domenica 28 giugno 2009

Earth song

Sono un paio di giorni che apro il giornale e leggo di polemiche sulla morte di Michael Jackson, i cocktail di farmaci, i medici approfittatori, il padre che ride e fa infuriare i fan, per non parlare di tutte quelle storie sugli interventi chirurgici a cui la pop star si era sottoposta per diventare sempre più "bianco" e che ci avevano già sconcertato negli anni passati.
A parte l'inevitabile circo mediatico, avete mai sentito parlare della sua “Earth Song”?
Pensate che questo brano del 1996 non è mai stato edito negli States, sebbene in Gran Bretagna sia stato uno dei pezzi più venduti nella storia del pop, battendo addirittura “Thriller” o “Beat It”.

Gli argomenti trattati in questo brano sono l'erosione terrestre, la deforestazione, la pesca indiscriminata, l'inquinamento, la guerra. Lo splendido video ci mostra il re del pop ripreso in diversi scenari in giro per il mondo. Jackson disse all'epoca: “Penso che la natura sta provando disperatamente a compensare i danni prodotti dall'uomo. E man mano che lo squilibrio ecologico va avanti, credo che la Terra provi una sorta di dolore..."

Forse non ve lo aspettavate da lui, così vanesio e così pop star. A noi piace ricordarlo così:

venerdì 26 giugno 2009

Grenada Paradise

Accidenti, chi può ci vada, subito. State programmando vacanze all'altro capo del mondo? Eccovi una dritta che farà rodere le unghie a chi (come me) almeno per il momento non ci può andare e farà invece venire una gran voglia di biglietto aereo a chi un viaggetto così se lo può permettere.

Stiamo parlando di Caraibi. Grenada, nello specifico. Ad esempio, se dovete decidere il posto dove andare in viaggio di nozze, beh, fateci un pensierino. Se poi scegliete di soggiornare a The Lodge, tutto sarà ancora più bello. Perchè? Perchè al Lodge si mangia esclusivamente vegan, e perchè è un posto stupendo. Ci voglio andare pure io,  rabbia, aaaaarrrgghhh!


Al The Lodge cercano di essere "eco-sostenibili" in tanti modi, oltre a servire un catering completamente vegan. I proprietari piantano un albero (palma, neem, cedro bianco, frangipani, etc.) per ogni persona che soggiorna presso la loro struttura, per compensare l'impatto ambientale del volo aereo per raggiungere Grenada. La scelta ricade esclusivamente - va da sè - su piante locali affinchè possa essere mantenuto quanto più possibile l'equilibrio ambientale di flora e fauna.
Per quanto riguarda l'acqua, sul tetto della struttura viene raccolta l'acqua piovana, poi filtrata per uso esterno (e filtrata tre volte per essere bevuta e per cucinare). Anche la piscina di 25 metri utilizza acqua piovana e il PH e la pulizia delle acque è garantita da un sistema elettrolitico/salino. Ovviamente l'acqua calda è fornita da energia solare.
Se scopro che qualcuno che mi legge ci è andato e non mi racconta nulla, mi arrabbio. E Dio sa...

Guardate la camera da letto che cos'è...
E io, che al massimo andrò a Terracina?
(con tutto il rispetto per Terracina)

mercoledì 24 giugno 2009

Disco Lies

E sempre a proposito di Moby, Antonella ci segnala "Disco lies". Splendido video, splendida musica. Per chi ancora non l'ha mai visto, eccolo, nella versione integrale non censurata:

lunedì 22 giugno 2009

Pale Horses

Perchè ci piace Moby? Perchè è bravo, bello (beh, si fa per dire, diciamo che è un tipo...) e buono (è vegan). E questo è il video di un brano - Pale Horses - tratto dal suo ultimo album Wait for me, in vendita dal 26 giugno qui in Italia.

venerdì 19 giugno 2009

It's Time to Change

Anche il Time Magazine dice quello che i vegan dicono da almeno 20 anni. Meglio tardi che mai. Ammesso che qualcuno ci faccia caso o ne prenda ispirazione. Queste cose sembra riguardino sempre i massimi sistemi e pochi realizzano che possono fare qualcosa in prima persona. L'obiezione più frequente, per esperienza personale, è: ma tanto anche se lo faccio io poi la maggioranza della gente continua a essere come è, a che serve allora? Imbarazzante quesito. Di questo passo, saremmo ancora all'età della pietra.

E' un ragionamento che fa talmente poco onore alla tanto decantata intelligenza umana che non merita grande approfondimento. Mi viene in mente quella donna di colore che negli anni '60 si ostinò a sedersi in un autobus in tempi in cui i neri - donne o uomini che fossero - erano tenuti a lasciare il posto ai bianchi (che vergogna). Avrebbe dovuto abbassare la testa, anche lei. E così Martin Luther King. Se tutte le persone che hanno cambiato il mondo si fossero allineate perchè così fan tutti...

Beh, questo è anche lo stato mentale di chi dice: Che senso ha rinunciare alla bistecca (alla faccia della rinuncia, io manco se mi pagano) se poi tutti continuano a mangiarsela. Bell'esempio da dare ai propri figli. Alleviamoli nella codardia e nel disinteresse per il mondo che ci circonda. E compramogli cellulari e videogiochi, affinchè non si sentano diversi dai loro amici, in tutto e per tutto. Portiamoli - come fanno tutti - a festeggiare il compleanno da McDonald. Com'è deprimente. Com'è alienante.

A parte i miei consueti pensieracci ad alta voce, torniamo al punto. Sul Time Magazine si parla di sostenibilità ambientale. Tra le varie voci relative a cosa possiamo fare in prima persona per non far cadere nello sfacelo il nostro pianeta c'è anche questo:

Chi è più responsabile del crescente riscaldamento globale? la vostra BMW o il vostro Big Mac? Credeteci o meno, è l'hamburger. L'industria internazionale della carne genera circa il 18% delle emissioni di gas serra, ancora più dei trasporti, secondo l'ultimo report dell'U.N.'s Food and Agriculture Organization. Gran parte di questi gas proviene dall'ossido di nitrato e dal metano che è, come il New York Times delicatamente chiama, "il naturale risultato della digestione dei bovini". Il metano ha un effetto sul riscaldamento planetario di circa 23 volte maggiore di quello del carbone, mentre l'ossido di nitrato lo è di 296 volte. [...]

David Graham / Gallery Stock
La produzione globale di carne si prevede che raddoppi tra il 2001 e il 2050. [...] Se diventate vegetariani, potete ridurre la vostra impronta sul pianeta di oltre 1,5 tonnellate di diossido di carbonio ogni anno, secondo la ricerca dell'Università di Chicago. Comprare e utilizzare un'automobile standard ne taglia solo una tonnellata - e non è così saporita (N.d.T. ...come la cucina veg!)

mercoledì 17 giugno 2009

La mappa del letto di un gatto

Questa vignetta mi è appena stata inviata dalla mia cara e paziente amica - nonchè arguta scrittrice - Manuela, provvista di cinque gatti e diversi cani. Dedicata a tutti i felici compagni di vita di uno o più gatti (perchè anche chi ne ha uno solo sa bene quanto riesca ad essere invadente e... ingombrante!).


giovedì 11 giugno 2009

Un nuovo club vegan a Roma

Incredibile ma vero. Un locale cruelty-free? A Roma? Si.
E si inaugura sabato 13 giugno dalle 16.30 in poi, con ricco buffet fino a esaurimento scorte.
Si trova nel quartiere Garbatella, in via Giovannipoli 18 e si chiama "Rewild cruelty-free club".

Udite udite! ecco cosa si può mangiare al Rewild:

panini al seitan e al tofu, insalate, bio-bruschette, piadine, pizza al trancio (con mozzarella vegan!), birra, cocktails, aperitivi, long drinks, analcolici, liquori frullati, centrifughe, the, cioccolate, succhi di frutta, sheese, arancine, supplì, felafel, crepes, dolci, gelati, snack, sfizi, bevande bio e da commercio equosolidale

Il Rewild sarà uno spazio dedicato alla musica live, proiezioni, conferenze, cineforum, biblioteca. Sabato, nel corso della festa di inaugurazione, dalle 22.00 in concerto:
Uncle's Buauty: Arianna & Suo Zio
The Easy Way: Sara Berni & Fabio Spaghetti

Intervenite numerosi!
e per i non vegan: ma che lattuga scondita...

martedì 9 giugno 2009

Strani incontri giù al bar parte terza

Amici. Amiche. Aita aita! Au secours!
Stamattina giù al bar insieme alla signora col sondino, indovinate chi c'era? Eh?
Un'altra signora col sondino.
E' ufficiale, trattasi di fenomeno endemico.
O sono io che soffro di allucinazioni? Forse quel grappino di troppo a metà mattina mi è stato fatale?
No, mi dicono che è vero, sono in due. Già due.


Ecco, a titolo dimostrativo, l'espressione del mio volto per l'occasione:

venerdì 5 giugno 2009

Shine On You Crazy Diamond

Guardo i diamanti con occhi diversi da quelli della maggior parte delle donne. Non sono mai stati i "miei migliori amici", volendo citare Marilyn.

Sarà che la stragrande maggioranza dei diamanti in circolazione è frutto del lavoro massacrante di adulti e bambini africani, ufficialmente pagati intorno ai 30 dollari a settimana ma che in realtà pigliano meno della metà di quella cifra, e da indiani che li tagliano e li puliscono, sempre sfruttati e sottopagati.
Sarà che i diamanti vengono utilizzati per foraggiare guerre: i leader ribelli della Sierra Leone hanno usato diamanti per pagare le armi che hanno ucciso almeno 75 mila persone e ne hanno lasciato 12 milioni senza casa. Sarà che i diamanti finanziano la morte.
Sarà che le miniere di diamanti aprono ferite senza fondo sulla terra ed inquinano l'acqua come il materiale chimico di risulta e di decantazione delle miniere che va ad inquinare le risorse idriche limitrofe. Le conseguenze ambientali di ogni tipo di estrazione mineraria sono così pesanti che, per quanto mi riguarda, anche se i minatori guadagnassero un salario equo, non sarebbe comunque una pratica accettabile.

(© Jean-Claude Coutausse/ CONTACT Press Images)

Come se non bastasse, esiste un racket dei diamanti. I diamanti sono valutabili solo perchè le compagnie stabiliscono una politica di "prezzi artificiali". Gli uomini del marketing spendono ogni anno miliardi di pubblicità per convincere la gente che i diamanti significano amore, potere, esclusività quando in realtà sono molto meno rari e costosi di quanto non ci vogliano far credere.

Potete leggere ancora altro sull'esperienza di Amnesty International con le miniere di diamanti. E non fatemi parlare delle miniere d'oro... (magari ci scriviamo un altro post in futuro)

Vediamo cosa dice al riguardo Wikipedia:

La produzione e distribuzione dei diamanti è largamente consolidata nelle mani di pochi e concentrata nei tradizionali centri commerciali dei diamanti (il più importante è Antwerp). La compagnia De Beers ha una posizione assolutamente dominante in questa industria già dall'epoca della sua fondazione nel 1888. La De Beers possiede o controlla una significativa porzione di tutti le miniere di diamanti del mondo e dei canali di distribuzione: circa il 40% della produzione annuale di diamanti è nelle loro mani. Oltre l'80% della produzione mondiale di diamanti grezzi passa attraverso laDiamond Trading Company (DTC, sempre legata alla De Beers) a Londra. La De Beers utilizza la sua posizione di monopolio per stabilire un controllo sui prezzi e vendere i diamanti direttamente nei mercati mondiali.

Se comunque volete brillare di luce impropria, se dovete comprare le fedi per le vostre nozze, almeno rivolgetevi ai pochi rivenditori di diamanti "etici", come questa gioielleria a Milano che così presenta i suoi prodotti:

Si tratta della prima linea di diamanti etici, estratti, lavorati e commercializzati nel pieno rispetto dei diritti umani. Un’alternativa concreta per chi ritiene che la dignità delle persone e dei popoli e la salvaguardia dell’ambiente rappresentino l’obiettivo e la condizione principale di un’economia sostenibile. Si tratta di diamanti provenienti dal Canada e, precisamente, da una miniera situata nello stato dei Territori del Nord Ovest. La miniera basa la sua attività su alcune priorità tra cui:

  • la sicurezza dei lavoratori;
  • l’instaurazione di un rapporto corretto e rispettoso con le popolazioni locali;
  • un alto grado di responsabilità ambientale.

Gli Ethical Diamond sono pietre uniche in Italia, perché vendute dalla Gioielleria Belloni con tre importanti garanzie:

  • la prima ne certifica l’origine, attraverso un numero di serie e un logo (il Canadamark) e la “foglia d’acero” simbolo del Canada, incisi al laser sulla pietra stessa. Ed è proprio questa la vera rivoluzione nessun diamante al mondo si conosceva, fino ad ora, la provenienza;
  • la seconda attesta che tutta la filiera, dall’estrazione alla vendita, aderisce al “Canadian Diamond Code of Conduct”, un severo codice di condotta stipulato dal governo canadese che deve essere obbligatoriamente rispettato sia da chi estrae sia da chi vende le pietre in questione;
  • e, infine, la terza (comune anche agli altri diamanti) ne certifica purezza, peso e colore.

La Gioielleria Belloni, inoltre, devolve una royalty del 5% a Soleterre Onlus. In particolare, “ethical diamond” si schiera al fianco della campagna “Il Solitario”, che ha l’obiettivo di sostenere 700 bambini in Sierra Leone e Costa d’Avorio all’interno di 4 case famiglia che erogano servizi sanitari, educativi e sociali. Il legame fra il diamante etico e il progetto è evidente anche semplicemente leggendo lo slogan della campagna: “In Africa c’è un diamante a cui non è concesso brillare. E’ un bambino orfano di guerra”.




P.S. Se qualcuno conosce rivenditori di diamanti etici in altre città d'Italia, beh, sono a disposizione per renderli noti attraverso queste pagine. Come di consueto, questa non è pubblicità. La gioielleria in questione non sa neanche di essere stata menzionata in questa sede.

mercoledì 3 giugno 2009

Pacifisti


  • Condividiamo il 99% del nostro DNA con gli umani ma ci sono ben 6 miliardi di loro e noi siamo quasi estinti. Qual è la differenza?
  • Che noi siamo pacifisti.

lunedì 1 giugno 2009

Vegan del mese: Regina

Vegan del mese di giugno è Regina.
Regina è una mucca meticcia di circa 8 anni che vive vicino casa mia, in una fattoria abitata da una famiglia (una coppia con due bambini) di vegetariani. La mamma di casa, Katia, è ormai una amica e io mi servo da lei per gli acquisti di frutta e verdura coltivata nella loro proprietà secondo i principi della biodinamica. Ogni tanto, quando a vado a fare la spesa, passo a fare un saluto a Regina, che però non ama molto gli estranei. La chiamo e lei si gira e si avvicina un po', ma poi preferisce guardare da lontano. Invece quando è Katia a fare il suo nome, lei arriva subito e abbassa la sua testona sotto le carezze. Katia mi raccontava anche stamattina con raccapriccio quante volte amici e parenti le dicano che vedono bistecche nel guardare Regina, e non un essere vivente. Come se fossero pazzi, loro della fattoria, a tenere in vita roba che può finire nelle loro pance. Questi Gargantua e Pantagruel sono in buona, anzi, in numerosa compagnia. Noi no, non siamo della combriccola, non siamo fatti di quella pasta.
Regina vive lì, serena e soprattutto libera di entrare e uscire dalla sua stalla, libera di mangiucchiare l'erba del prato e il fieno che Katia le porta. Nella fattoria si utilizza di Regina solo quello che a Regina non serve più: i suoi escrementi, utilissimi per fertilizzare la terra. E' stata fortunata a capitare qui, proviene da un allevamento famigliare della provincia di Caserta, non un allevamento intensivo, ma pur sempre destinata ad essere ammazzata. Qui vivrà accudita e curata fino ad una morte naturale, insieme alla figlia Stella, a galline e pavoni e a SpiderPork, il maiale che vedete nella foto qui sotto: