domenica 30 gennaio 2011

Ci pensiamo


Anche oggi, come già successo in passato, vi propongo uno scritto di Franco Libero Manco, instancabile divulgatore e persona profonda e sensibile, come spunto di riflessione e - perchè no? - come spunto di risposta a chi si sente rivolgere questa affermazione. Spero che vi piaccia e che vi ci riconosciate.


MA PENSATE AI BAMBINI!”
Franco Libero Manco

            “Ma pensate ai bambini”. Questo è ciò che dicono alcune persone quando noi vegetariani-animalisti cerchiamo di sensibilizzare la gente nei confronti dell’universo animali tormentati in vario modo dagli esseri umani, che è come dire “Non mi interesso di animali perché ritengo prioritario interessarsi dei problemi umani”; come se il primo interesse escludesse automaticamente il secondo. Ma in genere coloro che sostengono questa tesi sono proprio coloro che non danno il loro contributo né a favore degli animali né degli esseri umani. Come se noi non ci interessassimo anche dei problemi della nostra specie; come se noi dissipassimo le nostre risorse umane solo a beneficio degli animali; come se non fosse possibile (quanto auspicabile) interessarsi degli uni e degli altri. Anzi proprio in questo la nostra filosofia di vita dimostra il suo valore sociale la sua grandezza morale. Noi ci interessiamo di animali perché consapevoli che solo da una nuova coscienza umana aperta a tutelare il più debole può nascere quella sensibilità e quel senso di giustizia capace di aprirsi alla tutela dei bambini e quindi degli umani. La causa della violenza e dell’ingiustizia perpetrata nei confronti degli animali è la medesima che genera violenza, miseria, malattie, e fame nel mondo.

             Forse che i più grandi personaggi della storia, che hanno chiesto amore e rispetto per gli animali, del calibro di S. Francesco, Schweitzer, Leonardo, Pitagora, Capitini, Shopenhauer, Gandhi, Einstein,  ecc. hanno in qualche modo trascurato di interessarsi degli umani?

        
  La nostra dedizione infastidisce forse per la recondita paura di dare agli animali quella dignità da millenni negata e assurdamente ritenuta prerogativa degli umani? Ma che cosa fa ritenere più importante i problemi umani dal problema animali? La nostra etica ci impone di muoverci in aiuto non in base alla specie di appartenenza ma alla gravita dell’ingiustizia subita e del dolore della vittima. Ognuno aderisce ad una causa a seconda della sua visione delle cose e della sensibilità della sua coscienza. Diversamente non avrebbero motivo di esistere tutti gli organismi di volontariato che non operano a diretta difesa degli umani. La logica delle priorità relegherebbe il problema animale alla risoluzione di tutti i problemi umani, cioè mai.

            Ci interessiamo di animali perché sono le vittime dirette della malvagità umana, anche da parte di coloro che sono impegnati a favore del diritto, della giustizia e della pace;
            ci interessiamo di animali perché non si tratta di difendere una sparuta minoranza di esseri senzienti ma miliardi di creature da millenni brutalizzate in vario modo da una minima parte della creazione più agguerrita e crudele;
            perché non si tratta di lottare per ottenere una riduzione delle ore lavorative o di avere un aumento di salario ma per fermar il massacro sistematico di proporzioni apocalittiche nei confronti del 99,9% della creazione (1600 anime AL SECONDO);
            ci interessiamo di animali perché c’è già un esercito di persone che si interessa a tutto campo a favore degli umani;
            perché gli animali non hanno voce per gridare al mondo il loro dolore e l’ingiustizia che subiscono;
            perché gli esseri umani possono in qualche modo comprendere il motivo del loro dolore, ma l’animale non sa giustificare le cause della sua sofferenza e della sua condanna alla tortura o alla morte;
            perché se l’essere umano qualche volta è innocente l’animale lo è sempre;
            perché l’animale è la parte più pura e incontaminata della Creazione;
            perché è come difendere una razza schiava e senza diritti, senza sindacati, avvocati, Dei benigni o Santi in Paradiso in balia di una razza tirannica e crudele. Gli animali non hanno che noi, per questo ci interessiamo di animali.


venerdì 28 gennaio 2011

Somiglianze






Trad.: E' vero. Le persone davvero assomigliano ai loro animali domestici
E lei ha una tarantola?



fonte:http://bizarrocomic.blogspot.com/

martedì 25 gennaio 2011

Omega3, non solo pesce

Ricevo e trasmetto. Le buone notizie vanno diffuse...



L'assunzione di omega 3 e' piu' efficiente se questi provengono dai vegetali, lo dimostra un nuovo studio.
Una buona notizia per vegetariani e vegani - e per i nostri mari - giunge da una recente ricerca medico-scientifica condotta alla fine dell'anno scorso in Gran Bretagna e i cui risultati sono stati resi noti in un articolo apparso di recente sull'American Journal of Clinical Nutrition.

Vegetariani e vegani provvederebbero autonomamente alle proprie necessità di acidi grassi essenziali omega-3 a lunga catena (presenti nel pesce) ricavandoli dagli acidi grassi omega-3 vegetali, quindi senza dover introdurre nella propria dieta la carne di pesce. Tali grassi sono importanti per il buon funzionamento dei meccanismi metabolici.
E' già noto da tempo come gli omega-3 si possano ricavare molto più facilmente da fonti vegetali, come noci, semi di lino e olio di semi di lino, piuttosto che dal pesce (che ne contiene decisamente meno di quanto si crede), ma questo nuovo studio rende ancora più evidente come la fonte privilegiata di questi acidi grassi essenziali sia proprio quella vegetale.
Il Dr Welch e la sua equipe hanno analizzato dapprima 14.422 uomini e donne dai 39 ai 78 anni all'interno dello studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) e successivamente hanno selezionato 4.902 soggetti nei quali erano stati misurati i livelli plasmatici dei PUFAs (polyunsantured fatty acids: acidi polinsaturi, cioè omega-3 e omega-6).

L'acido alfa-linolenico ALA (precursore degli acidi grassi omega-3 a lunga catena) una volta introdotto nel nostro organismo con l'alimentazione, viene metabolizzato e trasformato in EPA e DHA, entrambi votati a alle fondamentali funzioni organiche quali la formazione delle membrane cellulari, lo sviluppo e il funzionamento del cervello e del sistema nervoso periferico, la produzione di eicosanoidi che regolano la pressione arteriosa, la risposta immunitaria ed infiammatoria.

Lo studio ha mostrato come, a fronte di una minore introduzione di omega-3 attraverso la dieta tipica dei vegetariani/vegani, se paragonata a chi consuma pesce in quantità (con una percentuale che va dal 57% all'80 % di differenza), i livelli di EPA e DHA sono risultati essere pressoché uguali nei due gruppi di campioni studiati.
Ci sarebbe dunque - spiegano i ricercatori - una "efficienza di conversione" in acidi grassi omega-3 a lunga catena significativamente maggiore nei vegetariani/vegani rispetto a coloro che consumano pesce.

E' un dato importante che, oltre al significato etico, getta una luce positiva anche sul futuro delle specie marine selvatiche che, pericolosamente depauperate, sono destinate ad estinguersi. L'EPIC rappresenta il più vasto studio di popolazione condotto sui livelli di ALA e sulla conversione in EPA e DHA e, se questi risultati saranno supportati da ulteriori studi, cambieranno le raccomandazioni per la Salute pubblica, il che avrà un effetto positivo anche sulla preservazione delle specie marine.




Fonte:
Ailsa A Welch, Subodha Shakya-Shrestha, Marleen AH Lentjes, Nicholas J Wareham, Kay-Tee Khaw, "Dietary intake and status of n-3 polyunsaturated fatty acids in a population of fish-eating and non-fish-eating meat-eaters, vegetarians, and vegans and the precursor-product ratio of alpha-linolenic acid to long-chain n-3 polyunsaturated fatty acids: results from the EPIC-Norfolk cohort", American Journal of Clinical Nutrition November 2010, Volume 92, Number 5, Pages 1040-1051, doi:10.3945/ajcn.2010.29457


venerdì 21 gennaio 2011

Interpretazioni



Senti un po', amico, qui lo dice specificatamente: Tu non ucciderai. Secondo me questo non lascia molto spazio ad altre interpretazioni.*

* [trad. non letterale]

mercoledì 19 gennaio 2011

Sempre bugie



Io non la sopporto più la pubblicità dello yogurt con l'acidophilus actiregularis. Sono anni che mi ci arrovello. Soprattutto sulla garanzia soddisfatti o rimborsati, che se dopo 15 giorni non vai al bagno ti ridanno i soldi (e ti ricoverano in ospedale per blocco intestinale). Ma ormai è entrato il concetto nella zucca del consumatore: la Danone è buona, vuole che il nostro intestino sia regolare e ultimamente ci offre anche tanto calcio in più, oltre ad abbassarci il colesterolo (!).
E la gente se la beve tutta, fino in fondo. Che rabbia. Ma dove hanno la testa? Possibile credere a tutto quello che dice la tv? Ma come si fa? Prenderei a testate il muro....

Comunque, la Associated Press (agenzia stampa statunitense) ha riportato il 15 dicembre 2010 questa storiella edificante sulle fandonie diffuse dalle pubblicità Danone:
 
Dannon Co. Inc. has agreed pay $21 million and drop some health claims for its Activia yogurt and DanActive dairy drink under pressure from state and federal regulators. The food company has claimed in its marketing its Activia yogurt helps relieve irregularity and that its DanActive drink helps people avoid catching colds or the flu. The Federal Trade Commission says Wednesday there is not enough evidence to back those claims. It says it has reached a settlement with the company that prohibits it from making such claims unless they are approved by the FDA.


Che poi l'acidophilus aggiunto allo yogurt non è assorbibile dal corpo umano. Non funziona.  Ma i managers della compagnia hanno capito che quel tipo di pubblicità fa breccia nei consumatori e continuano a dire stupidaggini.

La stessa fondazione Danone pubblica una newsletter che magnifica le virtù dei propri prodotti. Ecco un  estratto tratto proprio da  questa pubblicazione:

In the mid-1980's acidophilus was first suggested to have health benefits for humans. Acidophilus occurs naturally in the gastrointestinal tract but tends to grow slowly when added to milk (yogurt), leading to the risk of undesirable organisms. There is no direct proof and no consensus among researchers on whether or not added acidophilus in yogurt adheres to or colonizes in the intestines. Few human studies have been performed. A recent study reported that yogurt did not alter immunoglobulin secretions. These results show no health benefits from yogurt consumption. 

Perfino la Danone è costretta ad ammetterlo!!!
Insomma, cos'è esattamente questo benedetto yogurt? Non è altro che un delizioso snack a base di gelatina, amido, aromi, colla  e naturalmente pus e ormoni. I geni del marketing sono riusciti a convincere i consumatori con una serie di brillanti escamotage che questo alimento non può mancare in una dieta sana. Basta guardare lo spazio dedicato agli yogurt nei supermercati: interi corridoi con scaffali frigo ricolmi di ogni sorta di pastrugno, da mangiare, da bere, da ciucciare.
Sano?! Boh.





fonte: http://www.notmilk.com

lunedì 17 gennaio 2011

Diventar belli

Volete diventare, se possibile, più belli? Mangiate più frutta e verdura, dice uno studio da poco realizzato nel Regno Unito.
I ricercatori dell'Università di Nottingham hanno somministrato cinque porzioni in più di frutta e verdura al giorno per due mesi ad alcuni studenti. Dopodichè, hanno esaminato le loro fotografie prima e dopo: in seguito ai due mesi di alimentazione green, la pelle mostrava una diversa pigmentazione e in sostanza i volti risultavano più "belli", più attraenti.
.
The face in the middle shows the woman's natural colour. The face on the left shows the effect of sun tanning, while the face on the right shows the effect of eating more carotenoids. Image courtesy of Dr Ian Stephens

Ecco cosa riporta il responsabile della ricerca:

Eating five more portions [of fruit and veg] ups your carotenoid levels giving your skin golden tones. Carotenoids are antioxidants which soak up damaging compounds that the skin encounters in daily life. In humans, the more red and yellow tones found in the skin, the more attractive the people were found to be.

Quindi, lasciate perdere lampade abbronzanti di sicura dannosità o autoabbronzanti di dubbia efficacia, aumentate la quota di vegetali nella vostra alimentazione e avrete in breve un aspetto sano, un colorito radioso e non avrete bisogno di aspettare l'estate....




fonte: http://news.bbc.co.uk/local/nottingham/hi/people_and_places/newsid_9358000/9358273.stm

giovedì 13 gennaio 2011

Ingombro


Negli States l'epidemia di obesità non smette di espandersi a macchia d'olio. Si allargano le taglie delle t-shirt e dei jeans, si allargano i sedili degli aerei (o se ne prendono due per una persona, affinchè possa entrarci), e si allargano anche le bare.

Ma ci avete mai pensato dove vanno a infilare quei ciccioni che vediamo circolare in America, se non direttamente almeno visti in tv? Mica facile smaltirli, neanche dopo morti. Gente di 200 chili e oltre, non è uno scherzetto. Secondo i Centre for Desease Control and Prevention, circa un terzo degli americani è obeso. Tra i bambini e gli adolescenti la quota si attesta intorno al  17%, circa tre volte tanto che la generazione precedente.
Keith Davis, proprietario della Goliath Caskets, ha pensato anche a questo e, come recita il suo sito web, "serves the oversize casket needs of bigger people". I suoi affari sono cresciuti esponenzialmente negli ultimi vent'anni. Fa affari d'oro. Prima era un problema, ora la Goliath lo risolve.
Anche la misura standard è comunque cresciuta di dimensioni, passando dai 24 ai 27 pollici circa 15 anni fa, quando la stazza media della gente era andata modificandosi ad abudantiam. Così come vent'anni fa al massimo si arrivava a 36 pollici di larghezza, mentre oggi non è raro doverne costruire con misure intorno ai 52, per persone di 300 chili e più.
Ma non ci sono solo commercianti specializzati in misure oversize, ormai anche i normali rivenditori per pompe funebri hanno l'opzione "large", per persone che non rientrano nelle misure standard.
Tim Calderon, proprietario della Casket Connection a San Antonio, Texas, sta facendo affari d'oro con le bare extralarge. Ecco cosa dice in una intervista:
"Now, I'd say probably every 10th call is someone who needs an oversize casket. And even some of our oversize caskets aren't big enough to accommodate the person. A lot of companies are moving in that direction. We have to or we'd be losing about 10 percent of our income."
Anche se i costi non sono molto differenti dalla norma, quello che fa andar su il prezzo dell'intera faccenda sono le spese addizionali che vanno dal trasporto a tutto il resto. Con quel genere di peso, ogni mossa diventa un problema. E' chiaro che una bara di quelle dimensioni non può entrare in un normale carro funebre, quindi la creatività della Casket Connection è chiamata ogni volta a trovare soluzioni pratiche. Per non dire dello spazio al cimitero, uno  non basta, in questi casi ne vanno acquistati due. E sono altre spese.

E' la società dell'abbondanza.



fonte: http://abcnews.go.com/Health/obesity-grows-alongside-oversized-casket-demand/story?id=12531885&page=2

mercoledì 12 gennaio 2011

Solitudine, ovvero Ho visto cose che...

Tante persone stanno diventando vegan. Me ne accorgo dalle new entries su Facebook, ad esempio, e anche dalla frequentazione di qualche forum. Ne sono lieta.
Una cosa però mi preoccupa. Vedo tanta gente che sembra aver bisogno di una guida, di un "Maestro", e non tanto per le informazioni pratiche che tutti noi, da quando diventiamo vegan in poi, abbiamo voglia di scambiarci, ma proprio di una sorta di "guru" in cui credere. Ho letto con i miei occhi di vegan che chiamano Maestro qualcuno evidentemente - ai loro occhi - da seguire. A me già il termine fa rabbrividire.

Allo stesso tempo, aumentano quelle che io chiamo le prese per i fondelli. Accecata dalla parola "vegan" come fosse verbo divino, si annebbia la vista di folle piccole ma plaudenti ad ogni apparizione della suddetta parola, anche senza verificarne la reale valenza. 
Ho visto peperoncini e mandorle certificati come "vegan", come se non fosse naturale che lo siano, e gente soddisfatta a saperlo, come a dire: ora posso comprare quel peperoncino con tranquillità. In una cena poi, magari ci rimangono male magari se prepari due penne all'arrabbiata, no, ci deve essere qualcosa di "vegan" (ma che? il tofu?).

Ancora, aumenta, come è normale, la gente che vuol far denari su questa gallina dalle uova d'oro (mi si perdoni il paradosso), puntando all'ingenuità di chi si avvicina a questo mondo da poco ed è pronto a credere a qualunque cosa, purchè - e ci risiamo - definita vegan. La parola magica. Come scrive la mia amica Pamela, si potrebbe definire vegan anche la torre di Pisa, metterle su un bel timbro ed ecco che festanti gruppetti andrebbero in visita, magari pagando un biglietto, contenti di fare qualcosa di vegan. Spero sia ancora una visione grottesca e non realistica, questa.

Un altro fattore che mi sconcerta è che io come vegan ma anche prima da vegetariana ero piuttosto attenta al consumo consapevole: da tempo avevo bandito marchi come Nestlè, Danone & co. dalla mia spesa. Chi ammazzava bambini africani, chi investiva in mine antiuomo, ce ne erano delle belle da raccontare e ce ne sono tutt'ora. Giravo con un foglietto nel portafoglio con tutti i marchi da boicottare, finchè non li ho appresi a memoria. Ora, invece, vedo che molti vegan di questo se ne fregano altamente. L'acqua VitaSnella Danone è vegan? E chissenefrega se la Danone è uno dei maggiori investitori in armi e se sfrutta allevamenti intensivi a più non posso. Ma allora che senso ha essere vegan? Io non discrimino alcuna specie: a me interessa boicottare le mine, gli armamenti in genere, gli allevamenti.... 

Per quanto mi riguarda non sono mai stata tendente al dogmatismo ne' da piccola da onnivora, ne' poi da vegetariana ne' tanto meno da vegan. Non sono una credulona, in tutti i sensi. Anzi, sono piuttosto diffidente di natura. Credo negli approfondimenti fatti con la propria testa e le proprie mani. Sono consapevole - ad esempio - del fatto che se non ci si mette lì, da soli, davanti al pc, a far ricerche, a metterci le mani in pasta, non ci si convince della bontà del diventar vegan. Bisogna arrivarci da soli, pur con un pretesto, un "gancio" che può essere un libro, una persona, un incontro, un fatto, ma poi bisogna sporcarsi le mani e andare avanti da soli. Se no dura poco. Le motivazioni devono essere solide e metabolizzate con cura, perché nel mondo, là fuori, tutto rema contro: l'abitudine, il consumismo, le maggioranze non silenziose...

Quello che voglio dirvi qui è proprio questo: non credete al primo che si fa chiamare Maestro, non credete a nessuno, non credete neanche a me. Se qualcuna delle cose che scrivo vi possono essere di spunto per vostri approfondimenti, se su certe cose la pensiamo allo stesso modo e cosi ci sentiamo io e voi meno soli, questo sì, mi piace. Ma io non vendo nulla, non guadagno niente da queste chiacchere. Diffidate soprattutto di chi ha interessi economici, la grande discriminante. Approfondite, leggete, informatevi, scegliete a ragion veduta.

Sento un grande senso di solitudine. Anche tra vegan non mi sento spesso a mio agio. Non sarà un risotto che mi unisce a persone che non sento affini per ideali più complessivi. 


sabato 8 gennaio 2011

Veg Asia


Vi ho segnalato qualche post fa l'esistenza del primo congresso di vegetariani in Africa, vi porto oggi a conoscenza del quinto congresso di vegetariani in Asia - l'Asian Vegetarian Union Congress - che si è terrà nei giorni 8-9 novembre 2011 a Hangzhou, in Cina. Sono attesi più di  1000 delegati, di cui circa 200 stranieri e più di 40 espositori.
La città di Hangzhou è una delle sette antiche capitali della Cina, con quasi 4 milioni di abitanti e una storia di più di duemila anni alle spalle. Hangzhou è stata selezionata per  il premio delle Nazioni Unite relativo alle città modello: quale migliore location per il congresso?
Il tema sarà il seguente: Vegetarian nutrition from theory to practice.
Chi si trovi a passare da quelle parti, ci butti un occhio e venga a riferire. Per non parlare del catering, vera cucina cinese vegan: come vorrei esserci...
Il video che segue è tratto dal 4° Congresso che si è tenuto nel 2009 a Batam, in Indonesia:



mercoledì 5 gennaio 2011

Dalla Norvegia per noi

Oggi ho il grande piacere di ospitare la recensione della mia amica Stefania sulla sua vacanza in Norvegia. E' possibile per un vegan uscirne vivo, o meglio, ben pasciuto anche dalla terra dei ghiacci? Leggete e lo scoprirete....
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Nel Paese della caccia alla balena e delle pelli di renna vendute ovunque non aspettatevi il paradiso dei vegan, ma, come sempre accade sia in Italia che all'estero, basta informarsi un po' prima di partire e avere un minimo di spirito di adattamento e non morirete di fame neanche in Norvegia!

Godt Brod
Dormendo in un misero ostello di Oslo che non prevedeva la colazione, la prima mattina ho girato un po' per valutare la situazione e, non trovando panifici ma solo una marea di 7 Eleven e simili (che fanno da mini market, edicola, tabacchi, bar e quant'altro!), ho chiesto in uno di questi cosa potessi mangiare e il commesso si è offerto di scaldarmi una baguette senza farcirla: meglio di niente... Per i giorni successivi alla reception dell'ostello mi hanno indirizzato in un posto carinissimo chiamato Godt Brod (cioè "buon pane"): si può scegliere tra molti tipi di pane, con tutti i semi possibili e immaginabili, e farcirli a piacere, con marmellata o cibi salati, tra cui molte verdure; in più hanno il latte di soia per cui mi sono goduta un double cappuccino e un paninazzo con la marmellata di mirtilli, un must norvegese!

Ovunque l'ho preso, il cappuccino viene portato in una tazza normale se non si specifica nulla (single cappuccino); se invece lo chiedi doppio, lo servono in una tazzona gigante piena di schiuma, una bontà!

Il latte di soia si trova anche in qualche bar normale ma non così pesso; Starbucks, che a Dublino era stato la mia salvezza anche per i dolcetti vegan, ad Oslo non c'è,  per cui per i dolci bisogna necessariamente cercare nei locali veg, di cui ne ho provati tre che mi sono piaciuti davvero molto.


Loving Hut
Partiamo da Loving Hut, una catena di fast food 100% vegan, di ispirazione asiatica. Il posto è piccolino, ha solo un tavolo al centro e due banconi con qualche sgabello, credo lavorino di più per asporto; però il fatto che non si debba chiedere cosa si può mangiare e cosa no e non si debbano fare modifiche ai piatti per veganizzarli lo rende perfetto! 
Il menù, che mi sono portata a casa, offre 2 tipi di involtini (primavera ed estate), 3 tipi di panini, 2 insalate e altri 3 piatti con riso e verdure miste, olte a una vasta gamma di the, caffè e succhi di frutta. Dopo mezz'ora passata a decidere cosa prendere, ho provato gli involtini primavera e una baguette ripiena di verdure e soia saltata con una salsina dolce che però non mi ha entusiasmato... Più buono il paninazzo con hamburger di soia preso dalla mia amica, che ha fatto pure il bis! Ho concluso con un muffin al cioccolato e una cioccolata calda; credo sia stata la prima volta che l'ho trovata vegan, è stata una bella sensazione. Per chi è attento al portafoglio, la spesa è stata sui 15-18€ a testa.

Vega Fair Food
Se volete spendere un po' meno e mangiare molto di più, non potete non andare al Vega Fair Food, buffet vegetariano dove per 99 corone (circa 11€) potete prendere tutto quello che volete, per quante volte volete: praticamente il paradiso per me!!! Infatti ci sono stata 2 volte e ho sempre mangiato benissimo; i piatti caldi vegan sono 4 o 5 su 6 disponibili, mentre la parte fredda con legumi e insalate ha circa 10 portate tutte vegan. Ho assaggiato di tutto e di più ma meritano una citazione speciale l'ottimo hummus che ho divorato a cucchiaiate e dei cibi non identificati pastellati e fritti: sembravano ananas, cipolle, più altre cose strane che non sono riuscita a riconoscere nè dalla forma nè dal gusto... Lo so che descritti così non ispirano molto ma erano davvero buoni! Ci sono anche dei dolci, 2 su 3 vegan; ho provato una torta con banane e cioccolato, voto solo sufficiente, visto che la mia amica ha detto che sono più buone le mie... Scusate, chiudo l'angolo dell'autocelebrazione!


The Fragrance of the Heart
The Fragrance of the Heart
La terza opzione si chiama The fragrance of the heart, ha due sedi in città ed è più un caffè che un ristorante, ideale per la colazione o uno spuntino a metà giornata, ma si può comunque anche pranzare o cenare, essendo aperto tutto il giorno dalle 10 alle 20. I piatti vegan che ho trovato io erano 2 zuppe, un piatto con riso basmati, patate e porri cucinati all'indiana e una specie di piadina arrotolata e riempita con insalata, carote e hummus. L'unico dolce vegan era una torta di mele e ciliegie, più qualche biscotto fatto con il muesli; inutile dire che ho provato tutto e anche più volte, la qualità era davvero ottima e i prezzi accessibilissimi.

Per quanto riguarda la scelta vegan in locali non veg, ho provato solamente la pizzeria "Peppes Pizza" (ovunque in città), dove ho preso la Green garden con rucola, peperoni, peperoncini dolci (piccanti!!) e pomodoro e me l'hanno fatta tranquillamente senza formaggio. In una zona più sperduta fuori Oslo ho ripiegato su uno dei milioni di kebabbari presenti in territorio norvegese e mi sono fatta riempire una pita con sole verdure, oltre a sconfanarmi una bella razione di patatine fritte... No, decisamente non sono una che può
morire di fame...

Stefania e una Peppes Pizza
 Mi è piaciuto molto il fatto che in tutti i locali l'acqua sia sempre a disposizione in un angolo a parte e te la puoi prendere quando vuoi; mi ero già preparata a chiedere acqua di rubinetto, avendo letto che le bevande costano molto, e invece mi hanno facilitato le cose con questa semplice soluzione che dovrebbero adottare tutti ovunque.

La città ha un suo fascino ma mi aspettavo più luci e decorazioni natalizie e l'architettura non ha la stessa bellezza mozzafiato di Stoccolma. Forse se visitata quando non è sepolta da una coltre di neve, se ne riescono a cogliere maggiormente la pulizia ed il verde, che in questo periodo ho potuto comunque intuire ed apprezzare. Certo, dovete ignorare tutti i maglioni, guanti e cappelli tipici fatti in lana e le immancabili pelli di renna, ma non viviamo ancora sul pianeta Vegan e i bocconi amari da ingoiare ci sono ovunque... 

E' una città che consiglio a chi ama le atmosfere nordiche, la tranquillità, i musei (ce ne sono tantissimi; da non perdere quello dedicato interamente a Munch, che è molto di più rispetto al famoso quadro dell'Urlo) e la gente riservata che non si spende in smancerie (le commesse sono fin troppo serie e brusche, meglio i maschietti...)

Tusen takk ad Ariel per aver realizzato in piccolo il mio sogno di scrittrice di viaggi, quando pubblicherò il mio primo libro lo dedicherò sicuramente a lei!


Indirizzi:

Vega Fair Food (Akersgata 74)
Loving Hut (Parkveien 6a)
The fragrance of the heart (2 sedi: Stortorvet 9 presso i magazzini GlasMagasinet, Fridtjof Nansens pl. 2)
Godt Brod (Thorvald Meyers gate 49)


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Amica mia, una recensione impeccabile! Ci hai fatto venire una gran voglia di farci un giro da quelle parti, perfino ora che siamo in pieno inverno....
Aspettiamo altre tuoi racconti di viaggi, alla scoperta di localini veg, e anche quelli di altri lettori, naturalmente, scriveteci!




domenica 2 gennaio 2011

Gente Vegan: Gianluca

Vi ricordate la gloriosa rubrica di questo blog  Il Vegan del mese? Ebbene, da oggi la rubrica cambia nome e diventa Gente Vegan. Il perchè è presto detto: non sono sicura di riuscire a organizzare un'intervista ad un amico puntualmente per ogni primo del mese e preferisco dunque presentarvi i miei compagni di percorso quando posso, senza l'impegno della cadenza mensile. Inoltre, "Gente Vegan" mi piace di più e credo faccia a sentire più a proprio agio anche i miei ospiti, spesso molto riservati e allo stesso tempo molto cari nell'accettare il mio invito ad esporsi.

Mi piace iniziare l'anno nuovo con uno degli amici vegan a cui sono più affezionata, un amico virtuale, nonostante abitiamo non troppo distanti, ma gli impegni e l'organizzazione di vita nelle grandi città, si sa, rendono tutto molto complicato. Gianluca è il primo ospite del 2011 e approfitto della pubblicazione, oggi, per ringraziarlo ancora di aver accettato la mia proposta di comparire qui, nel mio blog. 
Per chi è nuovo di qui, ricordo che ciò che mi preme è far conoscere, soprattutto ai non vegan,  quanto siamo diversi l'uno dall'altro, noi veg, per età, stile di vita, professione, etc. e come non apparteniamo necessariamente ad una categoria specifica: non siamo tutti radical-chic, non siamo tutti punk e frequentatori di centri sociali,  non abbiamo tutti 25 o 50 anni, non tutti amiamo stare ai fornelli, e via dicendo, ma siamo sicuramente tutti accomunati da una concezione di vita non violenta, dal rispetto per tutte le forme di vita (umane e non).

Passo la parola a Gianluca.

Mi chiamo Gianluca,ho 27 anni, sono nato e sempre vissuto a Roma. Finiti gli studi superiori, ho tentato un breve periodo universitario, a cui è subentrato un lungo percorso nel precariato tipico, che però mi ha arricchito molto, diversificando conoscenze ed interessi.
Sto per cominciare il servizio civile, in ambito sociale, diritti al campo per minoranze Rom,che spero appunto mi arricchirà ancora e mi darà nuove visioni e possibilità.
Inoltre, da un paio d’anni ho scoperto una passione per la cura delle piante che coltivo con alterna assiduità,vorrei fare così tante cose …

Da quanto tempo sei vegan?

2 anni,1 mese, 9 giorni, 8 ore e 7 secondi! Scherzo,ma siamo lì …
Era un periodo fecondo di coincidenze e informazioni: avevo un ormai ex collega vegan ed il suo esempio mi ha fatto riflettere, sommato a una ragazza ex vegetariana... Coincidenze di problemi di salute familiari che hanno messo ancora più in luce l’operato dei medici e della scienza farmaceutica ufficiale, oltre a visioni socio-politiche di consumo critico che si sono espanse quasi immediatamente agli animali (per cui provavo grande empatia sin da bambino ma senza arrivare a riflettere a fondo sul tema per molti anni …) e all’ecologia e all'ambientalismo...
Molto utili tra gli altri mi sono stati i siti di Veg-facile, Ssnv e Agire Ora  con la sua community Vegan Home, ma anche altri, mi scuso se non li cito o ricordo tutti,diciamo che è colpa della gran mole di info e ricordi!
Tra i libri uno ha contribuito molto a rafforzare la mia convinzione:”I guerrieri delle balene” di Peter Heller, che racconta una delle campagne di salvataggio delle balene ad opera di quel magnifico gruppo di eroi che è Sea Sheperd con tutti i suoi volontari.

Hai rilevato  qualche disagio nei rapporti con familiari e amici in seguito al tuo cambiamento di stile di vita? Se sì cosa hanno comportato....

Assolutamente sì, sfottò e discriminazioni varie.. non è proprio da tutti accettare nell’immediato un cambiamento così  rivoluzionario e valutarlo bene, tra tutti i modelli orrendi e condizionamenti sociali  odierni e frutto di millenni di involuzione per molti versi.
In realtà poi questi disagi hanno solo portato a una mia maggiore dinamicità mentale e a uno  stimolo all’auto-miglioramento, oltre alla messa a punto di alcuni miei atteggiamenti...

Frequenti anche amici veg in carne e ossa o solo..."virtuali"?

All’inizio i contatti erano solo virtuali e sporadicamente reali, nel corso di qualche manifestazione, poi nel tempo le frequentazioni sono diventate sempre più assidue e reali ed ora, appena ne ho possibilità, cerco di fare conoscenza con altri veg, il cui modo d’essere mi rinfranca anche se ci conosciamo da 5 minuti, frequentando associazioni e grandi manifestazioni, dove il percorso fisico e mentale non può che unirti.

Vivi con qualche animale, se sì che rapporto hai?

Un Pinscher Nano e una coniglia,”residui parentali” di cui con i miei nonni ci siamo presi responsabilità e amore immancabile.
Il topo-cane è ormai figlioccio di tutti noi, abbiamo e soprattutto ho un rapporto simbiotico avendolo praticamente svezzato. Il suo nome è Sansone e,  anche se non è proprio il tipo di cane che avrei voluto,i suoi insegnamenti sono tanti e non so resistere al suo buffo aspetto, alla sua affettuosità e alla sua grande intelligenza. Cerco  e cercherò sempre di fare le scelte migliori per lui.
La coniglietta Tittyna non è in buonissime condizioni purtroppo, data anche la sua buona età, non comunissima per la cattività in cui è stata costretta, e sto cercando di fare il possibile anche per questo. Gli animali sicuramente danno tanto ma richiedono dedizione e pazienza notevoli, come dovrebbe essere poi per tutti gli aspetti della nostra vita …

Sei attivista in qualche settore particolare, come "fai la tua parte"?

Proprio attivista in senso stretto ancora no,  ho cominciato con qualche volantinaggio, poi raccolte firme e partecipazioni a varie manifestazioni come quella dei vegetariani a Roma, o con grandi e soprattutto piccole organizzazioni animaliste e comunque come indipendente.
Nell’anno nuovo a parte tutte le manifestazioni di protesta e simili, mi prefiggo di poter fare del volontariato concreto tra canili e/o recupero di animali esotici, anche se in realtà senza essere super eroi molti di noi tra collette ed altro fanno già più volontariato e attivismo di quello che credono, quasi senza accorgersene, perché semplicemente pensano e vorrebbero che il mondo dovrebbe essere così, un mondo di fratellanza e gioia condivisa tra tutti gli esseri. e dando testimonianza del proprio modo di essere a chi ci circonda.

Come te la cavi in cucina?

Uhmm, non sono un grande chef, in realtà era più un entusiasmo dei tempi iniziali, al momento ho perso un po' di verve, in ogni caso penso d’essere abbastanza creativo e portato, nei limiti d’un cuoco novello, specie quando c’è la voglia di cucinare, e appunto... il problema è quello...!

Cosa è per te essere vegan?

Essere vegan per me  è completezza, serenità, forza, la risposta alla maggior parte dei mali di oggi e di sempre. In realtà, è un'illuminazione, è favoloso quanto ogni aspetto di questa scelta si unisca anello dopo anello a formare una catena incredibile di amore, rispetto e consapevolezza, gioia e serenità. La  cosa magnifica di tutto ciò, nonostante poi alcune differenze all’interno del mondo vegano, è l’approccio olistico alla vita e l’ottica della mente e del cuore che questa scoperta ti dà. Almeno, questo a me è successo e non tornerei indietro per niente al mondo. Non ho sacrificato nulla che sentissi fondamentale ed anzi proprio la maggior parte delle cose lasciate mi hanno privato dei condizionamenti, delle gabbie mentali che avevo prima. 
Adesso so  meglio di prima cosa si avvicina a una splendida raggiante libertà e a una creatività solidale ed empatica.


E con questa bellissima immagine, una splendida raggiante libertà, che condivido al 100%, saluto Gianluca e lo ringrazio ancora per il suo contributo.
Al prossimo appuntamento, non mancate!