venerdì 7 settembre 2012

Un incontro fondamentale

Ieri pomeriggio qui nella mia zona c'è stato un incontro, una "lezione" forse dovrei chiamarla, tenuta da Steve Best, professore di filosofia presso l'Università di El Paso (Usa), scrittore e attivista per i diritti animali, ecologista.
Vi riporto dall'invito all'evento su FB:

Steve Best propone una rivoluzione culturale e sociale totale, radicale, che scardini il sistema di dominio capitalistico e che ripristini un equilibrio tra tutti gli esseri senzienti del pianeta, animali umani e non umani, in un contesto naturalistico rigenerato e protetto. I movimenti di liberazione animale umana e non umana che partono da presupposti filosofici di natura rigorosamente antispecista trovano in Steve Best uno dei massimi esponenti. 
Steve Best è noto per la sua visione globale di rispetto di liberazione. Le sue battaglie vanno nella direzione di una democrazia effettiva, equalitaria. Contro ogni forma di sfruttamento, vicino ai movimenti femministi antisessisti, a quelli antirazzisti, anticapitalista, militante della total liberation è un supporter della inclusive democracy [si veda anche la versione in lingua italiana].

Best ha parlato per circa un'ora e mezza, con una traduttrice a fianco, e personalmente ho quasi trattenuto il respiro per tutto il tempo, quasi per timore di perdere una sfumatura, una frase, di perdere l'occasione preziosa che mi si stava presentando di essere al cospetto di un uomo illuminato da cui non ho che da imparare.
Non avranno certo pensato questo alcune gallinelle sedute vicino a noi, che hanno ridacchiato e chiaccherato tutto il tempo, confermando il fallimento del genere umano così come lo conosciamo.

Impossibile trasferirvi il suo discorso, ma vorrei soffermarmi su un paio di punti che mi hanno colpito particolarmente.
Il movimento pacifista, a livello internazionale e locale, spesso prende i colori di un movimento "passivista", come dice Best, più concentrato sui massimi principi ma poco sull'azione. Dimenticando che le grandi rivoluzioni passate alla storia come "pacifiste" non sono mai  avvenute per dei sit-in di hippies osannanti o per predicozzi rimasti conchiusi al pulpito del predicatore.
Best ci porta l'esempio di Martin Luther King. Molti uomini e donne di colore all'epoca non conoscevano neanche il reverendo King, ma certamente conoscevano le Black Panthers e soprattutto MalcomX, quello che è passato alla storia come il "braccio violento" della rivoluzione antirazzista.
In realtà, la "violenza" per evitare la violenza non è altro che legittima difesa. Come diceva ieri Best, se c'è un ragazzo che si diverte ad ammazzare i gatti nel vicinato, usare una mazza da baseball per fermarlo non è violenza, ma legittima difesa di chi non può difendersi da solo.
La guerra in Vietnam non è stata persa dagli States per i figli dei fiori che cantavano Dylan o Baez  per le strade, ma grazie ai contadini indocinesi che hanno lottato, con ogni mezzo, si sottolinea con "ogni mezzo", per cacciare gli invasori dai loro paesi. L'azione, non solo il pensiero. L'azione abbinata al pensiero è ciò che veramente cambia lo stato delle cose.


Ancora sul concetto di violenza e terrorismo. Si parla di terrorismo ed "estrema violenza" quando viene attaccato un laboratorio di vivisezione o un allevamento di animali da pelliccia, e come tali - terroristi - sono processati i responsabili. Ma spaccare un vetro o un laboratorio si può definire atto violento allo stesso modo che tagliare la gola a un maiale, a migliaia di maiali o cucire gli occhi a una scimmia e segregarla in totale isolamento come avviene nei laboratori? Un vetro vale una vita, dunque?

Dicono, continua Best, che i media non si occupano delle liberazioni animali - che pur essendo continue appaiono solo in casi eclatanti (si veda il caso di GreenHill) - perchè la violenza di questi atti terrorizzerebbe le masse. Ma ne siamo sicuri? Siamo sicuri che non sia esattamente il contrario? Che la gente, come nel caso di GreenHill, invece è più probabile che plaudirebbe e che forse potrebbe finalmente venire a sapere cosa succede dietro le quinte e opporsi? Difficile immaginare che qualcuno, che addirittura molti non pensino Come sono coraggiosi quegli attivisti, nel vedere uomini e donne con conigli, cani, gatti, scimmie in braccio portati fuori da quei luoghi di estrema violenza e sofferenza.

Ma significherebbe appunto permettere che la gente apra gli occhi, che venga a sapere qualcosa che il sistema, il sistema capitalistico per la precisione, non vuole che succeda, a scopo di  mantenimento dello status quo.
E i movimenti animalisti ed ecologisti spesso sembrano fare il gioco del potere, più attenti a non offendere troppo il potere, impauriti di apparire troppo estremisti, ovvero coerenti. Chi mi conosce sa che la parola estremismo per me è sinonimo di coerenza e sa quanto io arrossisca di orgoglio quando qualcuno mi apostrofa come estremista. Purtroppo non merito ancora tanto, ma è ciò che auspico da sempre: diventare ogni giorno sempre più coerente (estremista?) riguardo la mia idea di vita condivisa su questo pianeta, contro ogni sopraffazione di specie, di genere, di status sociale. La vecchia storia dell'antispecismo insomma.
Non è un caso che Best si proclami vicino ai movimenti femministi, anticapitalista e antirazzista: tutte facce della stessa visione di vita. Una rivoluzione di cui si può intuire la portata e che fa intuire i motivi della feroce opposizione feroce dell'ordine costituito. Per questo fa tanto specie sentire persone che si proclamano progressiste essere tanto indifferenti alla questione dell'antispecismo nel suo insieme.



Chi è interessato a saperne di più, può leggere alcuni dei suoi scritti sul suo blog e sul suo sito, alla voce Writings. Per approfondimenti sui tre incontri tenuti in Italia, compreso quello di cui paliamo qui, si veda l'ottimo resoconto di AsinusNovus.
Tutta la mia stima e la mia ammirazione. Per quanto mi riguarda,  è stato un incontro fondamentale, imprescindibile.


“Steve Best is still not conducive to the public order.” UK Home Office on the decision to reaffirm the lifetime ban of Dr. Steven Best, 2011


5 commenti:

Rita ha detto...

Ma dai, c'eri anche tu ieri ad Aprilia?
Non ti ho riconosciuta, mannaggia. Io ero in seconda fila.
Sto scrivendo anche io un articolo con il resoconto delle conferenze (sono stata anche a quelle precedenti, al Rewild e a Villa Mirafiori), comunque la più interessante e significativa è stata proprio quella di ieri.
La sua concezione di attivismo non è estremista, ma radicale direi.
Anche io quando ha parlato delle azioni degli Alf di cui i media non parlano ho pensato che in realtà la gente, anziché allontanarsi dal movimento per la liberazione - come ci fanno credere - si sentirebbe invece ancora più coinvolta, un po' come è successo a Green Hill.
Commovente quando ha raccontanto di quella scimmietta cui avevano cucito le palpebre che poi è stata liberata, no? Si è commosso anche lui. Una bella persona comunque, mi è piaciuto molto. Trovo che il suo punto forte sia proprio quello dell'attivismo, sul versante teorico e filosofico invece l'ho trovato un po' troppo semplicistico (mi riferisco al discorso tenuto all'università).

Ariel ha detto...

ma no! eri lì?! ma che peccato!!!

Redsheen ha detto...

Non conoscevo questo personaggio, ammetto l'ignoranza. Leggere il tuo resoconto è stato interessante, ma ad essere sincera mi ha lasciata perplessa il passaggio sulla "violenza giusta e necessaria". E' una questione controversa che mi mette in imbarazzo spesso, perchè tenderei a credere ai metodi non violenti, sulla linea di Gandhi, ma ammetto che certe volte non se ne può fare a meno, primo su tutti la Resistenza italiana.
Diciamo che non mi è piaciuto l'esempio del picchiare con la mazza il vicino che stermina i gatti, sarebbe molto meglio denunciarlo e farlo curare in qualche centro per disabili mentali.
Le azioni di recupero animali da allevamenti, come quelle di ALF, semplicemente non mi paiono violente, come vengono invece descritte dai media, che le vogliono paragonare agli atti vandalici dei black bloc (con ovvi motivi), per dire. Per me non sono assolutamente la stessa cosa.
Andrò ad informarmi meglio su Steve Best e soprattutto sulla democrazia inclusiva, che sembra interessante, ma insomma, a leggere così, un po' superficialmente la questione della violenza, non mi ha convinta molto.

Ben vengano però post come questi!

Ariel ha detto...

Red, credo anzi sono certa da quello che ho sentito che Best non inviti a menare indiscriminatamente tutti quelli che ci capitano a tiro quanto piuttosto a valutare tutte le vie possibili per arrivare allo scopo

se tu vedessi una bambina seviziata da un bruto la prima cosa che faresti è forse sì chiamare il 113 ma allo stesso tempo fare qualcosa per fermare l'aggressore, o sbaglio?

Idem per il seviziatore di gatti. In questo caso però la legge è dalla sua parte, al massimo una ramanzina, una multa o poco altro, e poi di nuovo a seviziare animali. Lo vedo quotidianamente attraverso i racconti del mio compagno che è guardia zoofila volontaria e sapessi quante ne devono ingoiare sapendo che la legge non può fare nulla in moltissimi casi

Se vedessi uno che mette sotto un cagnolino o una vecchietta e se la ride e te lo ritrovi alla stazione di servizio appresso, che fai, gli sorridi triste?

se partiamo da presupposti antispecisti, ovvero che non esistono specie più "importanti" o meritevoli di vita di altre, perchè una lezione a scopo educativo come dare una randellata in testa a un delinquente per difendere dei corpicini aggrediti dovrebbe essere vista come una violenza inaudita?

io vorrei essere un uomo (o una donna esperta di arti marziali) per poter fermare aggressioni ad umani o non umani, in attesa che una qualche giustizia ufficiale faccia il suo corso

legittima difesa, d'altronde

se entra un malintenzionato dentro casa nostra armato e ci vuole ammazzare, gli narriamo gli articoli del codice penale che spiegano che non sta facendo una bella cosa o cerchiamo di difenderci?
io se ho un randello mi difendo, non sto ad aspettare che quello si penta seduta stante o mi punti la pistola alla tempia

Claudio ha detto...

Ben vengano il terrorismo che saboti infrastrutture e la giusta difesa dell'oppresso.
Non mi piace però quando parla di guerra civile.