venerdì 21 dicembre 2012

Per un'insalata russa di Natale


L'insalata russa per il pranzo di Natale è un grande classico (o per la cena della vigilia, per chi festeggia la sera del 24 dicembre). Per arricchirla di sapore e scenograficamente, pubblico qui la ricetta presentata a un corso di cucina curato da Denise Filippin e pubblicata sul profilo FB di Genitori (e non solo) vegani a Genova, un gruppo a cui vi consiglio di aderire anche se non siete genitori per le preziose informazioni che vengono condivise e la possibilità anche per le future mamme vegan di saperne di più. 

Vi prego dunque se volete condividere questa ricetta di citarne la fonte perchè è sempre cosa gradita che l'inventore di una ricetta, o chi la rielabora perfezionandola, sia sempre nominato. Io la trovo strepitosa, siamo abituati alla presenza delle uova sulle nostre tavole e per le nostre famiglie non vegane questo può essere un modo divertente di farle comparire, senza che alcun animale abbia sofferto per imbandire le nostre tavole.



Uova vegan farcite

 Ingredienti

 Per gli “albumi”:

  •  450 g latte di mandorla o soia NON dolcificato (2 tazze)
  •  2 cucchiaini di agar agar in polvere
  • 1/4 di cucchiaino di sale nero più un pizzico (sale indiano Kala Namak)


 Per il ripieno:

  • 225 gr di tofu 35 gr. di maionese vegan (che potete fare da soli, senza doverla comperare in negozi specializzati)
  • 35 gr. di olio extravergine di oliva
  • 1/4 cucchiaino di sale
  • 1/4 cucchiaino di sale nero (Kala Namak)
  • 1/2 cucchiaino di curcuma


Preparare il latte di mandorla mettendo a bagno 80 gr di mandorle la sera. Il giorno dopo sciacquare le mandorle e metterle nel boccale del minipimer con 500 ml di acqua fresca. Frullare molto bene e lasciar riposare circa 20 minuti. Filtrare quindi con una garza o un colino a maglie fitte. 

Preparare gli albumi mescolando accuratamente 450 gr di latte con l’agar agar in modo da scioglierlo completamente, unire il sale KN. Portare ad ebollizione, lasciar cuocere 3/4 minuti, quindi versare negli stampi (quelli da ovetti di cioccolato da pasticceria), lasciar intiepidire e poi mettere in frigo finché si rassodano (circa 30 minuti). 

Quando sono abbastanza sodi, usare un cucchiaino (o uno scavino per meloni) per toglierne un pezzo, è qui che posizioneremo il ripieno. Per il ripieno occorre sbollentare il tofu tagliato a cubetti per 5/6 minuti. Mettere tutti gli ingredienti in un robot e frullare fino a far diventare una crema. Usare una sacca da pasticciere con beccuccio a stella aperta e farcire gli albumi.

Vale la pena di provare, no?!

lunedì 17 dicembre 2012

Ancora sulla tradizione

E' periodo questo di ripresa di annose questioni, come si diceva nel post precedente a questo. Sono argomenti che vengono spesso discussi, ma evidentemente mai abbastanza.
Abbiamo parlato del costo dell'alimentazione vegan, e va bene. Ma c'è un'altra discussione in sospeso ed è quella che riguarda le associazioni, gli enti, etc. che si occupano di salvaguardia degli animali (di certi animali, a quanto pare, con dei distinguo) e che organizzano cene di raccolta fondi a base dei suddetti (animali), ormai belli e che morti e cotti per di più. Nonché il fatto che la maggior parte delle persone che ne fa parte, di queste associazioni o enti,  i volontari e non solo, siamo mangiatori abituali di codesti animali.

cena a base di animali a difesa degli animali?!
In pratica, si occupano del benessere di cani, gatti e pochi altri, ma i vitelli, le mucche, le pecore, i maiali, certi uccelli, invece, li sbranano. Forse non li uccidono personalmente (sebbene talvolta accada, si vedano alcuni componenti di WWF e altre organizzazioni similari), ma in ogni caso condonano che altri lo facciano per loro.

Ancora, si è dato il caso di persone vegetariane appartenenti a questo tipo di enti che in caso di cene di beneficenza abbiano organizzato non cene esclusivamente vegetariane (che dovrebbero essere poi vegan, visto il trattamento riservato di norma agli animali per produrre latte e uova), ma cene miste, con opzione vegetariana e opzione carnivora.
Perché se no, altrimenti, la gente non aderirebbe a queste cene e quindi niente fondi per l'associazione. Dunque, si parla di salvaguardia di animali mentre si mangiano animali. Curioso, vero?! E magari si condona e giustifica tutto questo perché in determinate località la tradizione millenaria è quella di mangiar cadaveri e secrezioni animali. Località abitate da  persone che come automi, come dischi rotti non vogliano far altro che perpetuare queste tradizioni.

Pasta di grano duro (Puglia)
Allora, senza batter ciglio, ripeterò un concetto più volte espresso qui e altrove. Anzi, due concetti.
Primo: l'umanità non si è estinta non certo grazie alle carni animali, da sempre cibo per i più facoltosi, sempre in netta minoranza in tutte le popolazioni del nostro pianeta. Carni animali da sempre mangiate dalla stragrande maggioranza degli individui solo nelle feste comandate, ai matrimoni, a Natale e a Pasqua, se andava bene, se no neanche allora. I ricchi da sempre sono stati decimati da quelle malattie che oggi colpiscono gli abitanti dei paesi occidentali: gotta, ipertensione, malattie cardiovascolari, etc.
Se i poveri erano malnutriti non era questione di carne, ma di poca disponibilità di cibo in generale, ma non ci siamo estinti proprio grazie a legumi, cereali, frutta secca e disidratata e altri cibi "poveri". Il nostro Paese non fa eccezione. I nostri antenati si sono nutriti quotidianamente, a seconda delle regioni d'origine, di polenta, di ceci, di lenticchie e fagioli, di riso e di pasta, di semi, di frutta, etc. 

Coltivazione del riso in Sardegna
Quel poco di origine animale spesso era addirittura praticamente senza poteri nutrizionali importanti, come certe frattaglie che ora sono vietate perfino agli animali domestici. Perfino dei parenti sardi, isola dove ora sembra non si mangi altro che suini e cacio, mi hanno ricordato che i loro avi si nutrivano sostanzialmente di ceci e riso locale e piselli.
In fondo, poi, vale la pena ricordarlo, le popolazioni più longeve sono da sempre state quelle con alimentazioni a base vegetale.

Preparazione della polenta (Veneto)
Ingredienti per la pappa al pomodoro (Toscana)










Pasta con la mollica (Molise)
Ergo, in tutte le regioni italiane c'è una tradizione di ricette vegetali e sono probabilmente le più vere, le più antiche. Solo che sembra che tutti se ne siano dimenticati, ricordando solo ciò che veniva servito durante banchetti in occasioni particolari. 
Di quei piatti pare non ce ne sia più traccia nella memoria, se non in sporadici casi, e chissà come mai ora per ricette tradizionali si intendano solo quelle a base di animali e loro secrezioni.

Secondo: basta con questa storia delle tradizioni solo quando fa comodo! Allora, per tradizione, picchiare la moglie, farsi cavare un dente senza anestesia, violentare la nipotina, mandare i bambini nelle miniere dovremmo considerarli come patrimonio culturale da preservare?!

tradizioni: carusi in miniera

Preservare la salute fisica e psichica dei bambini non ha una lunga tradizione, ad esempio. Prima i bambini erano braccia da lavoro, corpi da violare senza ritegno, merce di scambio. Ora non più. Farsi operare senza anestesia, morire di parto era la regola. Ora non più.
Allora, come la mettiamo con questa tradizione? Il mondo, le persone, tutto si evolve, tutto e tutti abbiamo il dovere e il diritto di evolversi. Perchè allora  altrimenti non dovremmo mantenere viva anche la tradizione dei gladiatori sbranati dalle fiere nei colossei?

Non sottovalutiamo la capacità degli esseri umani di modificare le proprie (turpi) abitudini. Diamo un esempio, cerchiamo di farci avanguardia, non adeguiamoci a tradizioni sanguinarie solo perché lo fanno tutti. Se tutti fossero stati così conformisti, saremmo ancora all'età della pietra o poco innanzi.
Ai corsi di cucina e alle cene vegan io vedo sostanzialmente onnivori, curiosi e interessati, anche quando queste iniziative sono organizzate non in grandi città come Roma o Milano, ma anche là dove si mangia sostanzialmente in maniera cruenta. Eppure, la gente legge, vede la televisione, si interessa, non è lobotomizzata come ci vogliono far credere. Non completamente e non tutti, almeno.
E per me, tornando all'argomento di questo post, sì, lo ribadisco. Un ente che si fa promotore del benessere degli animali - ma solo di certi animali  - organizzando cene con animali nei piatti si gioca la faccia, anzi, la perde proprio e non avrà mai il mio appoggio. La trovo poco seria, come minimo.



venerdì 14 dicembre 2012

Sempre una annosa questione

Non ricordo se e quando ne abbiamo già discusso, ma ripropongo una antica questione più volte riproposta anche in altri luoghi, su Facebook in primis anche oggi stesso.
Molti onnivori e molti vegan sono convinti che mangiare vegan sia assolutamente più costoso che non mangiare in maniera "tradizionale", se per tradizionale intendiamo una alimentazione a base di carni, pesci, formaggi, salumi e - mi auguro - comunque frutta, verdura, cereali, legumi, etc.

Non so da dove deriva questa diceria, o meglio lo sospetto. Alcuni vegan (ma non solo, perchè anche alcuni onnivori lo fanno) comprano quasi esclusivamente in negozi bio sullo stile dei Naturasì per intenderci, sorta di boutique alimentari dove ogni caso ha un prezzo in quasi tutti i casi molto più alto della media.


Un esempio: se mezzo chilo di fagioli o ceci secchi bio alla Coop lo pago 1,30 o giù di lì, facile che in una di queste boutique le paghi il doppio, pur sempre con bollino AIAB e compagnia bella.
La pasta integrale e/o bio alla Coop la pago come le altre paste, talvolta anche meno, mentre in quei negozi di nicchia la pago due volte tanto. E così via.
Quanto a seitan, tofu, etc. non solo non sono indispensabili alla nostra alimentazione quotidiana (io preferisco mangiar mediterraneo, più che giapponese, anche se non disdegno di tanto in tanto qualche preparazione a base dei suddetti prodotti) ma si trovano a prezzi più che decenti anch'essi nei supermercati tradizionali, a volte anche nei discount. 
In ogni caso, seitan e tofu anche tra i più cari non uguaglieranno mai la spesa di formaggi e salumi e carni, per non dir dei poveri pesci, che sono carissimi, almeno per me. Tanto da domandarmi spesso quando guardo un carrello davanti a me alla cassa come diavolo faccia una famiglia media a sostenersi con quei costi.
Il latte di soia&riso bio di cui faccio uso quotidiano lo compro all'Eurospin a un euro e 19 centesimi, quello di soia bio alla Lidl per meno di un euro. Non ho idea di quanto costi il latte vaccino, in ogni caso sicuramente quelli vegetali nei negozi bio costano di più.
L'orzo solubile con cui faccio colazione è bio, a marchio Conad o Coop, e costa intorno a un euro e 40 (stesso prezzo dei biscotti integrali bio sempre Coop), mentre al Naturasì non l'ho mai visto a meno del doppio.
I biscotti bio al mirtillo senza zucchero e dolcificati con malto di cui andiamo matte io e le mie colleghe li compriamo al Todis per un euro e 69 per 250 gr. (senza contare che in genere nel w.e. faccio con le mie mani biscotti per tutta la settimana a costo talmente irrisorio, pur usando ingredienti bio, che neanche riesco a fare il conto della spesa!)
Gli sfizi che ci concediamo come ad esempio gli affettati di muscolo di grano li abbiamo sempre comprati direttamente dal produttore. Una confezione di pizzottera affumicata (mi pare siano 4-5 fette sostanziose) non costa più di due euro, 1,99 se non erro. Mentre in un paio di negozi ho visto qualcosa di simile a 3 volte il suo prezzo.
Potrei andare avanti per parecchio, ma non vi voglio tediare con gli esempi. Sono sicura che la maggior parte di voi è abbastanza sveglio per non farsi infinocchiare da prezzi assurdi quando non necessario.


Facciamo anche un doveroso distinguo. Essere vegan non significa automaticamente mangiare bio. Tra i vegan ci sono quelli che mangiano preferibilmente bio, come ci sono tra gli onnivori. Ma mangiare vegan significa semplicemente mangiare vegetale al 100%, tutto qui.
Per quanto mi riguarda sono tra quelli che preferibilmente compra bio, ma non nei negozi specializzati, se non  per qualche eccezione che trovo solo lì, come il lievito a scaglie, il malto di riso, il burro di soia (che costa come gli altri e che in ogni caso compro se va bene due volte l'anno, preferendo di gran lunga l'olio extra vergine d'oliva).
Così come preferisco comprare a km 0, ma ho la fortuna di vivere in campagna ed è senz'altro più semplice che per altri più urbanizzati. Per cui spesso verdura, vino, etc. vengono dalle campagne qui intorno, a volte dagli orti delle amiche quando hanno sovrapproduzione e d'estate anche dal mio orto.

La mia amica Francesca, vegan da circa due anni, mi ha spesso confermato quanto sia risparmiosa la nostra alimentazione, pur con la concessione di sfizi. E lei proviene da una alimentazione onnivora, mentre io da anni di vegetarianesimo, per cui i suoi ricordi di spesa "carnivora"  sono più vividi.


Vorrei dunque ribadire qui il concetto. Il negozio vegan per eccellenza non è la boutique del bio, bensì il mercato rionale, meglio ancora se in quei banchi dove sappiamo che viene venduta roba genuina. Nonostante qualche puntatina nei negozi bio, una confezione di lievito a scaglie non costerà mai come il suo omologo grana padano o parmigiano padano. Una confezione di affettato vegan da due euro non costerà mai come una confezione di prosciutto (non ne ho la più pallida idea, lo ammetto, ma lo sospetto, a meno che forse non si tratti di mortadella o non so che altro costi poco).
Dunque si può mangiare vegan e anche sano spendendo poco o tanto, a seconda della propria disponibilità economica. Ma non imputiamo una spesa troppo alta a tutti i vegan se amiamo riempire i carrelli del Naturasì dando per scontato che sia la nostra unica fonte di sostentamento.

Lo stesso discorso vale per scarpe, cosmetici, etc. come spesso ribadiamo in Stiletico e nella nostra pagina FB. Se possiamo spendere poco, è pieno di scarpe vegan a pochi euro. Se vogliamo un prodotto di qualità, dobbiamo spendere di più. Esattamente come per le scarpe in pelle animale, nessuna differenza, confrontare per credere. Io, che sono vanesia, spesso ho acquistato scarpe molto molto costose come quelle di Beyond Skin a un quinto del loro prezzo (28 euro l'ultimo paio di sandali invece di 170 sterline), approfittando dei periodici saldi su Amazon.co.uk.

Idem i cosmetici e i prodotti per l'igiene personale. Personalmente da qualche tempo uso una crema idratante per il viso (linea bio della Coop) che mi è costata ben 5 euro e qualcosa e l'ho trovata migliore di altre più costose. Il sito di Raffaella e la sua pagina su Fb danno molte indicazioni in questo senso. Io e Raffaella siamo piuttosto attente all'aspetto economico, non essendo ne' una ne' l'altra di sangue blu ma persone comuni con entrate mensili più che  normali.


Quindi niente scuse, niente leggende metropolitane. Cerchiamo di essere obiettivi e non accampiamo strane giustificazioni. Domandatevi come mai il reparto legumi dei supermercati va sempre deserto, mentre i lunghi corridoi degli yogurt hanno gente che vaga avanti e indietro rigirandosi vasetti tra le mani come se fosse l'alimento che non può mancare nei loro frigoriferi.
Fate caso ai carrelli degli altri, che non sono sempre migliori dei nostri. Anzi.



L'alimentazione a base vegetale in gravidanza

Fresco di stampa!






martedì 11 dicembre 2012

Cosa regalarci per Natale? Un'adozione a distanza!



Una notizia dal Progetto "Sostegno a SI MA BO in Italia":

L'associazione animalista di Capo Verde, Si Ma Bo,  fondata da due italiani, che opera sul posto da anni, ottenendo ottimi risultati nell'aiutare gli animali randagi, lancia un'idea regalo per Natale:
"Adotta (a distanza) un cane o un gatto di Capo  Verde "Si ma bô" ("come  te"). Con questo nome (e questa convinzione) l'associazione di Silvia e Paolo si occupa da cinque anni di dare una vita decente ai cani e ai gatti dell'isola di Sao Vicente, nell'arcipelago di Capo Verde, spesso molto sfortunati.

Con pochi euro al mese puoi adottarne uno e assicurargli così un posto in rifugio, una buona alimentazione e un po' di affetto, evitando il ritorno alle situazioni critiche da cui è stato sottratto.

Per Natale, fai un regalo a una di queste creature sottoscrivendo un’adozione da donare ad amici o parenti, ma anche a te. Vai alla pagina delle "Adozioni a distanza" 

Lì potrai conoscere le procedure e sfogliare l'album con le foto degli animali, le loro storie e le testimonianze dei volontari che hanno dato una mano in rifugio. Scegli l’animale che più ti appassiona e scrivi. 

Con l’adozione verrà inviato un certificato e una foto da... incorniciare. Seguite l'associazione anche su http://www.facebook.com/simabo.org!


domenica 9 dicembre 2012

Gli animali sono tutti uguali

Il 10 dicembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Internazionale per i Diritti degli Animali: gli attivisti organizzano manifestazioni, tavoli informativi, presidi, varie iniziative per ricordare la sofferenza e la morte di miliardi di animali e invitare le persone a cambiare abitudini per evitare tutto questo.

Per celebrare questa ricorrenza, AgireOra lancia un nuovo spot informativo intitolato "Gli animali sono tutti uguali", che apparirà da dicembre e per tutto il 2013 in alcune sale cinematografiche e che sarà accompagnato dalla distribuzione di materiali informativi animalisti negli stessi cinema.
Lo spot è questo:



Per condividere o scaricare il video: TV Animalista

venerdì 7 dicembre 2012

Aggiungi un amico a tavola: cena vegan del cuore

L’Associazione Razza Bastarda di Roma organizza una cena di beneficenza per sostenere le iniziative che i volontari portano avanti a favore dei cani abbandonati nei canili, creature la cui unica speranza di avere una vita migliore siamo noi umani. Grazie al vostro aiuto il Natale potrà essere migliore anche per tante creature, oggi prigioniere senza colpa alcuna.  La cena non poteva che essere vegan, naturalmente. Non c'è distinzione tra cani, maiali, mucche, galline. Non c'è bisogno di sottolinearlo, eppure sapete bene cosa invece succeda anche nei contesti delle associazioni che lavorano per canili, gattili, etc. Dunque, sosteniamoli!



La cena si terrà venerdì 14 dicembre alle 20.30 ad Ostia Antica, presso il Roman Country Residence, Largo Pasquale Testini 13 e sarà curata dallo chef vegan Riccardo Gessa, che molti di voi hanno conosciuto  alla lezione di cucina vegan mediterranea di un paio di settimane fa.
Il costo della cena è di 30€ a persona, naturalmente perchè gran parte del ricavato andrà a finanziare le attività di accudimento dei cani recuperati.
Comunicate la vostra adesione entro lunedì 10 dicembre all'indirizzo email depaf@libero.it e versate poi l’importo della cena sulla paypal dell'associazione con causale "Cena di Natale Roma".
Una volta ricevuto il pagamento, vi sarà inviata la conferma con tutti i dettagli per la cena.
Non sarebbe un magnifico regalo da fare a noi stessi e ai nostri cari per le feste natalizie?
Lasciamo i centri commerciali alla gente priva di immaginazione e di speranza, impieghiamo i nostri denari non in cose ma in aiuti concreti: ci sentiremo meglio noi, faremo vivere meglio altri compagni di vita.
L'evento è anche su Facebook!