E' chiaro che la faccenda richiede chiarimenti ed esemplificazioni. Pare che oggi come oggi mangiare come mangiavano i nostri nonni sia considerato patologico. A meno che i vostri nonni non fossero di nobile lignaggio, naturalmente, e soffrissero già tempo fa di quelle che oggi vengono considerate le "malattie del benessere". Chi preferisce pasta e ceci ai 4saltinpadella è un eccentrico. Se i sapori industriali io li trovo senza storia, ossi di gomma per cani affamati (nello specifico, il cane affamato sarei io, notoriamente di ottimo appetito e "buona forchetta"), se non mi sgargarozzo cocacola, danette danone, panatelle amadori, e tutta la
paraphernalia pubblicizzata in tv, sono malata.
In breve, se non ci si uniforma alla massa appecoronata ai persuasori occulti (ma direi che "occulti" è un eufemismo, data la manifesta volontà dei pubblicitari a farci acquistare le loro carabattole), si è caso patologico.
Ancora, si dia il caso che io sia poco concentrata sulla mia salute, anche se so che dovrei esserlo un po' di più, ma la mia maggiore preoccupazione resta al momento il benessere degli esseri viventi che popolano il pianeta, riferendomi in particolare qui a tutti gli animali divorati abitualmente dagli umani, dopo trattamenti aberranti nel corso della loro triste vita in allevamenti (intensivi o meno). Per non dire di tutti quegli animali abusati per abbigliamento, cosmesi e compagnia bella.
La questione è - detto fuori dai denti - che sono talmente tranquilla relativamente alla salubrità della maggior parte dei cibi che naturalmente ho voglia di mangiare che penso di fare già - senza alcuno sforzo - del mio meglio per non finire nelle grinfie (o nelle sante mani, dipende) dei medici.
Dal momento che non mangio alimenti di origine animale in nessuna loro forma da alcuni anni, che nei decenni precedenti si limitavano comunque a uova e latticini (avendo smesso dai tempi della scuola di sbranare carni), penso che la mia salute sia nel migliore stato possibile che mi sia consentito per genetica, stile di vita, etc. Potrei morire d'infarto, comunque, ma magari succederà qualche anno dopo che non se fossi una che mangia bestie e che fuma come un turco. Siccome tutti dobbiamo morire di qualche cosa, non posso fare molto di più e dedico dunque la mia attenzione ad altro. Se succederà a 50 anni è perchè forse doveva succedermi a 30, io la penso così.
Se fossi ortoressica, non mangerei patatine fritte in busta all'ora
dell'aperitivo. I pistacchi li mangerei non salati. I
formaggi vegetali che si comprano non li toccherei, perchè benchè vegetali al 100% non contengono ingredienti tanto nobili. I budini della Provamel al cioccolato percaritàdiddio: pieni di zucchero. Ma, c'è un ma. A forza di mangiare frutta e verdura fresche in quantità, a forza di mangiare legumi profumati di spezie, a forza di degustare dolci fatti in casa con le mie manine, di tutte queste cibarie - peraltro vegetali al 100% - sopra elencate (chips, budini, etc.) ho sempre meno voglia e senza sforzo alcuno. E per questo sarei malata? e per questo sarei ortorettica? Ma mi facciano il piacere...
Se ci si abitua a mangiare quelli che sono i veri cibi creati dalla natura per l'essere umano, il desiderio di sapori "industriali" si fa sempre più rarefatto. Da vegetariana, i budini di soia al cioccolato erano una sorta di droga, ora li mangio quando capita, quando li trovo, ma in linea di massima preferisco farmi i dolci da sola, mi danno più soddisfazione, fisica e psichica.
Le patatine fritte le mangio alle feste, se prendo un aperitivo con amici, ma una busta comprata al supermercato mi dura a casa letteralmente settimane. Sono buone, inutile negarlo, ma a volte non mi vengono neanche in mente. Ciò non toglie che non le demonizzi, che male potrebbero farmi quando c'è gente che fa ben di peggio? L'importante per me è non ci siano ingredienti animali. Che possibilmente non sfruttino i lavoratori e malconcino l'ecosistema. Stop. Fortunatamente spesso tutti questi fattori si trovano riuniti.
Certo, se qualcuno storce il naso perchè non voglio assaggiare la frittata e crede che siano fisime, non è problema mio. Io animali e derivati non li mangio, ortoressia o meno che sia. Fate un po' come vi pare, fisime, ossessioni, fissazioni, ma non-li-man-gio. E non per ipocondria.
Pare che anche la parola "etica" oggi faccia sogghignare i più. Chi fa qualcosa per "etica" sembra matto, uno che non ha nient'altro a cui pensare (invece, costoro, a cosa pensano di tanto importante? Sentiamo...). Il problema etico, improntare la propria vita per quanto possibile ad un ideale, un ideale con risvolti così concreti da incidere sulla vita
reale di altri esseri viventi, tutte cose che vengono considerate eccentricità.
E poi dicono che noi vegan abbiamo la spocchia, che ci consideriamo un gradino più su (nella scala della consapevolezza, aggiungo io). Ma come, come non pensarlo di fronte alle reazioni, alle stolide risatine, alle inconsistenti argomentazioni con cui ci viene risposto?
Spocchiosamente vostra,A.P.S. Nel video qui sotto trovate tutte le motivazioni principali che mi spingono a essere come sono, ortoressia a parte: