giovedì 25 febbraio 2010

Veleno per diabetici

Ultimamente incontro persone intorno ai 40 anni con problemi di diabete, quel genere di diabete che dovrebbe venire con l'età e che invece si presenta in anticipo.
La patologia pare in effetti in aumento nel mondo occidentale, a leggere le ricerche mediche degli ultimi anni.
Solo tra il 3 e il 9 gennaio di quest'anno lo United States Library of Medicine (PubMed) ha catalogato ben 192 nuove pubblicazioni scientifiche che hanno a che fare con ricerche sul diabete. Difficile trovare una persona negli States che non abbia un amico o un familiare al quale non sia stata diagnosticata questa malattia.
A questo proposito ho letto alcune notizie interessanti raccolte da Robert Cohen, alias NotMilk, una preziosissima fonte di informazioni sugli ultimi studi medici pubblicati su riviste specializzate.
La traduzione mi ha portato via diverso tempo, si trattava di avere a che fare con termini medici ma penso che valesse la pena condividere con voi le mie "scoperte". Alcuni passi li ho lasciati in lingua inglese, ma i concetti risulteranno chiari anche a chi non se la cava benissimo con la lingua. Vi presento dunque qui di seguito un abstract in lingua italiana di un articolo di Cohen che riguarda proprio le ultime ricerche in materia di diabete.


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La Finlandia ha il più alto tasso di diabete al mondo e allo stesso tempo, guarda caso, riporta il più alto consumo di latte e latticini a livello internazionale (Lancet, 1992; 339, 905-909).
Se si compara la percentuale di persone affette da diabete mellito (IDDM) con il consumo di latte e latticini in paesi come appunto la Finlandia, gli Stati Uniti e il Giappone, la liason appare piuttosto evidente.
Guardate qui di seguito, il primo numero rappresenta il numero di casi di insulino dipendenti affetti da diabete mellito su 100 mila persone; il secondo rappresenta il consumo medio giornaliero di latticini espresso in grammi pro capite:

Finlandia 28 - 38
USA 24 - 19
Giappone 01 - 05

Perfino sulla prestigiosa rivista Nature (May 6, 2004, Vol 429) si è ipotizzato di curare il diabete tramite una terapia alimentare che escludesse tutti i latticini.

Le ricerche su persone che si trasferiscono da un paese ad un altro per risiedervi escludono l'ipotesi genetica per lo sviluppo del diabete.
Ad esempio, lo studio pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition (1990, 51(3), 489, Scott, F.W.) dimostra che i nativi polinesiani emigrati in Australia che hanno forzatamente dovuto modificare la loro dieta prevalentemente a base di pesce e frutta in una alimentazione ricca di proteine derivate dai bovini hanno raddoppiato il loro tasso di incidenza del diabete.

Ancora, il numero di luglio del 1990 di Scientific American riporta la domanda: Cosa causa il diabete? Gli autori dello studio, Mark Atkinson e Noel Maclaren hanno constatato che una risposta autoimmune in cui le cellule proprie del pancreas (cellule beta) vengono "attratte" sia la chiave del diabete di Tipo I e II.


Due anni dopo, sempre in Scientific American (Ottobre, 1992) troviamo scritto: "The National Dairy Board's Slogan, 'Milk. It does a body good,' sounds a little hollow these days."
La rivista riporta di un gruppo di ricercatori canadesi che hanno trovato serie evidenze che una esposizione precoce alle proteine del latte bovino può portare allo sviluppo del diabete giovanile. L'80% delle persone identificate nella ricerca provenivano da famiglie con nessuna storia di diabete.

Sempre Scientific American cita anche uno studio apparso nel luglio 1992 nel New England Journal of Medicine (July 30, 1992, page 302, Karjalainen, et. al) in cui gli autori scrivono:

"Le ricerche suggeriscono che la sieroalbumina bovina è la proteina del latte responsabile dello sviluppo del diabete. I pazienti con diabete mellito producono anticorpi alle proteine del latte che contribuiscono allo sviluppo della disfunzione".
Nel giugno 1992, la American Academy of Pediatrics Committee on Nutrition (Pediatrics,1992; 89; 1105-1109) ha raccomandato che il latte bovino non venga utilizzato come valida alternativa al latte materno nel primo anno di vita:
"In lieu of the recent evidence that cow's milk protein may be implicated in the pathogenesis of diabetes mellitus, we believe that the Committee on Nutrition should clarify whether cow's milk is ever appropriate for children and whether or not infant formulas that are based on cow's milk protein are appropriate alternatives to breast milk."


Nell'ottobre del 1996 uno studio pubblicato su Lancet (348; 926-928) sottolinea come gli anticorpi alla beta-caseina sono presenti in oltre un terzo dei malati di diabete mellito e praticamente assenti in individui sani, confermando l'impressione che le proteine del latte giochino un ruolo chiave nella patogenesi di questa malattia.

Ma non è finita. Nel dicembre del 1996 ancora sul prestigioso Lancet (vol. 348, Dec 14, 1996) Simon Murch, del Dipartimento di Gastroenterologia del Royal Free Hospital di Londra, scrive:

"Cow's milk proteins are unique in one respect: in industrialized countries they are the first foreign proteins entering the infant gut, since most formulations for babies are cow milk-based. The first pilot stage of our IDD prevention study found that oral exposure to dairy milk proteins in infancy resulted in both cellular and immune response...this suggests the possible importance of the gut immune system to the pathogenesis of IDD."
Nello stesso numero di Lancet, ricercatori dalla Nuova Zelanda (R. B. Elliot, MD, et. al, Department of Pediatrics, University of Aukland) hanno confrontato ricerche sul diabete effettuate in tre luoghi: Auckland (Nuova Zelanda) Giessen (Germania) e in Sardegna (Italia). In tutti e tre gli studi si riportano altissimi livelli di anticorpi alle proteine di derivazione bovina, in particolare alla caseina, nei pazienti ammalati di diabete.
La dieta media americana include dosi massicce di proteine bovine che scatenano la risposta autoimmune che distrugge le cellule beta. Cosa accadrebbe se sedici milioni di persone affette da diabete si astenessero completamente dall'ingerire latte e derivati per sei mesi? Si scatenerebbe una nuova coltura delle cellule beta nelle isole di Langerhans del loro pancreas?
Se sei diabetico la cura è niente latte per sei mesi. Zero formaggi, gelati, yogurt o burro. Leggi attentamente le etichette sulle lattine e sulle scatole dei cibi che acquisti. Se leggi la parola caseina o caseinato, elimina l'elemento "scatenante" dalla tua dieta. Trova la forza di farlo e tu insieme ad altri sedici milioni di persone puoi far finire il perpetrato business multimilionario che continua e trae nutrimento sulla pelle di tutte le sfortunate persone affette da diabete.

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Che ne pensate? Non sono risultati sconvolgenti? Non varrebbe la pena di provare se siete diabetici? O preferite rischiare la pelle solo per mancanza di volontà o per incredulità?
E' proprio nei confronti di questa patologia che l'alimentazione vegan ha l'impatto più incredibile e sono in tanti ad averlo già sperimentato sulla propria pelle. Credete a chi non ha niente da guadagnarci. Non lo dicono certo le case farmaceutiche, che esultano alla notizia che un bambino su 5 negli States è un potenziale diabete in età adulta, e perchè non dovrebbero? Il profitto innanzitutto, sulla pelle delle persone ignare.


3 commenti:

lallabel ha detto...

agghiacciante...sapevo anche io del fatto che un lattante alimentato con latte vaccino ha un'alta percentuale di diventare diabetico!
ma perchè non se ne parla?
questi sono risultati importanti!!!
cosa aspettano a divulgarlo?
troppi interessi economici?
nessuno berrebbe più latte?
sai che perdita...

riccardo ha detto...

prima o poi dovranno smetterla di prenderci per il culo solo per riempirsi le loro tasche.

. ha detto...

http://www.tantasalute.it/articolo/diabete-e-dieta-i-latticini-diminuiscono-il-rischio/25463/