lunedì 30 aprile 2012

I motivi del mio non andare al Veganfest

Naturalmente ognuno è libero di fare ciò che meglio crede, ça va sans dire. Ma io non ho nessuna intenzione di frequentare kermesse sul genere del Veganfest, non so se avete presente. Una fiera commerciale che, puntuale come la muerte, tutti gli anni ci capita tra capo e collo come i natali e i capodanni.
Prima di tutto, non vedo il motivo di fare centinaia di chilometri per arrivare fino in Toscana come se fossi l'adepta di una qualche setta strana che si vuole ritrovare con i propri compagni di fede. La mia non è una fede, non è un credo misticheggiante, semplicemente non mangio gli animali perché sono una persona per bene che trova folle nutrirsi di carni di esseri viventi trucidati e non vede perché dovrebbe farlo. Tutto qui, la cosa più naturale del mondo. Quindi, con tutto il rispetto anche per voi che mi leggete, non è che io senta la necessità di andare in un posto dove presumibilmente ci saranno tanti vegan. Preferisco di gran lunga avere una corrispondenza di opinioni qui sul blog con tutti quelli che mi lasciano commenti e mi scrivono in privato, mi ci sento sicuramente più in confidenza.
Forse che i vegan sono esseri speciali che vanno visti perché hanno il naso a trombetta e le orecchie a punta?
Questo è il primo motivo, a prescindere dal tipo di organizzazione di questo genere di eventi. Ma è naturalmente una mia modesta opinione che lascia spazio a un dibattito in questo senso. 

In questo caso, però, nel caso di questo fest ci sono altri motivi meno soggettivi che mi fanno disdegnare l'evento come addirittura controproducente per la diffusione del veganesimo nel nostro Paese. Se da un lato fa notizia e leggo sui vari magazine generalisti notizie sulla fiera e la parola "vegan" appare come la moda del momento, mi preoccupa invece cosa accade dopo questo momento.
Oltre la moda, c'è vera informazione da quelle parti? si mantiene una coerenza, quella che il popolo chiama "estremismo" e che non è altro che coerenza, nella scelta degli espositori, dei medici presenti e dei prodotti reclamizzati?
La risposta è un no, secco. Vi invito a leggere qui per maggiori dettagli.

Le persone che ci lavorano, tutti o quasi volontari, perché lo fanno? Di norma si lavora gratis per una buona causa, per raccolte di fondi per un rifugio di animali, per la produzione di materiali atti a campagne informative, e via dicendo. Qui no. Qui si lavora gratis per un'operazione commerciale, per ingrassare e ingrossare le tasche degli organizzatori che non hanno nessuna attività animalista prevista nella loro agenda. 
I loro scopi sono esclusivamente commerciali e chi si interpone nei loro affari, anche semplicemente informando circa le loro attività, compie atto sacrilego e va punito. Personalmente, a causa di questo, nell'agosto scorso sono stata portata in tribunale. Tacciata poi di "bieca invidia", come se avessi io stessa attività commerciali da difendere e volessi assurgere ai fasti di cotanto giro di affari. Ahimè, non è così, non ho nulla. Gestisco solo, insieme a due amiche, un sito - Stiletico - dal quale non traiamo un euro bucato perché è semplicemente un sito di recensioni e non vendiamo un fico secco.

Per non dire della "certificazione" (non riesco neanche a scriverlo senza che mi venga da ridere) inventata da codesti organizzatori della fiera. Una autocertificazione, senza alcuna autorevolezza ne' tanto meno controllo, che i prodotti siano vegetali al 100%, che poi siano sperimentati o meno - nei loro componenti - sugli animali non frega niente a nessuno. Come se le certificazioni, quelle sì, autorevoli fino ad ora esistenti sul cruelty-free fossero nulla. Naturalmente, anche in questo caso, sono i denari a muovere il mondo. Paghi, io ti certifico e vai con dio. Se qualcuno non è d'accordo, si tratta di gente che non ha niente da fare, che non fa lavorare in santa pace (oddio mi ricorda qualcuno in politica...), gente intrisa di odio e rancori. Tutta qui la difesa. Perché in effetti non ce ne può essere un'altra, di difesa, solo dogmi ad uso e consumo dei più ingenui e meno informati.

Non vado - ancora  - a fiere che si fregiano del termine "vegan" come di una bandiera e poi ospitano steak house solo perché producono birra artigianale. O dove tra gli standisti ci sono venditori di piscine o materassi col bollino "vegan". L'anno scorso ricordo ancora lo spasso di trovare nel loro catalogo produttori di peperoncini e mandorle col bollino verde. Meno male. Se non fossero stati certificati, sarei rimasta per sempre col dubbio che quelle mandorle fossero fatte di sugna e quei peperoncini di lardo.
Insomma, non prendiamoci in giro e non facciamoci abbindolare da chiunque si riempia la bocca di vegan, vegan, vegan.
La nostra personale festa andiamo a farla al banco di frutta e verdura del mercato rionale. E' lì che un vero vegan festeggia: quando compra dei pomodori e magari sono pure buoni, non come quelli insipidi del banco accanto. E se avete voglia di vedere altri vegan, interessati oltre che ai materassi, anche alla difesa dei nostri compagni di pianeta, frequentate piuttosto banchi informativi animalisti nella vostra città. Se abitate in un piccolo centro e ancora non ci sono gruppi, fondateli voi.
Quelli sono i vegan interessanti da cui è bello essere circondati. Gente che non vende e non compra nulla, che si dà un gran da fare per rimediare denari per un rifugio di cani abbandonati, ad esempio, o per creare eventi senza scopo di lucro a scopo di diffusione e circolazione delle informazioni.
Il resto è fuffa. Siate vigili, siate lucidi, non siate dogmatici, non siate superficiali.




17 commenti:

de spin ha detto...

Condivido al cento per cento.

Anonimo ha detto...

Premetto che non ho nulla a che fare con il vegenfest e ne ci andrò..
Però volevo esprimere il mio pensiero sul tuo post...
Non facciamo la guerra fra di noi,c'è già il mondo intero che si ostina a metterci il bastone tra le ruote e a ridicolizzarci
Io credo nel vecchio proverbio "L'unione fa la forza" ;-)

Ariel ha detto...

ma tra noi chi Raffy?!
non siamo tutti uguali, non è una setta
io non concordo affatto con chi fa passare per cruelty free prodotti che non lo sono, non mi sento affatto rappresentata come "fantomatico" gruppo
non voglio fare unione con chi non è veramente interessato alla sorte degli animali ma solo a pagare le rate della propria casa
non bisogna onnubilarsi solo perchè appare la parola "vegan" da qualche parte...

quanto a ridicolizzarsi, credo che chi metta un bollino "vegan" a mandorle, peperoncini e piscine, beh, non abbia bisogno di aiuto, fa già abbastanza da sè

Raffaella ha detto...

Beh Raffy, suppongo ti sia sfuggita una parte della storia perchè in questo caso non si tratta di unire le forze per un bene comune, che in linea generale mi trova pienamente d'accordo, qui parliamo di far arricchire qualcuno con strategie che non hanno a che fare con il bene degli animali.
Leggi attentamente le pagine che linkava Ariel nel post e poi ne riparliamo...

E la guerra l'hanno iniziata "loro" denunciando chi informava sulla realà dei fatti e nulla più, che altro c'è da aggiungere?!

Samantha ha detto...

Confesso di esserci stata: sono abbastanza vicina e sapevo di potere reperire alcune cose volevo provare.
E' vero che è solo un contesto commerciale, tutto carissimo ( 1,50 € per mezzo litro d'acqua e 3 € per una lattina di coca equosolidale...).
Commento positivo per i ragazzi di Sea Shepherd, bravissimi ed instancabili nel dare informazioni e rispondere ad ogni domanda in modo chiaro e preciso trasmettendo passione ed entusiasmo, bravi!

riccardo ha detto...

L'unione fa la forza? Ma manco per niente! L'unione fa la forza solo nel caso in cui le idee e gli ideali siano gli stessi. Qui non si tratta di idee ed ideali ma di mero profitto quindi mi dissocio da certi festival presunti vegan che non hanno niente a che fare con quello in cui io credo e mi batto insieme a molte altre persone. Per quanto mi riguarda il veganfest non esiste. Per me il vegan fest è alla stregua di una qualsiasi festa di paese in cui trovi il banchettoche ti vende le zucchine del contadino ed il porchettaro di Ariccia che ti assicura che la sua porchetta è migliore di quella del vicino.

lallabel ha detto...

Ciao Ariel, torno dopo molto a farti visita!!!!
Condivido tutto quello che hai scritto, è meglio non fare altri commenti su certa gente che di vegan non ha assolutamente niente, perchè corre dietro a profitti e basta infischiandosene degli animali!
Non sapevo dell'esperienza in tribunale, questa mi mancava proprio..che razza di gente, posso solo immaginare!
Che schifo..e il bello è che il tipo in questione dice di rappresentare tutti i vegan..anche qui si allarga un pò troppo!!
può star sicuro che io non sono rappresentata da lui!
Si vergogni il caro signore! PUAH!

Anonimo ha detto...

Avete sicuramente ragione,ma secondo me facendo così si rischia di crearla la "setta".

Melania ha detto...

No Raffy, invece è molto importante distinguere i veri vegan da quelli falsi, altrimenti chi ci vede da fuori può pensare che allora va bene tutto...
Già ci sono in giro persone che si dichiarano vegetariane e poi mangiano il pesce, altre che si dichiarano "vegan al 99%" perché quando sono fuori casa non sanno rinunciare alla mozzarella sulla pizza....
Che messaggio faremmo passare se accettassimo in nome di un generico "essere vegan" ciò che fanno gli organizzatori del Veganfest? Che va bene un cosmetico testato su animali se ha il bollino vegan? Che va bene una steak house se ogni tanto riesce anche a partorire un'insalatina?
Secondo me invece è necessario tirare una riga, dove da una parte ci sono le persone responsabili della morte di altri esseri viventi, dall'altra parte no, e prendere pubblicamente posizione su dove vogliamo stare. Non dimentichiamo mai la ragione per la quale siamo vegan: salvare delle vite.

lallabel ha detto...

Raffy scusa...solo per chiarire...certa gente si definisce vegan ma non lo è affatto!!!
si è data un nome solo per fare profitto!
quindi il rischio di creare sette non c'è..
o sei vegan o non lo sei!!

Renata ha detto...

Ciao a tutti..veganfest a parte (ma anche incluso)..non capisco i vegan cosa abbiano da festeggiare.
Se siamo vegan è perche' ci sono ancora differenze...in altre parole faro' festa quando saranno tutti vegan per cui il termine sparira' dal vocabolario mondiale in quanto non ci sara' piu' bisogno di doversi identificare per differenziarsi...(e non ci saranno neppure piu' carnivori)
Insomma, se ci sono vegan e non vegan c'e' ancora qualcuno (milioni di animali, umani e non) che soffrono, che kaiser c'e' da far festa?

Renata

Ariel ha detto...

Renata, parole sante, anzi, santissime!!!

Anonimo ha detto...

personalmente, non andrò mai a nessuna manifestazione organizzata da quelli di promiseland e veganblog. MAI.

Alessandro

Renata ha detto...

@Ariel:
Ad onor del vero devo dirti che frequento anche i loro due blog, anzi, quando cercavo la ricetta per fare il seitan in casa, VB e' stato il primo su cui sono approdata e da li' ho preso a leggere anche gli articoli sull'altro.
Con qualcuno di loro, a volte, capita di sentirsi anche via email..ora, non so di preciso cosa sia successo ma, al di la' di questo credo che la diffusione, a qualsiasi livello, sia fondamentale perche', a volte, puo' essere che magari lasci un commento apparentemente insignificante passa qualcuno e leggendolo..zac gli si accende la classica lampadina (a me e' successo proprio cosi')
Per quanto riguarda il peperoncino vegan e affini e' vero che, li' per li', puo' lasciare perplessi pero', da consumatrice di prodotti bio, ho scoperto che talvolta vengono usati derivati animali, per cui una coltivazione vegan la interpreto senza l'uso di questo tipo di derivati.
Per l'autocertificazione a pagamento ho delle perplessita' tipo: perche' a pagamento e che titolo questa societa' abbia per dire "tu si, tu no"..ma forse, questo, dovrei chiederlo a loro.
Ho notato anch'io che al veganfest si pensi soprattutto al cibo sia da mangiare che da cucinare pero' e' anche vero che la prima domanda che ci si sente fare e' la classica "ma se sei vegan cosa mangi" (du' palle)
Per il resto, se proprio devo partecipare a qualche raduno, preferisco una cena benefit VEGAN per raccogliere fondi per il canile/gattile, anche se dalle mie parti (liguria) si sente parlare di tutto tranne che di veganismo e dintorni.
Sono vegan da diversi anni e non ne ho ancora conosciuto uno di persona...

Anonimo ha detto...

@Renata

leggi i link che ha postato Ariella.

Alessandro

Renata ha detto...

@Alessandro

Ciao, ho letto il link postato da Ariel ma, a parte la spiegazione delle varie certificazioni, non ho trovato nulla di eclatante.
Si parla anche di moderatori di Promiseland che parlano di mangiate a base di pesce ma, se leggi, il moderatore in questione parla di una cena dei GAS senza specificare a base di cosa.
E, forse perche' l'articolo postato e' un po' vecchio e magari le cose sono cambiate, su veganblog, in calce, non ho trovato nessun link che rimandi a cose turpi.
Inoltre il link che rimanda alla discussione in cui una moderatrice di Promiseland direbbe di acquistare latte vaccino etc, non esiste..

Anonimo ha detto...

Cara Renata, leggi anche qua

http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=1247

se poi ancora non riesci a vedere ciò che è sotto gli occhi di tutti non so proprio che dire. Io starò sempre lontano da un personaggio simile e tutto il suo baraccone.

Alessandro