giorni a 19,99, ovvero 15 euro!!!
Io li ho comprati qualche mese fa al prezzo...mediano, ma ora sono davvero imperdibili. Sono bellissimi e comodi ed eleganti. La misura è perfettamente...calzante: se portate il 38 è il 38, non ci si sbaglia. E della marca di scarpe veg migliore in assoluto tra quelle da me testate, la Novacas.
Anche con le spese postali si arriva al max intorno ai 30 euro e se ne comprate più di un paio, per voi o tra amiche, le spese si ammortizzano.
Beh, ve l'ho detto, fate voi.


P.S. Se qualcuna di voi ha problemi con la lingua inglese, sono qui a disposizione.



Per una guida agli acquisti cruelty-free:
www.stiletico.com

venerdì 30 gennaio 2009

Pumpkins & broccoli

Non è la prima volta che un video della PETA viene censurato in tv. In questo caso è stata la NBC a rifiutare di mandare in onda il video durante la Superbowl. E' indecente vedere una donna "rubbing pelvic region with pumpkin" e "screwing herself with broccoli". Ma... non sono più oscene le situazioni di normale vita quotidiana degli animali "da tavola"?

Ecco la lista dei problemi riscontrati dalla NBC in questo clip (tratto dalla lettera di motivazione per il rifiuto a mandare in onda il video):
  • licking pumpkin

  • touching her breast with her hand while eating broccoli

  • pumpkin from behind between legs

  • rubbing pelvic region with pumpkin

  • screwing herself with broccoli (fuzzy)

  • asparagus on her lap appearing as if it is ready to be inserted into vagina

  • licking eggplant

  • rubbing asparagus on breast




Mon Dieu, arrossisco!

mercoledì 28 gennaio 2009

Veg hip hop

E' veg anche Imani Wilcox del gruppo hip hop The Pharcyde e non perde occasione per farlo sapere.
Il gruppo (che annovera tra i suoi anche un altro componente veg) ha prodotto quello che è considerato uno dei più straordinari video musicali di sempre, girato completamente al contrario.
Non solo, hanno dovuto imparare anche il rap al'incontrario affinché le parole risultassero sincronizzate con il labiale, fateci caso...


domenica 25 gennaio 2009

Se fossi stato al vostro posto, ma al vostro posto...


Tutti quelli di noi che sono vegan hanno sperimentato una volta o l'altra la sensazione di essere considerati assoluti outsiders in posti e situazioni dove dovremmo invece sentirci completamente a nostro agio: in famiglia, sul lavoro, con gli amici. Nonostante molti vegan siano ben lontani da essere delle persone "strane", la semplice e compassionevole azione di voler evitare prodotti di derivazione animale per ragioni etiche vi potrà far stigmatizzare immediatamente come l'eccentrico, lo strambo di turno.

Provate a dire che avete fatto questa scelta per motivi salutistici e riceverete invece ammirazione da un lato e compassione dall'altro, per il vostro alto grado di ipocondria che vi obbliga ad evitar salsicce per campare più a lungo (peccato che per noi non sia un obbligo, ma un piacere).
La causa ambientalista viene, infine, vista come una sorta di giustificazione inconsistente, come se prendeste le cose troppo alla larga. Andare addirittura a pensare all'impatto sull'effetto serra degli allevamenti intensivi pare quanto meno un sofismo, un divertissement della mente (nonostante questi siano tra le prime cause, se non la prima, di inquinamento terrestre e cambiamento climatico).


Pare evidente che nessuna motivazione risulti veramente accettabile e verosimile perfino per un (sedicente) "progressista". Va bene amare gli animali da compagnia, va bene la difesa dell'ambiente, ma se si tratta di ragionare in toto sulla salute di animali, uomini e pianeta, lì la maggior parte delle persone va in loop e si ferma.

Qualche giorno fa ho letto un articolo che mi ha molto colpito. Sembrava leggere i miei pensieri degli ultimi giorni. Da quando ho partecipato a quella trasmissione su RaiDue, molte persone che conosco sanno che sono vegan. Prima magari non era capitato di parlarne o comunque non ero interessata più di tanto a farlo, per non dover star lì a questionare. Tant'è che una volta esposta addirittura ai media (!), non c'è stato più alcun dubbio. Il responso da più parti non si è fatto aspettare: estremista. Sono un'estremista. Va bene tutto, finchè si chiacchera, ma farsi paladini e andare nientemeno che a parlarne in tv, questo è troppo. Estremista io? Solo perchè non posso giustificare in nessun modo il consumo di prodotti che hanno provocato così tanta sofferenza? Una volta che ne sei consapevole è impossibile far finta di niente. Tutto qui.

Alcune persone si sono sentite quasi irritate da questa sorta di presa di posizione pubblica. Non ne comprendo i motivi. Ognuno ha la sensibilità che si ritrova, o che si merita. Ognuno ha una capacità di introspezione differente. Ognuno sceglie il suo percorso di vita, più o meno consapevole. O forse solo il fatto di esistere, come vegan, ricorda loro costantemente che non tutto quello che fanno è così scontato? 

E' stato nel turbine di questi pensieri che mi sono trovata sotto gli occhi questo scritto di Gianluca Miano intitolato: L'estremismo della passione (e della ragione).
Gianluca racconta i perchè del nostro "estremismo" in maniera davvero impeccabile e profonda. Merita un momento di riflessione. Mi sono sentita un po' sollevata nel leggere che non ero sola a provare sensazioni come quelle da lui descritte. E che la derisione e a volte una certa stizza sono sentimenti diffusi nella gente intorno, guidata dall'unico credo del "se lo fanno tutti, è giusto", "si è sempre fatto così" e dall'intolleranza per tutto ciò che esula dalla normalità intesa come attività svolte dal maggior numero di persone possibili. In questo senso posso dire di provare ancora quello spirito di ribellione tipico dell'età adolescenziale: lo fanno tutti? beh, io non lo farò, a meno che non mi si provi che è giusto.

Nel mio caso, nessuno è riuscito ancora a provarmi che la scelta di uno stile di vita vegan non sia giusta per gli animali, per la salute, per il pianeta. Unica argomentazione di chi mi circonda: lo fanno tutti. Se questa è l'unica motivazione, addio, non se ne parla proprio. Non sono mai riuscita ad avere un atteggiamento dogmatico, men che meno ora.
E condivido la citazione riportata da Gianluca Miano alla fine del suo articolo, a proposito di una scelta etica e non violenta e della maggioranza che sostiene di essere nel giusto:


Ne siamo orgogliosi e non vorremmo mai essere al posto di costoro, dei più. Perchè, come cantava Fabrizio De Andrè "... se fossi stato al vostro posto... ma al vostro posto non ci so (più) stare..."


P.S. A proposito, ma chi l'ha detto che il termine "estremista" debba avere necessariamente un'accezione negativa?! Martin Luther King e Gandhi erano degli estremisti... Ciò detto a beneficio degli amanti del quieto vivere e dei percorsi prestabiliti.

venerdì 23 gennaio 2009

Bella Me' Shell

Le vegan sono tutte belle e brave? oh yeaah
Come la splendida Me' Shell Ndeghéocello, cantante e musicista di gran classe...

giovedì 22 gennaio 2009

Un ristorante a Parigi

A Parigi, in rue du Bourg-Tibourg, c'è un ristorante vegetariano/vegan che può meritare una visita. Stanchi delle vetrine piene di baguette con tonno e uova sode? per non parlare dei kebab sparsi ovunque? o della complicata cucina francese piena di fromage e panna e lardo e...? A Parigi non è facile sopravvivere da vegetariani.
Fate una sosta qui e vi riprenderete dalle fatiche del tour della città.La Victoire Supreme du Coeur propone una cucina vegetariana fatta di prodotti freschi non OGM con specialità vegan sul menu e à la carte in un locale carino ed accogliente.
Guardando alle pagine del menu viene in effetti l'acquolina in bocca, raramente troveremo un ristorante del genere dalle nostre parti. I prezzi non sono esorbitanti, per essere a Parigi. A esempio il brunch della domenica costa intorno ai 20 euro ed è a buffet, quindi un vero e proprio pranzo. I singoli piatti vanno dagli 8 ai 20 euro, anche in questo caso prezzi decisamente accessibili per una città comunque molto cara.
Mi è stato segnalato da un'amica, se qualcuno di voi capita a Parigi e ci fa un salto...aspettiamo conferme!

mercoledì 21 gennaio 2009

Fagottini di cavolo nero ripieni di crema di cannellini

Ogni tanto una ricetta non fa male. Tanto per ricordarci che non siamo tipi da verdure bollite e riso integrale spappolato. Visto che una delle FAQ è proprio: Ma mangi solo verdure? immaginando cene tristissime a base di carote e riso lessati e sconditi o poco più.
Non so voi, ma a me piace mangiare. Non sono neanche una grande appassionata di cucina macrobiotica, amo piuttosto i sapori e i profumi mediterranei, le lasagne, i cannelloni, le torte rustiche, i pomodori col riso, il risotto alla zucca, le orecchiette, le patate al forno e....Basta. Mi fermo. E' ora di cena. Ho fame.

Questi involtini non sono molto fotogenici, o meglio, i primi erano i più riusciti ma ce li eravamo già mangiati al momento della foto. Solo appena prima di finirli ho gridato: Presto! La macchina fotografica!
Capita di mettere a bagno e dover cuocere più legumi di quanti se ne avesse intenzione. E ci si ritrova con fagioli o ceci per giorni, da riciclare in tutte le salse. Ebbene, se vi avanzano dei fagioli cannellini, quelli bianchi per intenderci, ecco una ricetta che vi stupirà per il suo sapore intenso e raffinato al tempo stesso.


Come si fa la crema per il ripieno:

Dopo averli messi a bagno per 6-8 ore, far bollire i fagioli cannellini (io uso la pentola a pressione). 5 minuti prima della fine della bollitura aggiungere una cipolla sminuzzata ed un po’ di sale. A fine cottura scolare il tutto, aggiungere solo rosmarino fresco e frullare col mini-pimer finché non diventa una crema molto densa.
Sbollentare le foglie di cavolo nero e utilizzarle per fare degli involtini ripieni della crema di cannellini, chiuderli bene con uno stuzzicadenti che servirà anche per girarli nella padella.
Scaldare dell’olio in una padella e quando è caldo fare dorare gli involtini.
Salare poco poco e servire possibilmente con una verdura di accompagnamento dal sapore poco aggressivo, noi ad esempio li abbiamo accompagnati da rape bianche cotte al vapore con olio e limone…
Bon appetit!

P.S. Le "cose" bianche a fette vicino gli involtini non sono mozzarella, ma rape bianche al vapore.

lunedì 19 gennaio 2009

The Carrot Some Vegans Deplore

Da un articolo di qualche tempo fa del New York Times: The Carrot Some Vegans Deplore (di Lisa Bauso).
Ci sono due cose che potete trovare in abbondanza a Portland, nell'Oregon. Una sono i vegan e l'altra gli strip clubs. Nel locale Casa Diablo hanno pensato di unire i due fattori. Le proteine della soia rimpiazzano quelle della carne nei tacos e nei chimichangas. Le ballerine vestono in pleather (=plastic leather) e non in pelle. Molte di loro stesse sono vegane o vegetariane.

Ma Portland è anche un posto pieno di giovani femministe, le quali non sono tanto contente del business di Casa Diablo. Da quando è stato aperto il locale, le ostilità sono state aperte.

Mr. Diablo, il proprietario, vegan anche lui, dice che lui non veste e non mangia animali da 24 anni ed è soprattutto preoccupato della questione della crudeltà nei confronti degli animali. Ha detto: "Il mio scopo su questa terra è di salvare quante più possibili creature dal dolore e dalla sofferenza"

Gli animalisti in realtà temono che questa tattica porti sì all'attenzione sulle questioni che interessano noi tutti ma per le ragioni sbagliate. D'altro canto, la stessa PETA è stata più volte accusata di utilizzare delle celebrità fotografate senza veli per le sue campagne di sensibilizzazione animaliste.

Isa Chandra Moskowitz, autrice di libri di ricette, è tra quelle che pensano che questo tipo di immagini non faccia gioco al messaggio vegan: "Come femminista, non posso essere d'accordo con l'idea di utilizzare corpi femminili per vendere il veganismo, così come di utilizzare il veganismo per vendere corpi femminili".

La questione del sessismo nei circoli vegan è molto dibattuta, dice Bob Torres, uno degli autori di “Vegan Freak,” una guida al vegan lifestyle. Torres, come molti altri vegan, ripudia l'idea che in questi casi il fine giustifichi i mezzi, non si può - ribadisce - avere attenzione soltanto per la sfruttamento degli animali e non a quello - come in questo caso- del corpo femminile

Carol J. Adams, autrice di “The Sexual Politics of Meat,” la bibbia della comunità vegan americana, sostiene che i diritti delle donne e quelli degli animali camminino di pari passo. La Adams fa risalire l'inizio di questa relazione agli anni intorno al 1890. “Alcune sufraggette femministe diventarono vegetariane” dice la Adams, vegetariana da quando nel 1974 ha vissuto in una comunità femminista a Cambridge, nel Massachussets. Aggiunge che le femministe sono state le prime ad adottare il vegetarianesimo nel mondo occidentale. Negli anni 70 molte femministe dissero: “Non voglio essere un pezzo di carne. Non voglio più mangiare un pezzo di carne ”.

D'altronde gli hamburgers e le bistecche sono considerate negli States quasi emblemi stessi della mascolinità. I cibi vegetariani vengono vissuti come un attentato alla loro virilità e Mr. Diablo, attento osservatore dei costumi nel suo locale, lo conferma. Infatti Casa Diablo non ha avuto affatto il successo sperato.

“Il sesso è ciò che attira l'attenzione più di ogni altra cosa” si difende Ingrid Newkirk, la presidente di PETA “Cerchiamo di raggiungere il più possibile numero di persone con differenti modalità”. E aggiunge che nelle loro campagne non sono solo donne a farsi fotografare nude ma anche uomini.

Voi cosa ne pensate?

mercoledì 14 gennaio 2009

Pescare nel torbido

Trovatemi uno che dice che il pesce fa male e gli regalo un mazzo di carciofi (già cotti, alla giudìa, i miei preferiti).
Vi riporto lo studio così com'è:

"Il caso piu' eclatante di intossicazione da mercurio dovuta al consumo di pesce e' quello che alla fine degli anni '50 colpi' gli abitanti della baia di Minamata in Giappone. E' noto che il mercurio, e piu' ancora il metilmercurio, contenuto nei pesci e negli altri organismi marini sono sostanze teratogene, embriotossiche e neurotossiche per l'uomo. In quella circostanza si e' trattato di inquinamento, ma il metilmercurio si trova naturalmente in mare, ed e' il prodotto di una trasformazione del mercurio inorganico da parte di particolari batteri. Le fonti di mercurio sono sia naturali che dovute all'attività umana (cioe' derivanti da combustione, incenerimento, produzione di cemento, ecc): emesso nell'ambiente in forma gassosa, per via della pioggia tende poi a depositarsi sui terreni e in particolare nei fondali marini in forma solubile. E di qui ai pesci. Da notare poi che "la via principale di assunzione di mercurio da parte degli esseri umani è attraverso il ciclo alimentare e non l'inalazione"."
Nel marzo 2004, su indicazione dell'Environmental Working Group, l'Agenzia USA per il controllo degli alimenti, medicinali, ecc. ha emesso un'avvertenza sui rischi connessi al consumo di pesce a causa del mercurio. In particolare si invitavano donne e bambini a non consumare piu' di 3 etti di pesce la settimana ed evitare del tutto il consumo di alcune specie particolarmente soggette alla contaminazione.
Sulla base di documenti interni ottenuti da EWG si e' venuti a conoscenza di tentativi dell'ultima ora per eliminare l'avvertenza sul pesce in quanto avrebbe danneggiato l'industria ittica. EWG ha poi recentemente ottenuto una bozza della stessa FDA in cui si ribalta completamente l'impostazione del precedente documento. Questo documento sostiene infatti che "quasi tutti i bambini e gli adulti con problemi cardiaci trarrebbero vantaggio da un maggior consumo di pesce" (tutte le specie, compresi quelle piu' pericolose) o ancor peggio che "l'effetto neurotossico sul feto derivante dal consumo di pesce contenente metilmercurio non e' necessariamente negativo e anzi potrebbe portare dei benefici".
Questa bozza di report (dicembre 2008) sta pero' trovando una fermissima opposizione da parte degli scienziati ed esperti dell'EPA - Environmental Protection Agency (un altro organismo governativo americano). In una nota, il direttore del National Centre for Environment Assesment (NCEA, organismo dell'EPA) Dr. Peter W. Preuss, dichiara la sua grave preoccupazione per questa inversione di rotta della FDA, e che questo rapporto e' scientificamente scorretto e inadeguato sotto diversi aspetti. Egli mette in guardia sul rilascio di questo documento e sulla pericolosita' di assumere delle decisioni politiche sulla base di queste valutazioni "scientifiche" (le virgolette su scientifiche sono nostre).
Non e' la prima volta che i funzionari della FDA cercano di trarre in inganno i consumatori sulla questione del mercurio nei pesci. Nel 2001 la EWG e' venuta a conoscenza del fatto che la FDA stava per cedere alle pressioni dell'industria ittica per escludere il tonno dalla lista dei pesci il cui consumo deve essere limitato.
L'industria della pesca sta esercitando forti pressioni per ribaltare la posizione corrente della FDA (quella del 2004). Ad esempio, nell'ottobre del 2007 una fantomatica associazione "madri sane per bambini sani" ha diffuso un rapporto in cui si esortavano le donne a mangiare piu' tonno (specie con alto accumulo di mercurio). Rapporto che per fortuna e' stato immediatamente screditato quando e' emerso che era finanziato dall'industria della pesca.
I danni da mercurio sono ampiamente documentati. Consigliare alle donne incinte di aumentare il loro consumo di pesce comporta certamente aumentare il numero di gravidanze a rischio di avvelenamento da mercurio.
Se qualcuno è preoccupato di non assumere abbastanza Omega 3 e vuole farlo senza i rischi legati al consumo di pesce, si legga l'articolo "Mangia il pesce che fa bene"?
A proposito, il pesce non costa poco. Con tre noci al giorno abbiamo la possibilità di assimilare il quantitativo di Omega 3 che ci è necessario e di spendere molto, molto di meno.

martedì 13 gennaio 2009

Cosa mangio?

Intervento di me medesima alla trasmissione Scalo76, 10 gennaio 2009.


domenica 11 gennaio 2009

Una blogger vegan in tv?

Molti dei lettori e delle lettrici abituali, nonchè ormai amici, di questo blog già lo sanno. Ma per chi non lo sapeva e non si è trovato ieri pomeriggio davanti alla televisione sintonizzata sulla trasmissione Scalo76 (RaiDue, ore 14,30), beh...vi racconto cosa mi è capitato.

Non mi sarei mai aspettata - dopo neanche sei mesi di vita di questo blog - di essere catapultata in televisione con tanto di didascalia sotto: "Esperta di vegan lifestyle"!
In tutta sincerità, non me ne importa nulla del fatto che sia apparso il mio nome e il mio cognome, ne' tanto meno di essere apparsa in tv, non avendo alcuna velleità di carriera nello show-bizz (!), ma sono stata estremamente fiera di essere stata invitata proprio come "vegan". Avevate mai visto una simile scritta sul piccolo schermo: "Esperta di vegan lifestyle"? Io no.
Solo il fatto che la parola vegan sia stata pronunciata più volte in un talk show, in una trasmissione oltretutto molto seguita dai giovani, al di là della presenza mia o di chiunque altro al mio posto, mi sembra un miracolo.Immaginate se in un mondo ideale, ci fosse la possibilità per altri vegan di apparire come opinion leader di un certo stile di vita, non solo alimentare, in altre trasmissioni tv, magari con la possibilità di parlarne ancor meglio. Ieri c'è stato poco tempo, la trasmissione è del genere scoppiettante, molto veloce ed easy, non c'è stato modo di dire tutto quello che avevo in mente ma va bene così.
Certo, in alcune circostanze dobbiamo - intendo noi vegan - acquisire un po' di leggerezza, non terrorizzare l'auditorio, forse anche concorrere a creare ...una moda, perchè no? Meglio una moda cruelty-free che una moda sanguinaria.
Ora, passata l'ansia da prestazione da cui sono stata colta immancabilmente in occasione di questa avventura mediatica, penso a come avrei potuto essere, a cosa avrei potuto dire. Chiedo scusa a tutti i vegan che non si sono sentiti ben rappresentati. A mia discolpa, il fatto che sia la prima volta che parlo in televisione, in diretta, su un argomento notoriamente di poca audience. Se mi invitassero ancora, aggiusterei il tiro. Tant'è...

Vorrei ringraziare da questi schermi (scusate, ormai parlo così, ehm...come se stessi in tv!) prima di tutto Alessandro, il redattore della trasmissione che mi ha trovato e ha avuto l'idea di farmi partecipare, dimostrando grande apertura mentale e coraggio (potevano sputargli in un occhio alla proposta di portare una vegan in studio). Grazie Alessandro, sei stato un tesoro. E anche Daniela, l'angelo custode della sede Rai di Roma, che è stata gentile e cara, alla quale ho dato già qualche ricettina mentre mi incipriavano il naso.
E poi tutti gli amici virtuali e non che mi hanno sostenuto nei momenti di panico dei giorni precedenti e che poi hanno fatto il tifo per me davanti alla tv.
Appena possibile, posterò il video.

mercoledì 7 gennaio 2009

Tumore alla prostata? Se si può evitare...

Ogni tanto anche su qualche quotidiano nazionale si riportano le notizie che noi, più attenti e sensibili all'argomento, leggiamo quasi quotidianamente.
Questa è la volta del Corriere della Sera. Il titolo recita: Carne e latticini nemici della prostata.

Niente di nuovo, ma quando l'ennesimo studio riporta le consuete conclusioni non è mai abbastanza diffondere la notizia. I risultati della ricerca sono stati pubblicati ultimamente sugli Annals of Internal Medicine.
In pratica, una dieta ricca di carne e derivati dal latte fa aumentare i livelli dell'ormone IGF-1 (fattore di crescita insulinosimile, di tipo 1) che promuove la crescita cellulare ed è risultato associato a un rischio maggiore di sviluppare alcuni tumori, tra cui quello della prostata:

La ricerca è stata condotta da ricercatori dell’Università di Oxford i quali hanno esaminato i risultati di 12 studi precedenti, per un totale di circa 9 mila uomini coinvolti: 3.700 con tumore della prostata e 5.200 non ammalati, serviti come gruppo di controllo. I ricercatori hanno scoperto che gli uomini con livelli alti nel sangue di IGF-1 avevano fino al 40 per cento di probabilità in più di sviluppare il cancro alla prostata rispetto a quelli con livelli bassi. Il coordinatore della ricerca, Andrew Roddam, puntualizza che non è ancora chiaro fino a che punto l'alimentazione influisca sui livelli di IGF-1, ma pare che i suoi livelli possano essere fino al 15 per cento più alti nelle persone che mangiano molta carne e molti prodotti derivati dal latte.

Certamente, come in gran parte delle malattie tumorali, esiste una predisposizione genetica ma il ruolo dell'alimentazione è stato evidenziato in grandissima parte degli studi di questo genere. Così come sono stati provati gli effetti protettivi di alcuni alimenti. In questo caso, ad esempio, è stata riscontrata una minore incidenza di tumore alla prostata nei forti consumatori di tè verde e soia, probabilmente a causa dei fitoestrogeni in essa contenuti, così come di crucifere e pomodori, ricchi di sostanze antiossidanti come il licopene.

Ancora conferme, dunque. Con buona pace dei nutrizionisti tv e dei dietologi da strapazzo.

martedì 6 gennaio 2009

Un imbecille, nient'altro

Con il suo aspetto da statua di cera uscita dritto dritto da Madame Tussauds, lo stilista Karl Lagerfeld ha attirato l'attenzione dei media con le sue inique affermazioni rilasciate in un'intervista alla BBC sull'industria della pelliccia: "Pelliccie? Oh, le pellicce, you know, finchè vestiremo pelle e mangeremo carne non le metto neanche in discussione"
Lagerfeld continua poi sottolineando che chi produce pellicce (i cacciatori, dice lui) si guadagna da vivere niente altro che uccidendo quelle bestie che altrimenti - se potessero - ucciderebbero noi. Afferma poi che queste bestie comunque andrebbero uccise, se possibile, “nicely” (in maniera carina? dolcemente? con la ninna nanna?).

E' evidente che il losco vecchiardo non ha la più pallida idea di cosa siano gli allevamenti di animali di pelliccia. Nessuno gli ha mai raccontato e lui non ha mai voluto ascoltare come gli animali vengano scuoiati vivi negli allevamenti cinesi, da dove proviene gran parte di questo tipo di materiale. Un vecchio dinosauro del fashion business in controtendenza con il gruppo sempre più numeroso di stilisti che dichiarano pubblicamente che la crudeltà non deve avere posto nella moda.

Io credo semplicemente che costui sia un imbecille. Un cocainomane o forse anche morfinomane da strapazzo che purtroppo spara sentenze in pubblico, piuttosto che iniettarsi sostanze in vena o nel naso in privato e lì scomparire nell'oblio. E' confermato: certi tipi di droghe spappolano i neuroni e questi non si riformano più.

Se lo vedete in qualche magazine, sputate pure sulla sua faccia, fatelo anche per me.


fonte: http://www.telegraph.co.uk/

lunedì 5 gennaio 2009

Consigli per gli acquisti

A proposito di saldi e acquisti on line...Ovviamente noi tutti preferiremmo provare personalmente le scarpe senza acquistare al buio, ma è anche vero che in Italia ancora non ci sono molti negozi di abbigliamento e accessori vegan, quei pochi sono quasi tutti nel Nord d'Italia e quindi anche in questi casi bisogna acquistare on line fidandosi della misura standard.
Vantaggio del comprare in negozi stranieri, a mio avviso, è il prezzo in genere più basso, modelli più attuali e sfiziosi, più possibilità di scelta. Oltretutto dollaro e sterlina sono al momento molto convenienti per noi per cui anche conteggiando le spese postali si ottiene tutto sommato un prezzo sempre piuttosto abbordabile.

Io ho fatto degli acquisti on line di scarpe e vi volevo dare qualche dritta, in modo che l'esperienza serva almeno a qualche altro eventuale acquirente.

Ad esempio, vedo che sono ancora in vendita su www.bboheme.com/ un paio di sneakers che ho comprato questa primavera. Sono in canapa bio (organic hemp). Al momento vengono vendute solo nella versione marrone chiaro, io le ho prese color kaki. Sono molto comode, belle da vedere e la taglia 38 in questo caso è perfettamente congrua. Se volete acquistarle, potete ordinare esattamente il vostro numero perchè calzano alla perfezione.

Non è così per altri modelli. Ad esempio, se vi piacciono queste ballerine in vernice nera, sarà meglio che ordiniate un numero in più, calzano davvero poco, piuttosto è meglio rischiare di mettere una suoletta supplementare.

Se invece sono questi sandali estivi a colpirvi, eccoli ora a prezzo davvero ottimo. Sono molto molto chic (mi hanno fermato più volte per chiedermi dove le avevo acquistate, sono davvero particolari con quella zeppa di forma insolita) e il numero 38 può andare bene per chi porta questo numero ma ha un piede "stretto", insomma non vanno bene per chi ha la pianta larga. In quel caso, sarà meglio forse un numero in più e magari una suoletta.

L'altro giorno un mio carissimo amico che vive a Brigthon, in Inghilterra, mi ha portato un paio di stivaletti presi al negozio di Vegetarian Shoes Uk.
Beh, lui ci va a piedi, niente acquisti on line... In più c'erano già i saldi da qualche giorno, per cui con circa 52 euro e senza spese postali me la sono cavata. Lo scrivono anche alla pagina in cui vengono venduti e ve lo confermo: prendete sempre un numero in più. Io mi sono fatta portare il 39 e appena messi mi sembravano anche un po' piccoli, poi portandoli un po' si sono assestati e mi vanno bene. Se portate un 38 e mezzo, non esitate a prendere un 40, sono veramente misure molto piccole. Per quanto riguarda la qualità, sono incredibilmente comodi e più belli addosso sotto un paio di jeans che non a vederli così. Nuovi infatti sono quasi troppo perfetti mentre dopo una giornata di giri in città hanno fatto le classiche pieghe delle scarpe di cuoio, rendendoli meno rigidi e più belli.

Per ora è tutto. Se qualcuno dei miei lettori ha esperienze di questo tipo da condividere, ben vengano. Evitiamo di far comprare scarpe immettibili per misura o per qualità. Aspetto vostre news.



Per una guida agli acquisti cruelty-free:
www.stiletico.com

sabato 3 gennaio 2009

Iniziano i saldi!

Ragazze, siete giù di corda? Tristi e infreddolite? Ho la cura. Thanks God, è tempo di saldi. Consoliamoci con un giretto on line in uno dei negozi di scarpe e accessori vegan più cool in circolazione:


BoBo sta per iniziare i suoi favolosi saldi di gennaio con sconti fino al cinquanta per cento. Sul loro sito attualmente non c'è traccia della notizia, sssssssssssssssttttttttttttt! è un segreto, ve lo dico io in anteprima, siete le prime a saperlo...
Inizieranno il 5 gennaio e dureranno almeno fino al 18. Collegatevi appena iniziano per poter mettere le mani su quello che vi piace di più. In particolare, nel corso di queste due settimane ci saranno offerte specialissime sugli stivali da donna.

Approfittiamo di un cambio favorevolissimo della sterlina per noi, gente dell'euro. Mai stata così bassa come ora.
Buono shopping!


Per una guida agli acquisti cruelty-free:
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giovedì 1 gennaio 2009

Vegan del mese: Fulvio

E' il primo vegan del mese del 2009. Dopo Zeila e Stella10, non potevo che scegliere Fulvio. Della serie, i vegan non sono tutti bravi e buoni.... Ma no, scherzo! Fulvio è politicamente scorretto, gestisce un blog molto molto interessante non esclusivamente di argomento vegan che io trovo irresistibile. Conosciamolo insieme.

Fulvio, alias Inquietologo, ha 27 anni ed è di Montefiascone, in provincia di Viterbo, dove, come sottolinea lui stesso, "svolge lavori manuali ed aspirerebbe a cessare di farlo". In realtà, lavora nella bottega di famiglia di antiquariato e restauro. Non è poi così male, anzi, ma questo lo aggiungo io.

Fulvio è vegetariano da 5 anni e vegan da 4. La sua è stata una scelta principalmente etica. Fu una sua amica vegetariana a farlo decidere, accusandolo di essere ipocrita definendosi animalista o quanto meno amante degli animali e allo stesso tempo mangiarli, gli animali. Come non darle ragione? Naturalmente c'era già qualcosa che non suonava bene dentro di lui ma ci voleva, come per molti di noi, una pretesto, una spinta, un'occasione esterna per prendere coscienza delle nostre azioni quotidiane. Così ha iniziato a documentarsi, a leggere, a cercare di saperne di più. Ed è passato a vegan.

Fulvio vive con i suoi ed è fortunato perchè in famiglia non si consumano tanti piatti di cibo animale. Per il resto cucina lui ma ammette di non essere un grande cuoco (male, un uomo che sa cucinare ha una grandissima arma di seduzione in suo possesso, specialmente con una vegan, gliel'ho detto...).

Il suo blog è nato per gioco, circa 3 o 4 anni fa, come è capitato per molti di noi bloggers. E come molti di noi ha poi scoperto strada facendo di avere qualcosa da dire e che anzi era un bisogno insopprimibile: "E' diventato uno sfogo, un passatempo, un ottimo mezzo per comunicare, un punto di incontro con i pochi propri simili nonchè un'occasione per sensibilizzare, nel mio piccolo, qualche raro non ottuso su determinate tematiche. Abitando a Montefiascone, inoltre, è una svolta per la propria sanità mentale".

Fulvio è anche cofondatore di ExO, una libera associazione di individui eterosessuali, assolutamente a-gerarchica ed egualitaria, che si propone di sostenere la causa della battaglia per la parità dei diritti dei cittadini gay, lesbiche, bisessuali e transgender.

Si parla di Fulvio nella rete anche in un paio di articoli, come questo, dove lo troviamo indagato per "antimafia e per abuso di libertà d'espressione". Un episodio di cui io andrei molto fiera, suppongo anche lui...

Auguri Fulvio! e auguri a tutti i lettori per un sereno, serenissimo, quasi felice 2009 per tutti gli umani e non!
Speriamo davvero di leggere e sentire sempre meno brutte storie che riguardano i nostri amici animali e auguriamo una maggior consapevolezza a tutti quelli che sono buoni ma non abbastanza da comprendere cosa hanno nel piatto e nell'armadio.