venerdì 25 giugno 2010

Partecipate!


Il blog si riposa per un paio di settimane. Sono in partenza per una vacanzina insieme ai miei adorati tre cagnoloni. Saremo in montagna a far passeggiate e non so ancora se ci sarà modo di connettersi a internet. Invito come al solito tutti gli amici a segnalarmi notizie che in questo periodo dovessero essere diffuse per poi parlarne insieme qui.

Intanto, per chi ancora non l'avesse fatto, rinnovo l'invito a partecipare alla manifestazione virtuale contro la vivisezione in Europa. Dobbiamo essere tanti, aiutateci a diffondere l'evento.

Un abbraccio a tutti i miei lettori e.... a presto!


giovedì 24 giugno 2010

Yes Sir!

Ma che carini. Una nuova marca statunitense di condom cruelty free - la Sir Richards - annuncia che per ogni condom acquistato saranno fatte donazioni di profilattici ai paesi più poveri come Haiti, Thailandia e Uganda allo scopo di prevenire gravidanze e diffusione di malattie sessualmente trasmettibili.

Questi profilattici casein-free sono stati pensati per un target giovane, in particolare studenti del college, e per questo è stato scelto anche un packaging moderno, colorato, accattivante. Al momento il progetto è di distribuire questi prodotti nei negozi eco-bio, per poi raggiungere una maggiore distribuzione dal mese di ottobre in poi in un più ampio raggio d'azione.

Non so se arriveranno anche in Europa, ma intanto...bravi!



fonte: http://vegnews.com/web/article/page.do;jsessionid=6B810ADBFD833C611DAEF14747D6DFDE?pageId=2237&catId=8

mercoledì 23 giugno 2010

Notizie dalla Mongolia


Vi porto notizie dalla lontana Mongolia. Suppongo vi foste quasi dimenticati dell'esistenza di questo paese. Eppure buone nuove anche da laggiù. Sentite un po'.

Un movimento vegetariano sta prendendo piede in Mongolia, dove il consumo di carne per persona è mediamente molto alto. Il primo ristorante vegetariano nel paese fu aperto nel 2006, ma oggi più di 20 locali vegetariani e vegan sono diffusi nella capitale, Ulaanbaatar (a Roma ce ne sono molti di meno!). Ananda, il primo, da poco ha lanciato un servizio di catering veg ed un altro locale, il Luna Blanca, vende cibi pronti vegetariani nei supermercati locali.

La maggior parte dei ristoratori veg sono cristiani o buddisti, altri sono indiani seguaci di gruppi spirituali vari. Il motivo del successo del vegetarismo in Mongolia è sostanzialmente di ordine salutista ma anche spirituale appunto, legato alla disciplina della meditazione. Così, circa l'1% della popolazione locale al momento è vegetariana. Non male per un movimento così giovane, se consideriamo che negli States la percentuale è di circa il 3%. Probabilmente una reazione all'eccessivo consumo di carni animali della stragrande maggioranza della popolazione.
L'informazione, anzi, la contro-informazione alimentare sta diffondendosi sempre più, naturalmente anche grazie a internet.

In questo paese il buddismo non ha mai posto particolare enfasi sull'evitamento dell'alimentazione carnivora, probilmente a causa del territorio arido e montagnoso, della cultura nomade tradizionale, che hanno portato la popolazione storicamente ad ignorare l'agricultura e a dipendere invece da un'alimentazione carnea e soprattutto sui prodotti caseari. Il latte è visto come una cosa sacra: ogni mattina le donne che vivono in campagna così come nei condomini di città compiono rituali di offerta di latte verso il cielo...

E così, ora in questi ristoranti vegetariani i piatti che vanno per la maggiore sono proprio quelle ricette che utilizzano sostituti della carne a base di soia per riproporre piatti tradizionali in versione vegetale. Meglio che niente.
La cultura veg si propaga, lentamente ma inesorabilmente, in tutto il mondo.




fonte: h
ttp://www.eurasianet.org/node/61212


lunedì 21 giugno 2010

L'evoluzione dell'uomo

Alessandro stanotte mi ha inviato questo splendido video dei Pearl Jam. Guardiamocelo di tanto in tanto, per ricordarci ogni volta quanto siamo superiori agli altri animali.





DO THE EVOLUTION

Woo..
I'm ahead, I'm a man
I'm the first mammal to wear pants, yeah
I'm at peace with my lust
I can kill 'cause in God I trust, yeah
It's evolution, baby

I'm at piece, I'm the man
Buying stocks on the day of the crash
On the loose, I'm a truck
All the rolling hills, I'll flatten' em out, yeah
It's herd behavior, uh huh
It's evolution, baby

Admire me, admire my home
Admire my song, here's my coat
Yeah, yeah, yeah, yeah
This land is mine, this land is free
I'll do what I want but irresponsibly
It's evolution, baby

I'm a thief, I'm a liar
There's my church, I sing in the choir:
{hallelujah...hallelujah...}

Admire me, admire my home
Admire my song, admire my clothes
'Cause we know, appetite for a nightly feast
Those ignorant Indians got nothin' on me
Nothin', why?
Because, it's evolution, baby!

I am ahead, I am advanced
I am the first mammal to make plans, yeah
I crawled the earth, but now I'm higher
Twenty-ten, watch it go to fire
It's evolution, baby {2X}
Do the evolution
Come on, come on, come on

domenica 20 giugno 2010

La borsa di Brigitte


Può essere discutibile ma io apprezzo. Brigitte Bardot, attrice e animalista, ha preso accordi con una nota azienda che produce merci in pelle per creare una borsa in materiali sintetici, dichiaratamente cruelty-free. La borsa non è stata ancora realizzata ma è stata dichiarata come una “eco-friendly/green bag made of 100 percent natural fibers”.

Ovviamente nessun animale sarà tormentato per produrre codesto accessorio di abbigliamento, ma sono in molti a lamentare il fatto che la Bardot non avrebbe dovuto lavorare con una ditta che da oltre cent'anni lavora pellami.

In realtà, è presumibile che ci sia proprio un intento di diffusione della cultura cruelty-free in questo approccio. Perchè non provare a tirare dalla nostra parte anche chi tradizionalmente produce merci "tradizionali"? quale miglior modo per indurli a riflettere (economicamente, si intende, non credo alle riflessioni etiche di un commerciante o un industriale non etico) sul fatto che esistano alternative valide, che si possono produrre oggetti chic, trendy e chi più ne ha più ne metta senza andare a toccare la pelle degli animali?

Io sono convinta che serva anche questo, perchè se anche in materia di abbigliamento & accessori il concetto di alternative possibili rimane confinato a noi che ci siamo già dentro, difficilmente raggiungerà un target di per sè disinteressato alle tematiche green. E se le comprassero solo per moda e non per intima convinzione etica? Tutto fa brodo, purchè giù le mani dagli animali, convinzioni o moda che sia.


fonte: http://www.ecorazzi.com/

venerdì 18 giugno 2010

La cena di Chiara

La mia nuova amica e lettrice Chiara mi ha raccontato stamattina di una cena vegan di beneficenza a cui ha partecipato e che ha stupito lei e le sue amiche per la bontà e la ricchezza del menu. Nonostante sia ancora presto, solo a leggere le portate mi sto leccando i baffi mentre la salivazione cresce, insieme alla speranza di partecipare al più presto ad un banchetto simile. La serata è stata organizzata a Genova, il 17 giugno, presso la chiesa di Santa Zita, nel corso della presentazione del libro di Ornella Bavello "Ecovivere".

Come riporta la presentazione dell'evento:

L’idea è di proporre in futuro, una mensa vegetariana per poveri, mostrando come la scelta di tale alimentazione sia sostenibile anche in ambito economico-sociale, soprattutto nel caso specifico, dovendo dare sostentamento a persone povere.

Musica per le mie orecchie, amici!

Naturalmente c'è lo zampino della Società Vegetariana di Genova, va da sè...

Ed eccovi infine il menu (tutti i prodotti sono senza ingredienti di origini animali), per la gioia dei vostri occhi:

- Insalata e Antipasto
- Insalata “di rito”
- Crostini di pane con maionese rossa
- Parmigiana con crema vegetale e grana di mandorle
- Insalata russa
- Sunshine di zucchine ripiene di lupini e ortaggi
- Finocchi gratinati con semi di finocchio
- Insalata di farro perlato
- Caponata siciliana con seitan
- Frittata di grano saraceno, ceci e ortaggi di stagione
- TiramiTantosu



lunedì 14 giugno 2010

Grasso e demenza

Vi riporto la traduzione non fedelissima di un articolo letto qualche giorno fa. Come altre volte sottolineato, non vogliamo fare un'equazione vegan=magro e onnivoro=obeso. Ma tant'è che spesso chi è onnivoro tende ad essere meno attento a cosa ingurgita e alle quantità, oltre alla qualità dei cibi che passano tra le mani.
In linea di massima, si suppone che un vegan sia maggiormente informato su cosa faccia bene e cosa faccia male alla propria salute, dovendo per forza di cose acculturarsi sulla questione. Dal momento che tutti ci chiederanno come mai siamo ancora vivi pur senza mangiare cadaveri e secrezioni animali, dobbiamo per forza di cose studiare le basi dell'alimentazione per poter controbattere con dovizia di argomentazioni (come se la nostra stessa esistenza, in genere - diciamolo pure - più in salute di quella di altri, non fosse già testimonianza efficace della salubrità della nostra alimentazione).
Comunque, i risultati di questa ricerca costituiscono un motivo in più per essere più attenti alla nostra alimentazione e a non abboffarci. Se un gene ci predispone a qualche patologia non è detto che dobbiamo dargli man forte e far precipitare la situazione.

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Essere grassi non fa bene al cervello. Questa almeno è la triste conclusione di parecchi studi recenti. Ad esempio, uno studio su circa 6 mila e 500 persone effettuata in California rileva che chi si ritrova in sovrappeso intorno ai 40 anni è più predisposto a soffrire di demenza senile quando ne avrà 70.
Stesse conclusioni in Svezia, dove un'altra ricerca ha trovato che al confronto con le persone più magre gli individui in sovrappeso tra i 40 e i 50 anni sperimentano un più rapido e più pronunciato declino nelle funzioni cerebrali negli anni seguenti.
In effetti, pare che il cervello delle persone obese spesso mostri segni di danneggiamento. Uno studio compiuto su 60 giovani adulti (20-30 anni) rileva che gli individui più grassi del gruppo riportavano significativamente una minore densità di materia grigia in parecchie regioni del cervello, incluse quelle che coinvolgono la percezione del gusto e la regolazione del comportamento alimentare.
Ancora, una ricerca su 114 persone tra i 40 e i 66 anni ci riporta che gli obesi tendono ad avere cervelli più piccoli e atrofizzati della persone più magre, un risultato confermato da altri studi similari. Il cervello di norma si atrofizza con l'età, ma essere obesi accelera il processo. La cattiva notizia è che una pronunciata atrofia cerebrale è l'anticamera della demenza.
In che modo l'obesità svolga la sua influenza sul cervello non è ancora chiaro, sebbene si sospettino una serie di possibili fattori responsabili.
Uno studio pubblicato recentemente sui Proceedings of the National Academy of Sciences ha identificato un gene - detto FTO - che sembra essere coinvolto nella questione e svolgere un ruolo sia sulle funzioni cerebrali che sul peso. Potrebbe predisporre da un lato le persone all'obesità ed essere associato all'atrofia di diverse zone del cervello, come i lobi frontali.

fonte: http://www.vegsource.com/news/2010/04/being-fat-is-bad-for-your-brain.html

martedì 8 giugno 2010

Oggi in TV RETTIFICA



RETTIFICA: gli interventi previsti nella trasmissione di oggi sono stati annullati e il programma tratterà altri argomenti.



Oggi alle 18,30 tutti davanti alla tv, sintonizzati su Canale 5, per la trasmissione "A gentile richiesta" presentata da Barbara D'Urso. Perchè? No, non è un invito ad un atto masochistico, non godo nel sapervi soffrire davanti all'apparecchio televisivo.
E' che oggi pomeriggio si parlerà di scelta vegan e "addirittura" di svezzamento vegan, con testimonianze dirette di genitori e di alcuni amici vegan che si sono gentilmente prestati ad accorrere negli studios televisivi tra gli intervistati e tra il pubblico.

domenica 6 giugno 2010

Cervelli diversi

Prima di tutto, mi scuso con i miei amici lettori per la latitanza nel pubblicare post di questi ultimi tempi. Non è certo per mancanza di notizie o di riflessioni, tutt'altro. Ho accumulato una tale mole di bozze da non riuscire neanche più a raccapezzarmi.

Cominciamo da una delle news più interessanti. Qualche giorno fa, navigando a vista nella rete, mi sono imbattuta in un articolo che mi ha molto colpito e che vado parzialmente a tradurvi. Si parla delle modalità per cui una persona decide di diventare vegetariana o vegan, un processo che in ogni individuo prende vie differenti: chi - magari vedendo documentari come Earthlings o Meet Your Meat decide la sera stessa che da domani non sarà più complice di tanta violenza;chi impiega più tempo, a volte anni, a percorrere il sentiero della piena consapevolezza. Chi magari esclude dalla propria alimentazione solo alcuni animali, per cui non prova empatia, altri ancora che si sentono "vicini" solo a cani, gatti, cavalli e conigli.

Ma qualcuno si è mai chiesto come agiscono questi processi mentali? Come mai in alcuni individui l'empatia per gli altri esseri viventi è più marcata e in altri meno?

Sì, qualcuno se lo è domandato. Proprio recentemente è stata effettuata una ricerca sull'empatia che compara onnivori, vegetariani e vegan. Vengono studiati i cervelli di vegan e non vegan mentre vengono mostrate immagini di sofferenza umana e animale e tra le altre scoperte i ricercatori hanno rilevato un "un tipico modello di risposta empatica e di controllo emotivo nei vegan". Non solo...

while omnivores are characterized by a greater activation of the bilateral posterior MTG during both human and animal negative valence scenes, vegetarians and vegans have constantly an higher engagement of empathy related areas while observing negative scenes, independently of the species of the individuals involved. [...] Collectively, our results reveal that distinct brain responses are evoked by emotionally significant pictures of humans and animals in people with vegetarian and vegan feeding habits, as well as between vegetarians and vegans, suggesting that different motivational factors might underlie their preferences and moral attitudes.”

Cosa significa questo?

Che i non vegan pensano effettivamente, "chimicamente", in maniera differente dai vegan. I vegan letteralmente elaborano la sofferenza altrui diversamente dagli altri.

Questo comporta che non si può fare affidamento esclusivamente sul ragionamento che è per noi più ovvio (violenza=evitamento, compassione,etc.) perchè i non vegan non pensano come noi, non subiscono le stesse elaborazioni di pensiero. E' necessario dunque trovare argomenti che suscitino una qualche fascinazione su di essi, anche se a noi sembrano più che convincenti le nostre motivazioni. Forse è proprio per questo che molti di noi fanno leva sul salutismo nel magnificare il nostro stile alimentare e di vita, anche se non è certo la prima delle motivazioni che ci ha portato a decidere. Eppure, per molti può esserlo. In mancanza di interesse per la vita altrui, quello per la propria può essere decisivo.

E' difficile credere che qualcuno possa rimanere distaccato, impassibile al cospetto della violenza e per di più gratuita (e noi siamo testimoni di questo quotidianamente attraverso le nostre scelte, dimostrando la non necessarietà di certe "azioni"), ma facciamocene una ragione. Per molti, moltissimi individui, gran parte delle nostre conoscenze e delle nostre amicizie, la violenza nei confronti di altri esseri viventi viene percepita come uno dei tanti accadimenti della vita e non suscita semplicemente altro che indifferenza.



fonte: http://www.vegansoapbox.com/nonvegans-think-differently-than-vegans/