lunedì 4 aprile 2011

Da Dublino con amore

Cari lettori, mi scuso per il tempo non dedicato alla scrittura e mi presento solo oggi all'appello. Sono tornata da qualche giorno da Dublino e ho trovato tante di quelle cose arretrate da sbrigare...
Dunque, ho visitato per la prima volta Dublino e alcuni paesi nelle vicinanze, ospite del mio caro amico John e del suo gattone sedicenne Gizmo. Posti stupendi, soprattutto fuori città, lunghe spiagge e laghi e colline e - stranamente - sempre il sole (la fortuna del turista!).


Non vi tedierò con racconti di viaggio generalisti, vi voglio solo raccontare come un vegan se la può cavare in quei frangenti...
Dublino e l'Irlanda in particolare non sono posti facilissimi per vegetariani e  vegan: gli irlandesi sono grandi consumatori di prodotti di derivazione animale, dalle carni ai pesci, dal burro ai formaggi, difficile trovare anche delle verdure che non siano impastrocchiate con qualche ingrediente "strano".
Mi ha impressionato molto leggere gli ingredienti del pane in vendita nei supermercati, liste lunghissime al posto dei classici farina, lievito, sale...Quasi sempre con derivati del latte, strutto e compagnia bella. Questo mi ha fatto diventare piuttosto sospettosa del pane servito nei cafè e nei ristoranti, posti dove d'altronde era possibile ordinare a malapena un'insalata, pregando di non aggiungervi tonno, bacon, formaggi e soprattutto degli orrendi "toppings", ovvero creme a base di maionese e simili per condire il tutto. Il concetto di "contorno" come noi lo intendiamo non è molto seguito: tutto viene pasticciato con salse, salsette e intrugli vari.

Fortunatamente esistono delle oasi in città, come le tavole calde di Govinda, gestite da Hare Khrisna, dove pur utilizzando i latticini (sono lacto-vegetariani), c'è sempre una buona scelta di piatti vegan.
Ma chi di voi dovesse fare un salto nella capitale non può mancare di far visita a un ristorantino di grande fama e di grandi e felici sorprese: Cornucopia, 19/20 Wicklow Street (una traversa della centralissima Grafton Street).


Il locale è molto carino, intimo, rilassante. Si tratta di due stanze con tavoli di legno, atmosfera da salotto di casa, dove è possibile andare anche da soli con un buon libro da leggere e starsene in santa pace. Il venerdì e il sabato sera in genere c'è musica dal vivo: io ho trovato un ragazzo giapponese che suonava l'arpa celtica mirabilmente.

E' semplice capire cosa ordinare: sulla lavagna e direttamente sul banco dei piatti e dei dolci ci sono delle sigle chiarificatrici molto efficaci, come la V per vegan, la GF per gluten-free per i celiaci e così via. Le zuppe sono tutte V ad esempio, mentre alcuni piatti unici e alcuni dolci contengono latte e uova (seppure di origine biologica, anche se questo non ci rallegra affatto).
le ragazze di Cornucopia
Il posto funziona come una nostra tavola calda, si va al banco si ordina e con il vassoio ci si porta ad un tavolo. Ogni giorno vasta scelta tra zuppe, sformati, primi piatti (che non ho avuto alcuna voglia di provare, la pasta la mangio solo made in Italy!), insalate e dolci.

i piatti del giorno
soup & sformato con due insalate
Libero accesso all'acqua potabile, tramite un distributore in sala con bicchieri a disposizione (atto di grande civiltà) e porzioni piuttosto abbondanti. Se volete arrivare al dolce, non prendete la zuppa e il piatto unico, potreste scoppiare! La scelta del pane è molto attraente: farro, integrale, kamut, con le erbe, etc. C'è solo l'imbarazzo della scelta. 
Nella foto vedete uno dei nostri vassoi con una pumpkin soup e uno sformato di cavolfiori, lenticchie, finocchi e non so quanta altra roba con le due insalate a scelta offerte nel prezzo. Le insalate sono un piatto forte del locale, ce n'è davvero per tutti i gusti. Vi consiglio tra le altre l'ottimo coleslaw con maionese veg fatta dallo chef, così come la potato salad sempre con la maionese di cui sopra, davvero speciale.
Ma la sorpresa più grande è stata il dolce, in particolare quello della prima cena da Cornucopia. Una cheesecake assolutamente non distinguibile dall'originale, a base di silken tofu, cocco, vaniglia. Ci ha davvero fatto mugolare di piacere, difficilmente ne assaggeremo di uguali.

tofu-cake al cocco
Molto interessante anche la prima colazione, servita fino a mezzogiorno. Io ho scelto, l'ultimo mio giorno in città, una macedonia con croccante granola e ottimo e cremosissimo yogurt di soia, una fettona di pane al farro tostato con burro di soia e marmellata bio di frutti di bosco, con una tazza di orzo e latte vegetale. E' possibile anche avere salsicce veg con pomodori & co. come nella classica colazione anglosassone, ma a me - veg o non veg - le salsicce di mattina proprio non vanno giù...

Che dire, raccomandato a tutti i vegan di passaggio e, perchè no, anche ai non vegan che vogliono disintossicarsi dai cibi grassi, fritti in chissà quali torbidi olii, tipici della cucina di quelle parti. 
E ora, ben ritrovati e ai prossimi post!






2 commenti:

BARBARA ha detto...

bellissimoooo!! io voglio andare in irlanda da una vita, non vedo l'ora!!

Gloria ha detto...

Mi servivano proprio dei consigli. Andrò a Dublino e dintorni a dicembre fortunatamente sarò a casa di un'amica e avrò la possibilità di cucinare ma capiterà di mangiar fuori e sono proprio curiosa di provare il Cornucopia. :)