martedì 29 settembre 2009

Mai più senza


Indovinate cos'è questo aggeggio nella foto qui sopra... dai, su, un po' di fantasia! Ma secondo me non ce la potete fare.
E' il Cocoon Cooker.
L'attrezzo può far "crescere" carne e pesce nelle vostre cucine (non desideravate altro, eh?) scaldando dei preparati a base di cellule animali (di muscoli, ad esempio), ossigeno e nutrienti vari. Crea carne commestibile da cellule.

L'inventore del Cocoon è il 27enne Richard Hederstierna del Lund Institute of Technology, che ha vinto con questa idea il primo premio all'Electrolux Design Lab Competition, con la motivazione che il cooker "crea pura carne al 100% senza bisogno di uccidere gli animali e senza rischi di contaminazione. E' un'invenzione che cambierà tutto."

Per quanto mi riguarda, va da sè che non ne sentivo affatto la mancanza, mi ripugna mangiare gli animali e qualunque cosa me lo ricordi. Anche nel caso non vi siano uccisioni, non posso in ogni caso uccidere le mie papille gustative mangiando qualcosa che assomiglia, che è uguale alla carne di animali. Ho altro genere di gusti, appunto.
Però, c'è un però. Visto che la gente pare tanto ghiotta di quel genere di sapori, invero piuttosto grossolani, questa potrebbe essere una soluzione interessante. Mangiatevi l'hamburger ma almeno non sventrate degli esseri viventi.
Qualcuno ha un'opinione al riguardo? ci sto ancora meditando....




fonte: http://www.dailymail.co.uk/

lunedì 28 settembre 2009

Tutti in New Mexico!

Earthship ed è il quartier generale di un circuito di altre città modello.
Earthship, così come è oggi, ha iniziato a prendere forma negli anni '70 e fu fondata da Mike Reynolds, che fu anche creatore di Earthship Biotecture, una compagnia specializzata nella progettazione e costruzione di Earthship. Mike voleva mettere su casa, e non solo per lui, ma non una casa qualunque. Doveva essere ecosostenibile, utilizzare quanto possibile materiali riciclati e fonti rinnovabili di energia ed economicamente possibile per persone che non fossero costruttori di professione e che invece potessero costruirsi da sè la propria casa.

Ognuno produce la propria energia, ricava la propria acqua da pozzo, produce la maggior parte del cibo che consuma. Incredibile. E chissà che vicini di casa carini ci si ritrova...!

Invidia invidia invidia. E guardatele queste case, che meraviglia:















fonte: www.ecorazzi.com

sabato 26 settembre 2009

Toujours Paris

Ancora viaggi. Per chi non si vuole fermare a mangiare in un ristorante, ma ha intenzione di sbrigarsela da sè e velocemente con il pranzo, da Parigi ci riferiscono di una marca francese - Le Sojami - che produce tra i migliori formaggi e patè vegan in circolazione. Da provare per farsi una baguette come si deve, senza il rischio di ritrovarsi tonno, uova o formaggi ospiti indesiderati del proprio panino.

Un altro posto dove invece fare una sosta rilassante e pranzare è Le Potager Du Marais, un ristorante vegetariano/vegan, in 22, Rue Rambuteau (Tel. 01 42 74 24 66). Se ne parla anche qui.
Anche questa estate è stato nuovamente testato e confermato come ottimo La Victoire Supreme Du Coeur, ristorante vegetariano con molte opzioni vegan, di cui abbiamo già parlato.
E ancora, a Parigi troverete anche The Gentle Gourmet, un bed&breakfast dove potranno trovarsi a loro agio vegetariani, vegan e crudisti, che ha aperto proprio a luglio di quest'anno. Si trova a pochi minuti dall'Arco di Trionfo, non lontano dalla Torre Eiffel, dal Louvre e dal Bois de Boulogne.


Se qualcuno capita da quelle parti, ci faccia sapere.

giovedì 24 settembre 2009

Un sorriso amaro

Mettetevi comodi, una bella tazza di tè, le gambe sul tavolo e... godetevi questo video.







from www.bizarro.com

martedì 22 settembre 2009

Intelligenti o dementi?

Lo sospettavo. Ed adesso ecco che me lo confermano. Una ricerca condotta su 200 persone sane tra i 45 e i 102 anni ci dice che:
Frutta e verdura fanno diventare «più intelligenti»: ecco la prova
Ma dai. Ma come. Con tutta questa gente che mangia quasi esclusivamente carne, formaggio & co. e ne menano pure vanto (e qui torniamo ai risultati della ricerca appena menzionata, ahimè)? Con tutte le persone che dicono con fare malmostoso: No, a me non piace la verdura, bleah...?
Bravi, infatti si vede.Vi riporto per esteso l'articolo di Simone D’Ambrosio, non avrebbe potuto scrivere di meglio (i grassetti sono miei):

Una dieta quotidianamente ricca di frutta e verdura produce un elevato sviluppo delle capacità cognitive, in soggetti sani. Lo afferma uno studio realizzato dai ricercatori dell’Istituto di Biochimica e Biologia Molecolare I della Heinrich-Heine University di Düsseldorf, pubblicato ad agosto sul Journal of Alzheimer’s Disease.

LO STUDIO – I risultati della ricerca, condotta su circa duecento persone sane tra i 45 e i 102 anni, mostrano che i soggetti che assumono in media circa 400 grammi di frutta e verdura al giorno possiedono un livello maggiore di antiossidanti, indicatori più bassi di radicali liberi - tra i principali fautori della degradazione dei lipidi - e, soprattutto, sviluppano abilità cognitive più performanti rispetto a chi non raggiunge i 100 grammi quotidiani di cibo proveniente dalla terra. Lo studio, inoltre, sottolinea che l’effetto benefico di frutta e verdura è assolutamente indipendente da tutti gli altri fattori – età, sesso, peso, altezza, istruzione, profilo lipidico e livello di albumina – che normalmente influenzano la quantità di antiossidanti presenti nell’organismo e lo sviluppo cerebrale.
CONFERME E SCOPERTE – Oltre ai ricercatori dell’Università tedesca, l’analisi ha visto la collaborazione di numerosi scienziati di tutto il mondo, tra cui alcuni membri del Dipartimento di Geriatria dell’Università di Perugia. La dottoressa Maria Cristina Polidori, attualmente al Dipartimento di Geriatrica dell’Università di Bochum, sottolinea le conferme e le nuove conoscenze che i risultati dello studio hanno portato alla comunità scientifica: «Era risaputo che esistesse una forte connessione tra l’assunzione di frutta e verdura e le difese antiossidanti naturali del nostro organismo contro i radicali liberi. Si sapeva anche che cattive abitudini alimentari aumentano il rischio di un impoverimento cognitivo, in presenza o meno di demenza. Con questa ricerca, però, viene mostrato un legame multiplo tra frutta e verdura, difese antiossidanti e abilità cognitive in totale assenza di malattie, a qualsiasi età. Al di là del proprio stile di vita – continua la dottoressa – è dunque vivamente consigliabile una consistente assunzione di questi elementi fin da bambini, per evitare il più possibile il rischio di demenza in età avanzata». Il prossimo passo vedrà l’allargamento della ricerca a un raggio molto più ampio di soggetti, includendo pazienti affetti da Alzheimer nei suoi diversi stadi e persone con difficoltà cognitive ma non ancora rientranti nelle categorie della demenza.
Ordunque, difficile mangiare tanta frutta e verdura se non si è vegetariani, devo ancora conoscere un onnivoro che ne fa un uso così massiccio. La capienza di uno stomaco è quella che è.
Vi lascio, vado a fare colazione e a mangiare (in ordine di apparizione): 1 mela, 1 banana, una vaschetta di mirtilli e uno yogurt (naturalmente di soia, che è sempre un vegetale)....

E ancora sul morbo di Alzheimer...

lunedì 21 settembre 2009

Paul veglia su Lisa

Molti di voi sanno già che Lisa Simpson è veg(etari)ana. Qualche sera fa mi è capitato di vedere un episodio dove due nuove amiche invitano Lisa a mangiare una crepe, lei accetta con entusiasmo e risponde: "Siiii! Ma... senza latte??" e le amiche ribadiscono: "Naturalmente!". Da non crederci. Per un attimo mi è sembrato di vivere in un altro mondo, dove sia "normale" un dialogo del genere.
Vi ricorderete che nell'episodio che abbiamo pubblicato anche qui sul blog, quello dove Lisa diventa veg, appare anche Paul McCartney insieme alla moglie Linda.

Ebbene, il nostro Paul vigila affinchè non si verifichino cambiamenti di sceneggiatura nella serie. David Mirkin, executive producer dei Simpsons, racconta in una intervista che è proprio McCartney che ha accettato di comparire nella puntata decisiva per la scelta di Lisa alla condizione che Lisa fosse rimasta sempre vegetariana. Mirkin ha accettato di buon grado perchè è lui stesso vegetariano. McCartney è molto severo su questo punto e - dal momento che è sempre circondato da un folto manipolo di avvocati - la faccenda suona piuttosto minacciosa.
Voci di corridoio & gossip ci danno Maggie, la sorellina più piccola di Lisa, come probabile prossima veg della serie....

Intanto, anche ieri sera un episodio della serie è stato tutto dedicato ai circhi e alle loro ignominie. Bravi Simpsons!


fonte: http://www.ecorazzi.com/

sabato 19 settembre 2009

venerdì 18 settembre 2009

Man Boob

Non so voi, ma io più mi guardo intorno e più ci faccio caso. Ad esempio, quest'anno sulle spiagge, era pieno di uomini così, spesso molto giovani ma non soltanto. Il fenomeno pare trasversale. Così come? Ahem... uomini con le tette.
Sabato scorso, tanto per dirne una, vicino a me c'era un ragazzo all'aspetto più o meno 25enne che aveva un seno degno di una sua coetanea ben formosa, anzi direi a occhio e croce che fosse più fornito della sua fidanzata seduta accanto.
Lo so, l'argomento è spinoso, ma tocca parlarne. Anche la PETA ne ha fatto oggetto di campagna pubblicitaria.
Se non l'avete fatto ancora, beh, prestate attenzione intorno a voi e ve ne renderete conto.


In particolare, PETA Europe ci fa sapere che a Glasgow, la città al secondo posto per incidenza di obesità tra tutti i paesi dell'Organisation for Economic Co-operation and Development, si registra dal 2007 un aumento dell'80 per cento del fenomeno della ginecomastia (appunto gli uomini con il seno, o Man Boob).
Ci sono sicuramente uomini che per svariate ragioni auspicano la crescita di un bel paio di tette sul loro maschio torace, ma per il resto - per quanto si sappia - non sono considerate un accessorio maschile. Obesità e soprattutto massicce dose di ormoni ingerite tramite prodotti di origine animale sono la causa principale del Man Boob.
Poi, ognuno fa quel crede...

giovedì 17 settembre 2009

Hockey - Song Away

Ieri mattina ascoltavo RadioDue, c'era un'intervista ad Andrea De Carlo sulla riedizione, a seguito del ventennale dalla prima uscita, del suo libro Due di due, ma non è questo il punto... Uno dei due speakers ha mandato in onda un brano presentandolo come un pezzo degli Hockey, una rock band di Portland, e ha proseguito: "E sono pure vegani".

Mi si sono drizzate le orecchie, non avevo mai sentito pronunciare il termine "vegani" così, con tanta noncuranza, come se fosse pane quotidiano. Vi ho pensato, mi sono informata, e ora eccoli qui, per chi ancora non li conoscesse.

Si tratta di un gruppo di bikers Springsteen style, come vengono definiti da varia stampa del settore, e il loro primo disco è Mind Chaos. Il Guardian ne parla così:

"Song Away é una dichiarazione di intenti olistica avvolta in una strizzatina d'occhio. Questi trasandati biker vegani piaceranno ai fan di Dylan come a quelli di Springsteen, a quelli degli Hold Steady così come a quelli degli LCD Soundsystem".

L'anno scorso Mind Chaos era già uscito con etichetta indipendente ma quest'anno la Capitol ha offerto loro un contratto in piena regola. La stampa internazionale li ha già definiti come uno dei migliori nuovi gruppi del 2009. Ascoltiamoli.

HOCKEY - SONG AWAY



lunedì 14 settembre 2009

Casa Diablo

Parecchi mesi fa vi avevo raccontato di un Vegan Strip Club a Portland (Oregon). Ora è stato prodotto da Current Tv un video in cui il proprietario (vegan da 25 anni) racconta la sua avventura imprenditoriale "etica". Fresco fresco di pubblicazione proprio in questi giorni. Non potevo non proporvelo, naturalmente.


Le balene


Vedete il manifesto qui sopra? Beh, ha scatenato un putiferio di polemiche questa estate. Attenzione, persone in sovrappeso ovunque voi siate: la PETA vi considera..."balene"!
PETA, la nota organizzazione per i diritti degli animali, ha utilizzato questa metafora per promuovere la dieta vegetariana attraverso le affissioni di manifesti in molte città degli Stati Uniti.
Le polemiche sono sorte perchè molte persone grasse si sono sentite insultate e prese in giro pubblicamente, nonchè imbarazzate al cospetto del suddetto megaposter. In diversi blog e forum si è discusso dell'argomento e le parti erano in qualche modo equamente suddivise tra i pro e i contro. Non tutti i grassottelli si sono offesi, qualcuno di loro ha trovato lo slogan spiritoso, altri ne hanno fatto una vera tragedia.
Tant'è che alla fine la PETA ci ha rinunciato e ha rilanciato con un'altra campagna pubblicitaria in sostegno della dieta veg:

Naturalmente non tutti i veg(etari)ani sono magri ma è stato provato che in media lo sono senz'altro più degli onnivori. Una dieta sbilanciata è possibile per entrambe le categorie di persone ma in linea di massima un veg è più consapevole, più informato, più attento e rispettoso dell'ambiente e di se stesso. Difficilmente potrà riempire il carrello del supermercato con tutte quelle porcherie che normalmente vengono acquistate da una famiglia-tipo. Me ne rendo conto tutte le volte che vado a fare la spesa. La gente lamenta prezzi sempre più alti ma intanto riempie le proprie borse di cibi totalmente inutili (dalle merendine ai "piatti pronti" a un'infinità di pastrocchi di cui si può fare assolutamente a meno). Spende tanto per nulla. Anzi, spende tanto per peggiorare la propria salute.

Go veg!

lunedì 7 settembre 2009

Uomini veri

Molti uomini di mia conoscenza riferiscono di doversi sorbire di tanto in tanto battute su una loro presupposta carenza di virilità dovuta al fatto che siano vegetariani o - peggio - vegan. E sappiamo tutti/e quanto questo tipo di connotazione venga considerata, soprattutto su suolo italico, una gravissima offesa. Da parte di chi la fa, più che altro, perché alla fin fine i veg colpiti da tale ingiuria - almeno quelli che conosco io - risultano poi essere più annoiati che offesi. Ma tant'è...

Evidentemente il problema è sentito soprattutto dai fautori di cotanta constatazione, spesso uomini, anche giovani, già in sovrappeso e/o ipertesi e quindi con evidenti problemi di salute che si ripercuotono prima o poi necessariamente anche sulla vita sessuale.

I veri cow-boys, gli Zorro e i Superman devono mangiare animali, se no sono femminucce. Come se Albert Einstein e Martin Luther King fossero due checche isteriche (che se anche fosse, poi, non ci troverei niente di male). I veg sarebbero uomini demascolinizzati. D'altronde anche un bambino che non ama giocare a pallone è considerato allo stesso modo. E se volesse mai fare il ballerino classico, non ne parliamo.
Gli uomini, da quando sono bambini, ricevono precise istruzioni al proposito: innanzitutto, fare cose da maschio. Sii uomo! Comportati da uomo! Non devono piangere, non devono essere troppo sensibili, non devono mostrare segni di debolezza in genere. E mangiare, anche, da uomini. Non è buffo che affermazioni del tipo "mangiare come conigli" diano l'idea di un'alimentazione poco virile, dal momento che la virilità dei conigli e la loro capacità di procreazione siano lampanti, addirittura leggendarie?!

E così troviamo la copertina dell'Esquire Magazine del numero di settembre 2009 che riporta il seguente titolo: Eat Like A Man”. Dentro troviamo 16 pagine di articolo che rappresentano una vera e propria festa della carne e derivati in tutte le loro manifestazioni: uova, formaggio, ossibuchi, bistecconi, bacon, etc.

Dunque, molti uomini hanno paura a mostrarsi compassionevoli. Difficile controllare e gestire le emozioni. E se si parla di animali, la maggior parte degli uomini (ma anche delle donne) non li considera esseri senzienti. Sono semplicemente prodotti, che devono essere controllati, manipolati, usati, consumati. Mi ricorda qualcosa. Non mi stupisce che moltissime femministe americane siano anche vegan!

Che la virilità debba dunque essere un ostacolo alla sostenibilità? Che la compassione, l'empatia siano percepite come minacce?
Un uomo non deve avere sensibilità, deve essere abile, fare il suo lavoro. Cacciare le prede. Mantenere la famiglia. Lanciare missili. Aprire la testa di un gatto per fare ricerca. Mangiare bistecche.

Un uomo mangia le cose che vorrebbe avere: muscoli. Ma non si avranno muscoli mangiando muscoli. Forte come un toro? Ma il toro è erbivoro. E anche il rinoceronte e l'elefante.

Anzi, una dieta pesantemente ricca di carne e latticini è stata più volte, nel corso degli anni e delle ricerche che si sono susseguite ultimamente, collegata alla disfunzione erettile, che non è che sia propriamente una sintomatologia molto maschia.
Vi siete mai trovati in situazioni in cui gli onnivori vi hanno deriso o semplicemente annoiato con facezie & co. riferiti alla sfera sessuale? Qualche maschio della specie veg ha esperienze da riferire?


fonte: thediscerningbrute.com

domenica 6 settembre 2009

Veggie Iceland


Daniele Frongia, blogger e informatico, nonchè giramondo (dalla Cina alle Galapagos, dal Sudafrica al Canada, dal Sudamerica al Medioriente... qualcuno lo fermi!), ma soprattutto mio carissimo decennale amico, ci ha inviato una fantastica recensione di posti visitati durante il suo ultimo viaggio. Dove?!
Ma in Islanda, uno dei Paesi più belli al mondo (la definizione è sua dopo aver visitato l'isola).

Daniele è tornato entusiasta e a giudicare dalle foto che mi ha mostrato, lo capisco davvero. Qui parleremo naturalmente solo di alcuni aspetti che ci riguardano in special modo, parlo delle possibilità di sopravvivenza di un vegan in trasferta a Reykjavik! Si può mangiare veg anche a quelle latitudini? Vi stupisce? Andiamo a vedere. Mi pare che ci sia una notizia brutta e una bella, come si dice, e noi inizieremo dalla prima, così ci consoleremo a fine lettura.
Vi passo i suoi appunti senza troppo interferire, d'altronde chi ha in programma un viaggetto da quelle parti può chiedere direttamente a Daniele maggiori delucidazioni. Io mi limito a trasmettere e a... invidiare. In una estate torrida come questa, chi di noi non ha desiderato scappare al fresco, trovarsi in paesaggi fatati come quelli e con una densità di popolazione che noi, sulle nostrane spiagge, neanche riusciamo ad immaginare?!


"Tanto per introdurvi alle bellezze dell'isola, nel video di Eberg si possono ammirare i tipici paesaggi lunari ma ovviamente l'epilogo non ha nulla a che fare con questa recensione. Per iniziare ho scelto il "top", l'A naestu grosum, quello che Bill Clinton ha indicato come il miglior ristorante vegetariano al mondo. A consigliarmelo, e ad accompagnarmi, la celebre artista islandese Vala Thorsdottir (e a me che piace il gossip non posso non aggiungere che Vala è anche la nipote del Presidente della Repubblica).

Il ristorante, al secondo piano di un anonimo palazzo della via centrale, è composto da un piccolo ingresso con i cibi a buffet e da un grazioso salone arancione. Ma c'è una nota dolente, la più importante, il cibo: abbiamo provato di tutto, ma nulla era decente. O non sapeva di niente, o era cattivo. Anche il servizio, affidato a due giovanissimi (la responsabile non c'era), è stato piuttosto deludente, con il ragazzo che serviva con un vestito sporchissimo (mai vista una cosa del genere in Islanda) e con l'assenza di un menù in lingua inglese. Anche la responsabile, contattata per email, non ci ha risposto, e il sito è giù da mesi.

Insomma A naestu grosum è tutto tranne che il miglior vegerariano al mondo.
E prima di scriverlo ci sono tornato una seconda volta, tornando a casa con la stessa delusione. A naestu grosum significa l'erba vicina: Vala ha ribattezzato il locale L'erba del vicino (è certamente migliore). Secondo lei il fatto che i vegetariani islandesi siano solo una piccolissima minoranza non crea la sufficiente massa critica per richiedere un livello qualitativo più alto. E ovviamente Clinton non mi sembra il vegetariano più affidabile al mondo...

buffet al A naestu grosum

Per riprendermi, a due passi, sono andato al caffè Kaffitar, una catena islandese che serve un ottimo espresso (miscele provenienti principalmente dal Sudamerica), e dove è possibile improvvisare una sessione di tango, che a Reykjavík è molto di moda. Quella sera c'erano anche due maestri, e chiunque poteva fare una lezione (gratis, of course). [N. di Ariel: scusate la piccola licenza off topic ma è un omaggio al tango, danza a cui mi dedico con appassionata perseveranza]


Vala... mentre guarda i tanghéri

I giorni successivi ho invece conosciuto il Caffé Hljomalind, sempre nella via centrale (Laugavegur), un locale vegetariano e vegano gestito da un'associazione no profit che sostiene alcune inziative solidali. Amore a prima vista. Il locale, coloratissimo, molto informale e frequentato da hippies locali come anche da business men d'oltreoceano, serve ottimi cibi, prima tra tutti la celebre zuppa vegetale, una goduria per il palato, anche per me che non adoro i cibi a 80 gradi centigradi.


Hljomalind, visto da fuori

Pane e acqua sono sempre inclusi nel prezzo (bassissimo, una portata non supera mai i 5 euro) e alla fine ci sono alcuni dolci islandesi i cui ingredienti, ve lo assicuro, non sono traducibili. Il servizio, che come la maggior parte dei locali include anche una connessione wireless gratuita, è impeccabile: i ragazzi sono gentilissimi, ti lasciano stare stravaccato sui comodi divani per ore senza disturbarti, a volte improvvisano canti e balli, tengono sempre tutto pulito e - banalmente - si prendono sempre cura di te (provate a fare una richiesta strana: non si faranno mai cogliere di sorpresa!).

Perdonatemi una nota tecnica, in fondo in fondo sono sempre un informatico: hanno anche una loro rete di computer con il sistema operativo Linux Ubuntu. Il termine Ubuntu deriva da un'antica parola africana che significa umanità agli altri, oppure io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti. La distribuzione Ubuntu migra lo spirito di Ubuntu nel mondo del software.
Anche questi computer, principalmente destinati allo staff, possono essere utilizzati dai clienti. In questo locale ho trascorso alcuni pomeriggi a lavorare (come del resto alcuni dipendenti islandesi, che il telelavoro lo svolgono dove gli pare e piace) e sapete quale è la cosa bella? Che posti come questo non sono un'eccezione a
Reykjavík, ma la regola!


Infine, vi presento Daniele. E' quello seduto al tavolo in mezzo alla sala, vestito di scuro. Grazie infinitamente per averci raccontato un pezzo di vita di Reykjavik, guardando queste foto sembra davvero di esserci stati anche noi.


Riepilogando:

A Naestu Grosum (al momento il sito è fuori uso)
Laugavegur 20b, Simi
Tel. 354-5528410
Vegan-friendly, Macrobiotico, Cucina Internazionale
15-20 euro


Kaffi Hljomalind
Laugavegur 23
Tel. 354-5171980
Lacto-Vegetariano, Vegan, Biologico
10-15 euro

martedì 1 settembre 2009

I viaggi di Tiziana

Ancora segnalazioni e recensioni di ristoranti all'estero.
Questa volta è Tiziana di Milano che ci manda delle indicazioni molto puntuali su un sacco di posti in giro per il mondo. Prendete nota, o comunque ricordatevi - prima di partire per una di queste mete - di stamparvi questi indirizzi e metterli in valigia. Sono testati o visitati da Tiziana in persona!


NEW YORK (Manhattan)

Angelica Kitchen (vegan)
Organic
300 E 12th St (First & Second)
7 days a week 11:30am-10:30pm
212-228-2909
E’ un locale caldo e accogliente . Utilizza prodotti locali e non accetta carte di credito. Non serve alcolici ma è consentito portare I propri. Mediamente un pasto costa circa 25 $. Il menu è on line.
www.angelicakitchen.com

Anche "Quantum leap" è superlativo, specie per il brunch (hmmmm... che pancakes!!!). Non ha un sito ma questi sono i due indirizzi:
1) 226 Thompson St - New York 10012 (tra Bleecker & W 3rd St)
2) 203 1st Ave - New York 10003 (tra la 12th & 13th St)
Io ho provato solo il primo (aprile 2009).

Candle Café (vegan)
Organic
1307 Third Ave (74th & 75th)
M-Sa 11:30am-10:30pm, Sunday 11:30am-9:30pm
212-472-0970
E’ un locale accogliente, caldo e tipicamente newyorkese. Frequentato durante il pranzo da impiegati frettolosi. Ricca varietà di sandwich. Strepitosi I dessert. Non perdetevi la decadent chocolate cake!!!!

Candle 79 (vegan)
Organic
154 E 79th St.
M-Sa 12:00pm-3:30pm, Dinner 5:00pm-10:00pm, Su 12:00pm-9:00pm, Su Brunch 12pm-4pm
E’ un ristorante elegantino, un po’ formale, dello stesso proprietario di candle cafè, a pochi isolati di distanza. Pur essendo accogliente ed elegante non ha il calore di candle cafè perchè “penalizzato” dal ruolo più glam.


Gobo (vegan)
World Cuisine
Full-service with takout. Delivery service and Catering available.
401 Avenue Of The Americas (Waverly Pl & 8th)
7 Days a week Lunch 11am-5pm, Dinner 5pm-11pm
Non l’ho provato ma ci passavo davanti spesso curiosando. Mi è parso un locale un po’ anonimo ma mi riservo un giudizio più compiuto dopo che l’avrò provato.


Caravan of Dreams (vegan)
Organic International Kosher
405 E 6th St (Avenue A & First)
Sunday-F 11:00am-11:00pm, Sa 11:00am-12:00
Caldo e accogliente, informale. Un po’ più caro rispetto allo standard. 30 $ a testa bevande escluse


CALIFORNIA
LOS ANGELES
Govinda’s ( opzioni vegan) - 3764 Watseka Ave -
Provato in gennaio 2003 – E’ un buffet “all you can eat” dove prendi le portate con un vassoio (come all’autogrill)e paghi alla cassa una cifra irrisoria (7.50 $) – Al piano superiore c’è un negozio di prodotti indiani (incensi, stoffe, monili, sari, ecc.). – L’ambiente è abbastanza asettico. E’ una soluzione economica con un buon rapporto qualità prezzo. Certamente non si esce delusi.


COSTA MESA
Native foods- The CAMP - 2937 Bristol St. - Costa Mesa, CA 92626.
Il ristorante è situato in un’area (The Camp) dove si trovano altri negozi etici. Il locale è piuttosto spartano e i tavoli posizionati lungo la circonferenza del locale. Le sedute, costituite da panche, piuttosto scomode e imprigionavano chi era seduto all’interno. Le ordinazioni si fanno al banco e vengono servite da un cameriere piuttosto frettoloso e svogliato. Il piatto che ho preso io (“save the chicken” con pezzetti di verdure e cereali) aveva bruciacchiature in ogni pezzetto e, pur essendo appetitoso, ho dovuto lasciarne metà. I dolci, ottimi e senza critiche, erano, ahimè esposti in una vetrina-frigo e contenuti in confezioni di plastica trasparente che mal si attagliavano a una serata di compleanno. La pizza era strepitosa: croccante, saporita e senza bruciature. Darei senz’altro un’altra opportunità tornandoci ma non per una serata diversa (compleanno) ma per una cena informale dopo una giornata di shopping.

WEST HOLLYWOOD
Real daily food – West Hollywood – 414 N La Cienega Blvd – Los Angeles
Provato a dicembre 2007 per un brunch – Il locale è molto frequentato e molto gradevole. Il servizio è cordiale e i pancakes (che io adoro) sono strepitosi. Anche il tofu strapazzato era ottimo. I dolci…hmmmmm….da urlo. Prezzi buoni.
HAWAII
MAUI
Down To Earth Deli Café
305 Dairy Rd (Maui), Kahului, Hawaii
E’ anche negozio di prodotti naturali. Il ristorante occupa un’area dotata di tavoli all’interno e all’esterno. Si può ordinare al cameriere oppure ci si può servire da soli e pagare, a peso, alla cassa. Non è un locale di atmosfera (vabbè, essere alle Hawaii è già un’atmosfera…) ma il cibo è ottimo. C’è anche un “gemello” a Honolulu che non ho provato ma il metodo è uguale.

Down to Earth
2525 S King St, Honolulu, Hawaii (vicino all’Università)


NUOVA ZELANDA
AUCKLAND
Raw Power Café (vegetariano), 10 Vulcan Lane, -Primo piano
Ampia scelta di piatti vegan e insalate- Strepitosi i dolci (vegan)


GIAPPONE
TOKYO
HIROBA Crayon house building – 3-8-15 Kita-Aoyama, Minato-ku
Mezzi per arrivarci: Linee Chiyoda, Ginza e Hanzomon per Omote-sando. Uscita B4
Prendere Omotesando Ave dove c’è un ponte pedonale, all’altezza del palazzo Tod’s. Girare a sinistra fino alla Crayon house. Il ristorante è nel seminterrato: Da fuori l’insegna è HOME . E’ un ottima scelta per vegetariani (in Giappone è praticamente come trovare un ago in un pagliaio) anche se servono piatti di carne. E’ fondamentale servirsi dei disegni per ordinare perchè il menu è solo scritto in giapponese e il personale non parla inglese. Provato agosto 2008

FRANCIA

NIZZA
Speakeasy – 7, rue Lafayette – tel 04 93 85 59 50 chiuso la domenica - E’ preferibile prenotare.
Gestito da una signora americana. Il locale è piccolissimo (3 tavoli) e si ha l’impressione di essere in una casa privata. Le pareti sono tappezzate di volantini animalisti, di pensieri di vegani famosi. I piatti sono ottimi e I prezzi assolutamente ragionevoli. La signora vende anche piccoli oggetti rigorosamente vegani (cappellini di pelliccia ecologica con la scritta in bella mostra “FAUX”, borsettine, ecc.). Lo consiglio non solo perchè il cibo è buono ma per la passione e l’amore per gli animali che traspare ovunque. Provato più volte nel 2006-2007 solo a pranzo.