mercoledì 15 ottobre 2008

Tu che tipo sei?

Molti di noi hanno uno o più animaletti in casa. Io personalmente ho due gatti e tre cani, ma la famiglia è sicuramente destinata ad aumentare. Un nostro vicino di casa ha preso con sè un cavallo, scampato al mattatoio, e lo tiene lì nel suo terreno: è anziano, il cavalluccio, si fa le sue passeggiate, trascorre sereno i suoi giorni. Piacerebbe anche a me, un giorno capiterà l'occasione.
Nel terreno intorno a casa mia, poi, ci sono parecchi conigli selvatici. La sera, quando torno a casa, li vedo correre di qua e di là sulla stradina di fronte al cancello A volte, come in questo periodo, ci trovo insieme anche la mia gatta. Lei patisce il complesso di Zelig: con i cani si comporta da cane, con i conigli si sente coniglio. Saltella con loro, si accuccia lì in mezzo, li guarda, senza alcun evidente intento criminoso. Mi sento bene in mezzo a tutti quanti loro.

Voi che tipo di rapporto avete con gli animali (di casa e più in generale)?
Sono state "ufficializzate" alcune tipologie di rapporto uomo/animale. In quale vi riconoscete?

  • Zoopatia: Totale indifferenza verso il prossimo animale e verso tutto ciò che ruota intorno al concetto di animalità. Non prende in considerazione l'alterità animale. Deriva dalla mancanza di consuetudine con l'animale.
  • Zoointolleranza: Forte rifiuto della realtà animale verso la quale si prova una forma di ribrezzo. Deriva da mancanza di consuetudine con l'animale. Ne deriva una "battaglia" contro la presenza dell'animale percepito come causa di contaminazione e pericolo per la salute.
  • Zoofobia: Classica paura dell'animale, spesso deriva da traumi. Il soggetto zoofobico spesso desidera ardentemente di superare la sua fobia. Si esprime con una gamma di atteggiamenti che va dal timore all'attacco di panico. Può nascere in qualsiasi momento
  • Zooempatia: Genetica pulsione verso l'alterità animale, alimentata dall'accettazione della diversità animale e di tolleranza di tale presenza. Lo zooempatico considera l'esperienza con l'animale un valore aggiunto al suo bagaglio di stimoli raccolti dall'uomo. Si instaura in giovane età.
  • Zoopoiesi: L'animale viene considerato un surrogato di altri referenti umani. Deriva dalla difficoltà di accettare l'alterità animale. Limite sottile con antropomorfizzazione e reificazione dell'animale. Comunque una semplice negazione della diversità animale.
  • Zoomania: Forte pulsione verso l'alterità animale, a volte così esclusiva da indirizzare tutte le energie affettive verso il partner non umano dimenticando o non trovando soddisfazione in nessun altro rapporto. Quasi sempre di origine zoopoietica. L'animale torna ad avere una valore ancestrale magico-totemico. All'animale ne possono derivare turbe comportamentali.

firmato: Una zoopoietica empatica

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Io io io! zooempatico! è quella giusta, no?

Anonimo ha detto...

si, sei perfetto
io invece un po' li reifico ;-)

Anonimo ha detto...

Io sono un animalista atipico. Nel senso: appartengo alla categoria del "vegano schizzinoso".
Sono schifiltoso a livelli maniacali (e Fulvio sa quanto), ma proprio della serie che a volte mi crea problemi stringere la mano a qualcun altro. Quindi gli animali, che stanno più a contatto con la terra e di certo non usano disinfettanti, a maggior ragione li tocco solo se posso lavarmi le mani subito dopo.
Posso anche stare una giornata intera in campagna ad accarezzare le mucche, ma se poi non posso lavarmi, strofinarmi, scartavetrarmi, impazzisco.
Quindi sono uno zooempatico con incredibili componenti zoointolleranti. Ma non è esatto dire zoointolleranza, visto che la stessa intolleranza igienica la riservo anche agli esseri umani. Non bevo nemmeno nello stesso bicchiere in cui hanno bevuto i miei amici od i miei genitori :-/

Anonimo ha detto...

Vero! testimonio. E' l'unico vegano che non gioca con gli animali strofinandocisi, almeno che io sappia. Per questo ancor più degno di stima, perchè, dal momento che non ne "trae giovamento" egoisticamente, reificandoli anche un minimo, come io posso fare strapazzando il mio gatto, il suo è puro rispetto disinteressato per il diverso, contro l'ipocrisia di quelli che io chiamo "canisti" e "gattisti".

Anonimo ha detto...

Grazie, Fu'!
Una definizione perfetta per i carnivori che amano cani e gatti e si battono solo per il panda l'hanno trovata gli amici di Valle Vegan: "animalettisti".
Animalismo vs animalettismo. Definitiva.

Ariel ha detto...

Vi amo entrambi, è definitivo.
Io sono una che dorme con i gatti e mangia un boccone io e uno al cane, ma questo soltanto non sarebbe affatto dimostrazione di "animalismo".
Conosciamo tutti "grandi amanti degli animali" che, prima di tutto, se li mangiano (facendo degli assurdi distinguo: il cane no, l'agnello sì, etc.), poi ne vestono i brandelli e infine se ne infischiano di tutto il mondo animale fuori dalla loro porta...

Anonimo ha detto...

Io ho sempre vissuto con un padre zoopatico, perciò fin da piccola sono stata zoofobica. Da quando sono vegan però le cose sono cambiate, mi sento teoricamente zooempatica ma magari a tratti (ancora non ho superato il trauma infantile) ancora zoofobica.
Di questa cosa mi dispiace molto, non so come superarla :(

Ariel ha detto...

Vegania cara, hai già fatto bei passi avanti. L'input iniziale della famiglia è fortissimo. Pensa ai bambini che vengono portati a caccia dal padre e crescono con l'idea che sparare agli uccelli è sinonimo di amore per la natura...
A poco a poco, a forza di leggere e frequentare vegani, qualche cosa cambierà per te, magari avendo degli animaletti con te.
Io avevo molta paura dei cani grossi, mi paralizzavo, da quando ho preso due cuccioli di dogo argentino e cane corso mi è passata del tutto.
Teniamoci in contatto!

Nikla ha detto...

io sono zooempatica :)