Nel numero di giugno di quest'anno (Climacteric. 2009 Jun;12(3):222-9) si parla di una ricerca effettuata per valutare il rischio di fratture ossee tra le donne cinesi.
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Non mi rompete, non vi rompete, non rompiamoci.
I test del DNA hanno rivelato che in alcuni dei casi più seri, i patè e gli affettati vegetariani contenevano almeno il 20% di carne bovina o suina, probabilmente per "arricchirne il sapore e la consistenza". Potrebbe essere anche possibile (e peggio mi sento, aggiungo io) che il cibo vegetariano mostri tracce di prodotti animali se è stato preparato su tavoli di lavoro poco puliti in aziende che producono anche cibo carnivoro. Ciò non ci consola affatto, naturalmente.
Se qualcuno di voi passa da Taiwan, lasci perdere affettati & co. e si dia a verdura fresca e riso, mi sa che è meglio. Bah.
La casa di moda Hermes ha recentemente annunciato di aver creato dei propri allevamenti di coccodrilli per venire incontro alla domanda di borse prodotte dalla loro azienda in questo tipo di materiale. No, non avete letto male, non è uno scherzo.
Un portavoce di Hermes, Patrick Thomas, ha rilasciato le seguenti parole all'agenzia di stampa Reuters: “Stiamo allevando coccodrilli nelle nostre fattorie, principalmente in Australia. Non riuscivamo a rispondere adeguatamente alla richiesta massiccia di borse in coccodrillo. Hermes produce già al momento circa 3.000 borse ogni anno, ma la richiesta è maggiore”.
Per produrre una borsa possono essere necessari dai 3 ai 4 coccodrilli. Fate un po' voi i conti. Tutto questo per fornire borsette e affini a donnette senza coscienza, frustrate dal non essere nulla e dal possedere tutto. Donne senza spessore, senza ragione, superficiali e vacue, il cui significato su questa terra è pari a quello di questa penna biro, qui, vicino alla mia tastiera.
Direi solo parolacce, quindi ogni altro commento lo tengo per me. Chi mi conosce immaginerà senza dubbio alcuno quello che mi passa per la testa. Eviterò le imprecazioni. Silenzio.
Per una guida agli acquisti cruelty-free:
www.stiletico.com
Nella sua risposta, la linea area malese sostiene che il passeggero non aveva fatto richiesta dell'opzione pasto al momento della prenotazione. In quel caso, sarebbe stata riportata sul biglietto aereo e sarebbe stato più semplice rispondere alle sue esigenze. Invece, nonostante avesse espresso il suo desiderio al personale di bordo una volta salito sull'aereo, le hostess lo hanno servito diversamente. Tant'è, che alla fine le Airlines hanno dovuto comunque pagare un indennizzo.
Morale: quando partite in aereo, chiedete un pasto veg al momento della prenotazione, altrimenti potreste incorrere in incidenti come questo, e magari senza neanche indennizzo. Qualcuno ha esperienze di pasti vegan in aereo? Come è andata?
Se volete sbirciare nei vassoi delle compagnie aeree di tutto il mondo e leggere le recensioni di chi ha viaggiato prima di voi, andate su www.airlinemeals.net/. Alla voce Special meals troverete anche esempi di pasti vegan, non molto appetibili a giudicare da foto e recensioni, ma... sempre meglio che niente e sempre meglio di un pollo.
E dire che io li mangiavo solo perchè mi piacevano!