mercoledì 25 febbraio 2009

Le carote soffrono?

Continua la saga delle FAQ. Vegetariani e vegani sono spesso oggetto di domande, da parte degli onnivori, sul perchè non mangiamo carne, su come facciamo a non diventare anemici o deboli di muscolatura (vallo a dire ai monaci shaolin maestri di kung fu o alla maggior parte dei maratoneti...), in buona sostanza come facciamo a sopravvivere senza mangiare buoi, pecore & co.

E, ancora, spesso diventiamo irascibili e scostanti, provocando così reazioni scomposte nei nostri interlocutori che però devono essere comprensivi: non sono i primi e - ahimè - non saranno gli ultimi a farci quelle domande e alla lunga questa trafila snerva. Dover ripetere come un disco rotto sempre le stesse cose, ribattere alle stesse istanze-trabocchetto per vedere se entriamo in contraddizione (uno degli sport preferiti, pare), certe volte è davvero oneroso.

Poi, c'è modo e modo di porre questioni. Col tempo ci si smalizia e si inizia a capire l'andazzo da subito. Basta un risolino di troppo, un fare provocatorio, che già immaginiamo come andrà a finire la conversazione: il solito uno contro tutti, mentre l'onnivoro trionfante (sebbene spesso obeso o iperteso o magari ipercolesterolemico) cerca consensi con lo sguardo tutto intorno per dimostrare che se si è in tanti a mangiare breasaola...beh, non può che essere la cosa migliore da fare.
C'è invece, e sono davvero tanti, chi nutre una genuina curiosità ed è un piacere rispondere. Ne incontro sempre di più di persone così. Qualcuno è diventato vegetariano, anzi, direttamente vegan, ma - giuro - non sotto minaccia di armi, bensì di sua sponte. Qualcuno no, ma magari si astiene da quel momento in poi dal fare le solite battute degne di Meo Patacca che fanno ridere solo il macellaro sotto casa o la svagata zia Peppiniella.

Questa volta svisceriamo la questione sofferenza delle carote, o altri vegetali. In genere la domanda viene posta da persone che se ne fregano altamente della eventuale sofferenza degli ortaggi e tanto meno di quella, invece, indubbia di mammiferi, uccelli, e altri animali che finiscono nel suo piatto. Si suppone piuttosto che sia posta per testare il grado di compassione e di coerenza nel malcapitato di turno, il quale - sia detto per inciso - non pretende perfezione da se stesso ma cerca come meglio può di nuocere il meno possibile all'ambiente che lo circonda. Eppure la domanda giunge implacabile, nonostante sia evidente che il sistema nervoso di un animale "da tavola" sia indubbiamente simile al nostro e che quello di un ortaggio e men che mai di un frutto sia assolutamente diverso. Per non parlare dell'aspetto etico-ambientale, come ci spiega questo video. Tant'è...


5 commenti:

Unknown ha detto...

Uao!
Mentre leggevo pensavo: quoto!
Ma si può essere ridotti a pensare in termini internettiani????
Comunque hai proprio ragione, prima di tutto chi fa la domanda se ne frega anche delle sofferenze certe e certificate! Inoltre, a scanso di equivoci, le piante non ce l'hanno proprio il sistema nervoso centrale (così come alcuni molluschi, per la verità: i bivalvi). Da lì in poi invece, dal gamberetto, al polpo, al pesce, a )ovviamente) il vitello e l'uomo, abbiamo tutti un sistema nervoso centrale fisiologicamente molto simile, il cui funzionamento è uguale per tutti e che ci accomuna tutti nella capacità di SENTIRE il mondo che ci circonda!

Anonimo ha detto...

ciao mammmafelice,una precisazione: i bivalvi pure hanno un sistema nervoso,primitivo ma lo hanno..

"Nei bivalvi il sistema nervoso è bilaterale; i gangli sono tre solamente : i gangli cerebro-pleurali, che danno origine a due paia di nervi , uno si collega ai gangli viscerali l’altro ai gangli pedali..";)

brava ariel,bel post

Ariel ha detto...

grazie ragazze, anche per le precisazioni
agli altri consiglio di assistere allo sgozzamento di un vitello e alla raccolta di un cetriolo,tanto per capire meglio i concetti espressi da me e da voi

Unknown ha detto...

Precisissima Federica! hai perfettamente ragione.
Semplificando intendevo proprio dire che è però ancora assente un sistema nervoso CENTRALE.

Ariel, sono d'accordo con te, ma purtoppo so che alcune persone possono assistere allo sgozzamento senza problemi... Come si fa di fronte a tanto? Non so, molta ma molta pazienza in questa vita ;)

Anonimo ha detto...

Incredibile: tutti i vegani sono vittima delle stesse identiche dinamiche, indipendentemente alle persone e dagli ambienti che frequentino. Stesse identiche battute, stessi identici tutti-contro-uno, stessi identici meccanismi, stesse identiche argomentazioni, perfino stessi identici esempi con le stesse identiche parole (sulla ridicola questione della sofferenza vegetale i carnivori usano TUTTI puntualmente la carota!)!.
E' sconfortante e disarmante. La dice lunga sulla banalità e sul pericoloso piattume umano.
Peraltro, se ognuno di noi per difendere gli animali avesse la stessa passione e la stessa rabbia che ha il canivoro medio per difendere il suo diritto a mangiare costolette, avremmo già veganizzato l'intera via lattea.