C'è chi scrive una cosa, c'è chi ne scrive un'altra. Ognuno crede a ciò che preferisce, magari usando anche il caro vecchio buon senso. Comunque, il fatto sta che nel giro di tre settimane sono stati pubblicati due articoli sullo stesso argomento ma che riportano conclusioni praticamente opposte.
Si parla di depressione e degli effetti dell'alimentazione su questa patologia. Vediamo cosa dice il primo articolo (i grassetti sono miei), che risale al 2 novembre di quest'anno:
Si parla di depressione e degli effetti dell'alimentazione su questa patologia. Vediamo cosa dice il primo articolo (i grassetti sono miei), che risale al 2 novembre di quest'anno:
Salute: depressione, con cibi grassi e junk food il rischio aumenta
Patatine fritte, merendine e cordon bleu rischiano di mandarci in depressione. A sostenerlo è un recente studio pubblicato sullla rivista British Journal of Psychiatry dai ricercatori dell'University College London di Londra, in Gran Bretagna, secondo cui una dieta a base di alimenti "elaborati" aumenterebbe il pericolo di incorrere nel "male oscuro".
La ricerca è stata condotta su 3486 partecipanti di mezz'età, divisi in due gruppi: ai membri del primo è stata assegnata una dieta basata su alimenti integrali, frutta, pesce e contorni vegetali, mentre ai secondi un regime alimentare che prevedeva cibi più "complessi" come dessert zuccherati, fritture, carne elaborata, cereali raffinati e formaggi ad alto contenuto di grassi. Tutto questo per un periodo di cinque anni, trascorsi i quali gli studiosi hanno rilevato che chi aveva seguito un'alimentazione a base di cibi elaborati correva un rischio del 58% più elevato di sviluppare la depressione.
La ricerca è stata condotta su 3486 partecipanti di mezz'età, divisi in due gruppi: ai membri del primo è stata assegnata una dieta basata su alimenti integrali, frutta, pesce e contorni vegetali, mentre ai secondi un regime alimentare che prevedeva cibi più "complessi" come dessert zuccherati, fritture, carne elaborata, cereali raffinati e formaggi ad alto contenuto di grassi. Tutto questo per un periodo di cinque anni, trascorsi i quali gli studiosi hanno rilevato che chi aveva seguito un'alimentazione a base di cibi elaborati correva un rischio del 58% più elevato di sviluppare la depressione.
"Questo studio - spiega Andrew McCulloch, direttore generale della Mental Health Foundation britannica - oltre ad approfondire la comprensione di una patologia come la depressione, dimostra il legame tra ciò che mangiamo e la nostra salute mentale". (ASCA)
Ok, abbiamo afferrato il concetto. Però, qualche settimana dopo, il 25 novembre per l'esattezza, ecco che leggiamo il seguente titolo sul sito di una delle più autorevoli agenzia stampa:
Ok, abbiamo afferrato il concetto. Però, qualche settimana dopo, il 25 novembre per l'esattezza, ecco che leggiamo il seguente titolo sul sito di una delle più autorevoli agenzia stampa:
Sono tutti piuttosto tristi, o anche solo piuttosto nervosette, giustamente.
Mangiare sano e saporito, ogni tanto un dolcetto buono fatto in casa (proprio mentre vi scrivo sto mangiando una fetta di torta di zucca con tocchetti di cioccolato fondente e semi di papavero), ogni tanto due carciofi fritti in pastella e un bel piatto di lasagne al ragù (di seitan), beh, a me tira su di morale.
Ma c'è una bella differenza con un pasto da McDonald o con uno spuntino a base di fiestasnack o spuntì. Se permettete, le mie leccornie sono a colesterolo 0, in gran parte a base di alimenti biologici, naturalmente con nessun prodotto di origine animale. Niente putrescina e cadaverina, niente pus, niente grassi saturi. E sono - soprattutto - tanto tanto buone, non hanno il gusto artificiale dei prodotti industriali. Quelli sì, che mi deprimono.
Non c'è niente che mi intristisca come i sapori dei biscotti Saiwa o altra marca simile a vostra scelta, dei Quattrosaltiinpadella (quando ci ho provato a mangiarli mi sono rimasti sullo stomaco per due giorni, e chi c'è abituato a tutti quei conservanti e "aromi naturali"?!), delle merendine fetteallatte, dei bifidiregularis, dei piattiprontiamadori, e così via.
Niente mi corrobora e mi mette di buon umore, invece, come una fetta di pane casereccio con un filo d'olio d'oliva di quello buono, pomodoro e sale. Se possibile accompagnata da un bicchiere di vino novello.
7 commenti:
Mi pare arcinoto che gli psichiatri conducano analisi statistiche a ca...ehm...a caso.
Ma come Ariel, non lo sai che avere colesterolo a trigliceridi a mille rende felici? E il rischio di infarto e il diabete poi...fanno scompisciare dal divertimento.
E' quasi estate in australia giusto? Forse il troppo caldo a sti studiosi...
Sto pensando alle persone grasse che conosco. No... decisamente non sembrano felici... il mio piccolo grasso campione non fa statistica, ma non mi invoglia neanche ad entrare da mc'donald!
Secondo me rendono più depressi i cibi grassi e malsani, ma non per motivi chimico-fisiologici, bensì prettamente psicologici.
Mi spiego: quando mangi una cofana di patatine fritte untissime, lì per lì sei la persona più felice del mondo; quando hai finito e ti senti pieno, però, arriva il senso di colpa a rovinarti la festa ed inizi ad intristirti pensando a tutti i grassi che hai ingurgitato, alla panza, al colesterolo.
E' un po' come quando vai a letto con una super figa completamente idiota: sul momento ti senti un dio, completamente appagato, e sei tutto esaltato mentre ti ripeti ancora incredulo: "Ma tu guarda che capolavoro scultoreo della natura mi sto scopando!"; una volta eiaculato, però, ti senti sporco ed insoddisfatto e pensi che forse qualche istante di piacere non valeva la tua prostituzione intellettuale.
(Cibo e sesso sono sempre strettissimamente connessi, non c'è niente da fare)
Sinceramente, cipolle fritte e birra determinano, almeno a me, livelli smodati di serotonina.
Claudio è sempre "ficcante" (in senso non osceno), come di consueto
ma certo che sono corroboranti le cose buone da mangiare, è che bisogna intendersi su COSA è buono da mangiare
a me le schifezzone in effetti non piacciono molto, ho un debole solo per patatine fritte e birretta, per il resto vado a quantità: non mi limito al piatto di lasagne, ma ne faccio fuori mezza teglia; non due ma 10 frittelle di castagnaccio (mi sono presa una specie di indigestione l'ultima volta...); etc.etc.
e poi magari salto la cena perchè sono stomacata
Il problema è: ogni quanto si fanno ste abboffate? sono eccezioni o vita quotidiana? e - normalmente - cosa si mangia?
allora ci si può permettere di sgarrare
ditelo a chi pesa 100 kg e passa ogni quanto fa di questi festini...
Cannelloni ripieni ai funghi porcini con sugo di pomodoro ristretto e besciamella vegan + una boccia di vino.
....come sono depresso.....
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