sabato 13 dicembre 2008

Moby Remastered


In questa intervista su VegNews Magazine la superstar vegan parla di musica, politica e...veganesimo.

A dispetto del tuo background punk-rock e della tua consueta schiettezza, i testi dei tuoi brani sembrano invece essere apolitici e comunque secondari rispetto alla parte strumentale.
Moby: Ho sempre voluto scrivere brani più impegnati, ma la verità è che ogni volta che ci ho provato mi sono reso conto di non esserne capace. Molti dei miei miti musicali hanno scritto fantastica musica impegnata come Public Enemy o Joe Strummer o Neil Young...Ma quando ho provato io a scrivere musica politicizzata, veniva fuori qualcosa di troppo stridente o troppo didattico. Ecco perchè ho adottato questa sorta di separazione: quando scrivo i miei pezzi sono guidato più dallo stato d'animo e sono dunque più personali, mentre quando rilascio interviste o scrivo qualcosa che non siano testi di brani musicali, allora tendo ad essere più impegnato.


Cosa ne pensi dell'adozione e promozione del veganismo come la più importante forma di attivismo che un animalista possa sostenere?
Moby: Certo, se tutto il mondo decidesse di diventare vegan domani, gran parte dei problemi che affliggono il nostro pianera potrebbero sparire. I problemi legati al clima diminuirebbero del 25%, la deforestazione cesserebbe, le foreste pluviali sarebbero preservate, la qualità dell'aria e dell'acqua migliorerebbe così come l'aspettativa di vita degli esseri umani, l'incidenza del cancro sulla popolazione precipiterebbe...Quindi, certo, scegliendo di diventare vegan puoi fare davvero la differenza nel rendere il nostro mondo migliore.


La dieta vegan sta diventando sempre più accettata, anzi, a volte è considerata addirittura trendy. Secondo te questo può rappresentare veramente un cambio radicale nell'atteggiamento della gente nei confronti degli animali?
Moby: Le lobbies degli allevatori sono così potenti, così radicate e fanno quanto in loro potere per nascondere la verità circa gli allevamenti. Allevamenti e mattatoi sono situati in posti che la maggior parte della gente non visiterebbe mai. Le loro campagne di marketing sono tutte improntate nello sforzo di far sembrare la produzione di carne come una felice, sana, benevola istituzione. Allo stesso tempo, quando sono diventato vegan, 15-20 anni fa, tutto era più difficile. Prima di tutto, nessuno sapeva cosa significava la parola "vegan" e non c'erano neanche molti ristoranti vegetariani. Soprattutto quando capitava di dover viaggiare era veramente un'impresa riuscire a mangiare decentemente. Ora quasi in quasi tutte le città e cittadine è possibile trovare negozi di alimentazione naturale e ristoranti vegetariani. La gente, rispetto a 20 anni fa, sembra essere molto più ricettiva rispetto alla nozione di "essere vegan".


Nella tua personale raccolta di cd, dischi, cassette, cosa i nostri lettori sarebbero più sorpresi di trovare?
Moby: Musicalmente, mi piace quasi tutto. Direi che la gente sarebbe sorpresa di sapere che ho sì dei bellissimi cd, molto cool, come magari ci si aspetta da me, ma possiedo, solo per fare un esempio, anche le greatest hits di Neil Diamond e di Rod Stewart...Anzi, a dire il vero, mi ritrovo ad ascoltare Neil Diamond e Rod Stewart più di quanto faccia con l'indie rock indipendente più cool di Williamsburg...


Se andassi in un karaoke bar con gli amici, quale canzone vorresti cantare?
Moby: Beh, non sono un bravo cantante... ma sarei tentato da "Livin' On A Prayer" di Bon Jovi!



Traduzione e adattamento dell'intervista di Lisa Mickleborough pubblicata sull'ultimo numero di Vegnews Magazine.


P.S. Curiosi di fare un'incursione in cucina a casa di Moby?!

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