domenica 30 agosto 2009

Una Terra non ci basta

E a confortare le mie idiosincrasie per i "mangioni" ci sono articoli come questi, che vi riporto qui per intero sottolineandone i passi - per me - più salienti. Questo a beneficio soprattutto dei miei beneamati sedicenti progressisti, alternativi e quant'altro che sfoggiano con noncuranza la loro "passione per il sushi", così come non si vergognano di dire che a loro "piace la ciccia, ah beh". Secondo me non dovrebbero andarne fieri, ma farlo di nascosto, chiudersi nel bagno ed espletare, perchè andarlo in giro a dire, beh, sta diventando francamente molto imbarazzante. Quando lo sento dire (spesso) non so più dove guardare, mi sento realmente a disagio, soprattutto se si tratta di persone che si definiscono sensibili, se non agli animali almeno all'ambiente.

L' Europa mangia troppo 'Una sola Terra non basta più'
Repubblica — 27 agosto 2009 pagina 17

Una Terra sola non basta più a sfamare tutti i suoi abitanti. Se nel futuro prossimo tutti mangeranno tanto cibo e tante pietanze pregiate, a cominciare da carne e pesce, come gli europei, allora ci vorranno tre Terre, sarà necessaria una produzione alimentare tripla di quella possibile nel nostro caro, vecchio e sovraffollato "pianeta blu", per nutrire i suoi abitanti. E siccome i pianeti non si possono clonare, l'unica soluzione è mangiare meno per sfamare tutti, una riedizione amara e allarmata del «lavorare meno, lavorare tutti» sessantottino e post.

Lo dicono gli ultimi rapporti della Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite per agricoltura e alimentazione, cui la Sueddeutsche Zeitung ha dedicato una delle sue frequenti pagine intere sulle grandi emergenze. Lo spettro della fame, vecchio quanto l' umanità, risorge sempre imprevisto a sfidarla con volti nuovi. Le cifre parlano chiaro, fanno paura. Solo l' 11 per cento della superficie della Terra è utilizzabile per la produzione agroalimentare. Cioè, un' area grande poco più di cinque volte l' Italia, per sfamare tutto il mondo. E di qui al 2050 la popolazione mondiale salirà a 9,3 miliardi di persone. Insomma, non potremo più continuare con le abitudini di oggi.
È vero, avvertono gli esperti internazionali citati dall' investigative reporter della Sueddeutsche, Sebastian Herrmann, che oggi di 6,7 miliardi di abitanti del pianeta circa 923 milioni soffrono e muoiono di fame.

Ma è anche vero che se cambieremo tutti, o meglio tutti noi europei, nordamericani, e anche i nostri "concittadini del mondo" che stanno arrivando alla prosperità diffusa, cioè brasiliani, cinesi, indiani e così via, la produzione alimentare attuale può scongiurare la fame di massa. Altrimenti però sarà il disastro; su 9,3 miliardi di esseri umani, un terzo sarà colpito dalla fame. Colpa dei ciccioni, o meglio delle abitudini da ciccioni. Mangiare carne piace sempre più nel mondo ricco o nuovo-ricco: in Baviera, la patria delle Bmw e dei supertreni Siemens, dove i sovrappeso per sovralimentazione ipercalorica, tra wurst e bistecconi t-bone locali da due chili a porzione, sono tanti da aver costretto la Croce rossa a ordinare ambulanze speciali da 140mila euro per quando i "pesanti" si sentono male: le pur generose ambulanze Mercedes o Volkswagen T5 e le loro barelle non reggono.

In Cina, rispetto al 1995, entro il 2020 la domanda di carne raddoppierà. Lo stesso trend investe brasiliani, indiani,e altri popoli di potenze in ascesa. L' emergenza ha diversi volti: non solo il deserto che avanza in Africa, ma anche la carenza d' acqua in California, senza che a Los Angeles ci si convinca a mangiare meno filetto o sushi. Il pesce commestibile potrebbe sparire dai mari entro 40 anni, e produrre carne è inefficiente: sottrae terreno ai cereali, e una tonnellata di proteine vegetali richiede 1,3 ettari, mentre una tonnellata di pur "modesta" carne suina rende necessario coltivare foraggi per maiali su 12,4 ettari.

Non bastano concimi, pesticidi e cibo transgenico: rassegniamoci a mangiare meno carne, a nutrirci meno da europei. Mangiare meno, sfamare tutti. E solo così, tra l' altro, il mondo nuovo avrà stomaco e portafogli abbastanza pieno da comprare ancora "made in Europe" salvando le nostre esportazioni, la nostra high tech e i nostri posti di lavoro. - ANDREA TARQUINI


Vi prego di tenere a mente questo articolo, trascrivetene i passi pìù interessanti su post-it da lasciare in giro per casa, sul frigorifero, in bagno, fatevi il lavaggio del cervello. Non sappiamo più come dir-ve-lo.


sabato 29 agosto 2009

Vita a 280 chili

Come vi avevo anticipato un paio di post fa, ho assistito per puro caso - un paio di domeniche fa - ad una trasmissione che mi ha molto colpito. Sarà che era pomeriggio, che c'era un caldo torrido e l'unico posto fresco della casa era proprio il divano di fronte alla tv... Sapete quando si fa zapping a vanvera? E così sono capitata su un canale di Sky, non chiedetemi quale perchè non lo ricordo in alcun modo, che trasmetteva: "La donna da 280 chili" o insomma un titolo del genere.
Subito prima avevo fatto in tempo a vedere le battute finali della trasmissione precedente che trattava di grandi obesi americani e delle loro operazioni di bypass gastrico. Anche qui ero rimasta sconcertata perchè non uno, dico NON UNO, di questi obesi/e era affetto da patologie tiroidee o simili che avevano potuto causare lo sfacelo. No, semplicemente mangiavano come ossessi.Ad esempio, a un certo punto intervistano un ragazzo nero veramente grasso, sui 25 anni, e lui dice che dalle sue parti (non ricordo dove negli Stati Uniti) si mangiano tanti cibi grassi come pollo fritto e altre schifezzone e non aveva mai collegato i due fattori: mangiare in quel modo e ingrassare. Come è possibile? Non lo so, davvero, è sconvolgente.
Tant'è che alla fine ha scelto di affrontare l'operazione di bypass gastrico, con tutte le conseguenze che ne sono seguite. Tra l'altro con grandi difficoltà nel trasporto e nelle fasi post operatorie. Provateci voi a spostare una mole del genere. Nel programma mostravano lui a tavola, sempre enorme, che buttava giù dei frullatoni iperproteici perchè nei primi tempi non poteva ingerire nient'altro. Il resto della famiglia, non altrettanto obesi ma sempre nettamente sovrappeso, continuava impunemente a inghiottire ogni genere di cibo unto e calorico.
Inizia quindi il programma sulla donna da quasi tre quintali. La signora avrà avuto intorno ai 50 anni ma ovviamente l'età era difficile da indovinare nelle condizioni in cui si trovava. Anche in questo caso, nessun problema medico aveva indotto l'obesità. Solo voracità. Questa donna si era sempre buttata nelle abboffate di cibo per consolarsi delle sue magagne, provocando così (come è tipico dei tossicodipendenti) una magagna più grossa di tutte. La sua salute ormai se ne è andata a farsi friggere, come quel pollo di cui probabilmente era accanita mangiatrice.
L'unica cosa da fare si è rivelata ancora una volta l'operazione chirurgica, ancora il bypass gastrico. Quello che non ha passato poi questa donna! Sette mesi avanti e indietro dall'ospedale, ogni volta riportata a casa e poi rientrata in ospedale d'urgenza a causa di infezioni interne, di ferite non cicatrizzate, di problemi di malnutrizione (perchè non riusciva più a ingerire nulla), etc.etc. Con un forte rischio di lasciarci le penne. Impressionante.
E' dimagrita nel primo mese dopo l'operazione circa 90 chili, ma su 280 potete immaginare quanto poco si vedesse. Lo stress fisico e psicologico deve essere stato devastante. Oltretutto la pelle cominciava a penzolare da tutte le parti e avrebbe richiesto poi altri interventi chirurgici anche solo per permetterle di camminare in maniera normale senza sacche vuote in mezzo alle gambe.
Perchè ve ne parlo? Perchè penso che la gente preferisca rischiare di morire pur di non cambiare abitudini. Perchè le persone sono inconsapevoli e ignoranti rispetto a ciò che si portano alla bocca. Perchè tutto questo costa alla sanità un sacco di soldi. Perchè con una alimentazione veg tutto questo non succederebbe. Per una persona sovrappeso vegan (che si abboffa di gelato alla soia e chilate di pistacchi e può succedere) ce ne sono 100 onnivore grasse. Eppure, sono disposti a tutto. Il loro sogno non è cambiare stile di vita, il loro mito sono questi fantomatici "magri" che mangiano tutte le porcherie del mondo senza ingrassare. Non pensano proprio al fatto che la stragrande maggioranza delle persone se mangia tanto e male ingrassa, e amen. Che mangiare tanto e male non ha alcun senso, che non è rispettoso per se stessi e per gli altri. E per due persone con problemi di salute che hanno indotto l'obesità, per il resto si tratta sempre di gente che mangia troppo.
Qualche giorno fa sempre in tv ma sulla Rai c'era un medico che rispondeva ad una spettatrice che lamentava il fatto di non dimagrire anche mangiando poco (che è tutto da vedere poi, come sa bene chi vive insieme a gente in sovrappeso). Il medico ha risposto che ad Aushwitz nessuno era grasso, signora, indovini perchè? Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dirlo!
Mi dispiace, perchè preferiscono crepare che cambiar rotta. D'altronde, se amassero davvero la vita, non potrebbero tollerare di consumare prodotti che inducono inquinamento terrestre, sofferenza animale, e tutto il resto. I conti tornano.

giovedì 27 agosto 2009

Vacanze romane

Vacanze romane di chi? Ma di Stefania, gentile e affettuosa amica veg che ci ha inviato la sua recensione di un nuovo ristorante vegetariano a Roma, dove io - che pure vivo da queste parti - non sono ancora andata. Preziosa testimonianza la sua e ve la passo molto volentieri. Una cosa in particolare mi ha piacevolmente sorpreso: il fatto che non sia indicato espressamente fuori dal ristorante che lì si mangi vegetariano. Ohhhh, finalmente! A me questa idea di ghetto frequentato da pochi accoliti mi ha sempre dato un po' sui nervi. Il vantaggio per noi è certamente quello di sapere in anticipo di non incorrere in piatti devastanti che ci passano sotto il naso e sotto gli occhi. Però un sacco di gente invece scappa, anche se poi una volta dentro si troverebbe bene e mangerebbe tutto di gusto, ma l'idea di andare in un posto "vegetariano" mette loro una secolare e inestinguibile fame che - sempre secondo loro - potrebbe essere colmata solo da un bovino stramazzato nel piatto. Non è così. Sentiamo Stefania.
"Il ristorante vegetariano che non sembra tale, questa è l'impressione che mi ha dato il Pugliamonti. Sì, perché solitamente i ristoranti veg tendono a creare un'atmosfera che riecheggi l'Oriente, che abbia un che di mistico, e finiscono con l'essere un po' deprimenti, specie in Italia. Qui invece le pareti sono bianche, i quadri hanno tinte di rosso e i tavoli sono in legno chiaro, il che trasmette luce, allegria e semplicità. La cucina si rifà alla tradizione pugliese ed offre piatti vegetariani e vegan (il rapporto è circa 50 e 50). Si percepisce che è un posto che vuole attirare la clientela più varia possibile, magari per avvicinare alla cucina veg chi non è disposto a rinunciare alla cucina e allo stile italiani (tra l'altro non c'è neanche scritto fuori che è un ristorante vegetariano, potrebbe essere una buona mossa per far entrare gli scettici). Per antipasto il mio amico Pierpaolo ed io ci dividiamo un piatto misto di verdure: friggitelli con pomodoro, purè di fave, melanzane, polpette d verdure, patate saltate, peperoni e zucchine alla menta, tutto squisito. Come primo prendiamo orecchiette con fagiolini e salsa di pomodoro e foglie di ulivo (una forma di pasta che non conoscevo) con rucola e pomodorini. La pasta è fatta in casa ed entrambi i primi sono ottimi ed abbondanti. Da segnalare il pane, veramente eccezionale. Saremmo già sazi così ma per gola ci dividiamo anche un secondo, le verdure fritte: sedano, carote, zucchine, melanzane, peperoni, finocchio e pane fritto. Ne valeva la pena, mai mangiata una frittura così buona! Purtroppo non abbiamo più spazio per il dolce (su 3 dolci su 4 erano vegan)... Ottimo anche il vino (bianco e pugliese, non mi ricordo più cos'era!). Gli antipasti costano 9€, i primi 10-13€, i secondi 14€, ma il gestore probabilmente vi farà lo sconto, o almeno a noi l'ha fatto :)"

PugliaMonti,
Via Urbana, 104 00184 Roma (RM). Telefono: 064742772.


Diciamo che i prezzi sono in linea con i normali ristoranti qui a Roma, non particolarmente economici. Ma se dobbiamo spendere per un'occasione particolare, se vi trovate a Roma per lavoro o vacanza...beh, meglio qui che altrove, decisamente.
Grazie Stefania! e aspettiamo altre recensioni da tutti voi.

martedì 25 agosto 2009

Vogue docet

Iniziamo con una news estiva dal mondo effimero ma terribilmente influente della moda. Anche nella redazione di Vogue si sono accorti che qualcosa sta cambiando. L'11 agosto è stato pubblicato un articolo che parla delle calzature prodotte senza utilizzare prodotti di origine animale come il cuoio, argomento balzato alla ribalta a maggior ragione da quando iniziano a diffondersi sempre più frequentemente notizie come questa.
Chi è più attento e consapevole rispetto alle questioni ambientali e animaliste sa già bene di che si tratta, ma è importante che se ne parli sempre di più e anche in ambienti più eterogenei, affinchè l'informazione arrivi sotto gli occhi di un sempre maggiore numero di persone. Molti non sanno e quando infine vengono informati prendono decisioni importanti.
Così in questo numero di Vogue on line si parla di stiliste come Stella McCartney, di OlsenHaus, di NeuAura e dell'attrice Natalie Portman (stilista di una linea di scarpe per la griffe Te Casan) e di siti come fashion-conscience.com che vendono questo tipo di prodotti. E ancora delle scarpe in gomma riciclata Melissa, marchio a cui collabora la nota stilista inglese Vivienne Westwood.

Insomma anche la stampa "ufficiale" comincia a guardarsi intorno. Noi ce ne eravamo già accorti da un pezzo di questo nuovo corso. Chi non conosce ancora stilEtico.com????

lunedì 24 agosto 2009

Ancora qui

Eccoci di nuovo qui. Sono riprese ieri le attività blogghiere (o blogganti? o...?) con una vignetta. Perchè, nonostante tutto, riusciamo anche a sorridere di argomenti che seri sono e seri rimangono, come gli allevamenti intensivi, le epidemie dilaganti (create in laboratorio?), etc.etc.
In queste settimane di assenza ne ho viste e sentite tante, tornata a casa la sera la voglia era quella di scrivere, scrivere e scrivere per raccontare, ma ho voluto davvero staccare anche con internet e metabolizzare con tempi più umani tutto quello che mi passava per la testa.

Prima di tutto, come tutte le estati, ho assistito alla nuova serie di abbandoni di cani e non solo (anche un coniglio). Ogni giorno sono uscita da casa con un groppo alla gola, sapevo che avrei incontrato almeno una new entry nelle strade di campagna qui intorno. Ho visto di tutto, da una coppia di yorkshire a cagnoloni grandi e grossi, da cagnolini scompigliati a molossi. Abbiamo fatto quello che si poteva fare, molto poco però. Il mio sogno è quello di prenderli tutti con me. Spero prima o poi si possa fare. Per ora ci sono i nostri tre ma un giorno il giro si allargherà, ne sono certa. Sarebbe magnifico poter tirare su tutti i cani che vedo per strada, sapere che per loro inizierà una seconda meravigliosa vita con persone che li rispettano e li apprezzano.

Poi, ho scoperto una trasmissione di ricette in tv strepitosa e ve ne parlerò a breve in un post tutto dedicato. Molti di voi già la conosceranno ma per ora non voglio dirvi nient'altro. Solo che è diventata quasi un appuntamento fisso (quando riesco a beccare più o meno l'orario di inizio) perchè è da considerarsi davvero una trasmissione comica, involontariamente comica. Vi darò solo un indizio, tratto dal sito della cuoca in questione. Non ve lo traduco ora, magari lo farò nel futuro post, così lasciamo un margine di suspence per i non addetti alla lingua inglese. Sono sicura che per i miei lettori veg anglofoni sarà di grande impatto e queste righe rappresentano un ottimo biglietto da visita per cominciare a conoscerla:

I know it is tremendously unfashionable to have one's heart uplifted as people start shooting at small defenceless animals, but the beginning of the grouse season always have me salivating and celebrating. And be fair, better to try and shoot an animal in the wild (not that I've ever tried) than rear it intensively, feeding it chemicals and keeping it in cages. Not that anyone reading these pages would expect me to be a vegetarian anyway. For those who don't know how delectable grouse is, all I can say is that its meat is rich, tender and, at this early stage of the season, gamey only in the sweetest-scented way.

A proposito di tv, proprio ieri ho visto un'altra trasmissione di cui voglio farvi partecipi, questa volta non di ricette, ma che parla di grandi obesi e bypass gastrici. Non per ricreare altre polemiche, come è successo negli scorsi mesi a proposito del sondino nasogastrico, ma merita qualche riflessione anche questa.

E poi...no, non vi anticipo più niente. Spero di ricordami tutto, ma sicuramente mi sfuggirà qualcosa, avevo perfino preso appunti ma...dove?! gasp! Raccontatemi anche voi via mail cosa avete visto, sentito, vissuto nel corso dell'estate e ne parleremo insieme, qui.

Benritrovati e buona ripresa a tutti!

domenica 23 agosto 2009

Altre idee?!


*Qualche altra idea per far diventare vegan la gente??
Mucca pazza
Influenza aviaria
Influenza suina




fonte: http://bizarrocomic.blogspot.com/

giovedì 13 agosto 2009

Quando si ricomincia?

Il blog riprenderà la sua attività di ricerca, informazione, riflessione, condivisione e quant'altro il 23 agosto. Vi aspetto!

lunedì 3 agosto 2009

Buone vacanze!

Il blog va in vacanza. Auguro a tutti giornate serene, a chi parte e a chi resta a casa. E a proposito di chi farà vacanze casalinghe, sapete che negli States hanno inventato una nuova parola per esprimere questo concetto?!
Se andare in vacanza è "to go on vacation", andare in vacanza rimanendo a casa (la crisi è crisi...) è "to go on staycation".
La prima volta che ho sentito questo termine ho pensato: Wow, bella parola per una pessima idea! Ma come, le vacanze a casa? Le ho sempre immaginate come un altrove, conoscere posti nuovi, possibilmente lontani.E invece quest'anno, in un'estate per me di staycation, ho scoperto la bellezza di posti ad un'ora e mezza di macchina da casa mia che non avevo mai visto: baie semideserte con mare verde e trasparente, serate in riva al mare con gli amici (anche loro in gran parte in staycation), relax sull'amaca di casa, tempo libero dal lavoro per stare insieme alla "gente" di casa (tre cagnoni e due gatti) e viziarli se possibile ancora più del solito a forza di coccole full-time, e altro ancora.
Certo, ho la fortuna di vivere in campagna, non lontano dal mare, ma l'estate per me è sempre stata la fuga. Quest'anno è diverso, e la novità è che non mi dispiace affatto.
Dunque, voi che rimanete a casa... scoprite e riscoprite i posti vicino a casa vostra, approfittate per stare di più con i vostri compagni animali che poco vi vedono durante l'anno, quando siete fuori tutto il giorno a lavorare o studiare, leggete buoni libri e... quello che vi piace di più fare. E per chi parte, prendete nota e quando tornate raccontateci le vostre esperienze gastronomiche (e non solo) in Italia e all'estero, che subito condivideremo con gli altri lettori.

Per chi è nuovo di questo blog, l'invito è quello di spulciare i post passati, magari troverete qualche notizia che vi interessa, qualche cosa che ancora non sapete (io per conto mio ne scopro di continuo navigando per la rete!) o qualche spunto per una futura chiaccherata su queste pagine che vorrete propormi. Se volete approfondire un particolare tema, fatemelo sapere. Sarà un piacere farlo insieme qui sul blog. Vi ricordo inoltre che la sezione "Ultime notizie" verrà comunque aggiornata perchè curata da AgireOraNetwork.

A presto!

sabato 1 agosto 2009

Vegan del mese in vacanza

La rubrica del Vegan del mese va in vacanza per i mesi di agosto e settembre.
Ricordo che tutti i miei lettori vivono con una sorta di spada di Damocle sul capo: la proposta di diventare il prossimo vegan del mese serpeggia sotto traccia e prima o poi vi si presenterà alla porta. Non si accetteranno giustificazioni come partenze improvvise per Zanzibar, fughe giù per il tubo e altre strategie di evitamento.
Siate fatalisti.