martedì 29 maggio 2012

Gusti da zombie

Ieri su Facebook girava su alcune bacheche, e anche sulla mia, la foto di un pezzo di carne su un bancone di macelleria con una sorta di rigagnolo di pus bianco che fuoriusciva da un tumore e si leggeva sotto che è prassi normale per i macellai ripulire le carni dai tumori, sciacquando il tutto con candegina, e poi mettere in vendita il resto.
Ora, devo dire che non mi ha sconvolto più di tanto. Se mangi carni in putrefazione, carni di animali trucidati, non puoi essere tanto delicatino, ti puoi aspettare di tutto. Non che tendini, ossa, nervi siano elementi molto più poetici. Invece il tumore ha suscitato estremo disgusto, soprattutto naturalmente negli onnivori.

Anzi, il post è stato tacciato di terrorismo psicologico. Come se informare fosse da equiparare a qualcosa di non vero che viene detto apposta per metter paura. No, qui stiamo solo mostrando ciò che qualunque macellaio sa e fa e che nessuno ci racconta.

E poi, come ripeto, non facciamola tanto lunga: se aggrada mangiar cadaveri, se piace pascersi di putrescina e cadaverina a gogò, non facciamo tanto i raffinatoni, non facciamo i difficili. Che la carne sia tumorosa o no, in fondo cosa cambia? Sempre di carogna si tratta.

Soltanto, non veniteci a dire che siamo estremisti. Perchè riempirsi la bocca di mucca, di conigli, di suini per me è un atto talmente parossistico che supera ogni immaginazione. Dipende dai punti di vista.


giovedì 24 maggio 2012

lunedì 14 maggio 2012

La scienza non ha bisogno della vivisezione

Volentieri cito e riporto dal blog di Daria l’intervista di Affaritaliani al dottor Stefano Cagno, dirigente medico in disciplina Psichiatrica, membro del comitato Scientifico Equivita e dei Medici Internazionali – che da anni si batte per l’abolizione dei test sugli animali nella ricerca sceglie Affaritaliani.it per spiegare perché la scienza non ha bisogno della vivisezione.

Milioni di animali ogni anno vengono torturati e uccisi per la vivisezione. E’ un massacro evitabile?  
“Almeno 115 milioni di animali sono uccisi ogni anno nei laboratori di ricerca, circa 900.000 in Italia. Nel 2012 è auspicabile che questo massacro sia vietato al più presto, al fine di evitare che milioni di esseri umani nel mondo debbano assumere farmaci sicuri negli animali, ma che poi si dimostrano per loro tossici. Negli USA il 51% dei farmaci presenta gravi reazioni avverse dopo la commercializzazione che non si erano verificate nei test sugli animali e per questo circa 100.000 cittadini statunitensi muoiono ogni anno. Non è questa la prova che la vivisezione è un metodo di ricerca inaffidabile? E cosa dire dell’obbligo di sperimentare anche sugli esseri umani dopo averlo fatto sugli animali? Se la vivisezione funzionasse perché le leggi di tutto il mondo impongono anche la sperimentazione umana?”
La scienza ha bisogno della vivisezione?  
“No, ma questo lo sanno gli stessi vivisettori. Non esiste una sola pubblicazione scientifica al mondo che dimostri che i cosiddetti modelli animali poggiano su criteri scientifici, almeno quelli del 2012 e non quelli del 1800. Anzi esistono lavori che hanno dimostrato il contrario e pubblicati, ad esempio, su prestigiose riviste come il British Medical Journal o Nature. Per questo motivo i vivisettori si sono sempre rifiutati di sottoporre i loro modelli a processi di validazione, ossia a verifiche basate su criteri scientifici che ne dimostrino l’affidabilità. Strano, perché se fossero così sicuri dei loro esperimenti dovrebbero essere i primi a chiederne la validazione. Così continuiamo a studiare patologie come il cancro che hanno bisogno, spesso, di decenni per manifestarsi su animali come i roditori che vivono 1 o 2 anni. Studiamo le patologie del sangue o del sistema gastrointestinale nei ratti, ma se a noi facessero una trasfusione di sangue di ratto o bevessimo l’acqua di fogna che bevono questi animali moriremmo. Come negare che le differenze biologiche tra noi e loro sono significative?”
Nel panorama europeo siamo il Paese più arretrato?  
“No, ma la recente Direttiva Europea approvata nel 2010, e alla quale l’Italia si deve adeguare entro la fine anno, rischia di farci fare qualche piccolo passo avanti formale, ma alcuni passi indietro sostanziali. Ad esempio la Direttiva prevede che si possano utilizzare gli animali randagi. In Italia ciò è già vietato da anni, ma se il Governo non chiederà una deroga torneremo anche noi indietro”.
Quali soluzioni vede?  
“Non esiste altra soluzione se non l’abolizione della vivisezione, l’applicazione dei metodi sostitutivi già esistenti e il finaziamento per crearne altri ancora. O noi veramente possiamo dimostrare che la vivisezione poggia su criteri scientifici (e questo è oggi impossibile!) oppure prendiamo in giro le persone, dicendo di stare tranquille perché i farmaci e tutte le sostanze commercializzate sono sicure poiché testate sugli animali, ma in realtà facciamo diventare le vere cavie tutte le persone che per prime assumeranno quelle nuove sostanze”.
Quale settore incide maggiormente?  
“Sicuramente quello dei test obbligatori per legge per la commercializzazione dei farmaci e in generale delle nuove sostanze con le quali gli esseri umani potranno venire a contatto. Sul totale sono almeno il 70%, quindi in Italia quasi 600.000 animali ogni anno. Non dimentichiamoci, però, che sono testati sugli animali anche i cosmetici, i prodotti per l’igiene della casa e della persona, i pesticidi e persino le armi chimiche. Con buona pace del vuoto slogan che la vivisezione serve per salvare vite umane”.
Perché la chiusura di laboratori come Green Hill è importante?  
“Sarebbe un importante segnale per tutta la Comunità Europea. L’Italia potrebbe essere la prima nazione che non permette che si allevino cani, gatti e scimmie per la vivisezione. Sarebbe una riforma di civiltà di cui gli italiani potranno andare orgogliosi. L’Italia per l’ennesima volta nella storia dell’umanità diventerebbe un esempio per gli altri e, se così sarà, la storia ci ricorderà”.
di Virginia Perini   
4 maggio 2012

sabato 5 maggio 2012

8 Maggio Giornata Mondiale contro Green Hill e la vivisezione

Le immagini dei cuccioli che passano attraverso il filo spinato di Green Hill hanno fatto il giro del mondo, esaltato e commosso milioni di persone, che adesso conoscono la realtà di questo lager e vogliono contribuire alla sua chiusura.


La liberazione animale sembra una realtà possibile
Non solo i vivisettori osservano con timore l’avanzata di un crescente sentimento antivivisezionista, ma attivisti e attiviste di tutto il mondo stanno guardando all’Italia con la speranza di vedere la chiusura di Green Hill e un emendamento che vieti l’allevamento di cani, gatti e primati per la sperimentazione. Questo è visto come un pur piccolo successo, un apripista per un futuro cambiamento in una rotta che voglia portare all’abolizione totale della vivisezione.
Per questo motivo martedi 8 maggio in diversi paesi del mondo e in tante città italiane si terranno proteste per una GIORNATA MONDIALE CONTRO GREEN HILL E LA VIVISEZIONE
All’estero gli attivisti si troveranno davanti alle ambasciate e ai consolati italiani, per dare un chiaro messaggio al Governo Italiano e alla XIV Commissione del Senato.

Perché l’8 Maggio?
Il 9 maggio presso la XIV Commissione del Senato verranno presentati gli emendamenti al testo dell’articolo 14 per il recepimento della Direttiva Europea sulla sperimentazione animale. Sappiamo benissimo come le lobby della farmaceutica abbiano lavorato per fare pressione sui senatori e stiano chiedendo di applicare la Direttiva senza restrizione alcuna, ma sappiamo anche che l’86% degli italiani è contrario alla vivisezione e vuole chiuso Green Hill subito e ha applaudito la liberazione in pieno giorno dei cani da questo inferno.
Il giorno prima della presentazione degli emendamenti attivisti di tutto il mondo e i media di tutto il mondo avranno i riflettori puntati ancora una volta su questi senatori, a ricordare quale è il sentimento di milioni di italiani e cosa desiderano davvero gli animali. Sperando che quando si recheranno a lavoro il giorno dopo mettano la mano sulla coscienza, non pensino ad interessi economici e non presentino emendamenti a favore della vivisezione.

PARTECIPA ALLA GIORNATA MONDIALE DI MARTEDI 8 MAGGIO!
In Italia si terranno iniziative informative in diverse piazze, ma abbiamo anche bisogno di altri che vogliano organizzarsi nella propria città Vogliamo che questa sia una iniziativa che viene dal basso, dalla gente, dagli individui stanchi di sapere che 1 milione di animali ogni giorno vengono torturati nei laboratori in Italia. Per questo chiediamo che le iniziative non siano organizzate da sigle di associazioni e non vogliamo partecipazione di alcuna sigla politica o personaggio politico.

Non servono grandi numeri per mobilitarsi. Bastano la determinazione, la voglia di fare informazione e combattere lo specismo di cui sono vittime gli animali ogni giorno, in ogni dove. Metteremo a breve a disposizione dei poster scaricabili e un volantino, per rendere le iniziative comuni nei contenuti e nella forma e far vedere che c’è una forte linea di unione che attraverso le città italiane arriva fino all’altra parte del mondo.
Chi volesse organizzare una iniziativa nella propria città scriva a: info@fermaregreenhill.net

Evento Facebook:
Salviamo i cani di Green Hill