martedì 24 novembre 2009

Bravo, Roger Moore!

Leggiamo sul Corriere della sera un articolo su Roger Moore, uno dei più famosi James Bond della storia del cinema, ora strenuo oppositore della famigerata industria del patè di fegato oca, un terrificante alimento di cui si nutrono soprattutto i francesi ma che purtroppo è diventato sinonimo di prelibatezza anche altrove, come nel nostro Paese.
Va da sé che chiunque riesca a nutrirsi di un simile disgustoso preparato ha una sensibilità degna di un orco mangiabambini, non ci sono storie. Solo l'idea mi ha sempre disgustato e quelle poche volte che mi sono trovata al cospetto di una simile nefandezza, anche da piccola, mi sono sempre stupita di come esseri umani che sembrano persone a modo riescano a inghiottire cotanto orrore.
La notizia che Roger Moore fosse in prima linea contro il paté l'avevo letta qualche giorno fa su alcuni siti anglosassoni ma ora che è rintracciabile anche in lingua italiana ve ne riporto direttamente alcuni brani:


«Il foie gras è una malattia, non una prelibatezza». Parola di Bond, James Bond. Anzi, no. Parola di baronetto. A pronunciare la drastica sentenza sul patè più amato dai francesi (e non solo da loro) è stato infatti Sir Roger Moore, l'attore che ha impersonato in ben sette film il più famoso agente segreto della storia del cinema, a conclusione del suo videoappello a non acquistare fegato d'oca nei negozi e a non ordinarlo nei ristoranti. Moore, che è anche ambasciatore dell'Unicef, ha deciso di prestare la propria immagine all'associazione Peta (People for ethical treatment of animals) facendosi promotore della campagna contro un prodotto alimentare che esiste solo in quanto risultato finale di una malattia indotta forzatamente nelle oche e nelle anatre. E proprio grazie a questo suo attivismo è stato scelto nei giorni scorsi dalla stessa Peta come «Persona dell'anno della Gran Bretagna».

Il foie gras, letteralmente fegato grasso, viene infatti ottenuto inducendo nelle oche o nelle anatre la steatosi epatica, un fenomeno dovuto all'ingrossamento abnorme che registra il fegato a seguito dell'ingestione di grosse quantità di mais e altri mangimi. Un risultato, questo, che viene ottenuto infilando nel becco e nel collo degli animali un lungo tubo di metallo attraverso cui viene fatto passare il cibo compresso senza che il povero volatile abbia la possibilità di opporvisi. La produzione di foie gras è illegale in molti paesi, in quasi tutti quelli dell'Ue, anche se proprio nel cuore dell'Europa, in Francia e in Belgio, il foie gras è considerato uno dei fiori all'occhiello della cucina regionale. In Italia la produzione è illegale dal marzo 2007.

Era già dal 2006 che Sir Roger, che oggi ha 82 anni, aveva preso posizione contro il foie gras. E la sua campagna ha registrato già un grande successo: la catena Selfridges ha deciso di eliminare il patè di fegato d'oca dagli scaffali dei propri magazzini.

Questi sono gli uomini che piacciono a me.

4 commenti:

Noel ha detto...

La produzione è illegale, ma la vendita al ristorante? Perchè sennò serve a poco.
Una bella multa di 30mila euro al gestore che propina o che anche solo possiede una misera confezione di foie gras credo farebbe passare la voglia ad un po' di gente

Ariel ha detto...

perfettamente d'accordo...
questi sono status symbol per mentecatti,esatamente come le borse di coccodrillo
ho in mente con precisione il genere di persona che "consuma" questo tipo di prodotti

Titti ha detto...

Più che la multa, proporrei la chiusura del locale per 1 mese con l'obbligo di affissione "Locale chiuso per vendita di cibo illegale"

riccardo ha detto...

la produzione è illegale ma lo importano da paesi in cui non lo è come l'Ungheria e la famigerata Cina.
Complimenti a Roger comunque.