giovedì 31 dicembre 2009

Buon 2010, amiche veg!

Peta utilizza spesso bellissime donne per le sue campagne animaliste ma non lesina neanche quanto a bei ragazzi. Hey girls! Rifatevi un po' gli occhi!

Ahem...scusate lo scomposto entusiasmo ma quando ci vogliono ci vogliono (i gridolini di giubilo da groupies). Bello e animalista, cosa volere di più? (e non mi dite un Lucano perchè ve lo tiro dietro)
Ricomponetevi, girls, e guardatevi questo video. Non sono esclusi dalla visione anche gli uomini. Purtroppo gli argomenti toccati sono universali.


mercoledì 30 dicembre 2009

Liberazione!

Vi ricordate Samanta, la vegan del mese di dicembre? Mi ha appena mandato il resoconto di una liberazione e sono così felice che voglio condividere questa notizia con voi, sapendo che migliorerò anche il vostro umore e la vostra giornata. Quando si hanno pieni gli occhi di animali sofferenti è così consolante sapere che anche uno solo avrà una vita migliore, la sua vita.
Vi riporto il suo racconto per intero:

Il 26 Dicembre, attraverso un contatto, abbiamo salvato una maialina di 2 mesi da un allevamento intensivo qui in Abruzzo e questa volta la destinazione della liberazione è stata Porto Garibaldi in Emilia Romagna, in un rifugio di animali la cui proprietaria è un' altra stupenda animalista, Antonella Galante.
A questa maialina fortunata non spetterà una vita di segregazione e sofferenza, confinata in anguste gabbie di ferro grandi poco più della grandezza del suo corpo, dove le sarebbe stato impedito ogni movimento, compreso quello semplice di girarsi su se stessa, ma solo alzarsi oppure giacere coricata; non subirà lo stress delle continue fecondazioni artificiali e non sarà utilizzata come macchina la cui funzione è sfornare salsicce; non vivrà la tortura del macello.

Invece, da ora in poi e fino alla fine dei suoi giorni, potrà vivere libera e felice insieme a tanti altri e diversi animali. Appena giunta al rifugio già si godeva l'ambiente naturale, subito giocando e rincorrendo altri maiali, caprette e asinelli. I maiali sono animali estremamente sensibili e intelligenti, sono molto paurosi e hanno una acuta percezione degli stimoli esterni e dell'attenzione loro rivolta: è impressionante la sensazione che trasmettono i loro sguardi con quegli occhi quasi umani.

Ricordiamo che tanti altri poveri animali finiscono macellati proprio per quella forza distruttiva e negativa che ininterrottamente mortifica profondamente la vita, annientandola. Ma noi, con egual forza, tenacia e perseveranza, ci opporremo a quella! E lo faremo senza scoraggiarci nè arrenderci bensì proseguendo nell'opera di rivendicazione di libertà e di riconoscimento del diritto all'uguaglianza di tutti i viventi.

Per la riuscita di questa liberazione ringrazio per il concreto sostegno del trasporto dell'animale Luca Delfine (LAV Bari) e Carmen Aiello presidente dell'Associazione Italiana Animals Asia che ha creduto nel nostro progetto "LIBERANIMALI". Un'iniziativa che potrà andare avanti grazie all'aiuto di chi vorrà sostenerla.

Grazie Samanta e tutti gli amici di "LIBERANIMALI", non abbiamo abbastanza parole per ringraziarvi. Invito tutti i miei lettori a fare anche una minima donazione, tanti piccoli sassolini fanno una montagna.

martedì 29 dicembre 2009

PETA e il papa

E visto che siamo in tema, parliamo ancora del papa. La PETA ha chiesto a Benedetto XVI di diventare vegan almeno per la Giornata mondiale della pace! Quello va benedicendo e predicando la pace e poi si mangia i saltinbocca alla romana o il brodino di pollo? Che senso ha? Ma se vanno tutti spiegando che gli allevamenti intensivi affamano il mondo, il terzo mondo a voler essere precisi... E il problema ecologico? Beh, come al solito, a quelli della PETA non sfugge nulla.


Il vice presidente di PETA, Bruce Friedrich, ha scritto la seguente nota al papa:

“On behalf of People for the Ethical Treatment of Animals (PETA) and our more than 2 million members and supporters worldwide, we applaud your strong exhortations for environmental protection, and we urge you to consider the fact that the most effective action an individual can take to fight climate change is to go vegan (which means not consuming poultry, fish, meat, eggs or dairy products).”

Come andrà a finire? Risponderà all'appello?
In passato questo papa si era già pronunciato a proposito degli allevamenti intensivi e delle crudeltà nei confronti degli animali. Ma deve essere più incisivo, così non è sufficiente.


fonte: http://www.ecorazzi.com/

venerdì 25 dicembre 2009

Mi fanno paura

In qualche modo mi devo pure sfogare, oggi è Natale, siate buoni, sopportatemi. Ieri sera ho rivisto per l'ennesima volta dei pezzi (tutto insieme non ce la faccio, non mi regge il cuore) del documentario della BBC sui preti pedofili irlandesi, su quelli di Boston vescovi omertosi compresi, sulla copertura di tutto lo scandalo a cura del Ratzinger attuale papa (pare eletto papa proprio per sfuggire alle maglie della giustizia per i suoi efferati tentativi - peraltro ben riusciti - di affossare le indagini sui preti sporcaccioni), e tutto il repertorio di orrori di cui siamo disgraziatamente venuti a conoscenza in questi anni. Maniaci sessuali che venivano/vengono premiati con lo spostamento in altre parrocchie, un vero e proprio turismo sessuale a carico dei minori, tutto spesato, a casa propria, senza bisogno di andare in Tailandia.

E' difficile reggere a tutto quello che si vede e si ascolta in questo documentario, la rabbia sale e il senso di impotenza deprime ai massimi livelli. Sconsigliato agli spiriti semplici e delicati, consigliato ai cattolici che guardano a costoro come una guida spirituale.
Chi mi conosce sa che non sono in buoni rapporti con il clero. Suppongo che ci sia qualcuno in buona fede tra parroci, monaci, suore. Qualcuno che ci crede davvero, intendo. Ma tra le alte gerarchie ecclesiastiche non riesco proprio immaginare che ci sia qualche persona decente. Francamente mi fanno paura. Hanno coperto i nazisti, la banda della Magliana (Renatino è seppellito in una delle chiese gemelle di Piazza del popolo a Roma, lo sapete no?!), la Dittatura Militare argentina. Il Male, sono il Male fatto persona, anzi, organizzazione.
Tra le persone credenti poi qualche persona buona l'ho trovata negli anni, per carità, in fondo spesso sono quelli che prendono meno alla lettera i dettami dei loro leader e che mantegono una certa libertà di pensiero. Ma il clero, il clero no, non lo posso soffrire.
Se avessi figli avrei paura a lasciarli nelle loro mani. Uomini e donne con una sessualità repressa pronti ad esplodere, inaspriti dalla latenza e dalla innaturalità della loro condizione. Non è un caso che raramente si sentano notizie di preti protestanti sporcaccioni, quelli si sposano almeno e sfogano i loro basic istincts in maniera sana e regolata. Magari si fanno pure l'amante ma almeno non sono repressi.

Oggi poi vedo continuamente in tv (è accesa da qualche ora anche se nessuno la guarda, ma vuole il caso che ogni volta che ci passo davanti...) le immagini del papa e dei porporati a seguito che rovinano a terra a causa di quella matta infervorata che ha saltato l'ostacolo delle transenne e ha fatto strike.
Ora, figuriamoci se godo a sapere che un vecchietto si deve operare al femore e un altro (il papa appunto) ha sbattuto la faccia per terra, lo dico sul serio, ma purtroppo queste immagini mi hanno trovato fresca di documentario BBC e che vi devo dire, se esistesse una giustizia divina penserei che...
Quei preti disgustosi, quei vescovi e il papa che li hanno coperti e protetti dalla giustizia del mondo civile, devono saper bene che un dio non esiste, altrimenti non avrebbero avuto il coraggio di fare ciò che hanno fatto. Perchè - se esistesse un dio ed esistesse un inferno oltre la vita - avrebbero avuto la certezza di finirci dentro con tutte le loro calzette color porpora. Invece loro l'inferno per quei bambini hanno preferito ricrearlo qui, su questa terra.

Faccio poi un salto su La Repubblica on line di oggi e leggo che altri due vescovi in Irlanda si dimettono. Ve riporto alcuni passi:

La lista si allunga. Altri due vescovi sono pronti ad abbandonare l'incarico per lo scandalo dei preti pedofili irlandesi. Dopo James Moriarty e Donald Murray, anche i vescovi Eamonn Walsh e Raymond Field, che operano nell'arcidiocesi di Dublino, hanno presentato le dimissioni a Benedetto XVI, dopo aver informato della loro decisione l'arcivescovo Diarmuid Martin. Sono a questo punto quattro i prelati che hanno optato per questa scelta dopo la pubblicazione del rapporto che ha rivelato come numerosi esponenti della chiesa irlandese abbiano per anni tenuto celati gli abusi sui bambini nelle scuole cattoliche e non abbiano fatto abbastanza per fermarli.

Come il vescovo Moriarty, Walsh e Field hanno dichiarato che il rapporto rivela la loro innocenza. "La nostra speranza è che questo atto contribuisca a riportare la pace e la riconciliazione di Gesù Cristo alle vittime degli abusi sessuali. Chiediamo di nuovo scusa a tutti loro", hanno scritto in un comunicato i due vescovi annunciando le dimissioni al Pontefice.

L'arcivescovo Martin ha parlato della vicenda anche durante la messa della notte di Natale, riprendendo l'esortazione di Benedetto XVI a fare giustizia. "Nessuna parola di scuse sarà mai sufficiente per il male procurato", ha sottolineato l'arcivescovo durante l'omelia pronunciata nella cattedrale di Santa Maria. Martin ha dichiarato che i preti cattolici colpevoli di aver abusato sessualmente di centinaia di bambini devono essere giudicati in tribunale.
[..]
Il rapporto del ministero della Giustizia di Dublino, pubblicato a fine novembre, accusa l'arcidiocesi di aver "ossessivamente" coperto abusi sessuali su bambini dal 1974 al 2004. Sul banco degli imputati, 46 preti pedofili autori di violenze ai danni di 320 piccole vittime nel corso di trent'anni. Donald Murray, vescovo di Limerick, è stato il primo a lasciare il suo incarico. Murray è accusato di non aver preso provvedimenti nei confronti di un prete pedofilo che avrebbe quindi continuato ad abusare dei bambini.

Alla luce di quanto detto sopra, non suona tutto così ipocrita, così vergognoso, così aberrante? L'esortazione a fare giustizia... Chiediamo scusa... Il male procurato...

lunedì 21 dicembre 2009

Spreconi incoscienti

Uno dei motivi per cui spesso mi lancio in crociate contro i mangioni è che non solo costoro ingrassano e poi se ne lamentano, non solo diventano un costo per la sanità (in molti ospedali pubblici esistono centri per "guarire" l'obesità, quando per avere un'ecografia in tempi decenti tocca spesso pagare un centro diagnostico privato), non solo perchè è indecente abboffarsi quando c'è gente che crepa di fame, ma anche perchè comprano, comprano, comprano cibo in quantità abnormi, sotto l'egida del consumismo più sfrenato.
Molto di quel cibo va poi sprecato, viene buttato, va a male o semplicemente non va più. E questo riguarda anche i non obesi, sebbene in genere siano più morigerati nel nutrirsi e nel caricare i carrelli della spesa della più svariata paccottiglia alimentare (inutile).

Durante le feste questo fenomeno diventa abnorme. Cerchiamo di essere un pochino più intelligenti del solito quest'anno.
Piergiorgio mi segnala la notizia di una ricerca pubblicata da PloS ONE che ci racconta che il 40% degli alimenti che compriamo va a finire nella spazzatura e il fenomeno è molto peggiorato negli ultimi 30 anni. Lo studio è stato effettuato negli States a cura del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases. In passato questo genere di investigazioni veniva effettuato tramite interviste e analisi della spazzatura dei cittadini. Questa volta la rilevazione si è basata sulle stime del peso medio degli americani fra il 1974 e il 2003, calcolando quindi quanto cibo potevano aver ingerito, prendendo anche in considerazione l'attività fisica media.
In seguito sono stati consultati i dati trasmessi durante lo stesso periodo dal governo USA alla FAO sulla quantità di cibo a disposizione della popolazione: la differenza fra calorie disponibili e calorie consumate è il cibo sprecato. Uno dei ricercatori afferma: «Nel 2003 ogni giorno ciascun americano aveva a disposizione 3750 calorie; 2300 sono state effettivamente ingerite, per cui 1450 sono andate perse». Ovvero il 40% degli alimenti sono finiti nell'immondizia.

Secondo i ricercatori, il 20% delle perdite di cibo è causata dalla produzione, un altro 20% dalla distribuzione, infine ben il 60% è da imputare ai consumatori che comprano troppo, fanno scadere i cibi, cucinano troppo e buttano via. Nel 1974 veniva sprecato il 30% delle calorie disponibili contro il 40% di oggi.

Tutto questo negli Stati Uniti. Ma già ora l'Associazione Nazionale Dietisti (ANDID) sostiene che in Italia ogni anno si buttano 6 milioni di tonnellate di alimenti ancora buoni. Ognuno di noi spreca 27 chili di alimenti commestibili: il 5% del pane, il 18% della carne, il 12% di frutta e verdura (per un totale di 584 euro buttati in discarica ogni anno).

Pur non essendo in alcun modo religiosa, credo che il cibo debba essere in qualche modo benedetto, laicamente ma benedetto. Non so da dove mi venga questa idea, credo che però abbia influito la frequentazione e la permanenza per certi periodi in monasteri buddisti sia in Italia che all'estero. Lì il momento del pasto è un (ulteriore) momento di raccoglimento, di meditazione. Si porta attenzione a ciò che si ha nel piatto, ai sapori, al masticare, senza che intorno nessuno berci e strilli a squarciagola, senza televisioni che sparano stupidaggini, senza distrazioni. Anzi si impara, anche in situazioni non tranquille, a rimanere concentrati, affinchè si stia nel "momento presente". Si tratta di un insegnamento sempre presente nella filosofia buddista, ma la sua applicazione all'atto del mangiare mi ha sempre colpito ancor di più. Forse perchè nel mondo là fuori si mangia come forsennati, a casa davanti alla tv o al telefono o chissà come, in pizzerie dove regna un certo fracasso, in mense di uffici dove i rumori di fondo diventano infernali e le chiacchere alzano il tono per poter essere udite. Quasi non ci si accorge di cosa si sta buttando giù.

Bisognerebbe ricavarsi momenti di pace per mangiare, benedicendo ognuno a proprio modo la fortuna di avercelo, quel cibo, perchè potremmo essere nati qualche migliaio di km più giù o più in là e non avere niente. Così - forse - non verrebbe più voglia di riempirsi di superfluo, soprattutto nel mangiare, perchè non è bello abboffarsi alla faccia degli altri. Chi non mangia in compagnia o è un ladro o è una spia, non si diceva così? E allora noi, abitanti dei paesi industrializzati che affamiamo quelli dei paesi cosiddetti "arretrati", chi siamo? Propenderei per la prima opzione. Voi no?


domenica 20 dicembre 2009

Meat Free Monday

Recentemente Londra è stata nominata la città "più vegetariana del mondo" dalla PETA. L'onore è toccato a Londra proprio perchè è il posto più veg-friendly possibile grazie alla quantità e qualità dei suoi ristoranti meatless, oltre ai negozi di alimentari, alle catene di fast food, etc. presenti nella capitale inglese. Oltretutto anche nei normali supermercati le etichette sugli alimenti sono sempre ben chiare e vengono sempre specificate le opzioni vegetariane o vegan 100%, rendendo più facili gli acquisti.

E a proposito di Inghilterra, sempre il nostro Paul McCartney è ultimamente impegnato nella promozione del Meat Free Monday (lunedì vegetariano), una campagna che mira a far crescere la consapevolezza nella gente circa l'impatto che il consumo di carne opera su animali, ambiente, salute.

Ora c'è anche un sito che supporta questa campagna informativa, se vi va buttateci un occhio, potete lasciare un messaggio di stima per McCartney e le sue figlie, entrambe al suo fianco in questa battaglia.

Il buon vecchio Paul ha scritto anche una canzoncina, Meat Free Monday song, che troverete proprio sul suo sito web, e incoraggia i visitatori a mandargli la propria versione del brano...

Quest'uomo diventa ogni giorno più interessante e degno di stima. E pensare che un tempo lui era il principe del disimpegno, solo un cantore d'amore, uno... così:




giovedì 17 dicembre 2009

lunedì 14 dicembre 2009

E questo sarebbe mangiare?!

Sotto le feste, ma non solo, la tribù dei magnaccioni indefessi, quelli che non guardano in faccia a nessuno pur di rimpinzarsi di ignobili pastrugni, si eccita e parte a riempir carrelli di supermercati, negozi di delicatessen, etc. di sostanze che essi considerano cibi ma che chiunque abbia un minimo di buon senso e di dignità non ingurgiterebbe mai. Se poi fai notare a costoro come viene prodotto il "cibo" che hanno comprato, la risposta è inevitabilmente la stessa ogni volta: non ci voglio pensare, però è tanto buono, non puoi pensare a tutto quello che metti in bocca.

Intanto, PERCHE' non puoi pensare a tutto quello che mangi?!? Ma come, magari le stesse persone si lavano 10 volte le mani per paura dell'influenza suina e poi portano alla bocca qualunque cosa?

Ancora, è "tanto buono"? Si vede che non hanno mai affinato il loro palato con una gastronomia 100% cruelty free. Gli amici che seguono questo blog sanno bene come mi nutro, non sono certo tipo da papponi insipidi o panne (sia pur vegan) schiaffate a vanvera nei piatti. E quando ti abitui ai sapori autentici, al gusto intenso dei cibi, alle sfumature delle erbe e delle spezie, certi alimenti grezzi, dal gusto volgare e dalla provenienza infame, beh, non ce la farestii proprio più a ingerirli, neanche nell'ipotetico e remotissimo caso in cui si tornasse ad essere mangiamorti.

I supposti palati fini degli onnivori mi fanno proprio ridere. Papille gustative bruciate, che non sanno (più?) assaporare. L'altro giorno una collega mi dice: "Ma quando volete farvi una bella magnata che fate?". Tesoro mio, io la bella magnata me la faccio tutti i giorni, non ho bisogno di aspettare domenica o natale. A casa mia si mangia bene tutti i santi giorni, non esistono quattrosaltiinpadella, uovaaltegamino, pasteasciutte anonime, o altri piatti dal sapore ordinario.

Un esempio per rendere l'idea. Qualche sera fa sono andata a cena con amici, non mi succedeva da tempo di finire in una trattoria tradizionale. Ho potuto prendere solo le penne all'arrabbiata e dei contorni, vi lascio immaginare da quali immagini e da quali fetori fossi circondata. I sedicenti ghiottoni e gourmet avventori del locale definivano la cucina del posto tra le migliori in città. Ebbene, io non ho mai mangiato una pasta all'arrabbiata così di infimo livello. Gli altri (onnivori) la trovavano squisita. Le verdure ripassate avevano un retrogusto di rancido. A loro parevano ottime. Succede più o meno la stessa cosa nella mensa dove mangiano i miei colleghi e dove io capito molto raramente. Gente che si lecca i baffi, "pancia mia fatti capanna", mentre io butto giù qualcosa solo per riempire lo stomaco, prendendo il minimo indispensabile (di solito un disgustoso riso al pomodoro, suppongo di provenienza cinese, il pomodoro).
Questi sarebbero i buongustai? Non mi si toglie dalla testa l'idea che davvero il loro gusto si sia talmente involgarito dai loro cibi quotidiani che non sappiano distinguere il buono dal pessimo, lo speciale dall'ordinario.

Dunque, tornando alla questione di cui mi premeva parlarvi, sotto le feste si intensificano gli acquisti di macabri alimenti. Uno tra questi, tra i peggiori in assoluto, è il patè di fegato d'oca. A parte che già solo il nome provocava in me ribrezzo anche quando, prima dei 18 anni, ero ancora tristemente onnivora. Non c'è bisogno di essere vegetariani per trovare un simile intruglio una ignominia.

E allora siamo qui per sostenere la campagna per abolire il pate' de foie gras. Intanto, a beneficio vostro che ancora siete ignari, fate un giretto qui, dove troverete tutto ciò che c'è da sapere:

Nello stesso sito c'è una sezione "Cosa puoi fare tu" e ve la raccomando caldamente:

Firmate anche il manifesto della protesta, più siamo meglio è:

Vi riporto anche uno stralcio dell'appello:

Il foie gras è una realtà agghiacciante, ma si può sconfiggere. In Francia ci sono varie associazioni che se ne occupano. Ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa, anche inviare una mail a persone che non ne sanno nulla (o che sanno in maniera troppo superficiale...) facendo loro vedere immagini, filmati o descrizioni di ciò che succede. Questo è estremamente IMPORTANTE e spesso decisivo per convincere le persone ad eliminare in modo totale questa roba dal proprio menu natalizio. L'unico aspetto positivo è infatti che questo cosiddetto "alimento" o addirittura come lo chiamano "prelibatezza" NON fa parte del menu quotidiano, ma è uno sfizio che si consuma in qualche rara occasione (Natale, degustazioni particolari, ecc..). Tradotto in termini pratici significa che lo sforzo che si richiede alla gente è MINIMO, ossia si chiede di rinunciare ad un antipasto 1 - 2 volte l'anno, e quindi ci sono da questo punto di vista più probabilità di successo.

Naturalmente, i riccastri se ne ciberanno più di una - due volte l'anno, va da sè. Più che augurare loro le sette piaghe d'Egitto (erano sette?) e un minimo di dignità acquisita, non possiamo fare altro che informare, informare, informare. In fondo io ho preso molto sul serio quello che considero uno dei miei motti preferiti: I think. Therefore I'm vegan. Una sorta di Cogito ergo sum che ci si addice. Se ragioni, se vai oltre l'apparenza delle cose, non puoi che essere vegan.


P.S. La foto del mangiatore qui sopra è stata elaborata sull'originale dalla sagace amica Sara Cargnello.

venerdì 11 dicembre 2009

La festa dei Mangiamorte

Mi darete della snob. Non sareste i primi, sicuramente non gli ultimi. Ma sapete quanto me ne importa, con tutto il rispetto. Che ci posso fare, io la penso così. Che - in linea di massima - i vegetariani siano più intelligenti, più sensibili, più sofisticati intellettualmente, etc.etc. è politicamente scorretto crederlo e scriverlo? Ma se ho aperto questo blog per poter dire quello che penso! Non mi paga nessuno, posso farlo. A chi non sta bene, pace all'anima sua (e purtroppo niente pace agli animali che vengono trangugiati da costoro).

Perchè vi parlo così, hic et nunc? Perchè stimolata dalla lettura di un articolo sulla manifestazione del 13 dicembre a Campagnola Emilia (RE): "Il Cicciolo d'oro". Allora, è più forte di me pensare che gli avventori di questa festicciola di paese siano degli idioti, delle persone vuote come cucuzze, dei mentecatti e quant'altro. Per non parlare di chi organizza e di chi da il suo benestare. Voi obietterete che è pieno di brave persone anche tra i mangiatori di ciccioli. Un po' il concetto del "buon selvaggio" (concetto superato ormai da tempo, peraltro), quello che fa la brava gente va tutto bene, lo fa in buona fede. Ci saranno dei nonnetti, dei nipotini, magari con delle belle giacchette bordate di pelo di animale squartato, regalo della zia ipersensibile, insomma sì, della gente comune.
Beh, a me questa brava gente sta pesantemente sulle scatole, non condono l'ignoranza e la protervia dell'ignoranza. E non è questione di ceti sociali, perchè questo genere di atteggiamento primitivo è in auge tra ricchi, poveri, e tutta la scala sociale al gran completo.

Ma vediamo più da vicino di cosa si tratta. La sagra prevede lo scannamento dei maiali per l'occasione per farli diventare ciccioli. Il programma vede poi una garrula riunione di norcini con 100 paioli in piazza sullo sfondo che cominciano a ribollire, con circa 8 quintali di grasso di maiale dentro. La festa inizierà naturalmente con l'Inno al Cicciolo eseguito dalla Banda locale.
Ergo, verrà distribuita agli astanti 800 mt di salsiccia prodotta in loco e altre prelibatezze a base di carogne, tipo guanciale con polenta, polenta fresca con sugo di salsiccia, salsiccia e polenta arrosto, gnocco fritto e salume. Il trionfo della cadaverina e della putrescina, evviva.
Ci sarà anche una riffa, in cui è possibile vincere un soggiorno di una settimana in Sardegna dove anche in pieno agosto e con temperature prossime ai 40 gradi verrà servito porceddu a colazione, pranzo e cena, con contorno di wurstel (giuro, l'ho visto fare da parenti acquisiti sardi).
Nel pomeriggio, per i compagni di merenda, ancora assaggi gratuiti dei ciccioli prodotti dai norcini presenti e santificazione del Supercicciolo da Guinness (100 kg di ciccioli in un'unica forma offerti a tutti).

Allora, mettiamola in questo modo. A me questo genere di sagra provoca ribrezzo. Non voglio neanche pensare alle budella non tanto del maiale quanto a quelle dei partecipanti (dai nonnetti ai nipotini e a tutta la spensierata involuta brigata), in avanzato stato di putrefazione. Spero che fidanzati partecipanti alla sagra operino lavande gastriche prima di consumare baci appassionati, anche se - oddio - tra necrofagi non è che si vada tanto per il sottile, sta a guardare il cicciolo tra i denti adesso, anzi, magari ci si scambia la putrefatio come in una corrispondenza di amorosi sensi.

Com'è e come non è, se avete voglia di protestare contro questo genere di divertissement, potreste scrivere agli organizzatori, ma senza ingiurie, altrimenti cornuti e mazziati, vi possono pure denunciare. Oltre che dovervi sorbire notizie simili finire pure in gattabuia, mi pare francamente troppo.
Le mail degli Illuminati sono queste:

presidenza@mbox.provincia.re.it, urp@regione.emilia-romagna.it,
ilcicciolodoro@libero.it, sindaco@comune.campagnola-emilia.re.it,
a.produttive@comune.campagnola-emilia.re.it



mercoledì 9 dicembre 2009

Maclura

Il mio caro amico Daniele, già apparso su questo blog in veste di mio reporter personale per le recensioni islandesi (a proposito, sono sempre in attesa di quelle di un paio di ristoranti romani, prima che chiudano, nevvero), mi segnala l'inaugurazione di una mostra qui a Roma di Francesco Vaccaro in cui la Natura gioca un ruolo importante: il progetto Maclura. Le foto che ho potuto vedere in anteprima mi sono piaciute e per questo ve lo racconto oggi qui. Ecco cosa mi scrive Daniele:

Si tratta di una sequenza di scatti fotografici dove la maclura è misteriosa protagonista. Un frutto verde a forma di cervello umano. La maclura assomiglia ad un'arancia, è verde e profuma leggermente di limone. Non è commestibile. In passato le foglie della pianta sono state utilizzate per nutrire i bachi da seta.

Francesco Vaccaro ha ritratto tra gli altri: Dacia Maraini, Piera Degli Esposti, Nicola Acocella, Andrea Occhipinti, Elisa Montessori, Roberto Herlitzka.


Io farò il possibile per esserci all'inaugurazione romana che avrà luogo giovedì 10 dicembre, ore 18.30 - 21.30, all'AOCF58, Via Flaminia 58 (Mappa).
Se venite, cerchiamoci là. Confessione: un po' ci spero di incontrare Dacia Maraini, non me ne vogliate, debolezza da... libromane.

martedì 8 dicembre 2009

Non vorrei morire di fame in ospedale...

Mi scuso per il ritardo, avrei dovuto pubblicare prima questo post. L'8 dicembre siete ancora in tempo per andare a firmare, fatelo, anche se non siete ora vegetariani potreste diventarlo in futuro e potreste trovarvi in ospedale, i vostri figli in una scuola o in un asilo e non poter mangiare altro che patate e carote lesse e poco più. Noi invece vogliamo mangiare come a casa nostra, un menu completo, come quello degli onnivori, oltretutto parecchio più salutare (per noi e per tutto l'ecosistema). Per questo, occorre mettere la propria firma e supportare l'iniziativa della LAV:

Sabato 5, domenica 6 e martedì 8 dicembre, nelle piazze delle principali città italiane, la LAV presenterà la campagna “Cambiamenu” dedicata alla scelta alimentare vegetariana. I cittadini saranno invitati a firmare la petizione per chiedere ai Sindaci e ai Presidenti di Province e Giunte Regionali di garantire l’opzione vegetariana nelle mense, nel rispetto del diritto di scegliere di consumare alimenti realizzati senza arrecare sofferenze agli animali.

La petizione intende sostenere e riaffermare le richieste esposte nella Proposta di Legge trasversale 1467 “Norme per la tutela delle scelte alimentari vegetariana e vegana”, (primi firmatari gli On.li Sarubbi, Giammanco, Viola e Mancuso), presentata il 14 ottobre scorso con una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati.

Clicca qui per vedere l'elenco delle piazze dove sarà possibile firmare la Petizione.


domenica 6 dicembre 2009

Ristoranti molto volgari

A me è capitato diverse volte in passato di trovarmi in posti del genere, dove alle pareti c'erano animali impagliati, trionfi di selvaggina, etc. Naturalmente ne sono uscita prima possibile e non ci ho più rimesso piede. Non amo le volgarità. Voi?


* Possiamo sederci sotto un quadro vegan?

giovedì 3 dicembre 2009

Kaleidoscope eyes

"Picture yourself in a boat on a river,
With tangerine trees and marmalade skies
Somebody calls you, you answer quite slowly,
A cow with kaleidoscope eyes."
(Lennon & McCartney)

Qualcuno ricorda questa canzone del 1967 dei Beatles?! Saprete certamente che le iniziali delle parole del titolo, Lucy in the Sky with Diamonds, sono L.S.D. e il testo parla di "rocking horse people viewed plasticine porters and ate marshmallow pies while drifting past flowers"...
Insomma, un posto con gente fuori di testa, presumibilmente in preda agli effetti dell'acido lisergico.

Alla fine degli anni '40, i cittadini di una città francese mangiarono pane fatto con farina di segale contenente un fungo che si chiama ergot (Claviceps purpurea). Si verificarono episodi di allucinazioni di massa. La storia riporta di altri "incidenti" simili. Quando quella sorta di muffa scura che si trova sulla segale viene raffinata, produce una sostanza chimica allucinogena conosciuta come LSD-25.

Ma torniamo ai giorni nostri. I produttori statunitensi di latte & latticini hanno patito quest'anno a causa di condizioni metereologiche inusuali e senza precedenti Per molti operatori agricoli la stagione del raccolto si è spostata di tre settimane più tardi rispetto a quella usuale. Molti coltivatori di mais e cereali vari hanno avuto a che fare con gelate anticipate e hanno perso gran parte della loro produzione. Le gelate hanno provocato tra l'altro la produzione di quel genere di muffe di cui abbiamo parlato prima. E qui viene il problema.
Alcune di queste muffe e e di questi funghi possono essere tossici sia per il bestiame che per gli umani che ne bevono il latte o mangiano formaggi ricavati da quel latte, dal momento che quel bestiame ha ingerito le tossine in questione....

Beh, che vi devo dire, io intanto me la canto: Picture yourself in a boat on a river, With tangerine trees and marmalade skies, Somebody calls you, you answer quite slowly, A cow with kaleidoscope eyeeeeeeeeeeeeeeeeeeesssssss



fonte: nomilk.com

martedì 1 dicembre 2009

Vegan del mese: Samanta

Sapete come la chiamo io? La donna dalle tre B: bella, buona e brava. Sul bella non si discute, va da sè. E che sia buona e brava, abilissima e sveglia nel risolvere situazioni difficili per i nostri amici animali, lo scoprirete anche voi leggendo la sua storia.
Oggi ospite graditissima della rubrica Vegan del Mese è Samanta e ve la presento con grande piacere. L'ho incontrata in occasione di un salvataggio di mucche e caprette da una situazione drammatica, la sua passione e la sua carica positiva traboccavano dalle mail anche senza conoscerla di persona. Tanto ha fatto che c'è riuscita. Mucche e caprette sono state liberate e ora vivono in pace la loro vita. Lascio la parola a lei.

Ciao Samanta, vuoi presentarti ai nostri lettori?
Mi chiamo Samanta Orsini ho 34 anni e vivo in provincia di Chieti, in Abruzzo.

Da quanto tempo sei vegan? c'è stata una transizione "vegetariana" o sei passata direttamente a vegan?
Sono stata per quasi un anno vegetariana e e poi sono passata a vegan (ora sono circa 8 anni che sono vegan).

Quali sono i motivi di questa scelta?
I motivi sono assolutamente etici. Gli animali in quanto esseri senzienti hanno lo stesso diritto di essere rispettati come gli esseri umani. Non portare rispetto ad un essere vivente significa fargli violenza e la violenza è sbagliata. Privare un animale della libertà rinchiudendolo in una gabbia, non permettendogli di esprimere i suoi bisogni e istinti naturali fisici ed emotivi, mutilargli il corpo, alimentarlo forzatamente e scorrettamente per farlo ingrassare, separarlo dai propri cuccioli e farlo patire tra le torture dei macchinari dei mattatoi è oggettivamente violenza, è fare del male.

Nessuno ha il diritto di chiamare in vita milioni di animali, se questi, non hanno la possibilità di una vita degna di essere vissuta. Il modo per opporci a questa ingiustizia è non mangiare né loro nè i loro derivati, soprattutto 'oggi' che possiamo vivere benissimo senza la carne rimanendo in perfetta salute. Da parte nostra è un dovere morale non sacrificare più animali, sforzandoci di cambiare una mentalità primitiva, arretrata e limitata nell'amore, eticamente rudimentale, ma puntare verso un progresso etico che elimina qualsiasi atto barbaro, qualsiasi oppressione verso un essere vivente uomo-animale.

Il futuro dovrà essere quello di aprire nuovi orizzonti ad una visione della vita che abbracci tutti gli esseri viventi attraverso il principio del rispetto e dell'uguaglianza dal punto di vista del trattamento morale, perché tutti hanno il diritto alla felicità a prescindere da qualsiasi forma si abbia.

Ci sono stati degli eventi particolari che ti hanno spinto a cambiare stile di vita, come letture, incontri o...?
Nessuno evento mi ha portato a convincermi della scelta vegetariana, queste idee sono sempre state dentro di me, fin da piccola non volevo mangiare gli animali e avevo fortemente questo sentire interiore di compassione e giustizia in generale che crescevano sempre di più.

E' stato un passaggio difficile? Ti è "pesato" rinunciare alle vecchie abitudini?
Non è stato un passaggio difficile, anzi facile perché liberatorio (visto che la mia famiglia da piccola me lo impediva). Mi sono liberata dai sensi di colpa per esser stata responsabile della morte di tanti animali. L'unica rinuncia che ho fatto è stata la rinuncia all'egoismo. Sinceramente mi importa anche ben poco del cibo, la felicità per quello che comporta questa scelta etica è superiore a qualsiasi cosa, l'importante è che gli animali non soffrano poi il resto, il cibo, i vestiti e altro viene dopo, le soluzioni si trovano.

Sono cambiati e e in che modo i tuoi rapporti con famiglia e amici? Come ti poni nei loro confronti?
Ora mia madre è quasi vegetariana, i rapporti con i miei familiari e amici non sono cambiati per me, più che altro sono cambiati per loro, per la continua influenza che porto nella loro vita attraverso il mio messaggio animalista, hanno una visione di sicuro più allargata rispetto a prima nei confronti degli animali.

Come te la cavi nei pranzi e nelle cene con parenti e amici? Vivi le differenze con disagio oppure no?
Sono una vegan attivista. Non vivo alcun disagio nemmeno nei 'contrasti', in qualsiasi situazione mi trovi è sempre una buona occasione per divulgare le ragioni del vegetarismo, approfitto sempre ed ovunque, d'altronde è questo il nostro compito no? e poi le nostre ragioni non permettono molta possibilità di replica.

Sono a conoscenza della tua attività a sostegno degli animali,vuoi raccontarla anche ai lettori?
Attualmente sono responsabile della sede territoriale della LAV di Chieti e del settore vegetarismo/allevamenti LAV Abruzzo che si occupa di tutelare e rivendicare i diritti degli animali d'allevamento. Il nostro scopo oltre a promuovere l'alimentazione vegetariana e vegana organizzando ad esempio incontri informativi, è quello di liberare questi animali, quando ci sono le condizioni adatte, dagli allevamenti o salvarli dal macello. Per questa missione abbiamo realizzato un progetto che si chiama 'LiberAnimali' che si prefigge di raccogliere fondi per finanziare tutte le spese della liberazione dell'animale con particolare riferimento alle spese del 'trasporto' che sono molto costose.

Per chi volesse contribuire a salvare un animale d'allevamento può fare una donazione alla LAV di Chieti. Il codice IBAN è:
IT56 U076 0115 5000 0000 0157 669
Intestato a LAV Chieti, la causale è: 'LiberAnimali'.

Ad ogni modo l'importante è agire e concretizzare seriamente per aiutare gli animali, i loghi non contano, ma solo quello che si riesce a fare.

Hai un sogno che ti piacerebbe vedere realizzato?
Fare qualcosa di grande per gli animali.

Come potevo non ospitare Samanta su queste pagine? E ricordate che una donazione per gli animali - anche la più piccola - è il più bel regalo di Natale che possiamo farci. Conoscendo Samanta, garantisco per lei: i vostri soldini saranno in ottime mani.


domenica 29 novembre 2009

Chi è più depresso?

C'è chi scrive una cosa, c'è chi ne scrive un'altra. Ognuno crede a ciò che preferisce, magari usando anche il caro vecchio buon senso. Comunque, il fatto sta che nel giro di tre settimane sono stati pubblicati due articoli sullo stesso argomento ma che riportano conclusioni praticamente opposte.

Si parla di depressione e degli effetti dell'alimentazione su questa patologia. Vediamo cosa dice il primo articolo (i grassetti sono miei), che risale al 2 novembre di quest'anno:

Salute: depressione, con cibi grassi e junk food il rischio aumenta
Patatine fritte, merendine e cordon bleu rischiano di mandarci in depressione. A sostenerlo è un recente studio pubblicato sullla rivista British Journal of Psychiatry dai ricercatori dell'University College London di Londra, in Gran Bretagna, secondo cui una dieta a base di alimenti "elaborati" aumenterebbe il pericolo di incorrere nel "male oscuro".

La ricerca è stata condotta su 3486 partecipanti di mezz'età, divisi in due gruppi: ai membri del primo è stata assegnata una dieta basata su alimenti integrali, frutta, pesce e contorni vegetali, mentre ai secondi un regime alimentare che prevedeva cibi più "complessi" come dessert zuccherati, fritture, carne elaborata, cereali raffinati e formaggi ad alto contenuto di grassi. Tutto questo per un periodo di cinque anni, trascorsi i quali gli studiosi hanno rilevato che chi aveva seguito un'alimentazione a base di cibi elaborati correva un rischio del 58% più elevato di sviluppare la depressione.

"Questo studio - spiega Andrew McCulloch, direttore generale della Mental Health Foundation britannica - oltre ad approfondire la comprensione di una patologia come la depressione, dimostra il legame tra ciò che mangiamo e la nostra salute mentale". (ASCA)


Ok, abbiamo afferrato il concetto. Però, qualche settimana dopo, il 25 novembre per l'esattezza, ecco che leggiamo il seguente titolo sul sito di una delle più autorevoli agenzia stampa:

martedì 24 novembre 2009

Bravo, Roger Moore!

Leggiamo sul Corriere della sera un articolo su Roger Moore, uno dei più famosi James Bond della storia del cinema, ora strenuo oppositore della famigerata industria del patè di fegato oca, un terrificante alimento di cui si nutrono soprattutto i francesi ma che purtroppo è diventato sinonimo di prelibatezza anche altrove, come nel nostro Paese.
Va da sé che chiunque riesca a nutrirsi di un simile disgustoso preparato ha una sensibilità degna di un orco mangiabambini, non ci sono storie. Solo l'idea mi ha sempre disgustato e quelle poche volte che mi sono trovata al cospetto di una simile nefandezza, anche da piccola, mi sono sempre stupita di come esseri umani che sembrano persone a modo riescano a inghiottire cotanto orrore.
La notizia che Roger Moore fosse in prima linea contro il paté l'avevo letta qualche giorno fa su alcuni siti anglosassoni ma ora che è rintracciabile anche in lingua italiana ve ne riporto direttamente alcuni brani:


«Il foie gras è una malattia, non una prelibatezza». Parola di Bond, James Bond. Anzi, no. Parola di baronetto. A pronunciare la drastica sentenza sul patè più amato dai francesi (e non solo da loro) è stato infatti Sir Roger Moore, l'attore che ha impersonato in ben sette film il più famoso agente segreto della storia del cinema, a conclusione del suo videoappello a non acquistare fegato d'oca nei negozi e a non ordinarlo nei ristoranti. Moore, che è anche ambasciatore dell'Unicef, ha deciso di prestare la propria immagine all'associazione Peta (People for ethical treatment of animals) facendosi promotore della campagna contro un prodotto alimentare che esiste solo in quanto risultato finale di una malattia indotta forzatamente nelle oche e nelle anatre. E proprio grazie a questo suo attivismo è stato scelto nei giorni scorsi dalla stessa Peta come «Persona dell'anno della Gran Bretagna».

Il foie gras, letteralmente fegato grasso, viene infatti ottenuto inducendo nelle oche o nelle anatre la steatosi epatica, un fenomeno dovuto all'ingrossamento abnorme che registra il fegato a seguito dell'ingestione di grosse quantità di mais e altri mangimi. Un risultato, questo, che viene ottenuto infilando nel becco e nel collo degli animali un lungo tubo di metallo attraverso cui viene fatto passare il cibo compresso senza che il povero volatile abbia la possibilità di opporvisi. La produzione di foie gras è illegale in molti paesi, in quasi tutti quelli dell'Ue, anche se proprio nel cuore dell'Europa, in Francia e in Belgio, il foie gras è considerato uno dei fiori all'occhiello della cucina regionale. In Italia la produzione è illegale dal marzo 2007.

Era già dal 2006 che Sir Roger, che oggi ha 82 anni, aveva preso posizione contro il foie gras. E la sua campagna ha registrato già un grande successo: la catena Selfridges ha deciso di eliminare il patè di fegato d'oca dagli scaffali dei propri magazzini.

Questi sono gli uomini che piacciono a me.

lunedì 23 novembre 2009

Un bel bicchiere di MAP e via!

Un nuovo studio appena pubblicato contiene implicazioni piuttosto scioccanti per chi si nutre di latte e latticini. Materia della ricerca è un agente gastroenterico portatore di infezioni che si chiama MAP. Per chi volesse approfondire la pubblicazione è sul numero del 13 novembre di Foodborne Pathogens and Disease.

Più di 40 milioni di americani soffre di sindrome da intestino irritabile (IBS), colite ulcerosa e morbo di Crohn. La ricerca in questione ci prova che tutte queste sindromi sono causate da un batterio, più precisamente dal mycobacterium avium paratuberculosis (MAP). Il 100% delle persone che soffre del morbo di Crohn è infettato da questo batterio. Il 100%, avete letto bene.
Cinque anni fa, i ricercatori scoprirono che il MAP sopravvive nel sangue umano (The Lancet, Volume 364, Issue 9439, Pages 1039 - 1044, 18 September 2004) e possono occorrere molti anni affinchè si manifestino i sintomi del morbo di Crohn.

Tornando allo studio appena pubblicato, gli scienziati hanno investigato la presenza del MAP in campioni di latte prelevati da mucche e capre e i risultati sono stati i seguenti: "Il DNA dei MAP è stato rilevato nel 100% dei campioni di latte sia di mucca che di capra".

La loro conclusione sarebbe che l'ingestione di latte "crudo" rappresenta un potenziale rischio di infezione da MAP. Ma si sbagliano a sostenere che sia solo l'assunzione di latte crudo a costituire un rischio per la salute. Infatti già diversi studi avevano dimostrato che il MAP sopravvive alla pastorizzazione. Date uno sguardo alla pagina del mio amico (virtuale) NoMilk: http://www.notmilk.com/c.html



fonte: http://www.notmilk.com/

mercoledì 18 novembre 2009

La fame

Leggiamo in questi giorni sui quotidiani on line che Paul McCartney il mese prossimo illustrerà la sua campagna contro il consumo di carne a Bruxelles al Parlamento Europeo, invitato da Edward McMillan-Scott, vicepresidente proprio del Parlamento Europeo, eurodeputato e... vegetariano.
Tutto questo avverrà nel corso di una conferenza intitolata "Global warming and food policy: less meat = less heat" (trad.: "Riscaldamento globale e politica alimentare: meno carne = meno calore").
Tutti noi veg sappiamo che mangiando meno animali, o meglio non mangiandoli affatto, ne' loro ne' i prodotti da loro derivati, gli effetti del riscaldamento globale sarebbero decisamente meno onerosi per il pianeta. Alla conferenza parteciperà anche Rajendra Pachauri, responsabile ONU della commissione sui cambiamenti climatici e premio Nobel per la Pace 2007, anch'egli vegetariano.

Ma fossero solo problemi di inquinamento e gas serra!
L’utilizzo di terre la cui produzione di cibo è destinata agli animali degli allevamenti intensivi contribuisce alla tragedia della povertà in aumento nel mondo. Non mi dite che non lo sapevate, bisogna avere occhi e orecchie sigillati per non sapere, ormai. Ogni giorno muoiono di fame circa 17 mila bambini, sono giorni che lo leggo e lo sento in tv (perchè la guardo poco, ma spesso è accesa e la sento mentre faccio altro, come scrivere su questo blog).
Intanto, Jacques Diouf, il direttore della FAO a Roma, ha fatto uno sciopero della fame di 24 ore per "sensibilizzare l' opinione pubblica sul problema dell'insicurezza alimentare" in vista del forum della società civile per la sovranità alimentare dei popoli riunito alla Città dell'altra economia di Roma.
Ci si è messo perfino Papa Benedetto XVI a tuonare contro le cattive strategie utilizzate nell'economia agricola e dichiara: La Terra può nutrire tutti i suoi abitanti. Per quanto valga (il suo tuonare).

Si, vabbè, tutto questo lo sappiamo. Almeno, noi veg lo sappiamo. E agiamo di conseguenza. Gli altri ascoltano, si deprimono, si scandalizzano, ma davanti al tg, proprio in quel momento, mentre ascoltano queste notizie, inforchettano la loro fettina ai ferri, spalmano il loro philadelphia, tagliano i loro prosciutti. Ma è così difficile prendersi le proprie responsabilità? Perchè il cervello non si collega alle azioni ma rimane pensiero astratto? Perchè non si inizia dalla propria casa, dal proprio piatto, dai propri figli? Questo amor materno tanto sbandierato dalle donne riguarda solo i bambini di casa propria? Gli altri schiattino?
Io non ci sto.


lunedì 16 novembre 2009

Con StilEtico spendi di meno!

Molti di voi già conoscono www.stilEtico.com. Chi ancora non ci ha mai fatto un giro ed è interessato a scarpe & co. cruelty-free, beh, quello è il posto giusto dove capitare! Uno shopping-centre dove fanno la parte del leone consigli per gli acquisti, recensioni, nuove scoperte, dritte per sopravvivere nella giungla di offerte on line e su strada di prodotti che non implicano materiali di origine animale. Per chi non ha intenzione di corroborare il mercato delle pelli degli animali, che non sono solo un "sottoprodotto" degli allevamenti ma una delle punte di diamante, insieme alle carni di questi animali.
Non starò qui a ripetermi, chi vuol saperne di più basta che faccia un giro tra i post sull'argomento.


Quello che mi premeva ricordarvi qui è che Stiletico è diventato in pochi mesi un vero punto di riferimento, non solo per chi come noi deve acquistare ma anche per i produttori. E per questo sono cominciate ad arrivare proposte di collaborazione, come ad esempio quelle dei negozi on line che trovate sulla sidebar di sinistra, i negozi amici di Stiletico che propongono sconti sui loro prodotti.
Troverete cosmetici, calzature, prodotti alimentari e shop on line come IVegan, NeonCollective, Mineralia, Charmonè, JingaShop, FeelGood. Altri se ne aggiungeranno, ci auguriamo.
Ricordo anzi in questa sede che siamo aperti a collaborazioni da parte di produttori e rivenditori di prodotti cruelty-free per iniziative di questo genere o tutte da inventare!

Io e le mie socie di StilEtico, ricordo anche questo, non guadagniamo nulla con questo sito. Abbiamo scelto di farci pagare la pubblicità tramite banner con sconti dedicati ai lettori, nient'altro. Tanto che i negozi, soprattutto quelli anglosassoni, si sono a volte stupiti di questo. Ma tant'è. Siamo idealiste, che ci possiamo fare.
Non disdegneremo in futuro di guadagnare, perchè no, e devolvere quanto ricavato alla causa animalista. Ma ora vogliamo farci conoscere dalle aziende e ci stiamo riuscendo. Questo è l'importante.

Quindi, niente più scuse, l'alternativa è possibile e con StilEtico ve lo dimostriamo ogni giorno!


P.S. Non solo noi del team di Stiletico non ci guadagniamo, ma anzi, a forza di scoprire nuovi negozi e nuovi prodotti siamo continuamente sottoposte a tentazione. E ogni tanto cadiamo nella nostra stessa rete. Non sempre è possibile resistere, soprattutto alle promozioni... Ci ritroveremo povere ma piene di scarpe, ombretti, biscotti alla canapa?!

venerdì 13 novembre 2009

Status Symbol per mentecatti

Ogni tanto qualche notizia che rincuora, si fa per dire. Ad esempio questa, annunciata dal quotidiano La Repubblica qualche giorno fa:


Come di consueto ve lo riporto per intero (e i grassetti sono miei):

BORSE, scarpe, stivali, cinture: mai più di coccodrillo. Al massimo resisterà il cinturino dell'orologio. Non è una vittoria degli animalisti ma il risultato della crisi. Il mercato del lusso boccheggia (non dappertutto però) e a risentirne sono gli oggetti in alligatore, status symbol per eccellenza. E anche un vero schiaffo alla miseria, a sbirciare il cartellino del prezzo, nella gara a esibire potere e denaro.
Sono sull'orlo della bancarotta gli allevatori della Louisiana, nelle cui paludi vengono allevati l'80% degli alligatori americani che poi finiscono sul mercato, considerati una delle qualità più pregiate del mondo. Per gli allevatori di questo Stato è il disastro, la peggiore stagione nell'ultimo quarto di secolo, in pratica la bancarotta: in un solo anno il numero delle pelli vendute è crollato, scendendo drasticamente da 35 mila a 7.500. La richiesta si è ridotta fino quasi a scomparire.

Si calcola che ogni alligatore costi agli allevatori 100 dollari dalla schiusa dell'uovo fino al momento in cui l'animale adulto viene abbattuto. E quest'anno le uova "allevate" sono state soltanto 30 mila contro le 530 mila dell'anno passato. Solo negli Stati Uniti il giro d'affari si aggirava attorno ai 70 milioni di dollari annui, una cifra che viene ora massicciamente ridimensionata.

Già gli allevamenti erano stati messi in ginocchio dai terribili tifoni che avevano spazzato la regione, e dalle enormi quantità di acqua salata che avevano messo a rischio l'habitat dei coccodrilli. Negli ultimi mesi, la mazzata che potrebbe essere definitiva, cioè il crollo della domanda dovuto alla recessione globale. Ma attenzione: c'è ricco e ricco. Da Parigi arriva una notizia solo apparentemente in controtendenza, a conferma che, se la fascia di consumi alta e medio alta è in crisi, quella del super lusso non conosce flessioni.

Hermès - lo ha annunciato l'amministratore delegato del gruppo Patrick Thomas al Reuters Global Luxury Summit - ha creato in Australia un proprio centro di riproduzione di alligatori in modo da poter stare dietro alla richiesta di borse per le quali ci sono spesso liste d'attesa lunghe mesi, se non addirittura un anno. Borse che, fatte a mano in edizioni particolari, possono arrivare a costare anche 35 mila euro l'una. "Ci vogliono dai tre ai quattro animali per fare una delle nostre borse, ma il mondo non pullula di coccodrilli, tranne nei listini di Borsa", ha ironizzato l'amministratore delegato.

Attualmente Hermès produce 3000 borse di coccodrillo all'anno. Nonostante la recessione, il gruppo ha dovuto aggiungere un centinaio di nuovi artigiani ai duemila tecnici che già lavorano nelle sue aziende. A Parigi, nel secondo trimestre del 2009, il celebre marchio ha registrato un balzo del 12% in più nelle sue vendite complessive, e in Giappone addirittura del 25%, come sottolinea Antonio Caprarica nel suo libro appena uscito I Granduchi di $oldonia. Eccessi e follie dei miliardari globali che se la ridono della crisi, nel capitolo opportunamente intitolato Basta una Kelly per sollevare il mondo.

Non soltanto una Kelly. Lo scorso luglio, durante le sfilate d'alta moda a Parigi, il marchio di superlusso Roger Vivier, di proprietà del gruppo Tod's, ha presentato una nuova borsa a tracolla intitolata e dedicata a Madame Sarkozy battezzata "Carlalala", in purissimo coccodrillo naturale. Sono in coccodrillo gommato le nuove Bamboo-bag di Gucci, rivisitate dalla direttrice creativa Frida Giannini, che nell'ultima sfilata, lo scorso settembre a Milano, ha disseminato di dettagli in coccodrillo e fibra di carbonio anche la collezione Gucci di abiti. Tocchi sottilissimi di alligatore, misto camoscio, anche nella sfilata di abiti pret-à-porter Fendi disegnati da Karl Lagerfeld.


Intanto. la notizia non è nuova, avevamo parlato di Hermes anche qui diversi mesi fa. Poi, che pensare delle donnette per le quali pellicce e accessori in coccodrillo sono degli status symbol? già sento le risposte di alcuni dei miei lettori, irripetibili. E questi di Hermes? E Carla Bruni che ha annunciato che lei non indosserà pellicce e poi si fa dedicare una borsa in "purissimo coccodrillo naturale"? E il mondo della moda? Così futile, così superficiale, così vacuo, così idiota? Così pieno di imbecilli vanesi e pronti a tutto per denaro? E i miliardari che se la ridono della crisi e della sofferenza di altri esseri viventi (tra cui gli umani, non si diventa miliardari senza rubare, evadere le tasse, sfruttare i propri dipendenti, etc.etc.)?
Tenete a mente tutti questi nomi di stilisti e marchi, isterici produttori di oggetti di lusso per isteriche signorette e omuncoli privi di ogni benché minima consapevolezza circa il pianeta su cui si trovano casualmente a vivere.

giovedì 12 novembre 2009

Store Wars

Uno splendido video, parodia di Star Wars, prodotto per tenere viva l'attenzione sui problemi relativi alla produzione e al consumo di cibo geneticamente modificato e con pericolosi additivi chimici. Mettetevi comodi, gustatevelo con calma.



martedì 10 novembre 2009

Mai più senza

Questa ci mancava. Un nuovo reality su canali Sky dal titolo 6 nel Mirino. Anzi, non è nuovo, sono io che l'ho scoperto ora.
Ecco la presentazione, così come l'ho letta (i grassetti sono miei):

Due arti antiche, tra le prime inventate dall'uomo per procacciarsi il cibo e che ancora oggi sono praticate da migliaia di appassionati. Sono la caccia e la pesca, soggetti unici del canale tematico (235) dedicato a queste due discipline. Dal mese scorso grande novità per Caccia e Pesca che ha diviso il proprio palinsesto giornaliero in quattro fasce tematiche da sei ore: a rotazione si alternano sei ore di caccia e altrettante di pesca. Raddoppia anche l'offerta per gli amanti del genere: oltre al canale 235, sul 236 si può seguire il palinsesto con una differita di sei ore per non perdersi i programmi preferiti. Tra le trasmissioni di punta 6 nel Mirino, seconda edizione del fortunato reality con al centro una sfida tra due cacciatori. Novità di questa edizione, l'ambientazione tutta italiana (prova finale esclusa), il televoto da casa per eliminare un concorrente e la possibilità di prendere il suo posto.
Da sabato 21 novembre, ore 21.00

Potete immaginare cosa mi sia passato per la testa quando ho letto un paio di giorni fa questo trafiletto, con tanto di foto di due imbecilli sorridenti visibilmente agghindati da cacciatori. Uno dei due era un mentecatto di chiara fama, Bruno Modugno (cercate il suo nome su Google per saperne qualcosa di più, non mi va di dedicargli più di due righe in questa sede). Prima di tutto, ho ringraziato la Rete per avermi dato la possibilità di scrivere su questo blog affinchè possa sfogarmi anche pubblicamente (e non solo all'interno delle mie stanze) e affinchè possa mettere a conoscenza di questo fattaccio chi ancora non sa e provocare lo stesso mio sdegno.

Dunque, c'è gente che si gusta anche lo spettacolo in tv e addirittura in differita su un altro canale. Chissà cosa fanno costoro sui loro divani... quando l'animale viene colpito esulteranno come quando la loro squadra di calcio fa gol? Chissà.
C'è la possibilità che i due del reality si ammazzino tra di loro? Si sa, tra cacciatori si sa, spesso non si tratta di errore o incidente quando un colpo raggiunge un altro cacciatore nello stesso terreno. Quale modo più sicuro di far fuori uno che ci sta sulle balle che non sparacchiargli contro in una battuta di caccia? E' pur sempre gente che deambula con un'arma da fuoco sul groppone e non spicca certo per capacità di empatia, suvvia, non scherziamo. Il televoto può servire anche a questo? Chissà.


Sono disgustata. In Italia ci sono circa 700 mila cacciatori ed esistono ben due canali Sky per loro. In Italia ci sono circa altrettanti vegan e non c'è alcun canale tv. Quanto potenti sono le lobbies dei fabbricanti d'armi? Quanto potenti sono quelle delle industrie del tofu, dei fagioli in scatola, del latte d'avena?