martedì 27 dicembre 2011

Riflessioni per le sante feste

Come già in passato, pubblico un intervento di Franco Libero Manco che spero possa essere di riflessione anche per chi a questo genere di riflessione non è portato. Perché troppo indaffarato, perché lo fanno tutti e sempre si farà, perché chi se ne frega, perché mangiare morti fa bene, perché ci sono bambini che muoiono di fame (che c'entra?! eppure...). Un genere di individui, questo, che io ho sempre invidiato. Perché non provare empatia per gli altri - umani e non umani - è un dono meraviglioso: si vive bene, si riesce a guardarsi allo specchio senza vergogna, ci si riesce PERFINO a definirsi persone per bene e ricche di sensibilità. E tutto il resto appare come capriccio, bizzarrie della mente, sofismi chic. Provo invidia e raccapriccio insieme per queste persone.

GENTE SENZA PIETA’ ALCUNA
Franco Libero Manco


Non esiste crimine più imperdonabile della sistematica e millenaria sopraffazione dell’uomo sull’animale. L’uomo ha trasformato la terra in un inferno, un luogo di terrore e di tormento per gli animali: ha disseminato stabulari, macellerie, concerie, istituti di sperimentazione; ha riempito i frigoriferi e le sue dispense  di ossa e parti smembrate dei poveri animali uccisi senza pietà e senza che mai si levasse dal suo cuore un senso di ripulsa e di vergogna.

L’uomo è diventato un torturatore implacabile, un boia spietato di buoi, di cavalli, di maiali,  di teneri agnelli, di incantevoli pennuti, di pesci bellissimi, di esseri miti e aggraziati, pacifici, inoffensivi e ha degradato se stesso simile a belva assetata di sangue e affamata di cadaveri. Da essere dotato di emotività, sensibilità e senso estetico si è  trasformato in un malefico cannibale rozzo e spietato. Abbiamo trasformato i miti e dolcissimi vitelli dalla struggente bellezza e innocenza, le orgogliose galline, gli spavaldi puledri, i risoluti ed intelligenti porcellini, i teneri conigli, in cose da smembrare, triturare, fare a pezzi, arrostire, bollire per scaricarli nella fogna dopo essere passati attraverso il nostro stomaco insaziabile e vorace. Mai al mondo gli animali sono stati trattati dall’uomo in questo modo infame e disumano.

Urla di disperazione si levano ogni istante dai milioni di scannatoi sparsi in tutto il mondo e mai le vittime sono state così sistematicamente assoggettate; mai depravazione umana raggiunge i suoi massimi livelli come in un mattatoio. Esseri che non hanno che gli occhi per piangere e il cuore per soffrire spaventati a morte per le pene incomprensibili a loro inflitte. Esseri che non hanno la capacità di farsi capire nel nostro linguaggio, che non hanno avvocati, sindacati che li difendano, non c’è amnesty international per gli animali, non ci sono angeli o santi che vengono in loro aiuto: l’animale è solo nel suo sconfinato universo di dolore, inerme nelle mani predaci dell’uomo.

L’animale che ci guarda, con la trepida speranza di essere lasciato in pace, non sospetta che nella  mente dell’uomo alberghino piani così diabolici e sconvolgenti. E i veleni della carne ostruiscono non solo le arterie del nostro corpo ma i canali della saggezza, della sensibilità, della spontanea compassione verso le vittime del suo stupido, insensato e spietato egoismo.

Ogni giorno, 365 giorni all’anno, 300 milioni di animali trovano la morte a causa dell’uomo: un coro planetario di urla disumane, imploranti, strazianti si levano inascoltate verso questo mostro sanguinario che tutto sa sacrificare per non rinunciare al piacere del palato. La carne urla e le peggiori malattie dell’uomo sono l’effetto della tremenda nemesi karmica che l’uomo attira su di se e condanna se stesso ad un destino di dolore. Lo schifo ed il ribrezzo che derivano da tali azioni superano di gran lunga ogni possibile proposito positivo.

Per millenni abbiamo costretto gli  animali a lavorare per noi come  schiavi ed essi, nella loro sacrale ed inoffensiva docilità, hanno obbedito pazienti e rassegnati alla tirannide umana sopportando fatiche immani, fame, tormenti, il castigo del bastone e della frusta;  li abbiamo coinvolti  nelle mille e sanguinarie guerre fratricide; li abbiamo tenuti in prigione, in posti orribili per tutta la loro breve e infausta esistenza; abbiamo immobilizzato i giocosi vitelli impedendo loro l’innato ed irrefrenabile desiderio di correre e di giocare;  li abbiamo castrati, mutilati, tosati, li abbiamo alimentati con cibi schifosi, li abbiamo privati dell’erba, della luce del sole; abbiamo annullato la loro dignità; li abbiamo imbottiti di farmaci per impedire che muoiano prima che giungano al mattatoio; abbiamo tolto alle madri i loro piccoli mentre i loro occhi si riempivano di lacrime; li abbiamo caricati a forza sui camion blindati e li abbiamo portati nell’inferno dei mattatoi dove l’odore del sangue e la vista dei loro compagni di sventura uncinati, sventrati, fatti  a pezzi, smembrati, spellati, spesso ancora vivi, li ha fatti schiantare dal terrore.

E ora abbiamo il coraggio di addentare quella maledetta, disgustosa, puzzolente, putrescente parte di cadavere che nessun condimento potrà mai rendere digeribile alla nostra coscienza. E abbiamo anche il coraggio di dare ai nostri bambini questo pasto mortifero. Siano fatte visitare ai bambini le stalle e poi i mattatoi; sia loro spiegato che le bistecche, il prosciutto o la coscia di pollo non crescono sui prati come le margherite o sugli alberi come i frutti. Il crimine della peggiore condizione umana è quello di dare ai bambini  da mangiare gli animali che amano.

E non c’è opera meritoria dell’uomo che possa neutralizzare gli effetti di questa immane, folle, insensata, sistematica, criminale carneficina di esseri indifesi, innocenti, miti, generosi, buoni, belli, pazienti. Questo non trova alcun perdono sotto nessun cielo dell’universo. Ma chi mangia cadaveri si cadaverizza. E’ una regola implacabile.

In un costante e dissennato suicidio collettivo ci si ciba di animali morti, di cadaverina, di masse virali, di tessuti in decomposizione. Mangiamo i loro reni, il loro fegato, il loro cuore, il loro cervello, i loro intestini, le loro gambe, la loro lingua, la loro coda, i loro testicoli. Ogni piatto di carne porta con se un messaggio di morte: è un crimine contro la vita e contro l’integrità del nostro organismo di animali fruttariani. Ma anche gli animali hanno un Dio e prima o poi la loro sofferenza ricade sui massacratori e sui mandanti, cioè i mangiatori di carne, e su coloro che ne fomentano l’utilizzo.

Ma ciò che mi sconvolge, che mi fa impazzire, che devasta il mio equilibrio e valica ogni mia possibile giustificazione è che tutto questo avviene con l’avallo, la giustificazione e la benedizione di santa romana chiesa, delle religioni specialmente di ceppo ebraico e di ogni altra religione o educatore religioso che ne fa parte. Ed io ne provo vergogna e orrore ad essere della stessa specie di coloro giustificano questo stato di cose. L’uomo non ha ancora i titoli per essere considerato tale.


P.S. I grassetti sono miei.


sabato 24 dicembre 2011

Panettoncini non solo per il Natale

Dedicato a La Pimpa che me li ha chiesti...

Una ricetta per sopperire alla mancanza del consueto panettone. Se non avete fatto in tempo a procurarvi un panettone tutto vegan, ecco qui cosa potete fare in pochi minuti. In realtà questi sono molto più buoni di quella roba industriale a base di uova e latte in polvere, spesso di pessima qualità (come poi si scopre dopo qualche mese dalla lettura di notizie di frodi alimentari). Serviti con un po' di scenografia vi faranno fare una splendida figura.

  • 250 gr. di farina manitoba e di farro (io faccio un mix delle due, ma potete usare anche solo una di queste, dipende da cosa avete in casa...)
  • 150 gr. di zucchero di canna bio (per questa ricetta uso quello chiaro)
  • il solito pizzico di sale fino
  • un cucchiaino raso di bicarbonato di sodio
  • 230 ml. di latte vegetale (io uso quello misto soia e riso che compro all'Eurospin)
  • 60 ml. di olio extravergine di oliva
  • 1 bustina di polvere lievitante (tipo cremor tartaro)
  • una manciata di uvetta e di scorzette di arancia candita e/o canditi e/o gocce di cioccolato fondenti (vado ad occhio circa le quantità)

Mettete gli ingredienti secchi (farina,lievito, etc.) in una terrina e man mano aggiungete quelli liquidi (latte,olio) e mischiate per bene con un cucchiaio di legno. Alla fine aggiungete delicatamente uvetta e scorza di arancia (o canditi misti se preferite o anche gocce di cioccolato fondente, a seconda dei gusti). Versate il composto negli stampini da muffin. Io uso una teglia con i vari spazi per i muffin e in ognuno metto un pirottino di carta, così escono che sembrano proprio panettoncini con la classica carta intorno.
Infornate in forno già caldo per 20-30 minuti, regolatevi in base al vostro forno con la solita prova stecchino. Se lo stuzzicadenti esce asciutto vuol dire che sono pronti. Spegnete il forno e lasciate lo sportello socchiuso per farli raffreddare.
Serviteli semplicemente con dello zucchero al velo, se vi piace, o accompagnati a del gelato di soia al cioccolato o alla crema, o - ancora - tagliati in quattro spicchi con in mezzo il budino d'arancia decorato con cannella e fette d'arancia fresca.
Altro che Motta.

sono ancora caldi, ora li metto in un vassoio
con tovagliolo natalizio tutto rosso...


Menu di Natale

Non sono una che ama le feste natalizie, a dire il vero tendono a essermi del tutto indifferenti, ma non lo dico troppo forte, perché pare che poi si è cinici, insensibili, asociali, disadattati & co. Semplicemente, da quando ho l'età della ragione, non me importa proprio niente del Natale. Per il Capodanno la cosa è un po' diversa, in effetti la sento di più la festa, perchè non c'è niente di religioso o di dogmatico ma si tratta proprio di un rito "pagano", un passaggio ad altro tempo. Ecco, lì gli auguri li accetto volentieri. Un anno sereno si augura con piacere e si accetta ancor più volentieri, è quello che tutti vogliamo. In realtà  da diversi anni non faccio proprio niente di speciale la sera del 31, in genere ce ne stiamo a casa, qui in campagna, con i nostri cani e i nostri gatti, spaventati come al solito dai botti e dagli spari, da soli o con qualche sparuto amico che ha voglia di condividere il rito di passaggio all'anno nuovo senza troppi artifizi che non siano una cenetta un po' più sfiziosa del solito e qualche chiacchera davanti al caminetto acceso. Nient'altro. Ho sempre provato spavento al cospetto delle feste organizzate in locali della più svariata natura, non ci sono mai stata, anche se da ragazza amavo comunque fare mattina con amici a casa di qualcuno, a qualche festa privata. Ma sento la mezzanotte come qualcosa che è davvero un voltare pagina, un momento di buoni propositi...


In ogni caso domani è il 25 e come di consueto da noi, come tutte le domeniche intendo, si mangia insieme al resto della famiglia, che sono i nostri genitori e la nostra amica-vicina-di-casa che consideriamo assolutamente di famiglia. Pochi intimi insomma. Mentre stasera non facciamo proprio un bel niente, di solito è tradizione vedere un bel film in dvd e mangiucchiare qualcosa al volo.
Il menu di domani sarà più o meno il seguente, vedete se vi piace:

Crostini misti (bruschettine con creme di funghi, di cipolla, di zucca fatte in casa)
Orecchiette con le cime di rapa
Carciofi fritti in pastella
Lenticchie nere alle spezie
Insalatina di barbabietole rosse, erba cipollina e crema di aceto balsamico
Strudel (fatto da mio padre)
Panettoncini fatta in casa (da me, tra poco...) con gelatine di mandarino 
Fichi secchi alle mandorle
Datteri al naturale
Panforte artigianale (senza miele)
Agrumi

Voi che menu avete in mente? Cosa cucinerete?



La grande truffa di Telethon

Per chi ancora non è incappato nella contro-informazione nei confronti delle attività relative a Telethon, pubblico questo comunicato stampa del Partito Animalista Europeo che chiarisce ulteriormente la posizione di questa organizzazione buonista che fa sentire tutti migliori al momento di sganciare i due euro di prammatica. Un paio di giorni fa perfino presso la mia libreria di fiducia, MelBookStore, hanno osato chiedermi alla cassa un contributo per questi qui. E la gente dava, dovevate vedere con che solerzia. Chiediamoci sul serio a chi diamo i nostri denari, non mettiamoci la coscienza a posto solo perchè apriamo il portafogli. Più che i soldi, dedichiamo il nostro tempo per comprendere le cose come come stanno e solo dopo aiutiamo chi fa davvero i nostri interessi. La nostra salute è preziosa, come quella degli altri esseri viventi non umani.


giovedì 22 dicembre 2011

Pensate forse...? e AUGURI!


Pensate forse che io non sia più tornata dall'India?!
No! Sono qua, sono tornata, anche se a malincuore e ancora devo pubblicare le ultime foto sul travel blog... Ho un groppo alla gola che non vi racconto, nel prossimo w.e. scriverò alcune riflessioni a freddo proprio ora, a una settimana dal rientro, sperando di non bagnare di lacrime la tastiera per la nostalgia. Seguitemi lì!

Purtroppo la routine mi ha inghiottito nuovamente e mi sono ritrovata con tanto lavoro arretrato e una casa nel caos, ancora con valigie e zaini in mezzo alla stanza, ma giuro! quanto prima riprendo a vivere e a pensare in maniera più ordinata, ho ancora il Rajasthan per la testa e fatico ad ingranare.

Però gli auguri intanto ve li faccio ora e chi  meglio di una cantante vegan come Sara Berni potrebbe farli a tutti noi?!




sabato 26 novembre 2011

Arrivederci a presto!

Cari amici, il blog è in vacanza per una ventina di giorni. Sono in partenza. Il mio aereo partirà stasera alle 20,30 da Roma e - dopo una sosta a Dubai - domani arriverò a Nuova Delhi.
Spero di potermi connettere al più presto e raccontarvi delle mie impressioni di viaggio. Seguitemi sul blog che vedete qui accanto, prometto di postare  foto e commenti appena possibile!

Arrivederci a presto!

sabato 19 novembre 2011

Intervista a Marina Berati

Come sapete, ospito volentieri interventi dei lettori e di altri blogger. Oggi non posso non condividere l'intervista a Marina Berati che Daria, nota vegan blogger, ha pubblicato sul suo sito.
Grazie a Daria e a Marina per l'esaustività dell'articolo. Sarebbe un peccato non diffonderlo ulteriormente.

sabato 12 novembre 2011

Le parole di Melania

Melania ha lasciato un commento al post precedente che mi dispiacerebbe non fosse letto e condiviso con gli altri miei lettori. Per questo ve lo riporto anche qui, in un post tutto dedicato:


Grazie, molto bello, non lo conoscevo. Leggerlo mi ha fatto venire in mente una cosa che faccio ogni volta che sono stanca o depressa e mi viene voglia di lamentarmi della mia vita, un piccolo esercizio mentale.

Penso a quanto sono fortunata a far parte della specie umana invece che di quella animale, il che non mi condanna a vivere tutta la mia esistenza incatenata in un capannone o in una gabbia sovraffollata, a venire mutilata senza anestesia, trascinata al macello, appesa a un gancio e fatta a pezzi, magari ancora viva. Oppure a essere reclusa in un laboratorio asettico e torturata per mesi, per anni, su un tavolo vivisettorio.

Sono grata del fatto che uccidere, torturare, ridurre in schiavitù un individuo della mia specie sia considerato un reato.
Ringrazio il cielo che mi ha fatto nascere in un Paese nel quale è praticamente impossibile morire di fame o di sete.
Un Paese in cui non si viene imprigionati e torturati per le proprie opinioni politiche, o perseguitati per il proprio credo religioso.
Dove tutti possono dire quello che pensano, dove i cittadini possono manifestare pacificamente senza che contro di loro vengano mandati i carri armati.
Dove la sanità ancora funziona, molto meglio che in altre parti del mondo.
Dove i lavoratori, nonostante tutti i problemi, hanno ancora dei diritti e non sono costretti a lavorare 18 ore al giorno in uno scantinato.
Dove le donne possono studiare, lavorare, uscire di casa, fare le proprie scelte, senza essere lapidate.

Sono grata per la mia salute, quella fisica e, ancora più importante, quella mentale.
Ringrazio di aver potuto studiare, di avere una casa, un lavoro, degli amici, un marito e una famiglia che mi amano.
Di potermi svegliare ogni mattina sapendo che (imprevisti a parte) il giorno seguente tutto questo sarà ancora mio.

Questo fa di me una delle creature più fortunate del pianeta. Come potrei allora condannare altri esseri a una vita di sofferenza e ad una morte orribile? Il nostro stile di vita, anche il più frugale, condanna alla schiavitù altri esseri umani e all'estinzione molte specie animali, private del loro habitat per produrre i beni che noi consumiamo. Non sempre è in nostro potere cambiare le cose, ma almeno per ciò che possiamo, perché non dovremmo farlo?

A chi mi dice "voi vegan non sapete cosa vi perdete con tutte le vostre rinunce" rispondo che per noi rinunciare alla bistecca non è una privazione, ma una liberazione.
A chi mi dice "poverina, certo che dev'essere difficile, ma come fai?" rispondo con una risata che di fronte a tutto quello che ho, scegliere una marca di shampoo al posto di un'altra o non mettere la mozzarella sulla pizza è esattamente come dover togliere un granello di sabbia da una spiaggia: niente.

Grazie Melania per quello che hai scritto e per essere passata di qui.

venerdì 11 novembre 2011

Rinunce

Oggi ospito un intervento tratto da un blog che non conoscevo che mi ha molto colpito. Molti di voi l'avranno già letto, chissà, ma se come me vi era sfuggito, questa è un'occasione di più per riflettere.

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Quando si parla di veganismo, bastano pochi minuti perchè si materializzi il concetto di rinuncia.
Qualunque scelta passa in secondo piano, offuscata dalla rinuncia a cui ha dato luogo.
Nella visione distorta di libertà moderna, quello che escludi è più importante di quello che scegli secondo un ponderato atto di volontà.
A questo punto ho deciso di fare una lista di alcune cose a cui ho deciso di rinunciare nella mia vita:
 
  • Ho rinunciato ad avere un’alimentazione basata sui consigli per gli acquisti.
  • Ho rinunciato ad alimenti killer come carne, pesce, uova, latte e derivati.
  • Ho rinunciato ad aumentare le mie probabilità di avere malattie croniche, problemi cardiovascolari, tumori e ictus.
  • Ho rinunciato a mangiare cibi il cui sapore viene creato in laboratorio al solo scopo di essere percepiti come “buoni”.
  • Ho rinunciato all’idea che le proteine siano l’unico aspetto da tenere in considerazione quando parli di alimentazione.
  • Ho rinunciato all’idea che le uniche proteine utili siano quelle di derivazione animale.
  • Ho rinunciato all’idea che il latte faccia bene alle ossa.
  • Ho rinunciato ad una dieta ricca di colesterolo.
  • Ho rinunciato ad alimentarmi di carne imbottita di antibiotici, integratori, ormoni, diserbanti chimici e del cocktail velenoso che ne viene fuori.
  • Ho rinunciato all’idea che l’uomo sia un carnivoro.
  • Ho rinunciato a sovvenzionare gli allevamenti intensivi, che sono una delle principali cause di inquinamento e disboscamento nel mondo.
  • Ho rinunciato all’emissione di 36 kg di CO2  per ogni kilo di carne prodotta.
  • Ho rinunciato ad una dieta in cui servono più di 10.000 litri d’acqua per produrre un kilo di carne.
  • Ho rinunciato ad una dieta in cui servono 750 litri d’acqua per produrre un litro di latte vaccino.
  • Ho rinunciato ad una dieta che, solo negli USA, produce 40.000 kg di escrementi al secondo, che distruggono il suolo ed inquinano l’aria.
  • Ho rinunciato all’idea che usare lampadine a basso consumo salverà il mondo dall’inquinamento.
  • Ho rinunciato ad una dieta che sta trasformando mari e oceani in deserti acquatici privi di vita.
  • Ho rinunciato ad una dieta che soddisfi l’avidità di pochi a discapito della necessità di molti.
  • Ho rinunciato ad una dieta che può sfamare solo 2 miliardi di individui.
  • Ho rinunciato all’idea che è meglio usare i vegetali per allevare animali, piuttosto che sfamare direttamente le persone.
  • Ho rinunciato all’idea che la fame nel mondo non abbia soluzione.
  • Ho rinunciato ad essere complice dell’uccisione di più di 50 miliardi di animali ogni anno.
  • Ho rinunciato all’idea che gli animali non soffrano negli allevamenti. 
  • Ho rinunciato all’idea che gli animali non abbiano paura di morire.
  • Ho rinunciato all’idea che un vitellino non abbia bisogno di sua madre già dalle prime ore della sua vita.
  • Ho rinunciato ad una dieta che costringe le galline a vivere in gabbie soffocanti.
  • Ho rinunciato a credere che la vita di un cane sia migliore di quella di maiale.
  • Ho anche rinunciato all’idea che un cane sia piu’ intelligente di un maiale.
  • Ho rinunciato a credere che un pesce non soffra solo perchè non riesce a gridare.
  • Ho rinunciato all’idea che se qualcosa è gustoso, vale la pena ucciderlo.
  • Ho rinunciato a credere che la vita di un animale non valga quanto quella di un uomo.
La lista delle mie rinunce in realtà continua, se chi legge è un vegano lo saprà di sicuro ma se non lo fosse spero che abbia la curiosità e la voglia di andarlo a scoprire.
Io sono consapevole di ciò che voglio, e tu?

scritto da Luca Gullo
http://vegamami.altervista.org/

sabato 5 novembre 2011

Tombe viventi

Noi siamo le tombe viventi di bestie uccise
macellate per soddisfare il nostro palato,
non ci fermiamo mai a riflettere sui nostri banchetti,
se gli animali, come gli uomini, possano avere dei diritti.

La domenica preghiamo di ricevere la luce
che guidi i nostri passi sulla via che percorriamo,
siamo stanchi della guerra, non vogliamo più combattere,
il solo pensiero ci riempie il cuore di spavento,
eppure ci rimpinziamo di morte.

Come i corvi che si nutrono di carogne, mangiamo carne morta
senza preoccuparci della sofferenza e del dolore
che provochiamo con questo gesto. Se noi trattiamo così
animali indifesi in nome dello sport o del profitto.
Come possiamo sperare di raggiungere in questo mondo
la pace che desideriamo così ardentemente?

Preghiamo per la pace, sopra ecatombi di corpi straziati,
rivolgendoci a Dio mentre violiamo il codice morale,
e così la crudeltà genera la sua degna prole: la guerra.

Poesia attribuita a G.B.Shaw

mercoledì 26 ottobre 2011

Idee regalo

Non ricordo se ve ne avevo già parlato. Quest'anno per il mio compleanno, ad agosto, ho invitato gli amici ad una festa a bordo piscina, nella villa di una associazione culturale con la quale collaboriamo con lezioni di cucina vegan, chiedendo esplicitamente - già nell'invito via mail inviato qualche tempo prima - di non farmi regali ma di partecipare nel corso della serata ad una raccolta fondi per animali in difficoltà.
Avevo preparato una scatola di cartone tutta impacchettata con carta da regalo verde, un bel fioccone arancione e in alto una fessura come quelle dei salvadanai, guarnita con delle foglie di alloro prese nel giardino, e l'ho messa in un angolo un po' appartato del luogo dove si è tenuta la festa.

Solo poche settimane fa ho messo mano alla scatola, aprendo le buste con i soldini senza guardare, a tentoni, perchè non volevo sapere quanto aveva messo ciascuno (qualcuno ha inserito i denari "sciolti", qualcuno - come dei gruppetti di persone - in una busta), come avevo preannunciato agli ospiti ognuno era libero di mettere anche solo 2 euro, non volevo saperne nulla, le offerte sarebbero rimaste anonime.
La cifra raccolta si aggira intorno ai 750 euro e nell'arco di una settimana si è praticamente volatizzata, tra una spesa (circa 4 carelli di supermercato pieni) per il canile di Lanuvio (Rm) e delle donazioni alla Cat House di Daniela Gironda, all'associazione 99gatti dell'Aquila, ai cani di Aragona.


Non ve lo racconto per farmi bella ai vostri occhi, purtroppo so che è una goccia in mezzo al mare, non saranno qualche centinaia di euro che valgono il lavoro di tanti volontari che si fanno letteralmente in quattro per aiutare gli animali in difficoltà. Però vorrei che ci pensaste per le prossime feste e per il prossimo compleanno: quanti regali inutili! perchè non organizzate una cena (vegan, naturalmente) o una festa e preparate un bel bussolotto infiocchettato e invitate gli amici a farvi un regalo così?





domenica 23 ottobre 2011

Viaggi tutti vegan

E' stata una piacevole scoperta venire a conoscenza di una organizzazione di viaggi tutta vegan. Avevo voglia, dopo tanti anni, di riprendere le buone abitudini, ovvero i viaggi in Oriente, in India nello specifico. Tempo un week end ed ero già lì a navigare in rete in cerca di idee ed è stato così che ho trovato Vegvoyages. Mi sembrava proprio quello che faceva al caso mio. Tentata dal viaggio in solitaria, in fondo però non mi dispiaceva condividere le mie giornate con un gruppetto di vegan di altri paesi, perchè no?



Raramente sono partita con una organizzazione, in genere mi divertiva muovermi con una persona al massimo o completamente sola e fu questo il caso, ad esempio, dell'ultima volta che capitai in India. Mi fermai qualche giorno a Nuova Delhi per poi ripartire alla volta di Katmandu, in Nepal, dove sono rimasta per circa 3 settimane, tra giri in montagna e città storiche. Difficile rimanere davvero da soli, tra l'altro, perchè quando si viaggia per i fatti propri è incredibilmente facile fare amicizia, sia con altri viaggiatori che con la gente del posto. Non so com'è, ma mi ritrovavo sempre nelle cucine a parlare (a gesti?) con le donne, con uno dei bambinetti in braccio da cullare, insomma, a far parte come "socio onorario" anche solo per un giorno delle famiglie ospitanti. Oppure, nelle lunghe giornate di trekking sui monti, da sola con il ragazzo che mi faceva da guida con il suo inglese un po' zoppicante, quando facevamo a turno a cantare canzoni "locali", una io e una lui, alle pendici dell'Annapurna. Risuonavano tra montagne di 8 mila metri tutte intorno a noi canzoni di De Andrè e Mia Martini, almeno per quanto mi riguardava (ci avevate mai pensato? che canzoni cantare in una simile occasione? mi pare intonai anche "Quel mazzolin di fiori"...)
Cose che raramente ti capiterebbero quando viaggi in gruppo, almeno così immagino.

Stavolta però ho optato per una via di mezzo, un gruppetto  (non so ancora quanti saremo, so solo max 12) sì, ma  di vegan, così non ci si deve spiegare troppo ed è tutto più naturale, e poi il giro che faremo sarà un  po' alternativo, oltre ad alcune mete imperdibili come Agra e il Taj Mahal, che ho già visitato ma che merita non uno ma 100 ritorni, e Udaipur, per il resto sarà un Rajasthan particolare, con visite ad un santuario di animali salvati da situazioni di maltrattamenti e/o abbandono e a comunità vegan locali, come quella dei Bishnois.

Detto questo, io il 26 novembre parto e poi vi racconto.

P.S. Per chi ha voglia di saperne di più su questa incredibile comunità, un bel sito è questo.

venerdì 21 ottobre 2011

Heart attack with extra cheese

Con la promessa di riprendere a scrivere con maggiore continuità su questo blog, vi auguro buona giornata con una vignetta del mio cartoonist preferito, Dan Piraro.


fonte: http://www.bizarrocomics.com/

giovedì 6 ottobre 2011

Cambiare mentalità

di Marina Berati

Occorre buttare via la "mentalita' carnivora", i nostro pregiudizi, il pensare "beh, mangiare carne e' normale, mangiare latticini e' normale", ecc.
Se rimaniamo con quella mentalita', non faremo un buon servizio agli animali, pur non mangiandoli.
Occorre invece che capiamo che torturarli e ammazzarli non e' normale affatto, che e' un'aberrazione che questo si continui a fare, e che se la maggioranza lo fa non vuol dire che siano normali loro e strani noi.
Se una cosa e' orribile e sbagliata rimane orribile e sbagliata anche se la fanno quasi tutti, e anche se la facevamo pure noi; facevamo una cosa orribile e sbagliata, si', basta ammetterlo.

Dobbiamo venire a patti con la realta' che tutto questo continuera', non vedremo un mondo vegan entro la nostra vita, probabilmente non esistera' mai, quindi se non vogliamo impazzire di dolore bisogna che ci anestetizziamo e "sopportiamo" le cose orribili che vengono fatte agli animali anche a causa delle persone cui vogliamo bene (lanostra famiglia, i nostri amici). 

Questo non vuol dire pero' giustificare, vuol dire solo sopportarle nel momento in cui ci siamo resi conto che non riusciamo a farci nulla (se a una persona presentiamo tutte le informazioni, e questa non intende cambiare abitudini, non possiamo che sopportare la cosa, ma non certo "rispettarla" o pensare che va bene allo stesso modo).

Quindi sopportiamo certe cose dalle persone che ci circondano, ma non dobbiamo fare l'errore di continuare a pensare che queste cose vadano bene lo stesso, che sia una scelta personale rispettabile come ogni altra, perchè questa e' la mentalita' carnivora.

Fermiamoci un attimo a riflettere su cosa sia giusto e cosa no, non su cosa e' legale e diffuso e cosa no, e comportiamoci e pensiamo secondo la nostra etica, quella che rispetta gli animali. Cambiamo mentalita', e valutiamo in base a quella, non a quella vecchia.

Allora ci saranno cose che sopporteremo, altre no. O cose che da certa persone sopporteremo, perche' sappiamo che non ci possiamo fare nulla, e da altre persone no, perche' con queste persone vogliamo un rapporto piu' profondo e maggior condivisione (il partner, per esempio).

Ma in ogni caso, impariamo a superare la mentalita' carnivora, perche' questa non puo' portare nulla di buono agli animali, e anzi, non li rispetta per nulla.

venerdì 30 settembre 2011

Settimana Vegetariana Mondiale

Anche quest'anno viene organizzata  dall'1 al 7 ottobre la Settimana Vegetariana Mondiale, con lo scopo di informare le persone sulla scelta di escludere ogni ingrediente di origine animale dalla nostra alimentazione e da tutto il resto della nostra vita.
Nel sito ufficiale della Vegetarian Week si possono vedere i vari eventi organizzati in varie parti del mondo, mentre  in questa pagina sono elencate le iniziative proposte per l'Italia.


mercoledì 28 settembre 2011

mercoledì 21 settembre 2011

Se niente importa

Questo nuovo studio (guardate il video qui sotto) sostiene che mangiare pollo durante la gravidanza può influenzare le dimensioni e lo sviluppo dei feti maschili per quanto riguarda gli organi genitali (pene e scroto) e ciò a causa dei ftalati presenti nelle carni. Se questo (come se non bastassero le ragioni etiche, per quanto mi riguarda fondamentali) non è sufficiente per fare una scelta alimentare diversa, beh.... che vi debbo dire, arrangiatevi. Il video è in inglese.







fonte: http://girliegirlarmy.com/

lunedì 19 settembre 2011

Ancora sul mangiar fuori

E mi ritrovo, mi si perdoni la monotonia, ancora a parlar di ristorazione. Ancora fresco il ricordo del post precedente, mi accingo ora a raccontarvi della mia esperienza - appena conclusa, fresca fresca di questa serata - presso una fraschetteria di recentissima apertura in Aprilia, provincia di Latina.

Allorchè ci siamo trovati a casa, dopo una giornata trascorsa nella meravigliosa spiaggia dell'Oasi di Fogliano, senza acqua corrente, l'emergenza si è imposta: dopo una doccia fredda con un filo d'acqua, siamo stati costretti a spingerci fuori i cancelli di casa nostra (porto sicuro quanto a desinare) alla ricerca di cibo edibile, che non fosse pizza.
Confesso che ero già in forte apprensione, non nutrivo alcuna fiducia nei locali dei dintorni. Andare a cenare presso il primo ristorante vegetariano significava almeno percorrere 30-40 chilometri solo andata, per poi in fondo non essere neanche soddisfatti e in più magari di cattivo umore per tutto ciò quanto detto prima.

Invece, mirabile sorpresa, troviamo questa fraschetteria (per chi non fosse di Roma e non conoscesse il termine, si tratta di trattoria alla buona, con tovaglie di carta e servizio spiccio, posate e tovaglioli messi al centro della tavola, dove si mangia e si beve roba locale, senza troppi fronzoli) inaugurata da soli tre giorni, nel centro della cittadina di Aprilia: La Fraschetteria dei Complici, in via Umbria 14.
Ciò significa che se l'acqua fosse venuta a mancare solo 3-4 giorni fa, niente e nessuno ci avrebbe salvato dalla solita pizza.

Vi scrivo a pancia piena, e questo è già un buon indizio. Appena entrati, diciamo subito: Fai te (qui a Roma e dintorni ci si da subito del tu), basta che non ci porti niente, anzi "gnente", con affettati, formaggi e uova. Il giovane patron ci porta dopo pochi minuti alcuni piatti colmi di verdure marinate, gratinate e arrostite, oltre a un piattone di cicoria ripassata nell'olio e aglio, degne della migliore tradizione casareccia, non affogate nell'olio, condite il giusto, fresche di serata, in una parola: ottime, da leccarsi i baffi.
Causa la fame nera, abbiamo divorato tutto in tempi brevi, accompagnando il tutto con vino e pane locale della miglior specie. Sono seguite quindi, sempre secondo iniziativa del gestore, alcune bruschette calde (raramente avviene che giungano calde al cliente, un fatto più che rimarchevole) al pomodoro, anche queste ottime, e diverse da certi panacci stantii che spesso ci vengono serviti in pizzerie e ristoranti, freddi naturalmente.

e questo (il seitan alla crema di tofu) lo damo ar gatto...
Dopodiché, gran piatto di fettuccine ai funghi porcini, come Dio comanda, ovvero senza panne ne' burri ne' eccesso di olio d'oliva, il giusto, e - udite udite! - scelta tra fettuccine all'uovo e fettuccine della De Cecco (quelle che usiamo noi a casa nostra) fatte con semplice farina. Un miracolo. Cottura perfetta, ne' scotti ne' crudi, e porcini saporosissimi, saltati con poco olio, aglio e prezzemolo, come deve essere. La scelta comprendeva penne all'arrabbiata, spaghetti aglio e olio, spaghetti al pomodoro fresco e il menu ci annuncia anche che da novembre a marzo saranno servite anche zuppe come pasta e ceci, pasta e fagioli, misto di cereali e legumi. 

A seguire, ciambelline al vino da inzuppare nel...vino, caffè e sambuca, e tutto per un prezzo onestissimo.
Dunque, se capitate da queste parti o già vivete nei pressi, andateci. L'ambiente è caldo e confortevole, tutto sui toni dell'arancione, un colore che mette appetito. Non fatevi intimidire dal lungo menu con antipasti, primi e secondi tradizionali a base di carni e formaggi, ma entrate e chiedete e sarete serviti da re. Quello che è giusto è giusto. Sono una criticona, ma stasera il locale ha passato il test anche del mio palato difficile, per non parlare della mia insofferenza ai tempi di attesa, invece qui perfetti, il giusto, senza correre e senza aspettare troppo.


Immaginate, sognare è gratis, un posto così sempre più frequentato da vegan: i cibi di origine animale sarebbero venduti sempre di meno e le vere delizie, quelle che ho ordinato io, sarebbero le protagoniste delle tavole imbandite... Infiltriamoci e moltiplichiamoci!

giovedì 15 settembre 2011

Sfogo di una vegan che vuole mangiar bene

Dopodomani arriva a casa nostra John e sarà ospite da noi per qualche giorno. E' uno dei nostri più cari amici, è irlandese e vive a Dublino. Da circa un anno è diventato quasi vegan, ovvero vegetariano in transizione vegan. A forza di frequentarci, come si usa dire...Chi va con lo zoppo impara a zoppicare!

Si ripropone, come ogni volta che viene da noi, la questione se andare a cena fuori una sera e dove. Alla fine abbiamo sempre optato per una pizzeria. Prima di tutto perchè non abitiamo in città e la voglia di digerire, prima che la cena, traffico e ricerca parcheggio è sempre più scarsa. E poi, soprattutto, Roma è città avara di buoni ristoranti vegan. Sono pochi e quei pochi non mi hanno mai soddisfatto.
Intendiamoci, qualche pastrugno lo sanno fare tutti, o quasi. Ma quando leggo, come qualche giorno fa, nel menu di uno di questi locali, un piatto del genere "seitan con crema di tofu", oppure in un altro il "risotto col seitan" (ma che è?!), beh...che volete che vi dica, a me la voglia di andarci passa. Ci mancava solo un po' di tempeh, un po' di umeboshi, e qualche altra diavoleria, per far venire fuori un piatto improbabile che però essendo vegan si è costretti a magnificare. Sognando poi, in tutta segretezza, un bel piatto di bucatini al pomodoro con melanzane fritte, come quelli che vi faceva vostra nonna, o una pasta e ceci, di quelle vecchia maniera.

Lo confesso. Io, qui a Roma, mangio vegan molto meglio nelle trattorie tradizionali o nei ristoranti tipici che nei locali veg. Qualche tempo fa, ad esempio, mi trovavo con dei parenti in centro storico e ho pensato di portarli da Giggetto al Portico d'Ottavia, rinomato ristorante della zona del ghetto, dietro Largo Argentina. Non potevo portarli in pizzeria, avendola loro già degustata a pranzo, ne' rischiare di portare mia zia -  di una certa età - in un improbabile ristorante veg(etari)ano di dubbia appetitosità.
Ebbene, perfino nel tempio della cucina giudaico-romanesca, io ho mangiato divinamente: dal purè di fave ai carciofi alla giudìa al fritto di verdure in pastella (ho spergiurato che non ci fosse l'uovo causa allergia, una piccola bugia, mi si perdoni!) a un primo che ora non ricordo ma che era ottimo. Tutte ricette tipiche che non troverete mai in un ristorante veg. Ma perchè?!

Ovviamente gradirei di più degustare un carciofo fritto in un ambiente diverso, dove non girano piatti con contenuti macabri, va da sè. Ma se invece devo buttar giù seitan in salsa di tofu e sbobbette senza fantasia, di quelle che io mi preparo a casa per le cene frettolose dopo una giornata di ufficio...allora rimango a casa, non affronto traffico e tutto per mangiare due grani di miglio cotti alla bell'e meglio spesso da dilettanti e non da professionisti della ristorazione, da veri chef.

E qui si apre un altro discorso, quello degli chef vegan. Chiunque abbia mai pubblicato almeno una ricetta - più o meno di propria creazione o scopiazzata qua e là - è uno chef vegan. Le cose non funzionano così. In questo modo si deprezza e si avvilisce la gastronomia vegan. Un conto è mangiare in casa propria e un conto è farlo in un ristorante: le aspettative sono diverse.

Personalmente, mi aspetto di essere piacevolmente stupita, non con accozzaglie di ingredienti e sapori senza storia però, e chiedo anche che lo chef abbia cognizioni quanto meno migliori delle mie nell'accostare i diversi ingredienti (per favore, non mettete la finocchiella nel sugo al pomodoro, non si fa!), in breve, quello che chiunque chiede a uno chef professionista. Non perchè sono vegan non ho capacità di giudizio!

Vogliamo volare basso, non parlare di ristorazione di un certo livello? I vegan non hanno soldi da spendere (sebbene ci siano vegan ricchi e vegan poveri, essendo la nostra una categoria "trasversale", che non bada ai ceti sociali)?
Benissimo. Allora parliamo di trattorie alla buona. Al momento non ne vedo, almeno nei paraggi. Come ripeto, mi sono trovata meglio in trattorie alla buona di matrice onnivora dove ho trovato saporosissimi piatti vegan senza ingredienti esotici. Una delle mie preferite è la trattoria di Tuscania che dà sui giardini pubblici, non so il nome, ma chi è della zona la conoscerà di certo. Si mangia fuori d'estate e dentro d'inverno. Una pasta con i legumi non manca mai, spesso la pasta è fatta in casa. E i contorni sono saporitissimi. Basta prenderne due o tre ed ecco fatto il secondo per noi vegan. Niente tofu, niente abbinamenti improbabili, ma collaudata tradizione locale.

Se ne avessi la possibilità, ne aprirei una così, di trattoria. Un posto dove si mangino tutti i piatti tradizionalmente vegan della cucina italiana e quelli che vegan non sono, prepararli veganizzandoli. Allora sì, che mi puoi servire il seitan, ma alla pizzaiola o a scaloppina o a spezzatino (sfido un carnivoro a rendersi conto che è tutto vegetale!), oppure il tofu (perchè me lo metti ben camuffato nei ravioli "ricotta" e spinaci), e via dicendo. La parmigiana di melanzane, fatta col parmigiano vegetale (semi di girasole, mandorle, lievito a scaglie) e un gran tripudio di primi piatti e dolci tipici veganizzati (mai assaggiata la pastiera vegan? indistinguibile dall'originale!) e altro ancora.

Invece, niente, tocca mangiar bizzarro, oppure precotto, oppure arraffazzonato, o stracotto o poco saporito. Capisco che sia importante incoraggiare le realtà vegan, ma veniamoci incontro: voi ristoratori mi fate mangiar bene e io vi sostengo ancora meglio, vi glorifico addirittura. In fondo, non è gratis, vi pago e voglio andarmene soddisfatta.

Allora, intanto,  noi ce ne stiamo a casa e imbastiamo per conto nostro delle belle cenette. In attesa che qualche vero chef ci regali dei momenti di pura estasi gustativa.




P.S. Un'idea di cosa mi piacerebbe davvero mangiare in un ristorante vegan, almeno nelle grandi occasioni? La trovate in questo pregevole libro, di cui vedete qui sopra la copertina,  che consiglio a tutti i miei lettori francofoni, anche solo per la gioia degli occhi.

sabato 10 settembre 2011

C'è chi nutre dubbi

Si sparge voce, non sono più solo i siti vegan a raccontare perchè no al latte. Grazie a Piergiorgio per avermi passato il trafiletto.

Ancora su Facebook

Dopo ripetute richieste di chiarimenti, mi è stato restituito il profilo Facebook. Mi trovate sempre lì dunque, anche se il nuovo profilo rimarrà attivo mentre decido che farne...

Ad maiora!

martedì 6 settembre 2011

A proposito di Facebook

Comunicazione ai miei contatti su FB: da ieri sono stata bannata da Facebook, quindi se non mi vedete più tra i vostri amici non sono stata io ad andarmene ma solo loro, quelli del team di FB, che mi hanno gentilmente accompagnata alla porta, adducendo bizzarre giustificazioni.
Soprattutto nell'ultimo mese passato avevo ricevuto richiesta d'amicizia da un centinaio di persone nuove e mi dispiace molto averle perse per strada.
Naturalmente, con un po' di fantasia, sono sempre rintracciabile, come si dice...devo rifarmi un'identità. La mia mail qui sul blog è a vostra disposizione per contatti.

Ariel

venerdì 2 settembre 2011

I love Honey LaBronx

Le drag queen mi suscitano sempre molta simpatia. Sarà quel gusto per la maschera, per il trasformismo, sarà che sembra che si divertano un mondo loro stesse durante gli spettacoli, sarà che penso alle facce dei benpensanti che storcono il naso salvo poi intimamente divertirsi e canticchiare sommessamente le stesse canzoni cantate da loro, non so. Chi di voi ricorda il film Priscilla regina del deserto, un tenero e appassionato spaccato di vita ambientato in Australia?
Ma cosa posso desiderare di più che non una drag queen vegan?!? C'è, c'è! E' Honey LaBronx!



La deliziosa Honey conduce un nuovo programma di cucina vegan on line  e ci regala le sue ricette attraverso il blog  Honey's Kitchen, un luogo - come racconta lei stessa - dove può condividere tutto ciò che ha imparato da quando è diventata vegan.
Ecco cosa scrive Honey: 
"This is a place where I can pass on what I have been learning since becoming Vegan and venturing into the kitchen.  Whether it’s sharing recipes, educating about the animal suffering involved in a non-Vegan diet, or offering tips on how to wow your friends with delicious baked goods…  It is my hope to help inspire, enlighten, and EMBOLDEN everyone to pick up their spatulas, let out a battle cry, and charge HEART FIRST into their kitchens!” 

Ecco a voi il primo video della serie, in cui Honey  ci racconta come fare il seitan:







fonte: http://www.ecorazzi.com/

mercoledì 31 agosto 2011

Why Vegan?

Lo conoscete già? Un altro video sul perché essere/diventare vegan...



domenica 28 agosto 2011

Death by protein

Anni fa lessi un romanzo di Achille Campanile, mai abbastanza popolare scrittore umoristico del secolo scorso, in cui si svolgeva una surreale e spassosissima scena la cui location erano le corsie di un ospedale. Suorine infermiere si affacendavano avanti e indietro per i corridoi cercando di ricordare quali fossero le due P che i medici avevano prescritto ai pazienti ricoverati. Qualcuno proponeva Pasta e Peperoni, e giù a portare teglie di siffatti alimenti  senza risultato apprezzabile alcuno sulla salute dei pazienti. Oppure, Pere e Pistacchi, Pasticcio e Patate, e così via. Finchè un illuminato, dopo che i ricoverati si erano rimpinzati di ogni ben di dio e delle più strampalate accoppiate di cibi, ricorda qual era il diktat dei medici da seguire per ripristinare la salute negli ammalati: Peace & Protein, tranquillità e tante proteine. Se solo ricordassi quale fosse il titolo di questo romanzo... risate assicurate in solitaria sotto l'ombrellone o, peggio, sull'autobus o in metropolitana.

Lo lessi d'altronde in tempi non sospetti. Ora la storia delle proteine mi solletica il sorriso ancor più di prima.
Come sa bene la mia deliziosa amica e compagna di quotidianità lavorativa, Francesca, novella vegan, una delle immagini che più spesso invoco - in risposta agli sguardi e alle istanze perplesse di chi ci dipinge come moriture in seguito alla nostra alimentazione plant-based - è quella di famigerati sotterranei dei nostrani ospedali ove sarebbero ricoverati, nella privacy più assoluta, fantomatici pazienti in carenza di proteine, gente che ha osato mangiare vegan per qualche tempo e che si è ritrovata con una flebo e pesanti infiltrazioni intra-cute di proteine salvavita.

Un'immagine che non manca ogni volta di farci ridere a crepapelle, dal momento che ben sappiamo che sono i reparti alti, non quelli sotterranei, ad essere stracolmi di ammalati a causa di un'alimentazione troppo ricca in proteine animali, grassi, etc. Le cosiddette malattie del progresso, di cui prima soffrivano solo i nobili, i ricchi, che di carni animali si sono sempre abboffati in quantità.
Perfino i crudisti (chi mangia solo cibi crudi e dunque non ingerisce legumi, notoriamente ricchi di proteine vegetali, se non in forma di germogli) non rilevano di norma carenze di proteine! A proposito, mentre sarete tutti al corrente circa le proprietà nutritive di frutta secca e semi, conoscete invece le virtù dell'avocado? io ne sono a parte da poco, e un guacamole non me lo faccio mai mancare almeno una volta a settimana, sebbene confesso lo faccia più per gola che per salutismo...

Per tutto quanto sopra detto, stamattina non potevo non sorridere alla lettura di un nuovo articolo di Robert Cohen che si intitola - guarda caso - Death by Protein.

Il mio amico d'oltreoceano è sempre puntuale nel giustificare le sue convinzioni con studi medici ben documentati e io mi pascio del tradurre sovente i suoi scritti, a beneficio di chi non lo conosce ancora o di chi non se la cava bene con la lingua inglese. Ecco dunque ciò che ci racconta Robert, alias Mr. NoMilk:

L'ossessione americana per le proteine iniziò quando genitori ignari stigmatizzavano continuamente nel cervello dei loro bambini  il mito delle proteine con commenti - ora sappiamo, idioti - tipo: Finisci il fegato che hai nel piatto! Ci sono bambini che stanno morendo di fame in Africa! [..] Poi si va a scuola, e gli insegnanti non fanno che rafforzare quel  mito​​, mostrando foto reali di bambini reali in situazioni di guerra in nazioni africane, che non hanno  cibo da mangiare, e così i bambini "benestanti" tornano a casa per finire ogni boccone di fegato, milza, pancreas, e tutta  la carne nei loro piatti. Proteine, proteine, proteine. Un bambino in crescita non sente altro. Le proteine sono una cosa buona. Devi mangiare tante proteine per crescere [N.di A. E per proteine si intende sempre "proteine animali", naturalmente]. Mangiare carne, bere tanto latte. E l'ossessione si espanse in tutti i paesi occidentali...




Questi bambini, una volta adulti, vanno poi all'università o entrano nel mondo lavorativo o nell'esercito, dove ne sentiranno altre di sciocchezze sulle proteine, e poi insegneranno ai propri figli ciò che hanno appreso da piccoli e anche da adulti, generazione dopo generazione di bambini che ora si ritrovano con malattie cardiache e obesità già a 7-8 anni.
Se visitate un qualsiasi ospedale americano [N.d.A. Ma anche italiano, aggiungo io...] e chiedete:
"Quanti pazienti sono ricoverati qui a causa di una deficienza di proteine?" la risposta sarà "Zero". Gli ospedali sono zeppi di persone che hanno mangiato troppe proteine attraverso la loro dieta. E' praticamente impossibile vivere nel mondo occidentale e non soddisfare il proprio bisogno di proteine.


Un americano ingerisce mediamente il 175% in più delle proteine raccomandate giornalmente. Una donna il 144%. (Surgeon General's Report on Nutrition and Health, 1988)


L'osteoporosi è causata da una serie di problemi, uno dei più cruciali è la sovrabbondanza di proteine animali (Science 1986; 233 (4763))


Paesi con il più alto tasso di osteoporosi come USA, Regno Unito e Svezia sono i maggiori consumatori di latticini. Cina e Giappone, la cui alimentazione  tradizionalmente non li contempla, hanno il minor tasso di incidenza di questa patologia (Nutrition Action Healthletter, June 1993) 


Aumentare l'introito di proteine nella propria dieta del 100% può causare una perdita doppia di calcio (Journal of Nutrition, 1981, 111-3)


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E non vi riporto tutti gli altri stralci di riviste scientifiche portate a supporto delle tesi, ma solo per non annoiarvi. Dunque, la prossima volta che vedrete volti preoccupati al vostro cospetto e vi verrà rivolta la fatidica domanda con toni angosciati: Ma dove le prendi le proteine (sempre intendendo per il generico "proteine"  le proteine "migliori", ovvero quelle animali)? potreste anche  rispondere  con un'altra domanda: Ma tu, sei sicuro di non prenderne troppe?


libera traduzione da: http://www.notmilk.com

sabato 27 agosto 2011

Ben ritrovati! e un video....

Ben ritrovati amici lettori! Ricominciamo a colloquiare e a trovarci su queste pagine, e quale miglior modo per iniziare che non presentarvi questo video, che alcuni di voi avranno già avuto modo di vedere, che pare essere - almeno fino ad ora - uno dei più obiettivi e realistici sui vegan, su quello che mangiamo, su come siamo... Il locale in cui viene effettuato parte del servizio televisivo è il Rewild di Roma. Chi passa da queste parti, non può mancare di farci un salto!
Godetevelo e ...ci risentiamo nei prossimi giorni!



sabato 13 agosto 2011

Fatti di giorni di mezza estate

Cari amici lettori, interrompo il silenzio estivo perchè mi sembra giusto informarvi di alcuni accadimenti in atto in questi giorni che mi riguardano personalmente. Vi riporto direttamente al comunicato ufficiale sul sito di AgireOra, così chi non conosce ancora questo sito potrà apprezzarne le virtù di coerenza e serietà.
Non commento i fatti ma vi lascio alla lettura affinchè possiate trarre le vostre conclusioni.



Comunicato stampa di Società Vegetariana
Comunicato stampa del Consiglio Direttivo di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana
Solidarietà da parte del Presidente dei Verdi della Toscana Lorenzo Lombardi
Comunicato stampa di AnimalFreedom
Solidarietà da parte dell'Associazione Onlus LaCincia
Solidarietà da parte dell'Associazione Le Sfigatte
Solidarietà da parte di CrueltyFreeWebRadio 
Sostegno di Animalisti Fiuli Venezia-Giulia

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Primo esito della vicenda giudiziaria

venerdì 5 agosto 2011

Buone vacanze

Cari amici,
il blog chiude i battenti per un paio di settimane. Auguro a tutti voi serene vacanze. Sono sicura che tutti voi che mi leggete avrete provveduto a sistemare i vostri cani, gatti & altri animaletti domestici nel migliore dei modi. Se potete, portate almeno i vostri cagnoloni con voi, le vere vacanze sono quelle passate con loro e finalmente godersi la loro compagnia 24 ore su 24, non come durante l'anno, quando siamo sempre di corsa e abbiamo poco tempo da dedicare a tutti i nostri cari, bipedi e quadrupedi che siano. Se avete gatti, preoccupatevi di trovare persone molto fidate che possano curarsi di loro mentre voi siete fuori: i mici si stressano un po' a viaggiare, l'ideale per loro sarebbe rimanere a casa con cibo e coccole a volontà, ma questo voi lo saprete già di certo.

Confido in voi.

Ariel

domenica 24 luglio 2011

Cena a Ostia Antica

Vi segnalo un evento per venerdì 29 luglio a Ostia Antica (Roma). Niente tofu o seitan, ma cucina di tradizione mediterranea, perchè si può mangiare vegan con i cibi di casa nostra. Io ci sarò e mi piacerebbe incontrare qualcuno dei miei lettori... La prenotazione è obbligatoria. Se ci siete....fatevi vivi!


martedì 12 luglio 2011

Manuale di sopravvivenza (Rione Monti, Roma)

Ho la fortuna di abitare in campagna, lontano abbastanza dalla città da non sentirne gli effluvi pestilenziali (dai tubi di scappamento al rumore a....). Da quando non vivo più in un condominio la mia esistenza è davvero cambiata, soprattutto ho scoperto la bellezza di non avere nessun vicino di casa sopra, sotto, di lato. Di poter lasciare sempre aperta la porta di casa, di potersi sdraiare su una amaca tra due alberi, giocare a rincorrersi con i cagnoni, senza bisogno di arrivare ad un parco pubblico. E tanto altro ancora. Probabilmente sono diventata anche più misantropa, questo lo ammetto.
E' che la mia dose di socialità sono costretta a sorbirmela comunque ogni giorno, quando debbo andare in città a lavorare e salgo su treni sempre piuttosto pieni, poi trascorri la mia giornata in un ufficio, in una forzata promiscuità che poi devo bilanciare con una... part-time (almeno) immersion nella natura intorno a casa mia...

Lavoro in centro a Roma e nella maggior parte dei casi porto con me del cibo per il pranzo. Sono piuttosto difficile di gusti e raramente trovo appetibile qualcosa cucinato giù alla mensa interna (sono in grado di rendere immangiabili anche dei banali fagiolini verdi, probabilmente grazie alla loro cattiva "scongelazione"). Però a volte anch'io devo procacciarmi il cibo,  succede quando non riesco a preparare niente la sera prima oppure ho finito i viveri a casa. 
Così ho dovuto spulciare un po' la zona qui intorno per capire dove sia possibile comprare  qualcosa di decente da mettere sotto i denti. Magari a qualcuno di voi potrà servire, trovandosi da queste parti, una piccola mappa di sopravvivenza nella zona intorno a Via Nazionale, quartiere Monti, Santa Maria Maggiore. Man mano che troverò posti e cibi interessanti ve li indicherò.

Tra via A. De Pretis e via Torino, ad esempio, all'altezza del mercatino rionale, c'è una viuzza, Via Napoli, e una pizzeria a taglio  dove, oltre alle solite pizza rossa, con i funghi e con patate tipiche delle pizzerie romane, potrete trovare quasi tutti i giorni una ottima pizza bianca ripiena di scarola e olive, un po' piccantina. Chiedete sempre se non ci sia mozzarella, dovessero mai cambiare...ricetta.

Un altro posto da noi frequentabile è una sorta di panineria che si chiama Bombo, in via Palermo, facilmente riconoscibile dalla scritta fuori con "Qui se magna". Nonostante la sempiterna presenza di hamburger, formaggi, salmone (stiamo parlando ovviamente di locali onnivori...), è possibile farsi "costruire" una bella insalatona - in due formati di grandezza - con ingredienti a scelta tra ortaggi freschi e sott'olio e soprattutto - caso rarissimo - tra ceci, fagioli borlotti e fagioli bianchi di Spagna conditi con cipolletta, sedano, etc. Se poi vi fate condire il tutto con la crema all'aceto balsamico, otterrete un'insalata di grande soddisfazione. E' possibile anche farsi preparare un panino caldo con ingredienti a scelta, il mio preferito è con melanzane e zucchine grigliate e pomodorini secchi sott'olio, una bontà copiata ora anche dagli avventori onnivori (copioni!).

Continuando più avanti sempre su via Palermo e girando a destra su via Genova,  un'altra pizzeria a taglio piuttosto rinomata nel quartiere e dunque sempre molto affollata dove difficilmente potrete trovare una pizza senza mozzarella & affini ma dove - se ci capitate di giovedì - potrete approfittare degli ottimi pomodori col riso e patate al forno, che sembrano proprio fatti in casa dalla zia. Qualche volta anche uno dei primi consueti è mangiabile, come pasta e ceci, ma per lo più si tratta di piatti con formaggi e carni (ragù, pancetta, etc.). Tra le insalate, l'unica vegan è la Ligure, per me un po' scarsina come ingredienti, e la stessa cosa potrei dire del cuscus di verdure, che necessiterebbe qualche aggiunta.

Ancora, in via Firenze, dall'altra parte di via Nazionale rispetto al quartiere Monti, un panificio-pizzeria propone quasi quotidianamente delle pizzette tonde con verdure grigliate sopra che sono la fine del mondo, così croccanti e saporite! Purtroppo vanno a ruba, bisogna arrivare presto per accaparrarsele, per la modica cifra di 2 euro l'una. Anche qui se si è fortunati si trovano i pomodori col riso e patate, buonissimi anche qui, a prezzo leggermente inferiore del primo posto segnalato.

Potreste avere voglia di un gelato, di quelli artigianali, e allora non dovrete che ritornare nel cuore di Monti, a via dei Serpenti, al Gelatone. Scendendo da via Nazionale, vi ritroverete la gelateria circa a metà strada, sulla destra, è l'unica nei dintorni. Da provare i gusti alla soia: dal pistacchio al cioccolato, nocciola, vaniglia, etc. Ce ne sono sempre diversi, non i soliti due-tre gusti che qualche volta si riescono a trovare nelle altre gelaterie. Ma i più buoni sono senza dubbio i sorbetti di frutta, io adoro in particolare i gusti banana e pera, ma c'è solo l'imbarazzo della scelta. Chiedete sempre per sicurezza alle ragazze oltre il bancone. Una di loro è intollerante al lattosio e dunque molto attenta a consigliare. Proprio lei mi ha fatto presente di non prendere gusti agli agrumi (limone, pompelmo rosa, etc.) perchè per questo tipo di gelato viene usato latte in polvere come addensante.


Per oggi è tutto, altre segnalazioni nei prossimi post!






sabato 2 luglio 2011

Meglio le mele


"The apple cannot be stuck back on the Tree of Knowledge; once we begin to see, we are doomed and challenged to seek the strength to see more, not less."
(Arthur Miller)




Il numero di giugno di quest'anno della rivista International Journal of Nutrition Food Science segnala una ricerca cinese le cui conclusioni sono le seguenti:

"The antioxidants from plant foods improve the body's antioxidant defense by acting additively and synergistically...Both apple and grape are antioxidant-rich fruits. Our results indicated that intake of apple and grape juice was efficient in enhancing the body's antioxidant status."

In breve, mele e uva sono ricchissimi di antiossidanti e costituiscono un validissimo apporto per il nostro fabbisogno di queste sostanze.

Ancora. La metionina è un aminoacido che contiene zolfo e si trasforma in omocisteina nel corpo umano. L'omocisteina è un fattore chiave per la sua implicazione nello presenza di malattie cardiache. Frutta e verdura come mele, uva, ananas, cavoli contengono metionina come anche molti cereali e legumi. A differenza delle proteine (è lì che si trova la metionina) animali, però, quelle vegetali contengono minuscole quantità di metionina, le quantità "giuste" per il normale consumo umano. Il problema è invece un eccesso di metionina.

Non è finita. Il pollo, per esempio. Molti trovano il pollo delizioso al palato. Per carità, non sarò certo io... Ma forse ciò che dà sapore al pollo è proprio la presenza di questi aminoacidi solforosi nelle proteine contenute nelle sue carni. Daranno forse, per chi ha papille gustative ormai andate a farsi benedire, un gradevole gusto in bocca, ma non avete idea di quali odori terrificanti possa provocare all'interno del corpo e....nella via d'uscita.

E' possibile sentirne l'olezzo avvicinandosi a persone che hanno appena ingurgitato pollame: puzzo di zolfo. Naturalmente chi vi è abituato e si crogiola nel suo e altrui puzzo non ne avrà il minimo sentore. Ma invito un vegan qualsiasi a fare il test. Avvicinatevi a un vostro collega dopo il suo consueto succulento pasto a base di "petto di pollo grigliato" (un must impiegatizio) e inalate senza neanche troppo sforzarvi i miasmi provenienti dalla sua persona...
Se mangiare polli dimostra innanzitutto che non si ha alcuna pietà per la vita di sevizie e conseguente atroce morte di un uccello, tanto meno dimostra compassione e pietà per il proprio di corpo.


Se fate una ricerchina veloce veloce sui livelli di metionina nei vari cibi, non mancherete di notare che 100 grammi di mele contengono 0.001 grammi di metionina mentre la stessa quantità di pollo ne contiene circa 0.855. Voi mi direte forse che adorate quel temibile e funereo puzzo di zolfo scorrere attraverso il vostro sangue e distribuirsi in ogni cellula nel vostro corpo. Del resto si sa, i gusti son gusti. Semplicemente una porzione di pollo contiene 855 volte l'ammontare di metionina di una porzione di mele, stop.

Ecco una breve tabella con i livelli di metionina in alcuni cibi (per 100 grammi):

Mele: 0.001 grammi
Ananas:  0.012
Cavolo: 0.014
Tofu: 0.074
Uova sode: 0.392
Formaggio cheddar:  0.652
Parmigiano:  0.958

Con l'augurio per il vostro bene e di chi vi è accanto di diventare sempre meno puzzolenti di mortiferi olezzi, ringrazio Robert Cohen per l'articolo di cui questo post è una libera traduzione, miei commenti non compresi.



P.S. Dimenticavo. Il pollo è la pietanza preferita dalle mamme per i loro bambini. Non dai bambini, naturalmente. Sono le mamme che insegnano loro a "preferirlo". Voi provate a mettere un pollo, un uccello, insomma una gallina bella vispa  e una mela vicino ad un bambino: indovinate cosa mangerà e con chi invece giocherà...


fonte: http://www.notmilk.com

mercoledì 29 giugno 2011

Radio Voice

Molti di voi la conosceranno già, ma per chi ancora non ha avuto il piacere di connettersi con Radio Voice questo è un invito a farlo.
Quando lavoro al pc, quando scrivo qualcosa per il blog o su Facebook, non c'è migliore sottofondo di questa radio che rappresenta una sorta di "radio ideale", non sembra vero di poter addirittura ascoltare pubblicità con attenzione perchè trattasi di pubblicità "etica". Vi sembrerà incredibile, quando di solito saltate su un altro canale quando c'è qualche annuncio pubblicitario...qui no, anzi! li ascoltate con tanto di orecchie...

Per non parlare delle news. In questo momento stanno parlando di circhi...
La musica è delle migliori in circolazione. Insomma, non avrò mai abbastanza parole per esaltare il lavoro di questa radio. E voi, che non la conoscete, non dovete fare altro che connettervi e lasciarla come sottofondo mentre navigate in internet, ne sarete entusiasti.

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RADIO VOICE è una radio che lotta per il riconoscimento dei diritti degli animali. 
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mercoledì 22 giugno 2011

Per quelli come Francesca

Oggi sento di dover dedicare qualche riga di blog alla mia amica Francesca, novella vegana. Sono un paio di anni che lavoriamo insieme e spesso è capitato nel tempo di parlare di cosa mangio, soprattutto del perché mi nutro come mi nutro, e cosa significa e tutto il resto. E lei, a differenza della maggior parte delle persone che mi/ci circondano, era sempre curiosa di sapere, di conoscere questioni che magari a volte le erano passate per la mente ma senza poterle approfondire perché si sa, tutto rema contro nel mondo là fuori. Sembra impossibile essere diversi, cercare di essere migliori, non tanto migliori degli altri, ma migliori di come siamo sempre stati.

Per quanto mi riguarda io non ho mai avuto grandi ambizioni sul lavoro, forse perchè - disgraziatamente - non ho mai avuto forti vocazioni per quella o per l'altra professione, ma un obiettivo mi sono sempre prefissata ed era quello di diventare... sempre più buona. Non rispetto agli altri, ognuno se la vede con la propria coscienza, ma in relazione a me stessa, senza sapere bene a volte dove andare a parare, ma con la stella cometa del "diventare migliore". Ho sempre fatto mio quel "Fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtude e conoscenza". Questa la mia vera e forse unica ambizione.


In Francesca ho trovato una persona interessata a migliorarsi, proprio come ero e sono io. Passato il tempo, qualche mese fa è sparito dal suo frigorifero e dalla sua dispensa ogni tipo di derivato animale, e da ottima cuoca quale era prima si è riconvertita a cuoca vegan, per lei, per suo marito, per la piccola Ludovica. Leggendarie ormai le sue paste al forno, le pastiere, la nutella, le polpette, il ragù... Hanno conquistato la sua famiglia e i suoi amici, i suoi piatti speciali. 

Non voglio finire nella retorica, dunque termino qui. Volevo solo lasciare una testimonianza qui per lei e per tutti quelli che - seppure adulti - decidono a un certo punto di cambiare abitudini, di cambiare testa, di vedere oltre quello che per anni  abbiamo visto in casa e fuori, di andare oltre le apparenze. Questo pensiero è per persone come loro, persone che si rimettono in gioco e per questo non invecchieranno mai.