Il buonismo, il perbenismo. Tutti quegli ismi che già fanno intuire che non si parli di persone veramente buone, veramente per bene. Non a caso c'è quell'ismo alla fine.
Mi capita spesso su FB di inveire nella mia bacheca - e sottolineo nella mia, non in quelle di altri avventori del social media - contro cacciatori, torturatori di animali (e di bambini e di donne e di...), vivisettori, macellai, onnivori, e tutta l'allegra brigata di buontemponi assetati di sangue.
Qui dalle mie parti, Roma e dintorni, uno degli accidenti più comuni che si sente lanciare dalla gente comune è il classico Ma và a morì ammazzato.
Beh, io non faccio altro che riproporre in chiave moderna questo accidenti effettivamente un po' vintage a tutta una serie di persone che provocano danni e morte e sofferenza ad altri esseri viventi con cognizione di causa.
Dalla mamma amorevole che nutre il pargolo col prosciuttino, all'amica amante del sushi che-fa-così-chic, al cacciatore che si è sparato sul piede da solo (echediolabbiaingloria), al collega che non riesce proprio a fare a meno del pollastro a pranzo, al vivisettore che apre lo stomaco a un gattino vivo, e via via a tutti gli altri torturatori sotto mentite spoglie di gente per bene.
Ma ecco che subito, su FB, escono fuori come funghi dopo la pioggia i Censori. Coloro i quali, pur menando una vita corrotta da violenza quotidiana, divorando le carni di animali terrestri o acquatici trucidati tra mille sofferenze o vestendone le pelli o foraggiando aziende che testano con estrema violenza i loro prodotti, saltano subito all'impiedi additando come comportamento inaccettabile l'aver mandato a morì ammazzato il primo che mi viene in mente, và, il cacciatore.
A quel punto inizia a perpetuarsi quel trito copione che vede in primo luogo nominare Gandhi come nume protettore, facendo notare quanto ci si stia discostando da questo grande uomo. E hai voglia a spiegare che io non sono Gandhi, che pur ammirandolo sconfinatamente (idolo della mia adolescenza e uno dei fautori del mia scelta vegetariana all'epoca) non ho mai preteso di imitarlo in alcun modo. E hai voglia a spiegare che quando scelsi di diventare prima vegetariana e poi vegan non pensavo di dover cambiare carattere e vestire un saio, dispensando saggi sorrisi e aforismi zen a destra e a manca.
E hai voglia a spiegare che le parole dettate dalla mia esasperazione di fronte a scene di inusitata violenza contro gli esseri viventi non umani che ogni santo giorno capitano sotto i miei occhi, le parole - dicevo - non uccidono, mentre quello che fanno i Censori - e ovviamente i bersagli delle mie maledizioni - tutti i giorni è condonare uccisioni REALI.
Li sento come una sorta di
coro greco in sottofondo, tutti lì che bofonchiano No No così non si fa, un conto è dire che si è vegetariani e un conto è tirare gli accidenti. Non bisogna odiare.
L'ultimo mi ha scritto Io sono quasi integralmente vegetariano, ma mi sembra che tu stia prendendo una strada integralista sbagliata.
Analizziamo questa frase. Intanto, quel "quasi" mi lascia interdetta. Cosa significa? Ogni tanto un pescetto lo ammazzo, tanto ce ne sono tanti? Se capita, un uccello o un mammifero finiscono nel piatto, ma che fa? Non sono individui gli animali, sono massa, sono numero, uno più o meno che fa? Rimaniamo dunque in pieno antropocentrismo, senza nessuna seppur vaga intuizione circa la natura paritaria di tutti gli esseri viventi su questa terra. Antispecismo, questo sconosciuto. Ci vuole d'altronde un notevole coraggio, per come siamo cresciuti, ad ammettere che la nostra vita non vale necessariamente più di quella di un gabbiano. La portata rivoluzionaria di questo assunto è talmente destabilizzante che le masse non sono in grado, ammettiamolo con sincerità, di metabolizzarla.
Ancora, "sembra che stia prendendo una strada integralista sbagliata". Prima di tutto, non essendo io di primo pelo e avendo smesso i panni da teen ager da diversi anni, diciamo che con l'età non posso che peggiorare. Questa è la cattiva notizia. Probabilmente morirò con un accidenti sulle labbra tirato a qualcuno, chissà, forse al vicino di casa che sta bruciando la carcassa di un povero vitello sul suo immondo barbecue. E' solo un ipotesi. E ci sono morti un po' peggiori, come cantava da giovane
Guccini.
L'importante è che la morte mi colga viva (M. Marchesi).
Integralista. Come spesso ripeto qui e altrove, ormai è noto, alla parola "integralista" io recepisco a mo' di automatismo - non essendo usa a metter bombe e bombette sotto la sedia di nessuno - il termine "coerente" e credo sia il più bel complimento che possa ricevere.
Tutta la mia vita è stata improntata, da che ero ragazzina, alla ricerca di qualcosa che io identificavo come "diventare sempre più buona" (testuali parole prese dai miei diari dell'epoca), nel senso che non avevo ambizioni di diventare chessòio dirigente d'azienda o stilista, volevo qualcosa di più, come vivere in sintonia con me stessa e i miei ideali, non sapevo ancora bene quali.
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l'ho letto, carino... |
Se a 15 anni mi avessero detto che da adulta sarei stata tacciata di eccesso di coerenza in materia di non-violenza, di non condonare senza se e senza ma ogni forma di sopruso su esseri viventi indifesi (ripeto, non solo animali, ma bambini, donne...), beh, ragazzi, ci avrei messo la firma. Smettere di essere mediocre, credere e mettere in pratica quotidianamente i tuoi ideali: il sogno di ogni adolescente sano. A meno che non si riferisca il tutto all'andare al Roxy Bar e vivere una vita spericolata, unico ideale pippare cocaina, naturalmente. Meglio specificare: sogno di ogni adolescente sano, colto, empatico, consapevole, portato all'introspezione.
Ma veniamo all'aggettivo finale della frase dell'amico su FB: "sbagliata", "strada integralista sbagliata".
Vi rendete tutti conto che giusto o sbagliato siano termini del tutto soggettivi, vero?
Cosa è giusto, cosa è sbagliato.
Per me è sbagliato tutto ciò che comporta una violenta invasione sulla vita di altri. Da qui si evince che è sbagliato che il prete violenti i bambini dell'oratorio, che lo scannatore tagli la gola al maialino, che il violentatore strazi la ragazza, che l'omicida uccida, che il cacciatore fermi il volo degli uccelli o la corsa di una lepre, etc.etc.etc.
E' giusto - per me - vivere cercando di essere meno invasivi possibile, di nuocere il meno possibile agli sventurati nostri compagni di pianeta, di essere empatici e compassionevoli nei confronti di chi soffre.
Essere compassionevoli nei confronti di chi attua violenze, no, non è giusto, a meno che ci si riferisca per propria scelta esistenziale a una qualche dottrina religiosa, ergo si porge l'altra guancia e compagnia bella.
Che una persona mi venga a dire che sto prendendo un andazzo sbagliato francamente non riesce a non farmi sorridere, con un sorriso - questo sì - di compassione, come a dire Perdonatelo, perchè non sa quello che dice. Probabilmente è così inconsapevole, così privo di empatia "militante", che non gli si può neanche fare una colpa.
Certo, alla lunga stanca sentire fregnacce