martedì 4 settembre 2012

Essere vegan e all'improvviso chef

Non è solo frequentando gli onnivori che si sviluppano scambi di battute interessanti, ma anche tra vegetariani e vegan stessi.
Ad esempio, pare che quando uno o una diventi vegan (che non è come diventare testimone di Geova o iniziare a tifare la Juve, sia chiaro), per una sorta di automatismo derivante non si sa da quale cielo calato, egli o ella si dipinga come "chef". Neanche cuoco (chi realizza le ricette), proprio "chef" (chi le inventa).
Lo vediamo in alcuni siti o blog di ricette vegan. E provatane a realizzare qualcuna, già magari sospetta dalla descrizione. A me personalmente sono venuti fuori spesso piatti immangiabili. Ormai conosco i nomi di chi è veramente bravo e chi si arrabatta (poco male, ma non pubblichiamole 'ste ricette, che poi passiamo per malgustai). Panna usata per la pasta al forno, al posto della besciamella: non è che perché siano vegetali che questo abominio si possa fare, vantandosene. Ma è solo un esempio tra cento.


Ma anche nelle discussioni sui social-media la tendenza è quella: sono vegan, ergo uno chef.
Proprio stamattina leggevo dei commenti su una pagina Fb dove avevo postato un sito di ricette vegan  (o meglio, un sito di ricette generalista con una strepitosa sezione vegan) specificando che non erano opera di comuni mortali ma di professionisti. Apriti cielo. Come ho osato dare del comune mortale a dei semplici "cucinatori" a casa propria? Cosa c'è che non va nelle ricette dei comuni mortali? e via dicendo.
Allora, un conto è quando io vi posto una ricettina qui, quando tutti sanno che io non sono una chef, ma una vegan che lavora nel settore della comunicazione, aggiorna siti internet, scrive testi, etc. e mai in vita mia mi sono sognata (disgraziatamente) di studiare la chimica dei cibi, gli abbinamenti, l'uso delle spezie e delle erbe, etc.etc.

Un conto è cucinare e azzeccare la ricetta e condividerla perchè non solo per noi ma anche per altri commensali pare riuscita, invitando ad apportare migliorie e a condividerle, e un conto è definirsi cuochi, chef, etc. e non trovare differenze tra cucina casareccia e cucina studiata. Non so se riesco a spiegarmi. Perchè tra onnivori questa differenza è da sempre ben definita, intendiamoci. Poi ci sono chef buffoni, che cucinano scopiazzando o con abbinamenti incresciosi, certo. Ma essere chef sul serio significa studiare, tentare, riassestare e riprovare, ristudiare. Non mettere insieme una accozzaglia di roba e poi aspettare come per un uovo di pasqua di vedere la sorpresa.

Ho un caro amico vegan che per riprendersi da una mangiata sociale (vegan, naturalmente) ha impiegato giorni a furor di bicarbonato. Per non parlare dei mangiarini che spesso vengono propinati, con giustificato terrore degli onnivori, a base di pappette, come se i vegan fossero tutti potenzialmente sprovvisti di dentatura.
Una volta mi capitò, come raccontai in una recensione tempo fa qui, che servendo a me e a due amiche onnivore codeste pappine (miglio, cuscus, non ricordo, comunque stracotti), la gentile gestora del locale ci sottolineò nel mentre  quanto esse fossero salutari per il nostro intestino.
Meno male che non  trattavasi di una cena romantica: l'abbinamento cibo-cacca non è dei migliori a tavola. E, ripeto, non è perchè sono vegan che debba sorbirmi tiritere escatologiche, con le amiche che strabuzzano gli occhi pensando che mangiamo solo per cagare e non anche per piacere. E non è che fuori non possa mangiare un piatto di lasagne, se fatte come si deve, e debba degustare invece l'equivalente di una minestrina in brodo, che può essere adorabile, certo, ma a casa mia, la sera, d'inverno, nell'intimità della mia cucina. Per di più preoccupata e deliziata insieme all'idea che faccia andare di corpo.
Insomma, a ognuno la sua professione e tra di noi scambiamoci ricette, sì, ma senza menarla giù dura.


8 commenti:

Francesca ha detto...

Con le lacrime agli occhi dalle risate, ti dico che come riesci a dare forma ai miei pensieri tu non ci riesce nessuno.....neanche io!!!

Rita ha detto...

ahahahah :-D

Vero, un conto è essere chef professionisti (e per diventar tali bisogna aver studiato), un altro è sperimentare in cucina (spesso con esiti disastrosi).

Una cosa c'è da dirla però, diventare vegan favorisce la creatività, nel senso che spesso viene appunto voglia di sperimentare piatti inusuali, anche esotici (magari perché è più facile trovare piatti vegan nella cucina di altri paesi), fare accostamenti diversi e soprattutto sostituire agli alimenti tradizionali (quelli purtroppo derivati dallo sfruttamento animale) altri ingredienti. Certo che la panna vegetale al posto della besciamella non la userei, piuttosto ecco, tenterei una versione vegan della classica besciamella (non è difficile, basta usare latte di soia e margarina o burro di soia).
Insomma, personalmente da quando sono vegan mi diverto di più in cucina, pure se mai mi definirei una cuoca (o chef che dir si voglia).
Ah, le pappette le odio, io amo i cibi consistenti, se non mastico non mi sazio, né soddisfo.

Ariel ha detto...

e brava, è quello il rischio, che ci sentiamo tutti creativi :-D

mannaggia alla paletta, ci sto, pure io lo faccio, ma dire come quelli di oggi su FB: E che ci vuole un professionista per fare una ricetta?... eccerto che ci vuole, noi applichiamo quello che leggiamo, le dosi e tutto e possiamo variare sul tema, altrimenti quanti tentativi per trovare le giuste quantità, i giusti ingredienti, etc. buttando via o ingurgitando di mala voglia piatti improbabili?

uno diceva Che ci vuole a fare un sorbetto, devo leggere la ricetta di uno chef?
per quanto mi riguarda sì, non saprei da che parte iniziare e di far pastrugni non ho tempo, voglio andare sul sicuro su dosi e modi

è come dire: che ci vuole a disegnare un vestito? un'imbastitura, ago e filo e via

magari!

Unknown ha detto...

ahahah bellissimo post!
p.s. link al suddetto sito di ricette?
Saluti!
Paolo

Unknown ha detto...

ahah bellissimo post!
p.s. link al suddetto sito di ricette?
Saluti! Paolo

Ariel ha detto...

non ve lo dico, se no vi risentite...:-D!!!

Anonimo ha detto...

Cara Ariel,

con il tuo blog di martedì c'entra poco il mio commento ma approfitto di questo spazio per dirti che ieri sera ho avuto la fortuna di assaggiare la tua torta di pere e cioccolato: eccezionale!!! grazie, anche da parte del mio topino che l'ha adorata insieme a me ;)

Ariel ha detto...

ciao Roberta! sai che le torte hanno la ventura di venire ogni volta un po' diverse, chissà quella di ieri se era delle migliori o meno, però - oltre che tutta bio (dal sale alla cannella!) - ve l'ho preparata con amore, ingrediente che non deve mai mancare quando si cucina :-D

contenta che vi sia piaciuta e...tanti auguri al festeggiato!