domenica 6 settembre 2009

Veggie Iceland


Daniele Frongia, blogger e informatico, nonchè giramondo (dalla Cina alle Galapagos, dal Sudafrica al Canada, dal Sudamerica al Medioriente... qualcuno lo fermi!), ma soprattutto mio carissimo decennale amico, ci ha inviato una fantastica recensione di posti visitati durante il suo ultimo viaggio. Dove?!
Ma in Islanda, uno dei Paesi più belli al mondo (la definizione è sua dopo aver visitato l'isola).

Daniele è tornato entusiasta e a giudicare dalle foto che mi ha mostrato, lo capisco davvero. Qui parleremo naturalmente solo di alcuni aspetti che ci riguardano in special modo, parlo delle possibilità di sopravvivenza di un vegan in trasferta a Reykjavik! Si può mangiare veg anche a quelle latitudini? Vi stupisce? Andiamo a vedere. Mi pare che ci sia una notizia brutta e una bella, come si dice, e noi inizieremo dalla prima, così ci consoleremo a fine lettura.
Vi passo i suoi appunti senza troppo interferire, d'altronde chi ha in programma un viaggetto da quelle parti può chiedere direttamente a Daniele maggiori delucidazioni. Io mi limito a trasmettere e a... invidiare. In una estate torrida come questa, chi di noi non ha desiderato scappare al fresco, trovarsi in paesaggi fatati come quelli e con una densità di popolazione che noi, sulle nostrane spiagge, neanche riusciamo ad immaginare?!


"Tanto per introdurvi alle bellezze dell'isola, nel video di Eberg si possono ammirare i tipici paesaggi lunari ma ovviamente l'epilogo non ha nulla a che fare con questa recensione. Per iniziare ho scelto il "top", l'A naestu grosum, quello che Bill Clinton ha indicato come il miglior ristorante vegetariano al mondo. A consigliarmelo, e ad accompagnarmi, la celebre artista islandese Vala Thorsdottir (e a me che piace il gossip non posso non aggiungere che Vala è anche la nipote del Presidente della Repubblica).

Il ristorante, al secondo piano di un anonimo palazzo della via centrale, è composto da un piccolo ingresso con i cibi a buffet e da un grazioso salone arancione. Ma c'è una nota dolente, la più importante, il cibo: abbiamo provato di tutto, ma nulla era decente. O non sapeva di niente, o era cattivo. Anche il servizio, affidato a due giovanissimi (la responsabile non c'era), è stato piuttosto deludente, con il ragazzo che serviva con un vestito sporchissimo (mai vista una cosa del genere in Islanda) e con l'assenza di un menù in lingua inglese. Anche la responsabile, contattata per email, non ci ha risposto, e il sito è giù da mesi.

Insomma A naestu grosum è tutto tranne che il miglior vegerariano al mondo.
E prima di scriverlo ci sono tornato una seconda volta, tornando a casa con la stessa delusione. A naestu grosum significa l'erba vicina: Vala ha ribattezzato il locale L'erba del vicino (è certamente migliore). Secondo lei il fatto che i vegetariani islandesi siano solo una piccolissima minoranza non crea la sufficiente massa critica per richiedere un livello qualitativo più alto. E ovviamente Clinton non mi sembra il vegetariano più affidabile al mondo...

buffet al A naestu grosum

Per riprendermi, a due passi, sono andato al caffè Kaffitar, una catena islandese che serve un ottimo espresso (miscele provenienti principalmente dal Sudamerica), e dove è possibile improvvisare una sessione di tango, che a Reykjavík è molto di moda. Quella sera c'erano anche due maestri, e chiunque poteva fare una lezione (gratis, of course). [N. di Ariel: scusate la piccola licenza off topic ma è un omaggio al tango, danza a cui mi dedico con appassionata perseveranza]


Vala... mentre guarda i tanghéri

I giorni successivi ho invece conosciuto il Caffé Hljomalind, sempre nella via centrale (Laugavegur), un locale vegetariano e vegano gestito da un'associazione no profit che sostiene alcune inziative solidali. Amore a prima vista. Il locale, coloratissimo, molto informale e frequentato da hippies locali come anche da business men d'oltreoceano, serve ottimi cibi, prima tra tutti la celebre zuppa vegetale, una goduria per il palato, anche per me che non adoro i cibi a 80 gradi centigradi.


Hljomalind, visto da fuori

Pane e acqua sono sempre inclusi nel prezzo (bassissimo, una portata non supera mai i 5 euro) e alla fine ci sono alcuni dolci islandesi i cui ingredienti, ve lo assicuro, non sono traducibili. Il servizio, che come la maggior parte dei locali include anche una connessione wireless gratuita, è impeccabile: i ragazzi sono gentilissimi, ti lasciano stare stravaccato sui comodi divani per ore senza disturbarti, a volte improvvisano canti e balli, tengono sempre tutto pulito e - banalmente - si prendono sempre cura di te (provate a fare una richiesta strana: non si faranno mai cogliere di sorpresa!).

Perdonatemi una nota tecnica, in fondo in fondo sono sempre un informatico: hanno anche una loro rete di computer con il sistema operativo Linux Ubuntu. Il termine Ubuntu deriva da un'antica parola africana che significa umanità agli altri, oppure io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti. La distribuzione Ubuntu migra lo spirito di Ubuntu nel mondo del software.
Anche questi computer, principalmente destinati allo staff, possono essere utilizzati dai clienti. In questo locale ho trascorso alcuni pomeriggi a lavorare (come del resto alcuni dipendenti islandesi, che il telelavoro lo svolgono dove gli pare e piace) e sapete quale è la cosa bella? Che posti come questo non sono un'eccezione a
Reykjavík, ma la regola!


Infine, vi presento Daniele. E' quello seduto al tavolo in mezzo alla sala, vestito di scuro. Grazie infinitamente per averci raccontato un pezzo di vita di Reykjavik, guardando queste foto sembra davvero di esserci stati anche noi.


Riepilogando:

A Naestu Grosum (al momento il sito è fuori uso)
Laugavegur 20b, Simi
Tel. 354-5528410
Vegan-friendly, Macrobiotico, Cucina Internazionale
15-20 euro


Kaffi Hljomalind
Laugavegur 23
Tel. 354-5171980
Lacto-Vegetariano, Vegan, Biologico
10-15 euro

22 commenti:

Matilda ha detto...

Grazie Ariella, Daniele non ha il dono della sintesi ma certamente ha la curiosità del vero viaggiatore. E conferma il mio interesse per quell'isoletta lassù.

Diego ha detto...

..ma che richiesta 'strana' hai fatto ai ristoratori hippy? E cosa ti hanno risposto?

Ariel ha detto...

Ciao Matilda, per ragioni di spazio ho dovuto limitarmi a parlare dei posti veg da lui frequentati ma dai suoi racconti e dalle foto che mi ha mostrato dei paesaggi, della gente, della città ne ho tratto una forte impressione...
se non fosse per le temperature proibitive per noi mediterranei...

Matilda ha detto...

Grazie Ariel, o Ariella, o è un nome d'arte? Il video su youtube poi è divertentissimo

Ariel ha detto...

Ariella, all'anagrafe, Ariel per gli amici e per il blog...
ciao!

riccardo ha detto...

Daniele avrà richiesto uno sformato di melanzane con salsetta di fichi d'india...

Anonimo ha detto...

..oppure, scusi dov'è il bagno /baðherbergi/?

Noemi D'Ottavi ha detto...

Brava Ariel, vien voglia di cambiare paese, più che alimentazione

Fabrizio Maccarone ha detto...

Ciao Ariellina, quale Daniele Frongia ha scritto questa recensione? Dai che la verità la sai anche tu, Daniele ha due gemelli che si intercambiano da 35 anni. Del resto solo uno sprovveduto potrebbe non averlo capito, solo negli ultimi dieci anni Daniele Frongia è stato informatico, statistico, matematico, scrittore, pompiere, musicologo, ha lavorato per aziende private, commissione europea, istat, università, per i palestinesi, per gli israeliani, per i canadesi, gli ecuadoriani e infine ha commesso un errore: il SEDICI AGOSTO E' STATO VISTO CONTEMPORANEAMENTE IN DUE CITTA' A 3000KM DI DISTANZA TRA LORO - stavolta abbiamo le prove fotografiche! E alla sua circoscrizione, guarda caso, risultano altri due omonimi. Insomma, tolto anche un buon trenta x cento di esagerazione dai sui racconti, resta comunque inverosimile la sua vita da single, inteso come individuo singolo. Comunque i miei germanici complimenti per l'articolo all'ingenua Ariellina e a Daniele 2, quello più sensibile ai temi dell'alimentazione bio.

Ariel ha detto...

Uh! dici, Fabrizio?? che Daniele sia uno e trino?
Me lo auguro, ai fini di future recensioni per il blog. Sarebbe il massimo, ricevere articoli dallo stesso inviato speciale contemporaneamente da Parigi, New York, Pechino, Auckland e ogni volta luoghi visitati con gli occhi di uno scrittore, di un informatico, di un musicologo... potrebbe cogliere sfumature che ai più sfuggono ;-)
ciao!

Sigríður ha detto...

Dear Daniel and Ariella thank you some much for your post, we translated it - at least a bit - and we did appreciated it. So we look forward to welcome you back again, soon, in Iceland. Ciao!

Anonimo ha detto...

Questi viaggi di Ariel mi fanno sempre pensare a http://www.youtube.com/watch?v=znKDzQexgcY

Daniele Frongia ha detto...

(...mangiafuoco, cembalista, arrotino, linotipista, asfaltista, astronauta...)

Grazie Ari per l'ospitalità.

Ai ragazzi del Caffé Hljomalind (takk Sigríður!) ho chiesto una mano per affittare un cavallo -al volo, tipo taxi- con carta di credito, ma la mia non è stata di certo la richiesta più strana.

Vi segnalo un bel reportage di Marco Mancassola, A Nord dell'Anima, ISLANDA ANNO ZERO

Ciao
Daniele2

Anonimo ha detto...

Ora ho capito tante cose.

Anonimo ha detto...

Questo uomo è un mostro, va abbattuto sui gradini di Viale Liegi

Unknown ha detto...

Secondo me Daniele è molto di più di quello che è stato scritto. Penso che ogni uomo, ma Daniele in particolare, sia molto di più di una definizione!
Grazie Daniele del racconto, viene voglia di andarci in Islanda. ciao fabiola

Unknown ha detto...

ciao,
scusa la domanda e ti assicuro di non voler essere polemico
(specifico che io non mangio carne ma non sono vegan)
è solo una mia curiosità, un quesito che mi sono posto oggi per la prima volta vedendo un documentario, tra l'altro stupendo, sui sigur ros.
cosa mangia un vegan in islanda che non venga importato, e non credo a chilometro zero, da altri paesi?

Ariel ha detto...

mai messo piede in Islanda (sono per i paesi caldi) :-)
puoi vedere il sito di ricette dei Sigur Ros
http://jonsiandalex.com/recipes

immagino che a parte patate e frutti di bosco e non so che altro cresca in paesi scandinavi e dintorni, coltiveranno anche in serra vegetali di altre latitudini

per quanto mi riguarda farei senz'altro uno strappo alla regola del chilometro zero piuttosto che mangiare cadaveri, non ho dubbi

d'altronde come non girano più con le corna in testa e le navi di legno, con le cioce ai piedi, suppongo che anche tante altre cose siano importate in quei paesi, sono neanche 300 mila in tutta l'isola e non credo non importino molte altre cose, non necessariamente solo prodotti alimentari, ma anche tutto il resto (non mi risulta ad esempio che ci sia una marca di cellulari islandese o di abbigliamento o...)

quindi fissarsi proprio sul cibo mi sembrerebbe una questione di sofismi

direi che senz'altro è più importante non uccidere che importare

Ariel ha detto...

mi riferisce amico che va spesso in Islanda che la natura vulcanica el paese fa sì che l'energia geotermica venga per riscaldare le serre per la produzione agricola è più che sufficiente per la popolazione locale e addirittura per l'esportazione

Unknown ha detto...

anche io preferisco mangiare delle zucchine importate che del pollo locale, lo faccio per scelta.
per non mangiare un animaletto.
la domanda un po' retorica mi era venuta spontanea dopo la visione delle tavolate di carne e pesce imbandite nei paesini dove suonavano i sigur ros e pensando alle tante chiacchierate fatte con dei miei amici vegani cercando di capire se l'uomo é onnivoro o no. io credo di si e che la scelta vegan sia una scelta etica (la migliore possibile probabimente) e non una risposta alla propia natura. scusa l'intrusione nel tuo blog

Ariel ha detto...

sei il benvenuto, non devi scusarti!

per quanto mi riguarda, non mangiano animali da talmente tanti decenni da definirla una vita intera, direi che senza dubbio sia, oltre che una scelta etica, anche una scelta in sintonia con la fisiologia umana

ormai perfino i medici che un tempo mi criticavano mi portano ad esempio...
potrei schiattare domani, come tutti, ma non ho certo carenze di nulla, mentre i miei conoscenti carnivori da tempo hanno problemi anche piuttosto seri di salute, sono pochi quelli che stanno in salute

sul lungo raggio si vedono i risultati e anche i medici ormai non obiettano (a meno che non siano come Calabresi, colluso con la lobby degli allevamenti e dei macellai, come il famigerato e buonanima Cannella)

Daniele Frongia ha detto...

Esatto, è pieno di serre, c'è praticamente tutto.