venerdì 30 settembre 2011

Settimana Vegetariana Mondiale

Anche quest'anno viene organizzata  dall'1 al 7 ottobre la Settimana Vegetariana Mondiale, con lo scopo di informare le persone sulla scelta di escludere ogni ingrediente di origine animale dalla nostra alimentazione e da tutto il resto della nostra vita.
Nel sito ufficiale della Vegetarian Week si possono vedere i vari eventi organizzati in varie parti del mondo, mentre  in questa pagina sono elencate le iniziative proposte per l'Italia.


mercoledì 21 settembre 2011

Se niente importa

Questo nuovo studio (guardate il video qui sotto) sostiene che mangiare pollo durante la gravidanza può influenzare le dimensioni e lo sviluppo dei feti maschili per quanto riguarda gli organi genitali (pene e scroto) e ciò a causa dei ftalati presenti nelle carni. Se questo (come se non bastassero le ragioni etiche, per quanto mi riguarda fondamentali) non è sufficiente per fare una scelta alimentare diversa, beh.... che vi debbo dire, arrangiatevi. Il video è in inglese.







fonte: http://girliegirlarmy.com/

lunedì 19 settembre 2011

Ancora sul mangiar fuori

E mi ritrovo, mi si perdoni la monotonia, ancora a parlar di ristorazione. Ancora fresco il ricordo del post precedente, mi accingo ora a raccontarvi della mia esperienza - appena conclusa, fresca fresca di questa serata - presso una fraschetteria di recentissima apertura in Aprilia, provincia di Latina.

Allorchè ci siamo trovati a casa, dopo una giornata trascorsa nella meravigliosa spiaggia dell'Oasi di Fogliano, senza acqua corrente, l'emergenza si è imposta: dopo una doccia fredda con un filo d'acqua, siamo stati costretti a spingerci fuori i cancelli di casa nostra (porto sicuro quanto a desinare) alla ricerca di cibo edibile, che non fosse pizza.
Confesso che ero già in forte apprensione, non nutrivo alcuna fiducia nei locali dei dintorni. Andare a cenare presso il primo ristorante vegetariano significava almeno percorrere 30-40 chilometri solo andata, per poi in fondo non essere neanche soddisfatti e in più magari di cattivo umore per tutto ciò quanto detto prima.

Invece, mirabile sorpresa, troviamo questa fraschetteria (per chi non fosse di Roma e non conoscesse il termine, si tratta di trattoria alla buona, con tovaglie di carta e servizio spiccio, posate e tovaglioli messi al centro della tavola, dove si mangia e si beve roba locale, senza troppi fronzoli) inaugurata da soli tre giorni, nel centro della cittadina di Aprilia: La Fraschetteria dei Complici, in via Umbria 14.
Ciò significa che se l'acqua fosse venuta a mancare solo 3-4 giorni fa, niente e nessuno ci avrebbe salvato dalla solita pizza.

Vi scrivo a pancia piena, e questo è già un buon indizio. Appena entrati, diciamo subito: Fai te (qui a Roma e dintorni ci si da subito del tu), basta che non ci porti niente, anzi "gnente", con affettati, formaggi e uova. Il giovane patron ci porta dopo pochi minuti alcuni piatti colmi di verdure marinate, gratinate e arrostite, oltre a un piattone di cicoria ripassata nell'olio e aglio, degne della migliore tradizione casareccia, non affogate nell'olio, condite il giusto, fresche di serata, in una parola: ottime, da leccarsi i baffi.
Causa la fame nera, abbiamo divorato tutto in tempi brevi, accompagnando il tutto con vino e pane locale della miglior specie. Sono seguite quindi, sempre secondo iniziativa del gestore, alcune bruschette calde (raramente avviene che giungano calde al cliente, un fatto più che rimarchevole) al pomodoro, anche queste ottime, e diverse da certi panacci stantii che spesso ci vengono serviti in pizzerie e ristoranti, freddi naturalmente.

e questo (il seitan alla crema di tofu) lo damo ar gatto...
Dopodiché, gran piatto di fettuccine ai funghi porcini, come Dio comanda, ovvero senza panne ne' burri ne' eccesso di olio d'oliva, il giusto, e - udite udite! - scelta tra fettuccine all'uovo e fettuccine della De Cecco (quelle che usiamo noi a casa nostra) fatte con semplice farina. Un miracolo. Cottura perfetta, ne' scotti ne' crudi, e porcini saporosissimi, saltati con poco olio, aglio e prezzemolo, come deve essere. La scelta comprendeva penne all'arrabbiata, spaghetti aglio e olio, spaghetti al pomodoro fresco e il menu ci annuncia anche che da novembre a marzo saranno servite anche zuppe come pasta e ceci, pasta e fagioli, misto di cereali e legumi. 

A seguire, ciambelline al vino da inzuppare nel...vino, caffè e sambuca, e tutto per un prezzo onestissimo.
Dunque, se capitate da queste parti o già vivete nei pressi, andateci. L'ambiente è caldo e confortevole, tutto sui toni dell'arancione, un colore che mette appetito. Non fatevi intimidire dal lungo menu con antipasti, primi e secondi tradizionali a base di carni e formaggi, ma entrate e chiedete e sarete serviti da re. Quello che è giusto è giusto. Sono una criticona, ma stasera il locale ha passato il test anche del mio palato difficile, per non parlare della mia insofferenza ai tempi di attesa, invece qui perfetti, il giusto, senza correre e senza aspettare troppo.


Immaginate, sognare è gratis, un posto così sempre più frequentato da vegan: i cibi di origine animale sarebbero venduti sempre di meno e le vere delizie, quelle che ho ordinato io, sarebbero le protagoniste delle tavole imbandite... Infiltriamoci e moltiplichiamoci!

giovedì 15 settembre 2011

Sfogo di una vegan che vuole mangiar bene

Dopodomani arriva a casa nostra John e sarà ospite da noi per qualche giorno. E' uno dei nostri più cari amici, è irlandese e vive a Dublino. Da circa un anno è diventato quasi vegan, ovvero vegetariano in transizione vegan. A forza di frequentarci, come si usa dire...Chi va con lo zoppo impara a zoppicare!

Si ripropone, come ogni volta che viene da noi, la questione se andare a cena fuori una sera e dove. Alla fine abbiamo sempre optato per una pizzeria. Prima di tutto perchè non abitiamo in città e la voglia di digerire, prima che la cena, traffico e ricerca parcheggio è sempre più scarsa. E poi, soprattutto, Roma è città avara di buoni ristoranti vegan. Sono pochi e quei pochi non mi hanno mai soddisfatto.
Intendiamoci, qualche pastrugno lo sanno fare tutti, o quasi. Ma quando leggo, come qualche giorno fa, nel menu di uno di questi locali, un piatto del genere "seitan con crema di tofu", oppure in un altro il "risotto col seitan" (ma che è?!), beh...che volete che vi dica, a me la voglia di andarci passa. Ci mancava solo un po' di tempeh, un po' di umeboshi, e qualche altra diavoleria, per far venire fuori un piatto improbabile che però essendo vegan si è costretti a magnificare. Sognando poi, in tutta segretezza, un bel piatto di bucatini al pomodoro con melanzane fritte, come quelli che vi faceva vostra nonna, o una pasta e ceci, di quelle vecchia maniera.

Lo confesso. Io, qui a Roma, mangio vegan molto meglio nelle trattorie tradizionali o nei ristoranti tipici che nei locali veg. Qualche tempo fa, ad esempio, mi trovavo con dei parenti in centro storico e ho pensato di portarli da Giggetto al Portico d'Ottavia, rinomato ristorante della zona del ghetto, dietro Largo Argentina. Non potevo portarli in pizzeria, avendola loro già degustata a pranzo, ne' rischiare di portare mia zia -  di una certa età - in un improbabile ristorante veg(etari)ano di dubbia appetitosità.
Ebbene, perfino nel tempio della cucina giudaico-romanesca, io ho mangiato divinamente: dal purè di fave ai carciofi alla giudìa al fritto di verdure in pastella (ho spergiurato che non ci fosse l'uovo causa allergia, una piccola bugia, mi si perdoni!) a un primo che ora non ricordo ma che era ottimo. Tutte ricette tipiche che non troverete mai in un ristorante veg. Ma perchè?!

Ovviamente gradirei di più degustare un carciofo fritto in un ambiente diverso, dove non girano piatti con contenuti macabri, va da sè. Ma se invece devo buttar giù seitan in salsa di tofu e sbobbette senza fantasia, di quelle che io mi preparo a casa per le cene frettolose dopo una giornata di ufficio...allora rimango a casa, non affronto traffico e tutto per mangiare due grani di miglio cotti alla bell'e meglio spesso da dilettanti e non da professionisti della ristorazione, da veri chef.

E qui si apre un altro discorso, quello degli chef vegan. Chiunque abbia mai pubblicato almeno una ricetta - più o meno di propria creazione o scopiazzata qua e là - è uno chef vegan. Le cose non funzionano così. In questo modo si deprezza e si avvilisce la gastronomia vegan. Un conto è mangiare in casa propria e un conto è farlo in un ristorante: le aspettative sono diverse.

Personalmente, mi aspetto di essere piacevolmente stupita, non con accozzaglie di ingredienti e sapori senza storia però, e chiedo anche che lo chef abbia cognizioni quanto meno migliori delle mie nell'accostare i diversi ingredienti (per favore, non mettete la finocchiella nel sugo al pomodoro, non si fa!), in breve, quello che chiunque chiede a uno chef professionista. Non perchè sono vegan non ho capacità di giudizio!

Vogliamo volare basso, non parlare di ristorazione di un certo livello? I vegan non hanno soldi da spendere (sebbene ci siano vegan ricchi e vegan poveri, essendo la nostra una categoria "trasversale", che non bada ai ceti sociali)?
Benissimo. Allora parliamo di trattorie alla buona. Al momento non ne vedo, almeno nei paraggi. Come ripeto, mi sono trovata meglio in trattorie alla buona di matrice onnivora dove ho trovato saporosissimi piatti vegan senza ingredienti esotici. Una delle mie preferite è la trattoria di Tuscania che dà sui giardini pubblici, non so il nome, ma chi è della zona la conoscerà di certo. Si mangia fuori d'estate e dentro d'inverno. Una pasta con i legumi non manca mai, spesso la pasta è fatta in casa. E i contorni sono saporitissimi. Basta prenderne due o tre ed ecco fatto il secondo per noi vegan. Niente tofu, niente abbinamenti improbabili, ma collaudata tradizione locale.

Se ne avessi la possibilità, ne aprirei una così, di trattoria. Un posto dove si mangino tutti i piatti tradizionalmente vegan della cucina italiana e quelli che vegan non sono, prepararli veganizzandoli. Allora sì, che mi puoi servire il seitan, ma alla pizzaiola o a scaloppina o a spezzatino (sfido un carnivoro a rendersi conto che è tutto vegetale!), oppure il tofu (perchè me lo metti ben camuffato nei ravioli "ricotta" e spinaci), e via dicendo. La parmigiana di melanzane, fatta col parmigiano vegetale (semi di girasole, mandorle, lievito a scaglie) e un gran tripudio di primi piatti e dolci tipici veganizzati (mai assaggiata la pastiera vegan? indistinguibile dall'originale!) e altro ancora.

Invece, niente, tocca mangiar bizzarro, oppure precotto, oppure arraffazzonato, o stracotto o poco saporito. Capisco che sia importante incoraggiare le realtà vegan, ma veniamoci incontro: voi ristoratori mi fate mangiar bene e io vi sostengo ancora meglio, vi glorifico addirittura. In fondo, non è gratis, vi pago e voglio andarmene soddisfatta.

Allora, intanto,  noi ce ne stiamo a casa e imbastiamo per conto nostro delle belle cenette. In attesa che qualche vero chef ci regali dei momenti di pura estasi gustativa.




P.S. Un'idea di cosa mi piacerebbe davvero mangiare in un ristorante vegan, almeno nelle grandi occasioni? La trovate in questo pregevole libro, di cui vedete qui sopra la copertina,  che consiglio a tutti i miei lettori francofoni, anche solo per la gioia degli occhi.

sabato 10 settembre 2011

C'è chi nutre dubbi

Si sparge voce, non sono più solo i siti vegan a raccontare perchè no al latte. Grazie a Piergiorgio per avermi passato il trafiletto.

Ancora su Facebook

Dopo ripetute richieste di chiarimenti, mi è stato restituito il profilo Facebook. Mi trovate sempre lì dunque, anche se il nuovo profilo rimarrà attivo mentre decido che farne...

Ad maiora!

martedì 6 settembre 2011

A proposito di Facebook

Comunicazione ai miei contatti su FB: da ieri sono stata bannata da Facebook, quindi se non mi vedete più tra i vostri amici non sono stata io ad andarmene ma solo loro, quelli del team di FB, che mi hanno gentilmente accompagnata alla porta, adducendo bizzarre giustificazioni.
Soprattutto nell'ultimo mese passato avevo ricevuto richiesta d'amicizia da un centinaio di persone nuove e mi dispiace molto averle perse per strada.
Naturalmente, con un po' di fantasia, sono sempre rintracciabile, come si dice...devo rifarmi un'identità. La mia mail qui sul blog è a vostra disposizione per contatti.

Ariel

venerdì 2 settembre 2011

I love Honey LaBronx

Le drag queen mi suscitano sempre molta simpatia. Sarà quel gusto per la maschera, per il trasformismo, sarà che sembra che si divertano un mondo loro stesse durante gli spettacoli, sarà che penso alle facce dei benpensanti che storcono il naso salvo poi intimamente divertirsi e canticchiare sommessamente le stesse canzoni cantate da loro, non so. Chi di voi ricorda il film Priscilla regina del deserto, un tenero e appassionato spaccato di vita ambientato in Australia?
Ma cosa posso desiderare di più che non una drag queen vegan?!? C'è, c'è! E' Honey LaBronx!



La deliziosa Honey conduce un nuovo programma di cucina vegan on line  e ci regala le sue ricette attraverso il blog  Honey's Kitchen, un luogo - come racconta lei stessa - dove può condividere tutto ciò che ha imparato da quando è diventata vegan.
Ecco cosa scrive Honey: 
"This is a place where I can pass on what I have been learning since becoming Vegan and venturing into the kitchen.  Whether it’s sharing recipes, educating about the animal suffering involved in a non-Vegan diet, or offering tips on how to wow your friends with delicious baked goods…  It is my hope to help inspire, enlighten, and EMBOLDEN everyone to pick up their spatulas, let out a battle cry, and charge HEART FIRST into their kitchens!” 

Ecco a voi il primo video della serie, in cui Honey  ci racconta come fare il seitan:







fonte: http://www.ecorazzi.com/