martedì 30 settembre 2008

La compassione?

News del 25 settembre 2008.
Da quando la controversa PETA (a più riprese definita "organizzazione di stampo terroristico" dalle autorità americane) ha pubblicato dei video su internet nei quali si mostrano gli abusi ai quali vengono sottoposte le bestie da macello, negli Stati Uniti sta crescendo il numero degli onnivori che vuole conoscere la provenienza della carne che consuma.

Oltre al filmato della PETA, ha avuto parte in causa nel convincere i consumatori americani che è meglio interessarsi ai destini della propria bistecca la notizia che la FDA, l'agenzia di controllo statunitense, ha ricevuto una soffiata dalla Humane Society circa un macello che stava affettando e triturando anche vacche ammalate, sofferenti o arrivate già morte a destinazione.

Anche i mangiatori di carne, che in genere preferiscono astenersi da questo tipo di riflessioni, hanno cominciato a chiedere conto ai fornitori circa la provenienza della carne che vendono: se il cibo dato agli animali è "pulito", se sono stati macellati senza sofferenze...
Sai che sollievo, io mi sento male solo a pensarci, in un caso o nell'altro.
Alcuni libri hanno costituito un'ulteriore spinta in questa direzione: best seller dai titoli evocativi come The Omnivore Dilemma, The Shameless Carnivore e The Compassionate Carnivore hanno suscitato qualche reazione popolare.

Spopolano le organizzazioni come le Community Supported Agriculture e gruppi come i Meat Buying Club e i Whole Animal Sharing Club che aiutano i consumatori che decidono di consorziarsi e prepagare un allevatore per crescere un animale specifico che verrà svezzato e macellato secondo dettami etici ben precisi. [Io, di nuovo, inorridisco. Allevare un animale con tutte le cure per mangiarmelo!?]

E proprio da uno di quei libri: The Compassionate Carnivore nasce l'idea di un quoziente di compassione. Un indice che dia la misura che l'animale sia stato allevato con cura, che non gli siano stati somministrati farmaci nocivi, che abbia pascolato in maniera naturale, che non abbia mangiato cibi estranei alla sua dieta tipica e che non sia stato rinchiuso in recinti affollati.
Il sottotitolo di questo libro è il seguente: How to keep Animals Happy, Save Old MacDonald's Farm, Reduce Your Hoofprint, and Still Eat Meat.

Mucche contente da ammazzare cantando loro la ninnananna. Questi imbecilli non ne vogliono proprio sapere di smettere di mangiare esseri viventi, vogliono papparsi le mucche felici, immagino le risate e che spensieratezza. Chiameranno i loro bambini per assistere al lieto evento, alla sgozzata? Son certamente convinti che "debbano" mangiare le carni, che non abbia senso nessuna altra soluzione. Come se io, che da decenni non me ne nutro, fossi una eccentrica signora ancora viva per uno scherzo della natura.

I compassionevoli caritatevoli mi hanno messo di pessimo umore.
A voi che effetto vi fanno?

lunedì 29 settembre 2008

Peace un corno

Sharon Stone è proprio graziosa con questa t-shirt con su scritto Peace, è bello vederla per una volta sostenere qualcosa di buono, di positivo, che va oltre la promozione dell'ultimo film.
Ma...attenzione...guardando bene la foto che la ritrae mentre esce da un ristorante di Los Angeles, vediamo bene che la sua borsetta è di pelle di serpente*, verosimilmente pitone.
Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaagh! era un abbaglio, è la solita menefreghista di sempre, altro che Peace....


* Si veda qui una brevissima descrizione sulla "produzione" della pelle di rettile

venerdì 26 settembre 2008

Carità o croccantini?

Notizia di oggi. Un prete veneto si è peritato di andarsi a rileggere la Bibbia e si è reso conto che nell'imponente tomo su un tot di citazioni trovate, la stragande maggioranza sono di disprezzo verso gli animali.
Ah beh. Non è che sia una gran nota di merito. Altro che Cantico delle creature, san Francesco gli fa un baffo. Chisseneimporta delle creature create dal Creatore. Del resto, la Bibbia parla anche di lapidazione di donne, di vendita di figlie, etc. etc. e nessuno ne mena vanto.

Don Marco Scattolon, questo è il nome dell'anaffettivo parroco, si è manifestato nell'editoriale del bollettino della parrocchia di Spinea (Venezia).
Il prete se la prende in particolare con i negozi che abbinano veterinari al parrucchiere per cani, con quelli che sperperano denaro per croccantini e pappe varie, con tutti quelli che spendono «più per il proprio cane che per la carità cristiana, che fa più carezze al cane che agli esseri umani».

Don Scattolon, come dicevamo, ricorda che nella Bibbia 32 citazioni su 36 sono di disprezzo e che solo un certo Tobia ne ha parlato bene. «Si troveranno prima i soldi per un canile che per una casa per i fratelli del terzo mondo?» si chiede il don. In caso di risposta affermativa, ci dice: «Suonerò le campane a morto perchè sarà morta la fraternità cristiana».

Allora, a parte il fatto che io non porto i miei tre cani dal parruchiere perchè siamo gente di campagna e perchè Indio, il mio dogo argentino, si mangerebbe il coiffeur. A parte il fatto che i cani stanno bene così come sono, senza la sfumatura alta. A parte tutto ciò, per il resto, non vedo come comprare cibo per cani e accarezzarli sia in contrasto con la carità (cristiana).

Non mi pare inoltre che per i canili si spenda più che per gli umani, forse il signore in questione è poco informato. I canili sono in una situazione disperata nella maggior parte dei casi, gestiti da personaggi che si prendono finanziamenti e li usano per altri fini (non caritatevoli).
A parte, ancora, il fatto che questa gente che "accarezza di più gli animali che gli umani" mi pare il classico luogo comune come "non esistono più le mezze stagioni" e simili. Chi sarebbero questi accarezzatori folli che tengono in spregio il genere umano? Mi viene in mente solo Hitler, ma è un caso clinico, non facciamone teoria, non facciamo sillogismi inutili, please.

Forse - ma è solo un esempio - avrebbe fatto bene don Scattolon ad invitare a non mangiare più bistecche e salsicce e bresaole e spiegare ciò che questo implica, relativamente al problema di un terzo mondo affamato da un primo mondo consumista, sfruttatore, inquinante e compagnia bella. Questo è vero senso della compassione. Mangiare meno e diverso per mangiare tutti.
Avrebbe dovuto sottolineare piuttosto: Consumate di meno, comprate meno cose inutili, pensate a chi non ha niente e riducete i vostri optionals: più che meno croccantini per cani e gatti, forse sarebbe meglio dire meno playstations, meno merendine, meno cellulari ultimo modello, meno vestiti alla moda, meno trash food in genere....
Ma sottolineare un disprezzo per gli animali certificato dalle Sacre Scritture in un mondo di cani abbandonati per strada, di maltrattamenti dilaganti, di canili crudeli, di allevamenti e mattatoi infami, di vivisezione evitabile... ecco, da una persona che proclama la carità cristiana magari non me lo sarei aspettato. Se la poteva risparmiare.

Io la vedo così.

giovedì 25 settembre 2008

Animal Kingdom

Una canzone poco conosciuta di Prince*, Animal Kingdom. La potete ascoltare qui...
(click sull'immagine)

Questo è il testo del brano:

I saw a friend of mine today
In an ad sayin' what would do my body good
I told him he was wasting time I say
If God wanted milk in me
The breast I suck would have a line around the hood

No member of the animal kingdom nurses past maturity
No member of the animal kingdom ever did a thing to me
It's why I don't eat red meat or white fish
Don't give me no blue cheese
We're all members of the animal kingdom
Leave your brothers and sisters in the sea

Animal, animal kingdom [2x]

Who told us we should eat the swine?
You can bet your final money it damn sure wasn't no friend of mine
What about the clams on the shore?
Souls in progress, here come the fisherman, soul no more

No member of the animal kingdom nurses past maturity
(nurses past, oh yeah)
No member of the animal kingdom ever did a thing to me
(ever did a damn thing)
So I don't eat no red meat or white fish
Or funky, funky blue cheese
We're all members of the animal kingdom
Leave your brothers and sisters in the sea

Animal, animal kingdom [3x]


*Ovviamente Prince è vegan

mercoledì 24 settembre 2008

Vegans do it better? oh yeah

Ma voi lo sapevate che i normali condoms sono fatti con le proteine del latte? e che esistono in versione vegan? Che i sex-toys vegan non sono prodotti con ingredienti di derivazione animale, non sono testati sugli animali e sono organic? Oh quante cose vi devo raccontare....
Fate un salto, ad esempio, su:

un superstore animal-free per adulti gestito da una ragazza vegan.

Vegan condoms? Ce li hanno. Lubrificanti al profumo di caramello o arancia? Pure questi. Dildo fatti a mano ipoallergici? Certo, eccoli lì.

Inoltre il sito riporta anche una serie di FAQ piuttosto interessanti... Tutti i prodotti sono 100% vegan, mai testati sugli animali e la ditta spedisce solo in scatole e carta riciclata (idem per le ricevute). Naturalmente la privacy è garantita, sui pacchi che riceverete non troverete scritto a caratteri cubitali "Sex toys". Fortunatamente non si fanno cambi ne' si riprende indietro la merce. Non si sa mai.

Un altro rinomato store on line è questo...

VeganErotica è una venture di Reach Out Publications, una organizzazione che si occupa di veganismo, ambiente, diritti umani e degli animali, gestita da Camilla Taylor. Reach Out produce spillette e t-shirts per associazioni no profit e gruppi di attivisti a Salt Lake City, gestisce un circolo vegetariano di rivendita di alimenti vegan-bio, oltre ad organizzare eventi legati alla difesa dei diritti degli animali.

Milioni di persone acquistano oggetti di pelle ogni giorno senza rendersi conto di cosa stanno veramente sostenendo. Comprare un sottoprodotto dei mattatoi non è direttamente la causa dell'uccisione degli animali, ma senza dubbio è un atto che attesta in qualche modo la propria approvazione al mondo dei mattatoi, al modo in cui fanno i loro business.

Con una linea di abbigliamento e accessori cruelty-free, invece, le persone che amano il look in pelle ma detestano l'idea di far soffrire gli animali per produrre oggetti di moda o per le loro pratiche sessuali possono acquistare invece un prodotto di qualità a prezzi ragionevoli con un occhio di riguardo all'etica.

Molti oggetti in pelle - tra cui appunto i fetish - sono prodotti in grandi industrie senza riguardo per le condizioni economiche e di salute dei lavoratori. Tutto quello che viene venduto a Vegan Erotica è fatto da Camilla, praticamente è lei che risponde perfino alle email, è l'artigiana e la factotum dell'azienda.

I prodotti in ecopelle di Camilla sono fatti in Lorica, una pelle sintetica importata dall'Italia, che è traspirante, resistente all'acqua ed estremamente confortevole (la composizione chimica della Lorica è: 50% polyamide microfibra e 50% polyuretano).

Veganerotica vende collari, cinture, manette, ce n'è per tutti i gusti...

Buon divertimento!

martedì 23 settembre 2008

Bifidus a go go

Avete notato che la maggior parte degli spot in tv sono dedicati a yogurt e probiotici di ogni specie? se non l'avete fatto, stasera accendete la tv nelle ore di punta e mi darete ragione...E quando siete al supermercato, avete fatto caso che ormai ci sono interi corridoi dedicati a questi prodotti? Non era così qualche anno fa.

La questione è: gli integratori di flora batterica intestinale sono davvero in grado di svolgere una azione benefica efficace?
Gli yogurt non dovrebbero proprio essere presi in considerazione, perchè sono dotati di scarsissime quantità di batteri poco vitali e in ogni caso si annullano gli eventuali effetti benefici dei batteri immettendo nel'organismo latte e zucchero, sostanze che notoriamente nutrono proprio la flora patogena.

Così come quelle bottigliette che contengono zucchero o aspartame (quando c'è scritto senza zucchero, c'è l'aspartame, il che è davvero peggio) e un liquido che non è latte, non è yogurt, probabilmente è acqua contenente dei batteri, con tanto di nomi che sembra che siano stati affibbiati dall'ufficio marketing piuttosto che da un biologo.

E' il caso del famoso bifidus actiregularis, o qualcosa del genere, per spiegare l'effetto che fa a chi se lo beve. Batterio brevettato dalla Danone, ormai sostituita al Signore quanto a creazione del mondo.

La realtà è che non si può regolarizzare nulla se non si ripulisce l'organismo dai rifiuti accumulati in anni di dieta sbagliata e non se ne intraprenda una corretta, priva di alimenti dannosi. Chiaro che quando arriva anche quest'altra schifezza, il nostro intestino per liberarsene ci mandi in diarrea, e gli stitici sono tutti contenti. Non parliamo poi del fatto che si tratta bene o male - tolto zucchero, acqua & co. - di un latticino e in quanto tale apporta altro muco che si aggiunge al resto dei rifiuti che poi il corpo deve eliminare (per approfondimenti...).

L'importante è trovare nomi altisonanti che richiamino funzioni fisiologiche "naturali", la gente spende, è contenta, convinta di mangiare sano. Avere una dieta bilanciata è un pensiero che continua a non sfiorare minimamente....

A mo' di divertissement, guardiamo un'etichetta che mi è capitata sottomano, quella dello Yogurt con Frutta in Polpa della Danone.

La Danone dichiara roboante che questo prodotto è l'unione dello yogurt con la frutta, un prodotto "semplice e genuino, buono e cremoso", oltre che "SENZA CONSERVANTI COLORANTI" (scritto proprio così), riportata su entrambi i lati del cartoncino e persino nella definizione laterale.
Ergo, andiamo a con giubilo a leggere gli ingredienti.
L'ingrediente principale è lo yogurt (....e già qui ci sarebbe da meravigliarsi), a questo viene aggiunta una preparazione di frutta, composta dalle seguenti percentuali:

Preparazione di frutta 12%
sciroppo di glucosio-fruttosio,
zucchero,
succo d'uva concentrato,
addensanti: pectina, E1422;
aromi (i fatidici aromi, può anche essere odor di ascella di cammello sudato tanto non si dichiara).

Facciamo due calcoli:

La preparazione è il 12% del totale del "composto", di cui la frutta presente è il 40%, notare che il contenuto di frutta REALE presente nel vasetto è pari a 4.8% dato che il vasetto è di 115 g, quindi la frutta presente in ogni vasetto è 5.52 grammi!
Se avete una bilancia a casa, vi prego di pesare delle frutta e verificare la consistenza di 5 gr di uva, mele, ciliegie, etc.

Il resto (oltre all'ingrediente principale) è tutto zucchero (sciroppo di glucosio-fruttosio, zucchero), succo d'uva concentrato (ricco di zucchero) e gli aromi?? secondo voi, sono naturali e non l'hanno riportato? e gli addensanti? pectina e E1422 (Adipato di diamido acetilato).
L'ultimo ingrediente presente dopo lo yogurt e la preparazione di frutta è indovinate cosa? ancora lo zucchero (7%)!!!

Ma non si farebbe prima a mangiare un pacchetto di caramelle?

La verdura sciacqua

lunedì 22 settembre 2008

Gassy cows

The more meat we eat, the more cows there are producing greenhouse gases. Help the animals save their planet and ours, eat a balanced diet!

domenica 21 settembre 2008

Eccone un altro di furbacchione

Non è molto carino fare promesse, ergersi a campione nella difesa degli animali, e poi alzare il dito medio e trallallero, vi ho fregato, non era niente vero, trallallà!

E' quello che ha fatto anche quel buontempone di Giorgio Armani, il quale, a dispetto delle promesse fatte l'estate scorsa alle organizzazioni per i diritti degli animali di non usare mai più pellicce nelle sue collezioni, si presenta con una line di cappotti in pelliccia per bambini (!), oltre che a diversi capi di abbigliamento (giacche, gonne, cappotti) "ornati" di pellicce varie.

Proprio come è già successo a Donna Karan, la solita storia, ci provano sempre...

E allora? cosa si fa quando qualche furbetto non mantiene le promesse? Mah, ad esempio, PETA sta spedendo Pamela Anderson a guidare la controffensiva. Pamela ne parlerà domani proprio qui in Italia, cercando di sensibilizzare tutte quelle v.i.p. che saranno presenti alle sfilate di Armani...

Ancora non è giunta alcuna dichiarazione dall'ufficio stampa di Giorgio the Gorgeous. Intanto, state attente Katie Holmes, Cate Blanchett e tutte le altre star che vestono Armani...Pamela ha il fucile puntato!

sabato 20 settembre 2008

Vatti a fidare degli amici

Sull'ultimo numero di un popolare settimanale femminile alla pagina della rubrica Benessere in pillole: cure, rimedi naturali, soluzioni pratiche per piccoli e grandi problemi di salute si parla di rischio anemia. Lo spunto è dato da una lettrice di 25 anni che scrive di avere un ciclo abbondante e lamenta stanchezza e astenia in genere.
Tra i vari consigli (cure omeopatiche, visite dallo specialista, integratori di ferro, etc.) spicca un box dal titolo Bistecca amica.
Andiamo a leggere:
Per combattere il rischio anemia scegli un menu che apporti buone quantità di ferro.
Il fabbisogno giornaliero è di 10 mg, che vengono assicurati da 150 gr di manzo o da 100 gr di fegato di vitello o, ancora, da 50 gr di fagioli, ceci o lenticchie o infine da 150 gr di radicchio.

Ma come? un pugno di fagioli (un terzo del peso della carne, non so se mi spiego) ha la stessa quantità di ferro di ben un etto e mezzo di manzo?? e il radicchio? stessa quantità di ferro a parità di peso?! e allora, perchè bistecca amica nel titolo? Dopo ce lo dicono...

Ma ricorda che l'organismo assimila meglio il minerale contenuto nelle carni. Per rendere più disponibile quello delle verdure, sia crude che cotte, prima di consumarle, spruzzale con qualche goccia di limone. In alternativa, termina il pasto con un kiwi o una spremuta di agrumi:sono ricchi di vitamina C, una sostanza che ne facilita l'assorbimento.

Dunque, il problema era il limone, o meglio, la vitamina C. Meglio assorbire il ferro dalla carne, insieme a tossine e colesterolo, piuttosto che spruzzare di limone gli spinaci o il radicchio, piuttosto che un bel piatto di lenticchie e poi a fine pasto un'arancia. Vitamina C che fa bene anche per un mucchio di altre cose, per di più. Ah ecco.

Peccato non una parola sul fatto che per mantenere un buono stato del ferro sia fondamentale limitare latte e derivati che, oltre a non contenere praticamente ferro, ostacolano l'assorbimento di quello proveniente da altri cibi. Peccato non una parola sul fatto che sia necessario evitare di consumare- in presenza di alimenti ricchi di ferro - vino, caffè, tè, cibi ricchi di calcio.

Peccato che non siano state dette tante altre cose e che le persone che leggono questi articoli prendano vagheggiamenti salutistici superficiali come questi per oro colato. Per saperne di più, ma seriamente, si vada piuttosto su www.scienzavegetariana.it dove vengono riportati, con accurata bibliografia scientifica, pareri ben più autorevoli.

A proposito, uno studio pubblicato sul British Medical Journal nel luglio 2008 ha valutato l'associazione tra ferro assunto con la dieta (totale, eme e non-eme), supplementi di ferro, carne rossa e pressione arteriosa...

L'analisi statistica dei dati ha evidenziato che le quantita' di ferro totale e di ferro non-eme assunte con la dieta sono inversamente correlate ai valori di pressione arteriosa, vale a dire maggiore e' la quantita' di ferro totale e non-eme assunta, minore e' la pressione arteriosa. Il ferro non-eme si trova sia nella carne che nei vegetali, ma mentre nella carne si trova anche ferro eme, nei vegetali e' presente solo ferro non-eme.

Dopo aggiustamento dei dati in funzione dei potenziali fattori confondenti dietetici, e' risultato che assunzioni di ferro totale superiori a 4.2 mg sono significativamente associate a una riduzione della pressione sistolica di (1.39 mmHg p<0.001),>

Invece l'assunzione di ferro eme col cibo e' risultata associata, anche se non significativamente, a incrementi dei valori di pressione arteriosa. L'ingestione di carne rossa e' risultata direttamente associata ai valori di pressione arteriosa: un aumento del consumo di carne pari a 103 g nelle 24 ore e' associato ad un aumento della pressione sistolica di 1.25 mmHg. Il dato si e' confermato anche dopo aggiustamento dei fattori confondenti.

Questo significa che il ferro non-eme, quindi tutto quello presente nei vegetali, puo' avere un possibile ruolo nella prevenzione e nel controllo dei livelli pressori. E' stato inoltre osservato un effetto sfavorevole della carne rossa sulla pressione arteriosa.

venerdì 19 settembre 2008

Arrivate le scarpe da Mooshoes!

A fine luglio vi avevo scritto di aver acquistato on line due paia di scarpe da Mooshoes a N.Y. Non ho più raccontato come è andata a finire perchè abbiamo rimandato l'invio del pacco con la Mooshoes in attesa che arrivasse il modello che avevo richiesto (era momentaneamente esaurito), poi ci sono state le vacanze in mezzo....insomma, ho chiesto che l'invio fosse fatto a inizio settembre e così è stato.

Ebbene, le scarpe e i sandali sono bellissimi, non ho pagato un euro in più di tasse (il timore era che si dovesse pagare una tassa intorno al 30% del valore della merce) e il pacco ci ha messo circa 10 giorni ad arrivare da N.Y. a Roma.
La marca sia di sandali che di scarpe è la Novacas, al momento sono le migliori calzature vegan che abbia visto, rifinitissime, morbide, davvero belle da vedere e da portare.
I sandali non sono quelli che avevo chiesto inizialmente perchè erano terminati, per cui alla fine ho scelto questi (naturalmente non sono stata "obbligata", mi hanno chiesto se volevo fare comunque l'ordine solo per un paio di scarpe o meno):
Le altre scarpe ordinate erano queste e sono comodissime nonostante il tacco, morbide e cucite alla perfezione:Insomma, a questo punto vi raccomando il negozio e soprattutto la marca. E un altro consiglio è quello di aspettare i saldi per fare acquisti, probabilmente a gennaio si faranno ottimi affari come questi!



Per una guida agli acquisti cruelty-free:
www.stiletico.com

giovedì 18 settembre 2008

Paradosso

Ecco una bella foto fatta in occasione di un evento organizzato da un'associazione per la prevenzione delle malattie cardiocircolatorie. Quale miglior menu per sensibilizzare gli ignari avventori...

mercoledì 17 settembre 2008

Ma sì, lasciamoli morire...

Vi riporto così com'è, senza commenti, questo articolo pubblicato oggi 17 settembre...


Un animale rischia la vita? Salvarlo non è necessario
Di Oscar Grazioli*

Confesso di avere un sogno nascosto. Uscire a cena con un giudice (meglio una giudice) della Corte di Cassazione per cercare di carotarne la testa. Mi spiego: a volte escono delle sentenze, da parte dell'organo definitivo di giudizio, che lasciano esterrefatti e mi piacerebbe tantissimo entrare nel meccanismo mentale che le genera.

Pochi giorni fa è stato condannato un signore che ha rotto la porta di una legnaia (mica della villa a Porto Cervo) appartenente al vicino di casa, perché dentro c'erano i suoi due gatti in pericolo di vita. La Cassazione ha ritenuto che lo stato di necessità si può applicare solo alle persone e non gli animali e ha condannato a una sanzione salata chi aveva rotto quella vecchia porta.

Ora è uscita un'altra perla. Anni fa una veterinaria di Livorno sta procedendo in auto verso il suo ambulatorio, quando vede un cane ai bordi della strada. Si ferma, scende dall'auto e riconosce immediatamente i segni di un grave trauma da probabile investimento. Il cane respira male e l'anemia delle mucose indica una perdita di sangue, quasi certamente in addome.

Spesso, nei traumi da investimento, si rompono vasi della milza o del fegato che danno luogo a sanguinamenti interni pericolosi per la vita. L'ambulatorio dista ormai pochi chilometri e la collega carica il cane sull'auto e spinge sull'acceleratore, mentre telefona a un paio di colleghi allertandoli per un possibile intervento d'emergenza.

Naturalmente supera il limite di velocità, anche se si mantiene comunque su un'andatura del tutto prudenziale e non certo da Formula 1. Ovviamente l'autovelox non distingue se chi pigia l'acceleratore sta andando a fare un intervento salvavita o sta andando a comprare il salame perché ormai il negozio chiude.

Scatta la multa e la dottoressa si appella al Giudice di pace di Cecina, il quale, nel dicembre 2004, decide di applicare alla veterinaria l'esimente per avere agito in stato di necessità, avendo violato il codice della strada per salvare un "essere vivente".

Contro il giudizio del Giudice ricorre solerte il ministero dell'Interno e la faccenda, alla fine approda in Cassazione, dove i magistrati decidono che la multa inflitta alla veterinaria è del tutto lecita, in quanto non si trattava di un bambino o comunque di una persona, ma di un cane. La seconda sezione civile, con sentenza 22365, ricorda che "lo stato di necessità è riferito esclusivamente al danno grave "alla persona" e dunque agli esseri umani, non a qualunque essere vivente, compresi gli animali, come erroneamente ritenuto dal Giudice di pace". Amen.
Che voglia di uscire a cena con uno di quei giudici e fare due chiacchiere.


*Oscar Grazioli è un veterinario che da oltre 20 anni si occupa di anestesia, terapia intensiva e medicina interna dei nostri amici a quattro zampe. Giornalista pubblicista e scrittore, è autore di centinaia di articoli e di diversi libri sul rapporto uomo animale.

domenica 14 settembre 2008

sabato 13 settembre 2008

Vegetali che nuotano

Sembrerebbe ovvio, ma a quanto pare non lo è. Che cosa? che anche i pesci possano provare dolore. La maggior parte delle persone pensa ancora che i pesci non siano animali come tutti gli altri, piuttosto qualcosa come dei...vegetali che nuotano!

Riguardo alla capacità di provare dolore, i pesci sono uguali a cani, gatti e a tutti gli altri animali. La letteratura scientifica è piuttosto chiara al riguardo: "Anatomicamente, fisiologicamente e biologicamente, il sistema nervoso nei pesci è lo stesso degli uccelli e dei mammiferi"

I biologi ci dicono che il sistema cerebrale e nervoso dei pesci è simile al nostro. Come i vertebrati "maggiori", i pesci hanno neurotrasmettitori come le endorfine e l'unica ragione per cui il sistema nervoso le produce è per "sollevare" dal dolore.

Gli scienziati hanno creato una mappa dettagliata dei ricettori del dolore situati nella bocca dei pesci e in tutto il resto del corpo.
In particolare, un team di ricercatori della University of Guelph in Canada recentemente ha compiuto uno studio sul dolore e l'intelligenza dei pesci.
Così come scienziati della Edinburgh University e del Roslin Institute in Gran Bretagna hanno appurato che in risposta al dolore, i pesci "sentono" lo stress emozionale e hanno gli stessi comportamenti dei mammiferi. E per questo hanno imparato ad evitare il dolore, proprio come tutti gli altri animali. Come afferma Rebecca Dunlop, ricercatrice della Queen's University di Belfast: "L'evitamento del dolore nei pesci non sembra essere una risposta di riflesso, piuttosto qualcosa che è stato imparato, ricordato e che cambia secondo le differenti circostanze. Per questo la pesca non può continuare ad essere considerata uno sport privo di violenza"

I pesci possono provare paura e anticipare la sensazione del dolore. Alcuni pesci usano dei suoni per comunicare queste sensazioni quando sono minacciati dalle reti o altri pericoli.
Sempre secondo i ricercatori, anche se i pesci non urlano (secondo i parametri umani), quando sono in una situazione di pericolo mostrano un comportamento che evidenzia la loro sofferenza e paura, dimostrando di avere la volontà di (soprav)vivere.

Succede spesso che ad un vegetariano venga chiesto: "Ma almeno il pesce lo mangi?"
Questo articolo è la risposta.

venerdì 12 settembre 2008

Come riconoscere le scarpe veg


Se avete deciso che nel corso dei vostri prossimi acquisti presterete attenzione alle etichette di scarpe e capi di abbigliamento, sarà il caso di imparare a riconoscere cosa è etico e cosa non lo è.
Non è facile come sembra. Senza contare che può altrettanto frequentemente venir meno l'aspetto etico legato allo sfruttamento dei lavoratori e a materiali inquinanti utilizzati.

In genere, le scarpe hanno al loro interno un'etichetta che contiene le informazioni sulla composizione delle 3 parti della calzatura: tomaia, rivestimento della tomaia e suola interna, suola esterna.

In linea di massima, i simboli dei materiali sono quattro:
  • il primo identifica il cuoio ed è costituito dal disegno in miniatura di una pelle conciata intera;
  • il secondo identifica il cuoio rivestito, considerato materiale più scadente, e il simbolo è una pelle conciata intera con un buco romboide al centro;
  • il terzo identifica le materie tessili naturali e sintetiche o non tessute ed è' costituito da un disegno raffigurante una specie di reticolato;
  • il quarto identifica ogni altro materiale come para o gomma ed è' costituito da un semplice rombo.
Solo gli ultimi due simboli identificano dei componenti non animali.



Non è tutto. Le informazioni devono per legge riguardare l'80% del materiale. Ma il restante 20%? Per quello non è necessario specificare il materiale usato.
E' così che in molti casi vengono utilizzati sottopiedi, puntali e contrafforti che contengono polveri di cuoio e difficilmente questi possono essere identificati.

Non rimane che affidarsi a marche e negozi di comprovata serietà, italiani e stranieri, ed evitare per quanto possibile di acquistare prodotti made in China.

In attesa di una più efficace e trasparente legislazione sulle etichette alimentari, dell'abbigliamento & co. Facciamoci sentire come consumatori. Chiediamo quello che desideriamo nei negozi senza timidezze. E' un nostro diritto.



Per una guida agli acquisti cruelty-free:
www.stiletico.com

giovedì 11 settembre 2008

Protesta alla sfilata di Donna Karan a N.Y.

E' la settimana della moda a New York City. Questo significa che la PETA Police è in circolazione e pronta a combattere contro tutti quegli stilisti che ancora si ostinano ad utilizzare pellicce.

La sfilata di Donna Karan al Bryant Park è stata effettivamente un po'... rovinata quando alcuni membri PETA sono saliti sullo stage con cartelli con su scritto “Donna: Dump Fur*!”

La Karan aveva provato a togliersi di torno la PETA promettendo a suo tempo di non utilizzare più pellicce, nonostante questo ci ha riprovato, gasp! Pensava forse di passare inosservata?!

Naturalmente i contestatori sono stati prelevati ed arrestati, ma non pensate che questo possa fermare la PETA, famosa per i suoi tenaci e costanti sforzi per porre fine all'abuso di animali. Che vi possano piacere le loro tattiche o meno, potete crederci che non hanno nessuna intenzione di fermarsi....

Chissà se la Karan si unirà prima o poi all'ancora troppo sparuto gruppo di stilisti come Calvin Klein, Stella McCartney, Ralph Lauren, Tommy Hilfiger che hanno preso l'impegno di creare collezioni fur-free e ... lo stanno mantenendo!


*Donna: butta via le pellicce!"


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mercoledì 10 settembre 2008

Vegan è più Eco

Secondo uno studio realizzato per l'associazione di consumatori tedesca Foodwatch dall'Istituto tedesco per la Ricerca sull'Economia Ecologica (IOeW) e reso noto con comunicato dell'8 settembre, e' emerso che l'alimentazione onnivora ha un impatto sull'effetto serra (senza tenere conto dei consumi d'acqua, sostanze chimiche, terreni, ecc.) addirittura 8 volte piu' alto di quella vegan, mentre quella vegetariana lo è "solo" 4 volte di più

L'alimentazione vegan, cioè quella costituita al 100% da alimenti di origine vegetale, e' la piu' ecosostenibile di tutte.
I risultati sono stati ottenuti tenendo conto delle emissioni di anidride carbonica che risultano dalla coltivazione dei mangimi per gli animali, dall'utilizzo dei pascoli per l'allevamento e dalle deiezioni prodotte dagli animali stessi.
Il confronto, per risultare di facile comprensione al pubblico, e' stato spiegato in termini di ''km equivalenti'' percorsi in auto, in particolare a quanti km percorsi in auto equivalgono ad esempio 1 kg di carne o 1 kg di grano.
Confrontando le emissioni di gas serra dovute al cibo consumato da una persona per un anno intero, ed esprimendole come equivalente in km percorsi in auto in un anno, i risultati numerici dello studio sono che l'alimentazione vegan, da agricoltura bio, e' equivalente a 281 km e da agricoltura convenzionale 629 km.
L'alimentazione latto-ovo-vegetariana, da agricoltura bio equivale a 1978 km e da agricoltura convenzionale a 2427 km. L'alimentazione onnivora, da agricoltura bio, equivale a 4.377 km, da agricoltura convenzionale a 4.758 km.
In conclusione, l'agricoltura biologica diventa una scelta ecologica, ma solo se si consumano direttamente i vegetali: con un'alimentazione vegan, si possono dimezzare le emissioni di gas serra, se si scelgono vegatali da agricoltura biologica.
Ma anche con l'agricoltura convenzionale, la scelta vegan batte di molte lunghezze le altre due possibilita'. Viceversa, la scelta biologica non e' rilevante nell'alimentazione onnivora (e' quasi insignificante) e nemmeno in quella latto-ovo-vegetariana.

Nonostante l'alto impatto sul clima (il settore zootecnico e' responsabile del 18% del totale dell'effetto serra, molto piu' dell'intero settore dei trasporti, fermo al 13,5%), l'agricoltura e' il punto debole del piano governativo per combattere i cambiamenti climatici, in Germania come in tutti gli altri paesi europei.
Il settore dell'agricoltura e zootecnia e' infatti del tutto esentato dal programma per ridurre l'emissione dei gas serra.

L'associazione di consumatori Foodwatch propone la cancellazione dei sussidi dell'Unione Europea al settore dell'agricoltura, e chiede che chi emette gas serra paghi delle tasse apposite, anziche' pagare con le tasse di tutti i cittadini. Della stessa idea e' il NEIC che ha da poco lanciato una petizione popolare a livello europeo per chiedere esplicitamente l'eliminazione di tutti i sussidi al settore zootecnico, in quanto dannoso per l'ambiente e la salute umana. Si puo' firmare on-line o si possono raccogliere firme su una petizione cartacea, andando sul sito del NEIC.

E allora, tutti quei sedicenti ecologisti da salotto, grandi predicatori e conferenzieri, che si strafogano di prosciutti e bistecche? Non mi vanno affatto a genio. Facile parlare al vento e non cambiare le proprie stolide abitudini. Facile dire agli altri cosa si "dovrebbe" fare ed essere i primi a non farlo.
Noi continuiamo per la nostra strada, coerenti, idealisti, forse utopisti, ma non ipocriti ed opportunisti, questo no.

martedì 9 settembre 2008

Moby's Kitchen

Volete fare un giretto nella cucina di un vegan famoso come Moby? sapere cosa mangia, cosa cucina, cosa c'è nei suoi scaffali? Buttate un occhio a questo video:


e poi date uno sguardo anche a questo, dove parla della sua filosofia di vita...

P.S. tanto per precisare, Moby vieta l'utilizzo delle sue canzoni per pubblicità di - ovviamente - carne e sigarette

lunedì 8 settembre 2008

Ben ritrovati! e un green gossip...

Ben ritrovati a tutti!
le vacanze, almeno per me, sono definitivamente tramontate: è durissima tornare alla quotidianità, al lavoro, alle beghe di tutti i giorni, dopo una sospensione dal tempo e dallo spazio consueti...
Ma fa ancora caldo, almeno qui a Roma, ed è ancora estate, e cosa di meglio per iniziare che una chicca di green gossip!

Vi ricordate Ellen DeGeneres e Portia de Rossi, la coppia di attrici che ha coronato la propria storia d'amore con un matrimonio in piena regola il 19 agosto?!
Portia io me la ricordo nella parte della bambolona un po' svampita in "Ally McBeal" ed Hellen in quella serie di telefilm dove lei gestisce una libreria alternativa... Ma in America sono molto più famose che in Italia, sono anche altri i programmi di successo che le hanno fatte conoscere ed amare dal grande pubblico. In più sono vegan e animaliste.

La notizia del loro matrimonio è occasione anche per noi di festeggiare, dal momento che naturalmente hanno scelto per la loro cerimonia di nozze un banchetto vegan!

Tutti i nostri migliori auguri a queste ragazze. Grande idea quella di festeggiare (e di vivere) senza sacrificare nessun animale e fare notizia anche per questo. Più se ne parla e per noi meglio è.