lunedì 19 settembre 2011

Ancora sul mangiar fuori

E mi ritrovo, mi si perdoni la monotonia, ancora a parlar di ristorazione. Ancora fresco il ricordo del post precedente, mi accingo ora a raccontarvi della mia esperienza - appena conclusa, fresca fresca di questa serata - presso una fraschetteria di recentissima apertura in Aprilia, provincia di Latina.

Allorchè ci siamo trovati a casa, dopo una giornata trascorsa nella meravigliosa spiaggia dell'Oasi di Fogliano, senza acqua corrente, l'emergenza si è imposta: dopo una doccia fredda con un filo d'acqua, siamo stati costretti a spingerci fuori i cancelli di casa nostra (porto sicuro quanto a desinare) alla ricerca di cibo edibile, che non fosse pizza.
Confesso che ero già in forte apprensione, non nutrivo alcuna fiducia nei locali dei dintorni. Andare a cenare presso il primo ristorante vegetariano significava almeno percorrere 30-40 chilometri solo andata, per poi in fondo non essere neanche soddisfatti e in più magari di cattivo umore per tutto ciò quanto detto prima.

Invece, mirabile sorpresa, troviamo questa fraschetteria (per chi non fosse di Roma e non conoscesse il termine, si tratta di trattoria alla buona, con tovaglie di carta e servizio spiccio, posate e tovaglioli messi al centro della tavola, dove si mangia e si beve roba locale, senza troppi fronzoli) inaugurata da soli tre giorni, nel centro della cittadina di Aprilia: La Fraschetteria dei Complici, in via Umbria 14.
Ciò significa che se l'acqua fosse venuta a mancare solo 3-4 giorni fa, niente e nessuno ci avrebbe salvato dalla solita pizza.

Vi scrivo a pancia piena, e questo è già un buon indizio. Appena entrati, diciamo subito: Fai te (qui a Roma e dintorni ci si da subito del tu), basta che non ci porti niente, anzi "gnente", con affettati, formaggi e uova. Il giovane patron ci porta dopo pochi minuti alcuni piatti colmi di verdure marinate, gratinate e arrostite, oltre a un piattone di cicoria ripassata nell'olio e aglio, degne della migliore tradizione casareccia, non affogate nell'olio, condite il giusto, fresche di serata, in una parola: ottime, da leccarsi i baffi.
Causa la fame nera, abbiamo divorato tutto in tempi brevi, accompagnando il tutto con vino e pane locale della miglior specie. Sono seguite quindi, sempre secondo iniziativa del gestore, alcune bruschette calde (raramente avviene che giungano calde al cliente, un fatto più che rimarchevole) al pomodoro, anche queste ottime, e diverse da certi panacci stantii che spesso ci vengono serviti in pizzerie e ristoranti, freddi naturalmente.

e questo (il seitan alla crema di tofu) lo damo ar gatto...
Dopodiché, gran piatto di fettuccine ai funghi porcini, come Dio comanda, ovvero senza panne ne' burri ne' eccesso di olio d'oliva, il giusto, e - udite udite! - scelta tra fettuccine all'uovo e fettuccine della De Cecco (quelle che usiamo noi a casa nostra) fatte con semplice farina. Un miracolo. Cottura perfetta, ne' scotti ne' crudi, e porcini saporosissimi, saltati con poco olio, aglio e prezzemolo, come deve essere. La scelta comprendeva penne all'arrabbiata, spaghetti aglio e olio, spaghetti al pomodoro fresco e il menu ci annuncia anche che da novembre a marzo saranno servite anche zuppe come pasta e ceci, pasta e fagioli, misto di cereali e legumi. 

A seguire, ciambelline al vino da inzuppare nel...vino, caffè e sambuca, e tutto per un prezzo onestissimo.
Dunque, se capitate da queste parti o già vivete nei pressi, andateci. L'ambiente è caldo e confortevole, tutto sui toni dell'arancione, un colore che mette appetito. Non fatevi intimidire dal lungo menu con antipasti, primi e secondi tradizionali a base di carni e formaggi, ma entrate e chiedete e sarete serviti da re. Quello che è giusto è giusto. Sono una criticona, ma stasera il locale ha passato il test anche del mio palato difficile, per non parlare della mia insofferenza ai tempi di attesa, invece qui perfetti, il giusto, senza correre e senza aspettare troppo.


Immaginate, sognare è gratis, un posto così sempre più frequentato da vegan: i cibi di origine animale sarebbero venduti sempre di meno e le vere delizie, quelle che ho ordinato io, sarebbero le protagoniste delle tavole imbandite... Infiltriamoci e moltiplichiamoci!

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