domenica 26 aprile 2009

Aberrazioni

Oggi do la parola ad un amico di blog che scrive sempre la cosa giusta al momento giusto. Per come la penso io, naturalmente. Questa volta si parla di agnelli e di terremoto. Da parte mia, non c'è bisogno di aggiungere nient'altro.


La pasqua è passata da un po’, quindi mi è possibile affrontare dalla giusta distanza un tema che ha a che vedere con i festeggiamenti pasquali. E con il terremoto in Abruzzo. La pasqua dei terremotati in Abruzzo, insomma.
A molti sarà sicuramente sfuggita una notizia aberrante: per il pranzo pasquale degli sfollati sono stati sgozzati cinquecento agnelli, forniti dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Abruzzo.
Questo evento mi ha fatto riflettere per l’ennesima volta sulla funesta ed eterna piaga dell’antropocentrismo.
L’essere umano non solo è convinto di essere il legittimo dominatore del pianeta Terra (quando non anche del resto del cosmo), ma crede anche di avere il monopolio del dolore.
Pensavo alle migliaia di terremotati, ognuno dei quali ha perso un parente od un amico, ha patito e sta patendo in prima persona, è stato costretto a fare i conti con la morte ingiusta e violenta. Ebbene, per risollevarsi un po’ il morale, quelle vittime innocenti del terremoto hanno visto bene di accanirsi su altre vite innocenti quanto loro.
Padri e madri che hanno perso figli hanno strappato i figli di altri individui non umani, trucidandoli per sollazzo, nel nome di gusto e tradizione.
Ho pensato che se neppure le tragedie immani ed epocali insegnano all’uomo ad avere rispetto per la sofferenza altrui, allora siamo una specie davvero senza speranza.
Il guaio è che gli sfollati probabilmente non si rendevano neppure conto che stavano stroncando vite come le loro, degne di stare al mondo quanto loro. L’animale visto come merce, reificazione della vita senziente, il gesto del carnefice compiuto con vacuo automatismo.
Ma gli agnelli mandati a morte per un’insensata abitudine non erano, non sono, diversi dalle persone morte sotto le macerie: in entrambi i casi si trattava, e si tratta, di vita che voleva vivere, di volontà stroncate, di libertà schiacciate.
Non siamo gli unici su questo grande sasso a soffrire. Il nostro cervello più sviluppato ed il nostro pollice opponibile ci rendono meno diversi da tutti gli altri animali di quanto ci illudiamo di essere.
Trecento morti umani per il sisma, cinquecento agnelli ammazzati. A ben vedere, è andata peggio alle pecore.
Agli ovini il terremoto non era arrivato. Ci abbiamo pensato noi a portarglielo.



fonte: http://sdrammaturgo.wordpress.com

Nessun commento: