domenica 31 gennaio 2010

Imprecazioni

Ok, dico qualcosa sulla caccia. E' un argomento che tocca in me delle corde crudeli, lo ammetto, sono tra quelli che quando qualche cacciatore viene impallinato (a volte, il genio, anche da se stesso) non se la sentono proprio di intristirsi. Penso: uno di meno.
Lo so, non è bello e tutto il resto, e infatti mi scuso con i miei lettori più algidi, superiori a queste bassezze sentimentali, non ne vado fiera.

Il mio è un sentimento di lunga data. Ricordo che in prima media ci portarono con la classe alla sede dell'Arci Caccia (sul lungomare di Ostia, Roma, tanto per precisare) dove dei cacciatori ci parlarono del loro amore per la natura, con sfondo di animali impagliati e foto con scene di mattanza. Non potevo certo essere accusata di demagogia a 12 anni. Mi dovettero portare via, credo l'illuminata insegnante di scienze, perchè cominciai a inveire contro quei quattro figli di buona donna che intendevano convincermi della bontà delle loro azioni. Anche da fuori imprecai contro di loro. Tant'è, non mi mettete vicino ad uno di loro, ora come allora.

Ora Claudio e Barbara mi hanno tirato in ballo e non posso esimermi oltre. Voglio lasciar parlare però i partecipanti al forum di Repubblica.
Il primo che ho scelto tra i tanti anti-caccia è questo (ometto i nomi, tanto non ha importanza):

Vale la pena citare un episodio che mi è capitato alcuni anni fa, a dimostrazione dell'arroganza, della prepotenza e della vigliaccheria di certi massacratori di animali. Passando per una stradina di montagna, mia moglie ed io incrociammo due cacciatori evidentemente già in preda ai fumi dell'alcool alle 10 del mattino, che non trovarono di meglio che sparare al mio cane. Alzai la voce per protestare e, nonostante io sia alto 1,90 e pure ben piantato, mi appoggiarono la canna del fucile sul collo credendo di farmi tacere. Ma non fecero altro che farmi incazzare di più, tant'è che se la diedero a gambe.

Pensavo fosse finita lì. Invece, dopo un paio d'ore, trovai ad aspettarmi sotto casa una decina di cacciatori che per divertirsi sparavano a tutto ciò che poteva essere un bersaglio, compreso un cartello di divieto raccolta funghi. Episodi di questo genere ne capitano più di quanti se ne possa immaginare. E credo che gli oltre 60 morti del 2009, vittime della caccia, stiano lì a dimostrare che è tramontata l'idea romantica del cacciatore che vaga per la campagna con la doppietta aperta sul braccio e che valuta cosa colpire. Ormai vanno in giro orde di selvaggi che svelano il loro ego violento appena imbracciano un'arma.

Nessun commento ulteriore è necessario. Ma passiamo ai difensori della nobile arte, tra i quali compare lo squilibrato citato da Claudio (i grassetti sono miei):

State strumentalizzando quella che in tutta Europa stanno facendo da sempre. In Spagna, si cacciano i tordi senza limiti giornalieri fino al 28/02/10. In Inghilterra, si cacciano i colombacci tutto l'anno, essendo considerato specie dannosa per l'agricoltura.
In Francia, si cacciano gli ungulati fino al 28/02/10. Senza considerare i paesi del'Est Europa, ora in parte nella comunità europea, dove ci sono ancora meno vincoli sulla caccia.
I problemi per la natura non li portano i cacciatori, ma sono dovuti alla cementificazione selvaggia, all'inquinamento e alla falsa informazione delle associazioni animaliste italiane. Faccio notare che in Europa gli ambientalisti collaborano con i cacciatori. [N.d.A. non ho dubbi, anche da noi il WWF fa altrettanto]

Continuate così e fra poco le uniche speci che popoleranno i nostri boschi saranno corvi-gazze-volpi e poco più, perché senza l'uomo la natura da sola non si autoregola. Perché l'uomo, che piaccia o no, da che mondo è mondo, è sempre stato al vertice della catena alimentare.

P. S.: Vi porto un esempio di come sono cambiati i tempi (in peggio). Mia nonna mi raccontava sempre che i contadini, quando qualcuno uccideva una volpe o una faina, lo ricompensavano con delle uova, oggi invece se uccidi una volpe ti arrrestano. [N.d.A. Immagino che ai tempi suo nonno violentava anche la nipote, che fosse pieno il paese di scemi del villaggio grazie all'incesto diffuso, che il delitto d'onore fosse consentito e anzi auspicato, che i bambini lavorassero da quando avevano 6 anni]

E ancora, un altro strenuo difensore della mattanza:

Secondo me bisogna smetterla con tutta questa ipocrisia. Premetto che è sbagliatissima questa norma che potrebbe consentire alle Regioni di allungare il periodo venatorio. Prima di tutto, per consentire la riproduzione degli animali. Detto questo, perché si deve limitare la libertà di fare una bella passeggiata con tranquillità? L'uomo ha vissuto per migliaia di anni di caccia. Allevare animali per poi ucciderli, non mi sembra poi tanto diverso. Il bracconaggio è da condannare. Basta ipocrisie. Magari di chi si veste con pellicce. [N.d.A. Su questo mi trova d'accordo, chi si definisce contro la caccia e si mangia la bistecca e veste con un bel giaccone bordato di pelo è altrettanto colpevole di reati contro il pianeta]

Sentite quest'altro, degno emulo di Albert Einstein quanto a sinapsi cerebrali:

Premetto che non sono cacciatore. La caccia è stato il primo lavoro dell'uomo per procurarsi cibo e vestiario, pertanto è una nobilissima arte e uno sport. Le Regioni non avranno alcuna mano libera per far saltare le date di apertura e chiusura della caccia, poiché queste rimangono per legge inalterate, dunque i turisti agostani possono stare tranquilli: non ci sarà nessun cacciatore che possa sparare loro. E' vero che i mesi di caccia sono cinque, ma i giorni di caccia, quando va bene, meteorologia e specie migratorie permettendo, sono solo tre a settimana. Licenze e permessi fruttano introiti allo Stato e all'indotto. La parola "uccidere" usatela per una lotta diversa. Quella alle droghe, specie quando sfiora o tocca politici. [N.d.A. Classico qualunquista che impreca contro il tempo e il governo ladro e non muove un dito ne' contro la corruzione, ne' contro la mafia della droga, ne' niente]

Infine, last but not least, ecco la ciliegina sulla torta. Sempre della serie geni si nasce:

Siete molto, ma molto scorretti, verso la nostra categoria e non conoscete nulla del nostro campo né come sono severe le leggi che controllano la caccia. Fate solo ridere. Informatevi bene di quello che succede in Europa e nel mondo! .... Comunque io sono qui, venite pure bastardi comunisti.

Se i sondaggi ci dicono chiaramente che la quasi totalità della popolazione italiana è contraria non solo all'allargamento dei tempi di caccia ma alla caccia tout court, per altro verso siamo in balìa di una potentissima lobby e di politici collusi. Mezzo milione di gente con quozienti intellettivi pari a quelli di una statuina di Capodimonte ha in pugno la stragrande maggioranza degli italiani.
Al riguardo, leggete anche:



venerdì 29 gennaio 2010

Non vedo l'ora

Grazie a preziosa vostra segnalazione, scopro sul sito del ministero delle politiche agricole che il nostro ministro Zaia patrocina una grande novità nel mondo della ristorazione: l'avvento del panino McItaly nelle filiali McDonald's.

Leggiamo, tra le altre cose:
La nostra agricoltura non poteva perdere quest'occasione, come dimostrano i numeri: 1000 tonnellate di prodotti italiani utilizzate, per un valore di 3,5 milioni di euro.

La presentazione della nuova linea è avvenuta ieri nella sede McDonald's di Piazza di Spagna. Panini e insalate i cui ingredienti sono al 100% prodotti italiani: carne nazionale, olio extravergine di oliva, Asiago Dop, Bresaola della Valtellina Igp, pancetta della Val Venosta, grano saraceno, cipolle di Tropea e carciofi romani.
Oltre che nelle filiali italiane, la linea dovrà essere immessa anche nel resto del mondo. Dice ancora il ministro:

McItaly ci consentirà di dialogare con i giovani, lavorando sul loro imprinting gustativo: il 31% dei clienti McDonald's, infatti, ha un'età compresa tra i 20 e i 35 anni, l'11% tra i 15 e i 19. Siamo per la tutela del Made in Italy per la difesa della nostra identità, e proprio per questo non possiamo fermarci alle modalità di distribuzione: dobbiamo guardare alla qualità. McItaly è questa qualità, il primo panino interamente tracciato, non anonimo, attraverso cui oggi globalizziamo l'identità dell'agricoltura italiana".

Questa volta neanche mi fermerò più di tanto a commentare, basta che voi ora lo sappiate e vi deprimiate insieme a me. E... non mancate di leggere i sagaci appunti dei collaboratori di Spinoza.it!


* i grassetti nelle citazioni sono miei, come di consueto


Aggiornamento al 2 febbraio 2010:
Non fanno lavorare in pace il ministro Zaia. Ci si mettono anche i critici gastronomici stalinisti ora....Il solito complotto del Kgb.

giovedì 28 gennaio 2010

Vergogna

Un'altra notizia fresca fresca questa volta dal Canada. Il governo è accusato di non fare abbastanza per tutelare gli animali. In particolare se ne frega bellamente della tragedia della caccia alle foche, una vergogna nazionale che il Canada si trascina da anni senza alcuna soluzione all'orizzonte.

Sostenitrice della mattanza è il ministro della Pesca e degli Oceani Gail Shea, la quale è stata presa a torte in faccia da una animalista appartentente alla Peta un paio di giorni fa a Toronto nel corso di una conferenza. Torta ovviamente a base di tofu, perchè i bovini non sono meno importanti delle foche, tanto per sottolineare la nostra visione del mondo assolutamente non specista. Ora l'attivista è agli arresti, ma ne è valsa la pena, tutto il mondo ne parla.




martedì 26 gennaio 2010

Grandi dispiaceri

So di darvi un gran dispiacere, ma serrate le fila e leggete, seppur con rammarico, la notizia pubblicata oggi 26 gennaio su La Repubblica on line appena segnalatami da Piergiorgio:


L'articolo, opera di Federico Rampini, ci racconta che in seguito alle decisioni di dare una stretta ai controlli anti-terrorismo negli aereoporti alcuni prodotti, considerati delizie per il palato, come il foie gras, non potranno più essere trasportati avanti e indrè sugli aerei.

Amici, questi sono problemi seri, non nascondiamoci dietro un dito. Addirittura sono a rischio anche il caprino e la mozzarella fresca di bufala. Come la definisce Rampini: "È la nuova vessazione che ci aspetta al check-in". Come se già non ne avessimo tante, ora anche il foie gras e il caprino ci si mettono a rendere amara la vita (sapeste quanto la rendono amarissima agli animali...).
D'altronde questo divieto "Colpisce in modo implacabile tutto ciò che si può "versare, spremere, spalmare", conferma la portavoce della Transportation Security Administration, Sarah Horowitz. Una definizione così ampia da condannare al sequestro molte leccornìe alimentari, quelle specialità che ciascuno di noi si porta a casa nella "valigia dell'emigrante" quando torna qui dall'Italia. [..] Inutile criticare, protestare: in nome della sicurezza tutto è consentito, anche la distruzione di prelibatezze."


Ma l'orrore non finisce qui...
Negli aeroporti americani aumentano anche i sequestri di prosciutti e salumi in arrivo dall'Europa. Tutt'altro che "cremosi e spalmabili". Ma l'allarme attentati ha reso più frequenti le ispezioni dei bagagli all'arrivo, oltre che in partenza. E in questo caso i sequestri possono scattare per astruse normative igienico-alimentari, ovvero protezionismo mascherato. I produttori del (mediocre) prosciutto dello Iowa possono ringraziare Abdulmutallab.

Ora, voi sapete come la penso su foie gras e formaggi, per non dir dei salumi, dunque sono disposta a non degustare la marmellata di fichi che la zia di Minneapolis vuole portar seco in dono, me ne farò una ragione e forse anche lei (la zia). Ma sapere che qualcuno rompe le scatole a gente che compra quel genere di prelibatezze, come le chiama l'ignavo Rampini, mi riempie di letizia. Un deterrente in più ad acquistarle, poca cosa, è vero, ma sempre meglio di niente. Per oggi mi accontento. In fondo piove.

lunedì 25 gennaio 2010

Risotto alle mele

Non pubblico quasi mai ricette per il semplice motivo che esistono molti e validissimi siti e blog specifici in materia di gastronomia vegan e anche perchè spesso a casa si improvvisa e non si scrivono le dosi precise, per cui non è facile poi descrivere la preparazione di certi piatti.
Però questa ve la scrivo, perchè non l'ho trovata su nessun sito o blog vegan ma solo in versioni onnivore su altri ricettari, a mio avviso francamente non appetibili (già l'uso di brodo di pollo mi sconcerta.... io non uso per cucinare acqua calda in cui è stato tenuto a bagno un uccello morto!)

Si tratta del risotto alle mele. Niente scuse, è facile facile, anche i più oziosi possono mettere mano ai mestoli. Assicurata bella figura, garantisco io. E neanche un grammo di colesterolo. L'ho assaggiato una volta, tanti anni fa, in un ristorante veneto di Roma.


Mettete un filo d'olio extravergine d'oliva in una casseruola adatta a cuocere un risotto. Tritate su un tagliere del porro o, se non l'avete, della comune cipolla. Il porro tagliato a rondelle e poi sminuzzato è ideale per il suo sapore molto delicato e assolutamente non invasivo. Mettete il tritato nella pentola e accendete il fuoco, lasciate rosolare a fuoco bassissimo per alcuni minuti, aggiungendo un poco di vino bianco tipo prosecco o spumante.

Nel frattempo prendete una o due - dipende dalla grandezza - mele tipo annurca (è l'ideale, altrimenti  quelle gialle, molto più comuni) e tagliatele a tocchettini. Aggiungetele al porro, rosolate e girate col cucchiaio di legno, sempre aggiungendo di tanto in tanto del prosecco.
Dopo qualche minuto aggiungete del riso carnaroli semi integrale (per due persone calcolate un piatto fondo riempito raso) e continuate a rigirare e insaporirlo nel porro e nella mela.

Come di norma per i risotti, iniziate ad aggiungere brodo vegetale col mestolo e fare assorbire rigirando, aggiungendolo di volta in volta. Un segreto per fare un buon risotto è rimanere sempre nei pressi dei fornelli e rendersi conto costantemente di quanta acqua necessiti per poterla aggiungere di tanto in tanto. Portatevi da leggere, ma non cose troppo interessanti che vi distraggano irrimediabilmente...

Per il brodo vegetale io ho fatto semplicemente bollire l'acqua in una pentola e vi ho aggiunto un dado vegetale bio. Chi ha tempo può farselo da solo in maniera più casereccia.

A metà cottura potete (facoltativo) aggiungere una stecca di cannella. Dopo circa 30 minuti il risotto dovrà essere diventato bello cremoso, assaggiate e verificate la cottura, eventualmente continuate ad aggiungere brodo vegetale in piccole dosi e rimestate. Regolate di sale, se il dado era già salato potrebbe non essercene bisogno.

Una volta pronto, spegnete, aggiungete un tocchetto di burro di soia (io uso quello della Provamel) e una cucchiaiata di lievito a scaglie. Lasciare riposare qualche minuto con il coperchio. Infine, servire e degustare.
Ricapitolando:
  • riso semi integrale carnaroli
  • porro o cipolla
  • dado vegetale
  • olio extravergine d'oliva
  • prosecco o vino bianco secco
  • mele annurca
  • lievito a scaglie
  • burro di soia
  • cannella (facoltativo)
Facile, no?!

domenica 24 gennaio 2010

Figliolanza

-Non avevate dei figli?
-Li abbiamo mandati al locale orfanotrofio,avevamo paura che potessero disturbare il nostro nuovo cucciolo


fonte: http://bizarrocomic.blogspot.com/

venerdì 22 gennaio 2010

Carezze e libertà

Vi ricordate il post del 30 dicembre, quando vi raccontai della liberazione in Emilia-Romagna di una maialina ad opera della LAV di Chieti?
Strappata alle fauci di qualche necrofago salivante, ora la piccola sta bene e vive libera insieme ad altri animali liberati e felici. Samanta ci racconta che sta diventando sempre più cicciottella e che è molto coccolona. Queste sono due foto che la ritraggono con i suoi nuovi amici:




















Forse i necrofagi non sanno che i maiali sono animali molto molto intelligenti, per certi versi molto simili ai cani, se non più arguti. Sono facilmente addomesticabili, si affezionano e per quanto indipendenti esigono, come cani e gatti, la loro razione di carezze e coccole.

Certe volte penso che prima o poi, ci dovremo attrezzare qui a casa, vorremmo poter ospitare altri animali oltre ai nostri tre cani e due gatti. Nonostante si viva in campagna, tutti e cinque amano la sera stare tutti insieme in salotto, tra divano e cuscini. Si fa a gara a chi prende il posto migliore e più comodo e una volta presa posizione è meglio non lasciarla per tutta la durata della serata, altrimenti si perde terreno.
Allora penso che se avessimo anche un maiale, un asino, una capra, per come siamo noi e per come vivrebbero, in simbiosi con tutta la famiglia, sarebbe difficile la sera chiudere la porta in faccia a uno di loro. E come faremmo? Tutti davanti alla tivvù? Il maialino diventerebbe un maialone, l'asino è ingombrante...
Mmmmm, temo che dovremmo organizzarci diversamente, forse proiettare i film in una sorta di arena all'aperto con tutti alle loro postazioni (asini e cavalli dietro, please! troppo alti!).
E uno di noi, umani, potrebbe passare con snacks da distribuire durante l'intervallo...

mercoledì 20 gennaio 2010

Se questi sono cuochi, ops, uomini

E' da tanto, cari amici,che non vi parlo delle prodezze di qualche chef famoso (o dovremmo dire famigerato?). Così, eccoci qua, ne sentivo il bisogno ma attendevo l'occasione giusta.

Il 16 gennaio alla terrificante trasmissione televisiva "La prova del cuoco", intorno alle 13,15, l'immarcescibile Vissani - circondato da altri cuochi a cui non affiderei neanche la cottura di un mio minestrone (minimo minimo mi ci buttano dentro delle palle di toro) - consigliavano come meglio sezionare le quaglie e qual è il modo migliore per friggere le coscette del suddetto uccellino.
Ma che schifo! Attenzione, portate via i vostri bambini dal suo cospetto, sarebbe in grado di friggere le dita dei piedi di vostro nipote o di panare il naso di vostro cognato...
Quello zozzone di Vissani e tutta la combriccola sono altamente diseducativi, oltre che disgustosi. Quando tutti ormai tuonano perfino dalle tv sulla difesa dell'ambiente, degli animali, e su e giù, arriva questo pallone gonfiato a sezionare uccellini... Si strozzi, mi auguro io.

Ma non è finita. Gira che ti rigira per la rete, trovo notizie di un certo Riccardo Agostini, emulo del Vissani, suo sommo maestro. Un sagace articolo su di lui si intitola: Riccardo Agostini e gli animali da cortile. Alè, mi dico, qui c'è roba grossa. Ma non perdiamo tempo, iniziamo a leggere:
Dopo dieci anni passati con Vissani, ritorna nel suo piccolo paese dell’entroterra marchigiano per sviluppare una personalissima “tradizione contemporanea”, cucinando animali da cortile, pesci di fiume e le verdure del suo orto. Un giovane chef emergente al servizio del territorio e nuova stella Michelin nelle Marche.
Al servizio del territorio?! E meno male... se no che faceva, buttava una bomba al napalm? Prosegue poi, pacato:
[...] «Grazie a Gianfranco Vissani cuoco sono diventato anch’io matto per la qualità degli elementi, e quale miglior modo di amplificare la loro autenticità se non con la creatività? Anche i cuochi dell‘800 avevano in testa idee nuove e coloro che gli erano intorno erano scettici; quando è stata inventata la cotoletta “alla milanese” credo che sia stato strano all’inizio accettare una maniera così bislacca per trattare la carne! Mangiare e cucinare devono esulare dalla banalità, la tradizione deve essere presentata inconsuetamente."
Sentiamo quindi cosa ci propone per esulare dalla banalità... Qui si entra nel vivo (i grassetti sono miei):

Riccardo Agostini ama la sua terra, i suoi abitanti e lo dimostra realizzando piatti davvero eccezionali: i tortelli di papavero, cremoso di pecorino di fossa e coniglio in casseruola; il piccione farcito di ortiche cotto sui carboni con tartufo nero; le crocchette di faraona con cremoso di cannellini al rosmarino e aceto balsamico. Quello che emerge è la sua passione per l’allevamento, animali da cortile: quelli che volano, quelli che vorrebbero volare e quelli che non potranno mai farlo.
"Mi piace mangiare e cucinare conigli, quaglie, faraone, piccioni e gli altri animali che gravitano intorno all’aia [N.d.A. speriamo non passi di lì suo nonno...]. E’ forse quello che mi contraddistingue di più, la mia specialità. E’ lo specchio delle mie origini, del mio paese e della mia tradizione gastronomica".
La quaglia farcita di cacio e pepe, con fonduta di zucchine, pomodori appassiti e miele di timo è l’apice gustativo del suo pensiero.
[..]Riccardo Agostini è riuscito a fare molto di più, perché non solo ha dato prova di grande ingegno importando tecniche estremamente professionali ma le ha anche rese perfette per la sua filosofia culinaria, ossia infondere forti emozioni da cortile. Presentare la tradizione in modo contemporaneo, ecco la sua trionfante filosofia!

Allora, prima che la sua filosofia trionfi troppo, mi verrebbe da dire: Abbattetelo! Ma siccome che sono buona, contro ogni forma di violenza, perfino nei suoi confronti, mi domando quale altro modo ci sarebbe per farlo smettere di filosofare, il troglodita. Qualcuno ha idee (non violente) al riguardo? Io al momento sono annichilita, forse perchè non bazzicando quell'ambiente a volte è come se dimenticassi che esistono simili soggetti e relativi seguaci.
Ditemi voi che debbo fare.

domenica 17 gennaio 2010

Piuttosto alle ortiche

Amici, siamo alla frutta. La cosa non sarebbe neanche male se si trattasse di mele e ananassi. Purtroppo qui si parla invece di deriva umana, di incoscienza, di stolidezza. Di che sto parlando, tra le varie aberranti news che ogni giorno ci passano sotto gli occhi? Una tra tante, questa:


Vi siete mai chiesti dove va a finire la merce invenduta di tutti queste catene di negozi low cost come H&M? Io no, non me lo ero mai chiesta, lo confesso. Pensavo forse che finissero in qualche outlet ma a pensarci bene sono già così economici di loro questi capi di abbigliamento che, una volta passate anche le forche caudine dei saldi, andrebbero a costare più di mantenimento dei magazzini che di rivendita in altri store.

Il New York Times ci racconta che H&M ha risolto il problema semplicemente distruggendo i vestiti invenduti. Ma siccome vogliono essere sicuri che una volta buttati via questi capi non vengano recuperati per essere indossati o rivenduti, cosa fanno? Li distruggono inserendoli in apposite macchine che li danneggiano in maniera irrecuperabile. Astuti, no?!
Ad esempio la filiale H&M della 34° Strada a New York concia per le feste l'invenduto e poi ripone il tutto in buste dell'immondizia che vengono piazzate fuori dall'edificio.
Così se un poveraccio, un clochard per così dire, passasse di là e avesse la brillante idea di cercare in quella spazzatura qualcosa da buttarsi addosso per scaldarsi rimarrebbe fregato perchè piuttosto che darlo a lui quel maglione hanno preferito farlo a pezzi.

Non sarebbe più decente donare l'invenduto a qualche organizzazione che si occupa dei senza tetto? e N.Y. ne è piena, sia di organizzazioni che di poveracci...
H&M ora è nel mirino della stampa. Anche il Times se ne sta occupando e parla delle contraddizioni di questa azienda:
H&M, which is based in Sweden, has an executive in charge of corporate responsibility who leads the company’s sustainability efforts. On its Web site, H&M reports that to save paper, it has shrunk its shipping labels.

mercoledì 13 gennaio 2010

Motivazioni profonde


*Non è stato il sapore della carne umana a farmi diventare un mangiatore di uomini. E' stato leggere i quotidiani...


fonte: http://bizarrocomic.blogspot.com/

domenica 10 gennaio 2010

Unghie delle mie brame

Unghie delle mie brame, chi è la più sterile del reame?
Se in gran parte delle città degli Stati Uniti è ormai possibile trovare saloni di estetica dove potete fare manicure e pedicure con prodotti totalmente biologici e naturali e molte donne hanno ormai optato per questo genere di cure estetiche, qui da noi se provate a chiedere qualcosa del genere troverete solo facce sbigottite, risatine imbarazzate e grandi BOH.
Accidenti, ma perchè mi trovo sempre a invidiare i residenti di questo paese quando ho sempre pensato che mai e poi mai ci sarei voluta vivere?! Dovrò rivedere per la terza volta Sicko allo scopo di ridimensionare le mie turpi invidie, altrimenti finirò per farmi cattivo sangue (quel genere di cattivo sangue che vorrei lasciare giustappunto, ahem, agli onnivori...)!

Ma avete presente l'insano odore di sostanze chimiche che emanano smalti e solventi e cremette che si utilizzano nei normali saloni di bellezza?! Uomini, voi non immaginate, sembra di sostare nei pressi di qualche altro polo industriale... Roba da uscire col malditesta e la nausea. Povere ragazze che ci lavorano tutto il giorno con quei prodotti.
Da qualche tempo va di moda la ricostruzione delle unghie, a prezzi che io trovo addirittura esilaranti (dai 70 euro in su), con una manutenzione da effettuare ogni due-tre settimane (se qualcuna delle mie lettrici è esperta mi corregga). Quindi operazioni per gente che ha una certa quantità di tempo da perdere, oltre che a denaro e salute, dal momento che le unghie vengono ricoperte da questi prodotti infernali (colle & co.) e non respirano come avviene normalmente. Un trattamento che consiglierei temporaneamente solo a chi - uomini e donne - abbia avuto un problema di perdita più o meno parziale delle unghie a causa di incidenti o malattie, non certo per meri motivi estetici. Per "avere le unghie sempre a posto". Ma chi se ne frega delle unghie sempre ben pittate?! Ma una limetta, un paio di forbicine, uno smaltino a casa propria, no?!

Tra le sostanze che inalate in questi bei posticini ci sono gli ftalati. Leggete un po' cosa riservano questi ftalati: problemi riproduttivi, cancro...
Non è un po' sciocco rischiare per non voler utilizzare prodotti green anche per la vostra manicure?! Mmmmm,conosco già la vostra risposta. E' un bel no. Le usassero loro, i produttori di quella robaccia.

In attesa di vedere nelle nostre città dei saloni di estetica tutti organic, procuratevi smalti e solventi meno tossici possibili comperandoli delle marche più affidabili. Io cosa uso? Al momento ho un paio di smalti (uno trasparente e uno bordeaux-violaceo molto scuro) comprati su ShopVegan. Costano poco e se acquistate anche qualche altro prodotto, tra cosmetici, shampoo, lavaviso, etc. ammortizzate la spesa. Oltretutto se andate su Stiletico troverete anche lo sconto del 10% per le lettrici del sito.
Un paio di mesi fa io vi avevo acquistato dei prodotti della PurelySkin come il lavaviso, e poi lucidalabbra, burro di cacao, matita per occhi, e perfino barrette vegan per i miei cagnoni, tutto a prezzi assolutamente introvabili qui in Italia, con spese postali minime e ammortizzate con lo sconto Stiletico. Ultimamente sto usando anche uno splendido smalto grigio per le unghie dei piedi, comprato sempre on line ma già disponibile anche in alcuni negozi italiani.
E lasciate perdere la manicure "professionale" fino a nuovo avviso...

Per altre indicazioni sulle marche migliori da acquistare, non posso che rimandarvi al blog di Raffaella, alla voce smalti in particolare.

venerdì 8 gennaio 2010

Bye Bye Viagra

Uno studio del London’s King’s College, diretto dall'eminente nutrizionista di origine croata Lejla Kazinic Kreho, rivela che i crauti (i “pickled cabbage”) sono efficaci almeno quanto il popolare Viagra per accrescere le funzioni sessuali, essendo crauti e cavolo più in generale tra i più potenti afrodisiaci naturali esistenti.
La Kreho lo racconta dettagliatamente nel suo libro Nutrition of the 21st Century, dove suggerisce agli uomini di mangiare cavoli un paio di volte al giorno e verificare la propria potenza sessuale (attenzione, non vorrei che qualcuno che non ha problemi pregressi ci provasse e si aggirasse poi per casa come un satiro arruffato...). La fermentazione a cui sono sottoposti i crauti pare in effetti potenziare le virtù già presenti nei cavolacei.
Io non sono un'appassionata di crauti, lo ammetto, ma certo messa così la cosa si fa più interessante. I lettori vegan difficilmente avranno questo genere di problemi, visto che il loro sangue scorre fluido e senza intoppi, ma non si sa mai. Prima di affidarvi alle pillole blu, provate con una bella dieta a base di crauti, e sappiatemi dire.

fonte: http://greens-n-grains.com/

mercoledì 6 gennaio 2010

Per chi proprio non ce la fa

Chi proprio non ce la fa a smettere di fumare, magari adducendo scuse come "se voglio smetto domani", potrebbe almeno scegliere un tabacco cruelty-free, senza addittivi e non testato sugli animali.
Non condivido assolutamente la passione per sigarette, sigari e pipe. Li considero soldi buttati, anzi inceneriti, e tutto ciò che è il loro indotto me li rende odiosi. Se tra i miei amici veg (e non solo veg) c'è qualcuno che vuole almeno produrre il minor danno possibile, è bene che se non altro acquisti le sigarette e il tabacco American Spirit (by Santa Fe Natural Tobacco).

Se non volete finanziare chi sostiene la sperimentazione animale questa può essere la soluzione. Si trova come tabacco in busta o come normale pacchetto di sigarette. Pare che sia anche buono, ma su questo non saprei che altro dirvi. Chi l'ha provato può scrivermi e condividiamo l'informazione qui.

tabacco cruelty free


Sul sito della American Spirit leggiamo:

Do you test your tobacco products on animals?
No. Never have. Never will.
"...Our Organic and Purity Residue Clean (PRC) programs teach participating farmers how to grow tobacco, while promoting sustainable, earth-friendly land stewardship practices. Because of these programs, our farmers have seen a recovery of area wildlife including butterflies, doves and wild turkeys. Earth-friendly tobacco growing programs might be more expensive, but we think they're worth it"...

Avrete capito dalla mia mancanza di entusiasmo che il fumo non rientra tra i miei interessi primari e neanche tra quelli secondari. In ogni caso, visto che si parla di sperimentazione animale, vi invito caldamente - nel caso voi foste fumatori - a utilizzare questi prodotti. Se poi un giorno ne farete anche a meno, meglio per voi e per chi vi sta accanto.



fonte: http://www.deposit313.altervista.org/varie/tabacco_animalista.html

domenica 3 gennaio 2010

Hello cow-boy, benvenuto!

Per chi tra di voi se la cava discretamente con la lingua inglese, ecco un video di fortissimo impatto tratto dalla trasmissione statunitense Dr. Oz show, nel quale un cow-boy - Rocco - che si è sempre nutrito quasi esclusivamente di animali decide di diventare vegan per salvarsi la vita.
I suoi valori erano al limite, rischiava ormai di fare il botto: colesterolo e glicemia alle stelle, sovrappeso, e tutte le patologie normalmente correlate, tipiche di chi si alimenta in quel modo.
Supportato da un nutrizionista, Rocco capisce che non ha altra scelta. Viene intervistato nuovamente dopo un mese dall'inizio del suo nuovo stile di vita.
It's very shocking!
Mi domando come sia possibile che venga trasmessa in tv una storia del genere, che va contro tutti gli interessi commerciali normalmente in ballo. In questa trasmissione non si vende nulla, nessuno sponsor di produttori di fagioli o di tofu che muove i fili dietro le quinte. Eppure sono riusciti a far passare il messaggio che noi andiamo predicando quotidianamente suscitando risatine, scherno, fastidio, indifferenza anche nelle persone che sono conciate come questo tipo qui, come Rocco, mezzo crepato di diabete e in procinto di sconocchiare per un infarto.
Guardate il video, relax yourself e fatelo vedere ai vostri parenti e ai vostri amici che si stanno lentamente ma inesorabilmente suicidando:


venerdì 1 gennaio 2010

Vegan del mese: Stefania

Iniziamo il 2010 con un'altra splendida amica veg, Stefania. Questo anche a beneficio dei miei amici uomini che lamentano la presenza su suolo italico di ragazze vegan e si chiedono se esisteranno solo in rete o se respirano e vivono in mezzo a noi. Esistono, esistono. A meno che voi non vogliate convolare a nozze con un'onnivora che vi faccia trovare il frigorifero pari pari ad un obitorio, la cucina odorosa di animali bolliti, la dispensa ricca di suini mummificati e di intestini bovini. Se questo scenario non vi trova entusiasti, se la famiglia Addams vi piace solo vederla in tv, beh...

Stefania ha 32 anni ed è nata e cresciuta in provincia di Gorizia. Laureata in giurisprudenza pentita causa "repulsione verso l'ambiente legale soppraggiunta durante gli studi", ha lavorato part-time alla reception di un hotel a Trieste mentre studiava e dopo la laurea ha continuato nella stessa struttura ma full-time e si è definitivamente trasferita a Trieste. E da circa 4 anni vive lì da sola (grande Stefania! è così difficile essere indipendenti di questi tempi...).
Passo ora a lei la parola, come di consueto.

Da quanto tempo sei vegan e come sei arrivata a questa decisione?
Sono vegan da circa 1 anno e mezzo, dopo essere stata vegetariana per 13 anni. Ho sempre adorato gli animali e ad un certo punto mi è sembrato assurdo che alcuni venissero considerati di serie A ed altri di B, la sofferenza e la morte sono universali. Nel momento in cui mi sono resa conto che anche la produzione di latte e derivati significa morte, è scattato qualcosa che la mia coscienza ha recepito come l'unica scelta possibile e coerente e solo in quel momento ho trovato un senso a ciò che sono e faccio. Che il veganesimo abbia implicazioni positive anche per la salute e l'ambiente è per me solo un'ulteriore conferma della sua positività.

Sono diventata prima vegetariana perchè portata a riflettere da un'amica già vegetariana e da alcuni filmati. Grazie a Internet ho avuto poi, negli anni, modo di approfondire e di avere le informazioni che mi hanno portato a diventare vegan. Come è già successo ad altri, devo dire che lo scossone decisivo me l'ha dato la "Lettera ai vegetariani" di Marina Berati su Veganhome. (N.d.A. Marina ne ha parecchi di vegan sulla coscienza, compresa me...!)

Per tanti anni sentivo che per coerenza avrei dovuto diventare vegan, ma mi sembrava impossibile da attuare, principalmente per la mia golosità. Vedevo i vegan come delle creature superiori, capaci di rinunciare ai piaceri della vita per un ideale supremo! Quando ho deciso, ho eliminato uova e latticini gradualmente e mi sono pian piano resa conto che tutti gli alimenti che mi sembravano irrinunciabili erano invece superflui e sostituibili da altri comunque in grado di soddisfare il mio palato da golosona (N.d.A. Concordo! Concordo!)

Hai avuto qualche disagio nei rapporti con familiari e amici in seguito al tuo cambiamento di stile di vita?
Per fortuna nessun problema con amici e familiari; magari all'inizio hanno fatto le solite domande ma non ho una famiglia particolarmente invasiva per cui l'hanno accettato senza tante storie. Devo dire che, da persona abbastanza timida, trovarmi al ristorante e dover spiegare ogni volta ciò che mangio, anziché crearmi paranoie, mi ha rafforzato molto: sono troppo convinta di questa scelta per sentirmi a disagio e per me, eterna insicura, è stata anche una piccola vittoria personale...

Frequenti anche amici veg in carne e ossa o solo..."virtuali"?
La mia migliore amica, vegetariana da anni come me, è sulla strada buona per diventare vegan; poi ci sono 2 amici vegan che ho conosciuto online e poi ho incontrato anche di persona e per il resto molte conoscenze "virtuali", che sono comunque importantissime perché c'è uno scambio di idee ed esperienze che non credevo possibile.

Vivi con qualche animale?
Finché abitavo in famiglia ho avuto 1 cane e 2 gatti, amatissimi; da quando sto da sola non ho ancora preso coinquilini ma appena avrò il posto adatto conto di farlo. Nel frattempo ho adottato un maiale a distanza (tramite l'associazione Porcikomodi), Morgan, che sono andata a scegliere, anzi lui ha scelto me (Morgan è il tipo della foto qui a fianco).

Come te la cavi in cucina?
Abitando da sola, cucino io. Va detto che ho sempre odiato cucinare: vivevo di piatti pronti, mozzarelle e schifezze varie! Ma da quando sono vegan, facendo di necessità virtù, ho scoperto il piacere di cucinare, specialmente i dolci. Di mio sono ancora abbastanza negata, ma mi applico e qualcosa di buono esce!

Cosa è per te essere vegan?
Vorrei sottolineare che per me vegan non significa necessariamente salutista; non c'è un decalogo del vegan perfetto, ognuno di noi è diverso e continua ad essere chi era prima, solo arricchito dalla consapevolezza di aver fatto l'unica scelta possibile per la Vita.


Cosa posso aggiungere se non che sottoscrivo ogni sua parola, compresa la idiosincrasia per il cucinare che anche io avevo prima. Grazie Stefania per aver accettato il mio invito e ti ricordo che... aspetto notizie sui tatuaggi veg!
Insieme a Stefania vi auguro un felicissimo anno nuovo, un anno di rinnovate battaglie in favore degli animali e spero anche di successi. Piccoli passi per cambiare la mentalità delle masse: l'abolizione delle corride in Spagna, i lunedì vegetariani in Gran Bretagna, i programmi tv che parlano di alimentazione vegan perfino qui da noi... Noi non disperiamo, abbiamo troppo da fare in questo senso per poter perdere tempo a deprimerci per ciò che ci circonda e dobbiamo fare la nostra parte. Come diceva Gandhi: Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.
Auguri, amici.