venerdì 19 novembre 2010

Essere onnivori

Oggi pubblico uno scritto recente di Franco Libero Manco, divulgatore della cultura vegetariana che ho avuto il piacere di conoscere e con il quale ho condiviso una splendida cena presso il ristorante Zenzero di Ostia proprio un paio di settimane fa, nel corso di uno dei suoi incontri informativi sulle virtù di una alimentazione a base vegetale.
Eccolo.


E SE FOSSIMO ONNIVORI NOI ANIMALISTI SAREMMO UGUALMENTE VEGETARIANI?

La carne in genere viene considerata dai non vegetariani un alimento dannoso perché contaminata da sostanze chimiche e farmacologiche somministrate agli animali d’allevamento. Se ne deduce che se gli animali fossero allevati alla maniera bucolica sarebbe tra gli alimenti “sempre” consumato dagli umani.

Ma la carne di un animale ucciso è, di per se stessa, un prodotto dannoso perché incompatibile con la nostra natura di animali fruttariani: anche se gli animali fossero allevati alla maniera tradizionale, sui prati d’erba o in stalle con sottofondo di musica sinfonica, sarebbe ugualmente un prodotto cadaverico, sostanza in via di putrefazione, oltre ad essere sempre dannoso alla coscienza di chi se ne nutre. Accettasse la logica della cosiddetta carne biologica porta alla conseguenza dell’esistenza degli allevamenti intensivi e dei mattatoi.

Se si dimostrasse che l’essere umano per vivere in salute ha realmente bisogno dell’alimento carneo sarebbe un fallimento per la nostra filosofia (almeno sotto l’aspetto salutistico) e la Natura avrebbe condannato anche l’uomo alla sua crudele legge cui sono vincolate tutte le cose. La specie umana è la sola che può sottrarsi a questa legge tirannica: può vivere senza nuocere ad alcuno, purché lo voglia.

            Ma se l’essere umano fosse realmente un animale onnivoro noi animalisti, convinti, saremmo ugualmente vegetariani o accetteremmo di cibarci di carne per salvaguardare la nostra salute? Per quanto mi riguarda sono vegano ad oltranza e non accetterei mai l’idea che una creatura possa essere uccisa a vantaggio della mia vita.

            Anche se l’uomo per un lungo periodo e per estreme necessità di sopravvivenza ha inserito anche la carne nella sua dieta, è assurdo rapportare il comportamento dei nostri antichissimi progenitori a quello dell’uomo modero, dal momento che la carne è fonte di moltissimi danni: fisici, mentali, morali, spirituali, ambientali, economici…

            Le frequenti affermazioni dei nutrizionisti che “non bisogna eccedere nel consumo della carne” dimostra chiaramente che tale alimento lo si digerisce alla stregua di un veleno. Inoltre, vengono considerati fanatici estremisti coloro che vorrebbero abolire del tutto il consumo della carne dopo millenni di abitudine alimentare in questo senso. Ma conservare un’abitudine solo perché è parte di una tradizione non è affatto un buon motivo per continuare ad uccidere i nostri parenti e ad ammalarsi a causa di una alimentazione inadatta alle nostre esigenze fisiologiche.  

L’attitudine diffusa a mangiare di tutto non classifica gli esseri umani come onnivori. Anche i sacrifici umani e la schiavitù era parte della tradizione umana. Dovremmo continuare a fare le guerre perché parte della storia dell’uomo? Essersi abituati a vivere nell’errore non ci classifica come progettati per vivere contro la nostra natura. E’ come abituarsi a vivere in una stanza satura di anidrite carbonica, o a drogarsi per poi convincersi che è quella la nostra condizione naturale. Ogni specie ha la possibilità di alimentarsi eccezionalmente con ciò che è più o meno compatibile con la sua natura, ma quando l’eccezione diventa regola qualunque specie soccombe.


3 commenti:

Noel ha detto...

Ovviamente condivido tutto.
Il problema è il rifiuto di voler vedere e capire le cose semplici come questa che colpisce il 99% degli umani, purtroppo

Andrea ha detto...

avevo letto un articolo su liberazioni (conosci?) che parlava proprio del "problema" di portare avanti delle campagne utilizzando argomentazioni che esulino dall'unica argomentazione realmente valida: uccidere è sbagliato. in soldoni dire che la vivisezione è sbagliata perchè i modelli ricavati dagli animali non sono trasferibili all'uomo, ad es., presta il fianco all'obiezione che se lo fossero allora la vivisezione sarebbe giustificata?...stessa cosa per gli animali utilizzati a scopo alimentare...l'argomento è lungo, molti sostengono che nell'economia spicciola di una campagna alcuni argomenti per così dire intermedi aiuterebbero a cambiare le cose facendo leva su individui dalla visuale ancora fortemente antropocentrica, altri che è una falsa strada che non condurrà mai ai risultati definitivi che tutti ci auguriamo di vedere un giorno...il dibattito è aperto e decisamente in corso...

Ariel ha detto...

sì Andrea, non saprei - in generale - dare un'opinione forte...
da un punto di vista prettamente individuale sono convinta che non abbiano senso soluzioni "intermedie" o in ogni caso tiepide, la presa di coscienza è tale che non richiede gradualità almeno per quanto mi concerne

pensando ai massimi sistemi, ovvero, alla moltitudine, alle masse, forse potrebbe essere un modo (quello degli argomenti intermedi) per fare breccia nella concezione del mondo imperante, appunto antropocentrica e non-empatica, ma mi è difficile sostenere poi in pratica questa tesi

il tutto e subito è un'utopia, ovviamente, ma come lessi da qualche parte qualche tempo fa:
le utopie sono come le stelle mai le raggiungiamo ma sempre guidano il nostro cammino (era in spagnolo ma dovrebbe suonare qualcosa del genere)

sì, dibattito aperto...