Iniziamo con una news estiva dal mondo effimero ma terribilmente influente della moda. Anche nella redazione di Vogue si sono accorti che qualcosa sta cambiando. L'11 agosto è stato pubblicato un articolo che parla delle calzature prodotte senza utilizzare prodotti di origine animale come il cuoio, argomento balzato alla ribalta a maggior ragione da quando iniziano a diffondersi sempre più frequentemente notizie come questa.
Chi è più attento e consapevole rispetto alle questioni ambientali e animaliste sa già bene di che si tratta, ma è importante che se ne parli sempre di più e anche in ambienti più eterogenei, affinchè l'informazione arrivi sotto gli occhi di un sempre maggiore numero di persone. Molti non sanno e quando infine vengono informati prendono decisioni importanti.
Chi è più attento e consapevole rispetto alle questioni ambientali e animaliste sa già bene di che si tratta, ma è importante che se ne parli sempre di più e anche in ambienti più eterogenei, affinchè l'informazione arrivi sotto gli occhi di un sempre maggiore numero di persone. Molti non sanno e quando infine vengono informati prendono decisioni importanti.
Così in questo numero di Vogue on line si parla di stiliste come Stella McCartney, di OlsenHaus, di NeuAura e dell'attrice Natalie Portman (stilista di una linea di scarpe per la griffe Te Casan) e di siti come fashion-conscience.com che vendono questo tipo di prodotti. E ancora delle scarpe in gomma riciclata Melissa, marchio a cui collabora la nota stilista inglese Vivienne Westwood.
Insomma anche la stampa "ufficiale" comincia a guardarsi intorno. Noi ce ne eravamo già accorti da un pezzo di questo nuovo corso. Chi non conosce ancora stilEtico.com????
5 commenti:
vero vero, come se i veg devono vestirsi necessariamente da "alternativi"! non sempre è così! a proposito, a te e al tuo team ti manderò una bella recensione...w stella mc carthy! ;-)
e comunque era ora che anche un giornale di moda si decidesse a scrivere un articolo del genere. Pensa che volevo scrivere a delle riviste tipo glamour o vanity fair chiedendolo...
Purtroppo i produttori italiani non ci dentono da st'orecchio....e nonostante vivo in Italia che è uno dei più grandi produttori di scarpe...sono quasi costretto ad ordinarle dall'estero.
So' triste :(
ma che vuol dire "non ci dentono"??!??
Scusa Ariel....però non è possibile scrivere un commento e poi come "verifica parola" il blog mi chiede di digitare "poppe"...eh!
:D
oh oh Noel! forse il sistema legge nell'incoscio di chi scrive, chissà che ti passa per la testa, benedetto ragazzo!
allora, secondo me in Italia c'è meno scelta di scarpe vegan anche a causa della tradizione come secolari produttori di scarpe (in cuoio)
mentre ormai molti produttori di scarpe veg all'estero fanno fare le loro calzature crueltyfree da artigiani italiani, noi invece continuiamo a perpetuare la tradizione
questo mi pare l'andazzo, più o meno
però noi, voi...scriviamo ai giornali di moda, alle marche più conosciute (ormai tutti hanno un sito e un servizio clienti), rompiamo le scatole, facciamo capire che c'è un mercato
io ogni volta che vado in un negozio di scarpe ormai mi presento come inviato di stilEtico e faccio capire che saremmo pronti a pubblicizzarli se vendessero prodotti diversi e li invito a vedere i numeri delle persone che in pochi mesi si sono collegati su stilEtico e l'interesse che c'è...
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