lunedì 14 dicembre 2009

E questo sarebbe mangiare?!

Sotto le feste, ma non solo, la tribù dei magnaccioni indefessi, quelli che non guardano in faccia a nessuno pur di rimpinzarsi di ignobili pastrugni, si eccita e parte a riempir carrelli di supermercati, negozi di delicatessen, etc. di sostanze che essi considerano cibi ma che chiunque abbia un minimo di buon senso e di dignità non ingurgiterebbe mai. Se poi fai notare a costoro come viene prodotto il "cibo" che hanno comprato, la risposta è inevitabilmente la stessa ogni volta: non ci voglio pensare, però è tanto buono, non puoi pensare a tutto quello che metti in bocca.

Intanto, PERCHE' non puoi pensare a tutto quello che mangi?!? Ma come, magari le stesse persone si lavano 10 volte le mani per paura dell'influenza suina e poi portano alla bocca qualunque cosa?

Ancora, è "tanto buono"? Si vede che non hanno mai affinato il loro palato con una gastronomia 100% cruelty free. Gli amici che seguono questo blog sanno bene come mi nutro, non sono certo tipo da papponi insipidi o panne (sia pur vegan) schiaffate a vanvera nei piatti. E quando ti abitui ai sapori autentici, al gusto intenso dei cibi, alle sfumature delle erbe e delle spezie, certi alimenti grezzi, dal gusto volgare e dalla provenienza infame, beh, non ce la farestii proprio più a ingerirli, neanche nell'ipotetico e remotissimo caso in cui si tornasse ad essere mangiamorti.

I supposti palati fini degli onnivori mi fanno proprio ridere. Papille gustative bruciate, che non sanno (più?) assaporare. L'altro giorno una collega mi dice: "Ma quando volete farvi una bella magnata che fate?". Tesoro mio, io la bella magnata me la faccio tutti i giorni, non ho bisogno di aspettare domenica o natale. A casa mia si mangia bene tutti i santi giorni, non esistono quattrosaltiinpadella, uovaaltegamino, pasteasciutte anonime, o altri piatti dal sapore ordinario.

Un esempio per rendere l'idea. Qualche sera fa sono andata a cena con amici, non mi succedeva da tempo di finire in una trattoria tradizionale. Ho potuto prendere solo le penne all'arrabbiata e dei contorni, vi lascio immaginare da quali immagini e da quali fetori fossi circondata. I sedicenti ghiottoni e gourmet avventori del locale definivano la cucina del posto tra le migliori in città. Ebbene, io non ho mai mangiato una pasta all'arrabbiata così di infimo livello. Gli altri (onnivori) la trovavano squisita. Le verdure ripassate avevano un retrogusto di rancido. A loro parevano ottime. Succede più o meno la stessa cosa nella mensa dove mangiano i miei colleghi e dove io capito molto raramente. Gente che si lecca i baffi, "pancia mia fatti capanna", mentre io butto giù qualcosa solo per riempire lo stomaco, prendendo il minimo indispensabile (di solito un disgustoso riso al pomodoro, suppongo di provenienza cinese, il pomodoro).
Questi sarebbero i buongustai? Non mi si toglie dalla testa l'idea che davvero il loro gusto si sia talmente involgarito dai loro cibi quotidiani che non sappiano distinguere il buono dal pessimo, lo speciale dall'ordinario.

Dunque, tornando alla questione di cui mi premeva parlarvi, sotto le feste si intensificano gli acquisti di macabri alimenti. Uno tra questi, tra i peggiori in assoluto, è il patè di fegato d'oca. A parte che già solo il nome provocava in me ribrezzo anche quando, prima dei 18 anni, ero ancora tristemente onnivora. Non c'è bisogno di essere vegetariani per trovare un simile intruglio una ignominia.

E allora siamo qui per sostenere la campagna per abolire il pate' de foie gras. Intanto, a beneficio vostro che ancora siete ignari, fate un giretto qui, dove troverete tutto ciò che c'è da sapere:

Nello stesso sito c'è una sezione "Cosa puoi fare tu" e ve la raccomando caldamente:

Firmate anche il manifesto della protesta, più siamo meglio è:

Vi riporto anche uno stralcio dell'appello:

Il foie gras è una realtà agghiacciante, ma si può sconfiggere. In Francia ci sono varie associazioni che se ne occupano. Ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa, anche inviare una mail a persone che non ne sanno nulla (o che sanno in maniera troppo superficiale...) facendo loro vedere immagini, filmati o descrizioni di ciò che succede. Questo è estremamente IMPORTANTE e spesso decisivo per convincere le persone ad eliminare in modo totale questa roba dal proprio menu natalizio. L'unico aspetto positivo è infatti che questo cosiddetto "alimento" o addirittura come lo chiamano "prelibatezza" NON fa parte del menu quotidiano, ma è uno sfizio che si consuma in qualche rara occasione (Natale, degustazioni particolari, ecc..). Tradotto in termini pratici significa che lo sforzo che si richiede alla gente è MINIMO, ossia si chiede di rinunciare ad un antipasto 1 - 2 volte l'anno, e quindi ci sono da questo punto di vista più probabilità di successo.

Naturalmente, i riccastri se ne ciberanno più di una - due volte l'anno, va da sè. Più che augurare loro le sette piaghe d'Egitto (erano sette?) e un minimo di dignità acquisita, non possiamo fare altro che informare, informare, informare. In fondo io ho preso molto sul serio quello che considero uno dei miei motti preferiti: I think. Therefore I'm vegan. Una sorta di Cogito ergo sum che ci si addice. Se ragioni, se vai oltre l'apparenza delle cose, non puoi che essere vegan.


P.S. La foto del mangiatore qui sopra è stata elaborata sull'originale dalla sagace amica Sara Cargnello.

11 commenti:

riccardo ha detto...

Il quadro in questione è Il mangiatore di fagioli di Annibale Carracci (è visibile a Roma alla galleria Colonna). La modifica apportata da Sara che gli ha riempito la ciotola di cacca fumante non è poi così "fuori luogo" dato che, di solito, molti romani vanno ghiotti di Pajata e indovina cos'è la pajata? se vogliamo evitare giri di parole è praticamente merda animale. Ergo, se si è quello che si mangia....

Ariel ha detto...

precisazione molto puntuale,grazie!

Noel ha detto...

Ariel io voglio venire a mangiare a casa tua!!

Noel ha detto...

Ariel io voglio venire a mangiare a casa tua!!

Ariel ha detto...

hai un invito aperto da spendere a tua scelta!
verrai a roma prima o poi, no?!

Anonimo ha detto...

Che bello questo post, cara Ariel. Io epr questo Natale ho deciso di regalare a tutti manicaretti vegan, corredati di un bel biglietto informativo.

Sarebbe bello poterti citare, con quel I Think. Therefore I'm vegan.

Posso citarti?

Per il resto, prendo anche i link che hai messo su e li metto sul mio post, che mi accingo a scrivere adesso.

:*

Ariel ha detto...

ciao Edera, puoi usare quello che vuoi, cita, scrivi, fai!

quel motto non è mio, l'avevo trovato in giro per la rete tempo fa e mi piace tantissimo, insieme alla citazione di Gandhi: Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo

mi sembra che racchiudano tutte le nostre ragioni, che ne pensi?

un abbraccio!

a

Anonimo ha detto...

Bellissima anche la frase di Gandhi, si.

Siamo piccole gocce nel mare, ma insieme forse possiamo diventare un'onda.
E questa è mia :)

Ariel ha detto...

ed è bellissima, grazie Edera! :-)

Sara ha detto...

la pajata....brrrrrr....e poi dicono a noi che siamo strani eh? :-)

Ariel ha detto...

Sì, Sara, noi siamo strani, chi mangia budella e contenuto delle budella è un buongustaio
!