lunedì 31 maggio 2010

Adrenalina a colpi di tofu

tofu hunter

Avrete già sentito parlare dei green-themed video games, ovvero quei videogiochi a tematiche eco-green-sostenibili... Ora sulla scena dei videogames c'è anche Tofu Hunter.

Ecco come recita l'ironico disclaimer del videogame:

This game contains graphic depictions of violence against tofu. We use this violence not to shock, but to better illustrate the pain and suffering that innocent tofu goes through every day in the barbaric name of veganism".

Io non gioco e non sono di conseguenza una grande esperta di videogames, so che di norma almeno ultimamente sono infarciti di violenza e donnine nude. Questo pare non faccia eccezione, a giudicare anche dalle due tipe in costumino che appaiono nella presentazione, ma almeno si parla di sparare al tofu e non di sgozzare umani, animali e quant'altro. D'altro canto però, perchè sparare al tofu? Nel senso che si mima l'effetto ammazzata di una caccia ad animali selvatici, forse che qualcuno ne sente la mancanza e sublima col tofu? Non so, che dire? Fateci un giro e ditemi che ne pensate...



martedì 25 maggio 2010

Quando passate all'Ikea

Alla fine prima o poi ci si passa. Costa poco, o comunque meno di altri. Per un verso o per l'altro è ormai raro trovare una casa che non abbia qualche pezzo comprato all'Ikea.
La prossima volta che ci capitate fateci caso: nei ristoranti Ikea trovate anche un menu vegetariano e biologico: cereali, legumi, frutta e verdura, proteine vegetali, olio, erbe aromatiche, spezie, riso integrale, semi oleosi, tutti rigorosamente biologici al 100%.
Il progetto è stato introdotto da FederBio, la Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica: «E' un primo passo per avviare insieme un percorso che vuole, con semplicità, trasmettere i veri valori di un'alimentazione naturale, certificata e sana - ha detto Roberto Pagliuca, segretario generale di FederBio - e dunque per promuovere uno stile di vita in grado di tutelare il nostro benessere e quello dell'ambiente nel quale viviamo».


Nel sito dell’Ikea scrivono tra le altre cose:
Apprezziamo chi ha scelto uno stile di vita che esclude dalla propria alimentazione prodotti di origine animale, una scelta che influisce positivamente sull’ambiente. Se avete scelto un’alimentazione vegetariana, all’IKEA troverete ... pane per i vostri denti. Al ristorante e al bar sono disponibili, oltre all’isola delle insalate, anche piatti vegetariani e vegani.


Non male, non male. Ne vogliamo altri di posti così però, non solo all'Ikea.

sabato 22 maggio 2010

No compromise

C'è una pagina su Myspace che potrebbe interessarvi, forse già la conoscete:

http://www.myspace.com/veganhiphopmovement

Trovo qui un brano che mi piace molto e vorrei condividere con voi. Fate attenzione alle parole, anche se non comprendete proprio tutto. Non sono riuscita a trovare il testo completo e se qualcuno di voi fosse a conoscenza di dove trovarlo me lo segnali e lo pubblicheremo.


mercoledì 19 maggio 2010

In India....

Notizia fresca fresca, ve la passo così com'è...(cliccate sulle scarpe, qui sotto)

martedì 18 maggio 2010

Terroristi!

La polizia inglese ha preso ad investigare sulle abitudini di viaggio, sulla famiglia e gli amici e tutto di circa 45 mila persone che hanno viaggiato fuori e dentro i confini della Gran Bretagna. La cosa ha provocato grande indignazione naturalmente (quanto a protezione della privacy siamo al ground zero...) ed è diventata argomento di dibattito a livello governativo.

Il terrorist detector ha monitorato milioni di cittadini britannici e non solo, con conseguenti controlli nei database giudiziari, dei servizi di sicurezza & co. Eppure, questo costosissimo sistema di prevenzione degli attentati pare non aver portato fino ad ora ad alcun arresto di terroristi della più varia provenienza. Niente. Tant'è che viene usato ormai sostanzialmente per identificare 'sex offenders and football hooligans'.

Attenzione. Gli individui sospetti potrebbero essere anche coloro i quali viaggiano con un marito o una moglie stranieri. Ma un innocente vacanziere potrebbe essere identificato come potenziale terrorista anche in base alla scelta del pasto a bordo dell'aereo. Rientra infatti tra gli elementi di "sospetto" l'ordinare un pasto vegetariano, ad esempio.

I piselli nel vostro piatto potrebbero essere usati come munizioni per cerbottane. I pomodori col riso potrebbero implodere dentro e sfrangere le patate di contorno. Gli asparagi troppo al dente potrebbero essere utilizzati come spadini. La forma dei fagioli non vi ha mai fatto pensare a bossoli di revolver? Notoria è invece la fama delle bucce di banana, armi letali soprattutto nei confronti degli assistenti di volo con vassoi e champagne e bicchieri di cristallo in direzione della business class.

Vivere pericolosamente è il nostro mestiere.


fonte: http://www.dailymail.co.uk/news/article-1278782/Outrage-secret-probe-47-000-innocent-flyers.html?ITO=1490#ixzz0o6o7svvS

venerdì 14 maggio 2010

VegFestival 2010

A Torino, il 10, l'11 e il 12 settembre torna il VegFestival. La manifestazione si terrà nel centro città, al parco Michelotti, in corso Casale 15 nell’ex zoo.
Ecco uno stralcio dal comunicato stampa di presentazione:

Per chi non lo conoscesse, il VegFestival è una festa all'aperto con ingresso libero della durata di 3 giorni - venerdi', sabato e domenica, aperta dalle 10 di mattina alle 2 di notte - che promuove la cultura vegan attraverso:

  • vari stand informativi con mostre fotografiche, cartelloni, filmati, opuscoli e libri;
  • conferenze pomeridiane e serali (presentazione di libri, dimostrazioni di cucina, conferenze sui vantaggi dell'alimentazione vegan da un punto di vista nutrizionale, conferenze sull'impatto ambientale, sull'etica, ecc.);
  • spettacoli e concerti;
  • vari stand commerciali di prodotti vegan (alimentari, cosmetici, abbigliamento, ecc.);
  • bar con bevande e spuntini 100% vegan e con prodotti provenienti da agricoltura biologica;
  • ristorante vegan aperto a pranzo e cena tutti i giorni, con ingredienti provenienti da agricoltura biologica;
  • gelateria.


Molti dei volontari dello scorso anno saranno di nuovo presenti ma è molto gradita la collaborazione anche di chi vuole andare a dar loro una mano per la prima volta. Ogni anno il Festival diventa più grande e più bello e c'è sempre più lavoro da fare per far sì che tutto funzioni nel migliore dei modi.

Ai volontari verrà offerto vitto e alloggio in cambio della disponibilità a lavorare intensamente per la riuscita della più bella festa vegan d’Italia. Quindi, c'è tanto fare, il lavoro sarà impegnativo ma il divertimento è garantito!

La disponibilità è richiesta naturalmente anche per il giorno prima e per quello successivo ai tre giorni del festival ovvero il 9 e il 13 settembre per aiutare nelle fasi di preparazione/montaggio e smontaggio.

L’iscrizione si può effettuare sul sito dell'organizzazione del Festival nella sezione Volontari. Per qualsiasi dubbio potete scrivere a volontari@vegfestival.org.

Vi terremo intanto al corrente del programma del Festival man mano che le date fatidiche si avvicinano... rimanete collegati!

mercoledì 12 maggio 2010

Bavette alla crema di asparagi

Non vi tediate, uomini e donne di poco fornello. Lasciatemi condividere delizie del palato appena assaporate, non fatemi ruminare sola soletta al pensiero dell'ultima prelibatezza sperimentata in cucina. Abbassiamo il nostro volo per sfiorare frigoriferi e pentolame e cucchiaioni di legno, orsù!
Giustappunto, domenica abbiamo mangiato questa pasta per la prima volta e ci è piaciuta moltissimo. Mi sentirei in colpa a non riferirvi la ricetta, veloce veloce, molto leggera, eppur tanto gradita ai commensali (vi piace questo tono da novella Artusi?)
Bando alle ciance, sperimentate e fatemi sapere, variazioni incluse naturalmente.

Tagliate a dadini 250 gr di asparagi non troppo grandi e metteteli in padella con un dito d'acqua.
Attendete che siano "al dente" e versate un bicchiere di latte di soia (ovviamente non zuccherato). Aggiungete quindi un filo d'olio di mais e sale qb. e fate amalgamare a fuoco bassissimo, mescolando spesso, fino a che non diventi una specie di crema molto liquida. Appena prima di scolare la pasta e versarla sul condimento aggiungete qualche pizzico di farina per creare la cremetta, regolatevi voi con mano sapiente circa la quantità. Ne risulterà una consistenza come se aveste aggiunto panna (da me aborrita nelle ricette sia in versione traditional che vegetale).
Mischiate il tutto e aggiungete un filo di olio extravergine d'oliva e qualche fogliolina di timo fresco o secco. Aggiungete pepe nero se piace (ci sta benissimo, ve lo consiglio).

Per la pasta noi abbiamo optato per una sorta di bavette, o forse fettuccine?, trafilate al bronzo fatte con grano da coltivazione biologica in versione tricolor (normale, verde con basilico, rosso con pomodoro). L'avevo acquistata proprio qualche giorno fa dalla mia fornitrice di frutta e verdura di produzione propria, ora anche punto di riferimento del gruppo d'acquisto solidale di zona. Sbizzarritevi voi nella scelta del formato, io propenderei per una pasta lunga di quel genere.

Facile, no?! Non fatevi regalare mazzi di fiori, bensì grandi e profumati mazzi di asparagi. Saprete cosa farne.

sabato 8 maggio 2010

Più ci penso


Più ci penso e più mi appare quanto meno bizzarro. Ad esempio, negli ultimi giorni si deve aver parlato su qualche magazine - on line o cartaceo - di quella stramba patologia chiamata ortoressia. Io ne avevo letto al riguardo parecchi mesi fa e se ho ben compreso si tratterebbe della paura di ingurgitare cibi di non sicura provenienza biologica, cibi non salutari e roba del genere.
Dunque, un paio di conoscenti mi hanno apostrofato come "ortoressica" con risatine di complicità delle serie "vedi che esiste proprio una malattia...".

E' chiaro che la faccenda richiede chiarimenti ed esemplificazioni. Pare che oggi come oggi mangiare come mangiavano i nostri nonni sia considerato patologico. A meno che i vostri nonni non fossero di nobile lignaggio, naturalmente, e soffrissero già tempo fa di quelle che oggi vengono considerate le "malattie del benessere". Chi preferisce pasta e ceci ai 4saltinpadella è un eccentrico. Se i sapori industriali io li trovo senza storia, ossi di gomma per cani affamati (nello specifico, il cane affamato sarei io, notoriamente di ottimo appetito e "buona forchetta"), se non mi sgargarozzo cocacola, danette danone, panatelle amadori, e tutta la paraphernalia pubblicizzata in tv, sono malata.

In breve, se non ci si uniforma alla massa appecoronata ai persuasori occulti (ma direi che "occulti" è un eufemismo, data la manifesta volontà dei pubblicitari a farci acquistare le loro carabattole), si è caso patologico.

Ancora, si dia il caso che io sia poco concentrata sulla mia salute, anche se so che dovrei esserlo un po' di più, ma la mia maggiore preoccupazione resta al momento il benessere degli esseri viventi che popolano il pianeta, riferendomi in particolare qui a tutti gli animali divorati abitualmente dagli umani, dopo trattamenti aberranti nel corso della loro triste vita in allevamenti (intensivi o meno). Per non dire di tutti quegli animali abusati per abbigliamento, cosmesi e compagnia bella.

La questione è - detto fuori dai denti - che sono talmente tranquilla relativamente alla salubrità della maggior parte dei cibi che naturalmente ho voglia di mangiare che penso di fare già - senza alcuno sforzo - del mio meglio per non finire nelle grinfie (o nelle sante mani, dipende) dei medici.


Dal momento che non mangio alimenti di origine animale in nessuna loro forma da alcuni anni, che nei decenni precedenti si limitavano comunque a uova e latticini (avendo smesso dai tempi della scuola di sbranare carni), penso che la mia salute sia nel migliore stato possibile che mi sia consentito per genetica, stile di vita, etc. Potrei morire d'infarto, comunque, ma magari succederà qualche anno dopo che non se fossi una che mangia bestie e che fuma come un turco. Siccome tutti dobbiamo morire di qualche cosa, non posso fare molto di più e dedico dunque la mia attenzione ad altro. Se succederà a 50 anni è perchè forse doveva succedermi a 30, io la penso così.

Se fossi ortoressica, non mangerei patatine fritte in busta all'ora dell'aperitivo. I pistacchi li mangerei non salati. I formaggi vegetali che si comprano non li toccherei, perchè benchè vegetali al 100% non contengono ingredienti tanto nobili. I budini della Provamel al cioccolato percaritàdiddio: pieni di zucchero. Ma, c'è un ma. A forza di mangiare frutta e verdura fresche in quantità, a forza di mangiare legumi profumati di spezie, a forza di degustare dolci fatti in casa con le mie manine, di tutte queste cibarie - peraltro vegetali al 100% - sopra elencate (chips, budini, etc.) ho sempre meno voglia e senza sforzo alcuno. E per questo sarei malata? e per questo sarei ortorettica? Ma mi facciano il piacere...
Se ci si abitua a mangiare quelli che sono i veri cibi creati dalla natura per l'essere umano, il desiderio di sapori "industriali" si fa sempre più rarefatto. Da vegetariana, i budini di soia al cioccolato erano una sorta di droga, ora li mangio quando capita, quando li trovo, ma in linea di massima preferisco farmi i dolci da sola, mi danno più soddisfazione, fisica e psichica.
Le patatine fritte le mangio alle feste, se prendo un aperitivo con amici, ma una busta comprata al supermercato mi dura a casa letteralmente settimane. Sono buone, inutile negarlo, ma a volte non mi vengono neanche in mente. Ciò non toglie che non le demonizzi, che male potrebbero farmi quando c'è gente che fa ben di peggio? L'importante per me è non ci siano ingredienti animali. Che possibilmente non sfruttino i lavoratori e malconcino l'ecosistema. Stop. Fortunatamente spesso tutti questi fattori si trovano riuniti.

Certo, se qualcuno storce il naso perchè non voglio assaggiare la frittata e crede che siano fisime, non è problema mio. Io animali e derivati non li mangio, ortoressia o meno che sia. Fate un po' come vi pare, fisime, ossessioni, fissazioni, ma non-li-man-gio. E non per ipocondria.

Pare che anche la parola "etica" oggi faccia sogghignare i più. Chi fa qualcosa per "etica" sembra matto, uno che non ha nient'altro a cui pensare (invece, costoro, a cosa pensano di tanto importante? Sentiamo...). Il problema etico, improntare la propria vita per quanto possibile ad un ideale, un ideale con risvolti così concreti da incidere sulla vita reale di altri esseri viventi, tutte cose che vengono considerate eccentricità.
E poi dicono che noi vegan abbiamo la spocchia, che ci consideriamo un gradino più su (nella scala della consapevolezza, aggiungo io). Ma come, come non pensarlo di fronte alle reazioni, alle stolide risatine, alle inconsistenti argomentazioni con cui ci viene risposto?


Spocchiosamente vostra,
A.

P.S. Nel video qui sotto trovate tutte le motivazioni principali che mi spingono a essere come sono, ortoressia a parte:

giovedì 6 maggio 2010

Vegan Routes

Siete a Londra o prevedete di farci un salto questa estate? Non potete mancare di fare un salto al Vegan Routes, un ristorantino vegan in una location d'eccezione: un tipico bus londinese a due piani!
La mia amica Daniela c'è stata non molto tempo fa e questi due splendidi monelli sono i suoi figlioletti ritratti proprio sulla soglia del bus.


Dove lo trovate parcheggiato? Facile, è proprio in centro, nel quartiere di Soho, 32, Brewer Street. Sono aperti tutti i giorni dalle 11 di mattina alle 23.
Ecco cosa si legge tra le altre cose sul loro sito:
We do not use or support the use of substitute "meats" such ad textured soya protein and as such we do not use names like burger or sausage in our food description.
Musica per le mie orecchie! Io ho impiegato anni prima di riuscire ad acquistare e quindi mangiare cibi che vengono chiamati - pur essendo vegetali 100% - "bistecche" o "wurstel" o "filetto". Ora con un certo fastidio talvolta li compro, in fondo sono buoni e non hanno niente a che vedere con sezioni di cadavere. L'altro giorno ad esempio abbiamo cucinato dei "filetti" di Mopur (una sorta di seitan) alla pizzaiola e il tutto mi ha ricordato quando ero piccola quando mia madre mi faceva mangiare altre pizzaiole, fatte come da tradizione con le carni di animali. Mi ha inquietato effettivamente, ma poi il sapore era così lieve e "vegetale" e poi sapere che nessuno era morto per riempirmi la pancia, beh... ha fatto il resto!

Tornando al nostro ristorante londinese, vi indico qualche prezzo a mo' di esempio. Una zuppa di lenticchie alle spezie? Una porzione media viene 2,80 pounds, mentre quella large 3,40 (mio dio, se penso a quanto ci fanno pagare qui in Italia per qualcosa che sia anche solo vagamente bio, veg, etc.). Una crepe fatta con farina che anche i celiaci possono mangiare ripiena di cioccolato e banana? 4 pounds.

Vegan Routes è anche su Facebook. Chi di voi ci va, ci scriva, pubblicheremo la vostra recensione!

martedì 4 maggio 2010

Come salvarsi la vita

Il LA Times riporta in un suo articolo che circa la metà degli americani hanno problemi cardiologici e che una significativa parte di essi non ne è minimamente consapevole. Un pesante attacco di cuore sarà probabilmente il primo sintomo concreto di questo grave problema di salute. Ma fino ad allora è molto probabile che non penseranno neanche a fare accertamenti o semplici visite mediche specialistiche (e qui aggiungo io, li capisco, con quello che costa la sanità negli States!).

C'è una persona, un medico, che ha provato più volte nel corso degli ultimi 21 anni che si può cambiare il proprio modo di mangiare e salvarsi la vita.
Come? Ha cominciato con 20 malati di cuore mandati a casa a morire senza speranza dai loro cardiologi. Cambiò la loro alimentazione quotidiana - senza fare ginnastica, meditazione o cose simili - li invitò solo a mangiare diversamente. E loro lo fecero, non avevano niente da perdere, no?!
Sono passati 21 anni e ciascuno di questi 20 pazienti è ancora vivo e non più sofferente di cuore.
Come di consueto, sottolineo che ognuno è libero di fare le sue scelte, sebbene trovi alquanto bizzarro che una persona non voglia vivere in salute e a lungo, come se in certi casi - direi a questo punto nella maggioranza dei casi - l'istinto di conservazione fosse latitante o del tutto assente.

Per chi se la cava con la lingua inglese, ecco a voi un video che approfondisce l'argomento:

domenica 2 maggio 2010

Qualcosa da bere



Sarà... ma io se apro il mio frigorifero non trovo nessuna lattina di cocacola. E neanche un bel tetrapak di latte (pardon, di secrezioni mammarie bovine...)
Se ho sete la cosa migliore potrebbe essere invece preparare un bel frullato, anzi, uno smoothie, come lo chiamano gli anglosassoni. Uno smoothie di banana, ad esempio, che può fare felici grandi e bambini.

Ingredienti
2 banane medie
6 cubetti di ghiaccio
Acqua

Pelate e tagliate le banane e mettetele nel frullatore, aggiungete i cubetti di ghiaccio e acqua q.b. Se avete il frullatutto VitaMix ancora meglio, altrimenti un qualunque frullatore ad alta velocità. Azionate e fate frullare finchè non è tutto omogeneo. Versare in un bel bicchierone e deliziatevi.
Più facile ed economico di una cocacola, o no?! Per dire di quanto sia più salutare.

Voi mi direte: certo, ma il latte è ricco di ferro, magnesio e potassio, almeno così dicono le industrie che lo producono e lavorano. Dicono anche che è pieno di vitamine.
Parliamone. Il nostro frullato ha più del doppio del ferro contenuto nell'equivalente quantità di latte, il 50% in più di magnesio, 16 volte l'apporto di manganese. In compenso, il latte contiene 105 volte la quantità di sodio.

Ancora, il nostro banana smoothie contiene 10 milligrammi di vitamina C e il latte non ne contiene affatto.Il latte contiene una vasta gamma di aminoacidi. Proprio come il nostro frullato.
In compenso, il latte possiede più di cinque volte l'ammontare di due aminoacidi, metionina e cisteina, che si combinano nel corpo umano per formare l'omocisteina. I cardiologi sono concordi nell'affermare che le persone con alti livelli di omocisteina sono quelle che più probabilmente manifesteranno problemi cardiaci come infarti e colpi apoplettici.

E adesso, andate pure al supermercato e riempite il vostro carrello di latte e cocacola. Contenti voi...


fonte: www.nomilk.com