martedì 30 settembre 2008

La compassione?

News del 25 settembre 2008.
Da quando la controversa PETA (a più riprese definita "organizzazione di stampo terroristico" dalle autorità americane) ha pubblicato dei video su internet nei quali si mostrano gli abusi ai quali vengono sottoposte le bestie da macello, negli Stati Uniti sta crescendo il numero degli onnivori che vuole conoscere la provenienza della carne che consuma.

Oltre al filmato della PETA, ha avuto parte in causa nel convincere i consumatori americani che è meglio interessarsi ai destini della propria bistecca la notizia che la FDA, l'agenzia di controllo statunitense, ha ricevuto una soffiata dalla Humane Society circa un macello che stava affettando e triturando anche vacche ammalate, sofferenti o arrivate già morte a destinazione.

Anche i mangiatori di carne, che in genere preferiscono astenersi da questo tipo di riflessioni, hanno cominciato a chiedere conto ai fornitori circa la provenienza della carne che vendono: se il cibo dato agli animali è "pulito", se sono stati macellati senza sofferenze...
Sai che sollievo, io mi sento male solo a pensarci, in un caso o nell'altro.
Alcuni libri hanno costituito un'ulteriore spinta in questa direzione: best seller dai titoli evocativi come The Omnivore Dilemma, The Shameless Carnivore e The Compassionate Carnivore hanno suscitato qualche reazione popolare.

Spopolano le organizzazioni come le Community Supported Agriculture e gruppi come i Meat Buying Club e i Whole Animal Sharing Club che aiutano i consumatori che decidono di consorziarsi e prepagare un allevatore per crescere un animale specifico che verrà svezzato e macellato secondo dettami etici ben precisi. [Io, di nuovo, inorridisco. Allevare un animale con tutte le cure per mangiarmelo!?]

E proprio da uno di quei libri: The Compassionate Carnivore nasce l'idea di un quoziente di compassione. Un indice che dia la misura che l'animale sia stato allevato con cura, che non gli siano stati somministrati farmaci nocivi, che abbia pascolato in maniera naturale, che non abbia mangiato cibi estranei alla sua dieta tipica e che non sia stato rinchiuso in recinti affollati.
Il sottotitolo di questo libro è il seguente: How to keep Animals Happy, Save Old MacDonald's Farm, Reduce Your Hoofprint, and Still Eat Meat.

Mucche contente da ammazzare cantando loro la ninnananna. Questi imbecilli non ne vogliono proprio sapere di smettere di mangiare esseri viventi, vogliono papparsi le mucche felici, immagino le risate e che spensieratezza. Chiameranno i loro bambini per assistere al lieto evento, alla sgozzata? Son certamente convinti che "debbano" mangiare le carni, che non abbia senso nessuna altra soluzione. Come se io, che da decenni non me ne nutro, fossi una eccentrica signora ancora viva per uno scherzo della natura.

I compassionevoli caritatevoli mi hanno messo di pessimo umore.
A voi che effetto vi fanno?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

...l'effetto che mi fa un buttafuori sensibile.
Ad ogni carnivoro che mi parla di dolce morte e di condizioni felici in allevamento, rispondo sempre: "Perfetto, allora adesso ti do i soldi, ti lascio libero di viaggiare per il mondo, ti diverti, trombi a manetta, poi quando hai trentacinque anni torno da te e ti ammazzo con un colpo alla nuca che manco te ne accorgi. Ci stai?".
Come se essere ammazzati gratuitamente senza aver prima provato patimenti in vita sia una cosa normale. L'eutanasia non si pratica sugli individui sani che vogliono continuare a vivere.

Inquietologo ha detto...

L'ho sempre detto che hanno più palle i cacciatori.
Almeno al Circolo degli Artisti, sull'indicazione per la mangiatoia c'hanno disegnato la mucca terrorizzata, che è sempre uno sfottò miserabile, ma almeno di buon gusto rispetto alle mucche felici e festose delle pubblicità televisive.

Ariel ha detto...

claudio santo subito
inoltre costoro non aspettano sempre i "35 anni", perchè sono tanto tanto ghiotti di manzo e di vitella...un po' come i miei cani,accuditi e accarezzati fino a sei-sette mesi (chi ha cani o gatti mi può capire)... dopodichè via! giù con la mannaia, alè!
e il giorno dopo mi ritrovo Astra o Indio sul vassoio del pranzo di gala

do ragione anche a Inquietologo, se questi ci fanno dire che hanno addirittura più palle i cacciatori, tra gli esseri più de-pallati di tutto questo cucuzzaro di killer culinari, siamo decisamente al ground zero

Anonimo ha detto...

ma che meraviglia!!!!
cerchiamo sempre di scaricarci e pulirci la coscienza....
li uccido, però almeno hanno avuto una bella vita!!!
che gioia!!!
più o meno è la stessa spiegazione che mi hanno dato un sacco di spagnoli pro-corrida riguardo alla vita dei tori...si, ok li uccidono nella corrida, ma prima vivono strabene,trombano un sacco, corrono nei prati verdi....
ah, però, che vita invidiabile!!!

il carnivoro compassionevole...ma è davvero così impossibile rinunciare alla bistecca?!?!?
davvero nn capisco....

ila